Fandom: Sherlock Holmes;
Pairing: Holmes/Watson;
Rating: Pg13 (ma potrebbe salire);
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico.
Warning: Flash-fic, Pre-Slash (per ora);
Beta: Narcissa63;
Summary: Una raccolta di flash su Sherlock e Watson, ognuna delle quali costituisce una storia a sé.
(Per l’iniziativa Albero delle Drabble di holmes_ita)
Note: Questa fic fa parte di un progetto che ho appena aperto sulla mia community, holms_ita
e chiamato Albero
delle Drabble. I
capitoli, non sono legati tra loro, ciò che fa da collante a questa raccolta
sono le frasi - prese da drabble di altre autrici che
lavorano al progetto - che “ramificano” l’Albero
partendo dalla prima che è stata scritta e fa da “tronco”.
DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.
II° Ramo
…ancora una volta e
per sempre (xel189)
E’ una questione nota a pochi il fatto che io soffra d’incubi. Il mio amico e coinquilino Holmes, prima, e mia moglie Mary, dopo, hanno assistito più volte ai miei a dir poco bruschi risvegli, aiutandomi a dissipare le ombre dell’Afghanistan quando ancora mi circondavano, nonostante avessi aperto gli occhi.
Il sogno che feci quella notte fu uno dei più belli e crudeli di tutta la mia vita.
Elementi di fantasia devono essersi fusi con i ricordi, perché mi trovavo nel vecchio appartamento di Baker Street, che condividevo con Holmes, ed eravamo entrambi lì, accomodati nelle nostre poltrone, fumando e chiacchierando amabilmente. Il mio amico rideva – allegro come sempre, dopo la risoluzione d’un caso - facendomi desiderare di non allontanarmi mai, restando accanto a lui ancora una volta e per sempre. Poi Holmes si era sporto verso di me ed aveva posato le labbra sulle mie.
Mi svegliai urlando, con il volto rigato di lacrime, nel letto freddo e vuoto in cui, dalla morte di Mary, dormivo da solo.
Lei non c’era più.
Holmes non c’era più.
Le tenebre mi avvolsero come un sudario, mentre quella risata familiare mi risuonava ancora nelle orecchie.
La sera dopo, un vecchio libraio entrò nel mio ambulatorio, scusandosi per avermi risposto tanto bruscamente quando, poco prima, gli ero andato a sbattere addosso. Mi indicò i libri alle mie spalle, li guardai distrattamente e, quando mi voltai di nuovo, al suo posto c’era Sherlock Holmes.
Tutto si fece buio e, contro ogni ragionevolezza, pregai non fosse l’ennesimo incubo.
Note finali: Ovviamente l’episodio conclusivo a cui faccio riferimento è quello de “Il Ritorno di Sherlock Holmes - L’avventura della casa vuota”.