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Autore: Bebbe5    25/01/2010    4 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Salve a tutti. Volevo farvi una comunicazione importante. Non tiratemi il collo, ma penso che riscriverò l’intera storia. Non preoccupatevi, non la cancello, cambio solo un paio di particolari sulle date, perché mi sono resa conto che, andando avanti, mi ritroverei parecchio nelle peste. L’idea è questa: Cornelia se n’è andata da dieci anni e qui ci siamo, ma Rattigan è precipitato dal Big Ben solo tre anni prima degli eventi di questa fanfiction, tutto chiaro?

Prima che me ne dimentichi: http://thestrandmagazine.forumcommunity.net/.

Questo è il link di un bellissimo forum su Sherlock Holmes al quale io e Bellis siamo iscritte. Iscrivetevi anche voi, è divertente.

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

BELLIS: Grazie per i complimenti. L’idea principale era proprio quella di non dare un attimo di sollievo al lettore. Il duello di spade volevo farlo un po’ più lungo, ma mi sono resa conto che, forse, l’attenzione del lettore sarebbe stata messa a dura prova da dettagli troppo “romanticheggianti” (come direbbe Holmes). Come ti avevo già anticipato, per scoprire l’identità del misterioso salvatore dovrai attendere il prossimo capitolo (lì sì che ci saranno particolari più romanzeschi, spero).

Grazie per le note personali. Per quanto riguarda le prove davanti allo specchio ho preso la precauzione di togliere da terra il tappetino che è stato la causa del mio scivolone. Sì, Rattigan parla in modo molto minaccioso, ma mi sono resa conto che non sono riuscita, né riesco, a renderlo malvagio e subdolo quanto vorrei. Spero di riuscire ad ottenere questo risultato in seguito.

 

TENSI: Beh, cosa posso dire?  Grazie per i complimenti, sono contenta che tu gradisca il “mio” Basil così com’è.

 

MIRISTAR: Grazie per i complimenti, spero di non aver tardato troppo.

 

123BABYDEVIL123: Sono contenta che la fiction ti piaccia. Cornelia l’ho voluta ideare proprio così, perché anch’io sopporto poco le “femminucce” (io in primis sono quella che va a fare le scampagnate in montagna senza preoccuparsi di infangarsi un po’ o di rompersi un’unghia). Come ho scritto a Bellis, per il personaggio misterioso dovrai attendere il prossimo capitolo (eh, lo so, sono sadica, ma altrimenti come facevo a descrivere Rattigan?). Credimi, non sei la sola ad essere innamorata di Basil, io lo adoro da quando avevo 4 anni e quando ero piccola lo impersonavo nei giochi con mia sorella. Non sei la prima a propormi di mandare la storia a qualcuno, la mia domanda è: qualcuno chi? La Disney? Non credo che accetterebbe, ma magari ci posso provare.

 

Grazie a tutte per le recensioni che mi avete lasciato, mi fanno sempre un immenso piacere.

Buona lettura.

 

Capitolo 17

 

La mattina seguente, Cornelia si svegliò nella sua camera. Dopo aver guardato la pendola ed aver constatato che mancava poco alle nove, si alzò, si infilò una vestaglia e scese al piano di sotto.

Stava attraversando il corridoio che l’avrebbe portata in cucina, quando sentì il suono di un violino provenire dal salotto. Si avvicinò alla stanza ed aprì la porta. Sdraiato sulla sua poltrona a strimpellare lo strumento,con la sua veste da camera color prugna indosso, stava Basil, con lo sguardo fisso davanti a sé ed un’aria molto stanca.

 

“Buongiorno Basil, stanotte non hai chiuso occhio vero?”

 

Il detective sembrò riscuotersi dal suo stato di trance.

 

“Ah, buongiorno anche a te Cornelia. No, non sono davvero riuscito a dormire. Pensavo..”

 

“A cosa?” chiese lei avvicinandosi ed abbracciandolo da dietro.

 

“Al fatto che Rattigan abbia saputo in anticipo quali sarebbero state le mie mosse.”

 

“Dai, cosa vuoi che sia? In fondo hai vinto, giusto? Io sono qui,la corona è al suo posto, la Banca è salva…”

 

“Sì, ma se dovesse ricapitare? Stavolta abbiamo avuto fortuna, ma se la prossima volta si organizzasse meglio?”

 

“Ci organizzeremo meglio anche noi, su ora calmati dai.”

 

“No, non ci riesco” sbottò lui, alzandosi di scatto dalla poltrona e lasciando cadere il violino.

 

“E’ quasi riuscito a catturarti. Se fossi tornato qui invece di andare alla Torre di Londra, non avrebbe nemmeno osato mandare i suoi uomini a bussare alla porta di casa. Mi ha provocato, sapeva esattamente come avrei reagito e questo non riesco a perdonarmelo.”

 

Cominciò a camminare per la stanza, fermandosi poi davanti alla finestra.

 

“C’è qualcosa che mi sfugge. Qualcosa di terribilmente ovvio.” Disse, fissando i passanti per strada senza vederli veramente.

 

Cornelia gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.

 

“Tutti commettiamo degli errori e non c’è nulla di poi così strano in questo. La nostra forza sta nell’accettarli e nell’affrontarli al momento giusto. Ora però, devi renderti conto che il pericolo di ieri sera è passato e che, almeno per un po’, puoi rilassarti.”

 

Lui si voltò e la guardò profondamente.

 

“Non adirarti Cornelia, ma non penso che tu ti renda pienamente conto di come stiano le cose. Quando ci si trova ad affrontarlo, si finisce per il ritrovarsi da un alto di un’enorme scacchiera. Per vincere la partita bisogna sempre pensare tre mosse avanti, con tutte le variabili che potrebbero scombussolare i tuoi progetti. Se non agisco subito, se non trovo immediatamente la radice del problema, ci ritroveremo tre mosse indietro rispetto a lui.

Quando te ne sei andata, i giochi erano appena cominciati. E’ riuscito a colpire più a fondo di quanto tu possa immaginare.”

 

Cornelia rimase in silenzio per qualche istante, poi si azzardò a chiedere:

 

“Cosa vuoi dire con ‘è riuscito a colpire più a fondo ’ ?”

 

“Nulla, nulla, non farci caso.” Le rispose Basil evasivo.

“Beh, comunque non credo che riuscirò a batterlo senza un po’ di cibo sullo stomaco. Che ne dici, andiamo a fare colazione?”

 

Nonostante la voglia di indagare su ciò che il detective aveva detto, l’attrice annuì e lo seguì fuori dal salotto, nella sala da pranzo.

Per tutta la durata del pasto, rimase per lo più in silenzio, rispondendo a monosillabi quando le veniva posta una domanda che esigeva una risposta.

 

Pensava.

 

Pensava a cosa poteva essere accaduto di così grave al suo detective in quegli anni in cui si era dovuta tenere lontana dalla città.

 

Era chiaro come il sole che Basil non voleva (o forse non poteva) parlargliene. Doveva essere dunque una cosa molto grave. Guardandolo conversare con Topson, si chiese se, in qualche modo, lei fosse coinvolta. No, non era possibile, sicuramente l’avrebbe messa al corrente nel caso di una simile eventualità.

Più continuava a scervellarsi, più idee le nascevano nella mente, più si rendeva conto di non stare arrivando da nessuna parte.

Stava quasi per rinunciare, quando le venne un’idea: forse Basil non avrebbe parlato, ma il suo biografo, nonché migliore amico, avrebbe fatto lo stesso?

 

Subito dopo colazione, i tre salirono nelle rispettive camere per vestirsi. Quando Cornelia scese, trovò Topson da solo in salotto, tutto preso dalla lettura di un giornale.

 

“Topson, Basil è già sceso?” gli chiese.

 

“Oh sì, e se n’è anche già andato.” Rispose lui, alzando brevemente gli occhi dalla pagina di cronaca.

 

“Andato? Dove?”

 

“Non me l’ha detto, non mi mette mai al corrente di ciò che fa.” L’amarezza era evidente nella voce del topo.

 

L’attrice prese un bel respiro e si decise a chiedere:

 

“Da quanto conosci Basil?”

 

Il dottore alzò gli occhi dal giornale, stupito dalla domanda.

 

“Da tre anni, perché?”

 

“Sai se sia successo qualcosa di terribile durante il periodo in cui io sono stata assente dall’Inghilterra?”

 

“Moltissime cose, per esempio…”

 

“No, no, intendevo a Basil.”

 

Il dottore ci rifletté brevemente per poi scuotere la testa.

 

“No, mi spiace. Se è successo qualcosa dev’essere stato negli anni in cui è stato da solo, perché io non ne so nulla. Come mai mi hai fatto questa domanda?”

 

Cornelia non sapeva se rispondere o meno, ma in fondo il dottore era stato sincero con lei, quindi doveva ricambiare il gesto. Gli raccontò ciò che Basil le aveva detto. Al termine del racconto, anche a Topson erano venuti un bel po’ di grattacapi.

 

“Certo che è strano.”

 

“Già, Basil non è il tipo da farsi intimidire da…..”

 

Il discorso fu interrotto bruscamente, dato che proprio il detective era appena rientrato.

 

“Oh salve Basil” disse Topson, forse con un po’ troppo entusiasmo “dove sei stato?”

 

“A riflettere” fu la risposta concisa dell’interpellato, che intanto si stava accendendo la pipa.

 

“E…?” lo incalzò Cornelia.

 

“E niente!!!” sbottò lui “Non riesco a trovare la falla nel mio piano per tenerlo sotto controllo.”

 

Camminò avanti ed indietro per la stanza, quasi senza accorgersi della presenza degli altri due. Quando ebbe terminato di fumare, ripose la pipa, afferrò il violino ed andò a chiudersi nella sua stanza.

 

Topson e Cornelia lo sentirono suonare per ore. Quando provarono a chiamarlo per l’ora di pranzo, non ebbero risposta se non un prolungato acuto che poteva benissimo essere interpretato come un ‘no grazie ’.

 

Il giorno ormai stava per terminare e Basil non era ancora arrivato a capo del problema. Dopo aver concluso che standosene chiuso in camera avrebbe risolto ben poco, scese nuovamente nel salottino, si accese la pipa e si rimise a camminare, incurante della presenza di Cornelia, che leggeva un libro rannicchiata su una poltrona, e di Topson, che invece stava revisionando i conti dei suoi pazienti.

Mentre camminava, passò accanto allo scrittoio ed il suo sguardo cadde su un biglietto di poche parole

 

A mio modesto parere, la Banca avrebbe bisogno di un paio di guardie in più domani sera. A quanto pare non solo gli economisti si sono accorti del periodo di splendore che essa si trova a vivere.

 

Buona fortuna

B. B’

 

Il suo volto s’illuminò:

 

“Ma certo, ci sono!!” esclamò e, senza che i due presenti nel salotto avessero capito esattamente cos’era accaduto, si tolse la vestaglia, prese il suo cappotto e si preparò ad uscire.

 

“Basil, cos’è successo? Cos’hai capito?” gli chiese Cornelia.

 

“Ho capito dov’è che devo andare a cercare la falla, tutto qua. Ora scusami, ma devo andare.”

 

“Veniamo con te?” chiese lei.

 

“Ehm… no, meglio di no, visti gli ultimi eventi sarebbe piuttosto pericoloso.  Restate qui.”

 

Detto questo la baciò frettolosamente ed uscì in strada a passo spedito.

 

Stupita, Cornelia tornò allo scrittoio, alla ricerca di cosa poteva aver fatto accendere una lampadina nella mente del detective.

 

Topson, che nel frattempo era tornato ai suoi conti, sobbalzò quando la sentì gridare.

 

“CHE COSA?!?!”

 

Alzando lo sguardo, la vide stringere convulsamente il biglietto che annunciava a Basil il furto programmato per la sera precedente.

 

“Cosa avete scoperto mia cara?”

 

“Non c’è tempo per spiegare, forza, lo dobbiamo seguire.” Detto questo, lasciò cadere il biglietto, corse fuori dalla stanza e si infilò il cappotto.

 

Topson, invece, si attardò per raccogliere il pezzo di carta e subito si rese conto di cosa aveva indispettito la ragazza:

 

la scrittura era di una donna.

 

FINE DEL CAPITOLO

 

Ce l’ho fatta, avete visto? Sono finalmente (?) tornata. Chi sarà questa informatrice? Quale ruolo avrà nella vita di Basil? Sarà un ostacolo tra lui e Cornelia?

Tutto nei prossimi capitoli.

Grazie per aver letto

Bebbe5

 

 

 

 

  
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