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Autore: _Pulse_    30/01/2010    2 recensioni
Calma, manteniamo la calma u.u Questo NON è il seguito de “Il sogno di un sogno”, ma semplicemente un “Behind the scenes”, che vi rivelerà episodi solo citati nell’originale oppure completamente inediti! Godetevelo, spero vi piaccia, nell’attesa di leggere il vero sequel della storia più importante della mia vita *-* Grazie! _Pulse_
«Oh, questa non è una semplice intervista, ragazzi.»
«E cos’è?»
«Un momento in cui ognuno di voi ricorderà, rivivrà dei momenti passati, facendone patrimonio comune con tutti quelli che vi stanno seguendo in questo momento.»
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sogno che è Realtà'
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Ciao a tutti! Ecco a voi l’ultimo capitolo. Solo ora mi rendo conto che mi dispiace, mi stavo affezionando a questo Behind, anche se all’inizio ero parecchio titubante. Ora so con esattezza che postarlo è stata la cosa più giusta che potessi fare. E chi ha detto così, a suo tempo, aveva ragione *-*
Spero con tutto il cuore che vi piaccia e che vi incuriosisca abbastanza da aspettare il sequel de Il sogno di un sogno, che non a caso si intitolerà: Il sogno di un sogno: Our future. Ho pensato che mantenendo sempre lo stesso titolo, ma aggiungendo qualcosa di diverso ogni volta, poteva essere più facile trovarli, sia il Behind che il seguito vero e proprio J

Comunque ho creato una Serie per queste storie, quindi se andate nell’apposita sezione lo trovate di sicuro! Si chiama Sogno che è Realtà.

Grazie mille in anticipo, ci vediamo alla fine con i ringraziamenti veri e propri!
Buona lettura! Vostra, _Pulse_

 

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14. Noi.
Ieri, Oggi e Domani: Insieme.

 

Mi rigiravo il cellulare fra le mani, chiedendomi quanto tempo ancora sarei dovuta rimanere lì fuori da sola. Mi stavo annoiando ed ero maledettamente curiosa di sapere che cosa stavano dicendo i miei amici su di me lì dentro, dietro quella porta.

Appoggiai l’orecchio su di essa, ma non riuscii a sentire nulla. Sbuffai portandomi le braccia strette al petto, la fronte corrugata. Mi misi seduta di fronte ad essa, su un tavolino accanto alle macchinette. Notai una specie di album fotografico, molto grande, con la copertina di pelle nera, lo presi fra le mani incuriosita e lo misi sulle gambe, aprendolo.

Nella prima pagina bianca, vidi una scritta dorata che apparve per qualche secondo e poi sparì, come per magia, lasciandomi parecchio perplessa: non ero nemmeno riuscita a leggerla! Magari avevo visto male e me l’ero immaginata.

Girai ancora la pagina e rimasi senza parole quando vidi una grande foto di me bambina, con le mani sui fianchi, la frangia sbarazzina sulla fronte, un sorrisetto sfrontato, gli occhi azzurri, i jeans strappati e una maglietta verde militare. Ero in mezzo ad un prato verde, ma non ricordavo né dove né quando mi avessero scattato quella foto. A dirla tutta, non l’avevo mai vista in vita mia!

Nella pagina successiva ne trovai una simile, solo che la protagonista era Anto, con i suoi occhi verdi smeraldo, il sorriso timido, i capelli scuri che le volavano nel vento: era così carina, la mia migliore amica!

Sempre più curiosa andai avanti, trovando una foto di Bill, una di Tom, Georg, Gustav, Giulia e Nicole, tutti da bambini! La maggior parte di quelle foto non le avevo mai viste, quindi mi ero emozionata e avevo pensato che eravamo tutti davvero molto teneri da piccoli, con le nostre personalità già ben definite nei nostri sguardi, nei nostri sorrisi e nei nostri atteggiamenti.

Io e Tom, non a caso, eravamo quasi nella stessa posizione, ad indicare che eravamo sicuri di noi e che nessuno poteva metterci i piedi in testa.

Bill, il solito tenero egocentrico, era vestito di tutto punto e i suoi capelli, che allora erano rossi e neri, erano accuratamente tenuti in piedi con gel e lacca e i suoi occhi nocciola contornati da matita nera.

Solo per fare degli esempi.

Era così strano… Chi l’avrebbe mai detto che le nostre vite si sarebbero intrecciate a tal punto e in questo modo? Ormai eravamo indivisibili in tutto e per tutto: eravamo un gruppo, pronti a sacrificare anche noi stessi l’uno per l’altro; amici per sempre.

Quello che mi faceva più impazzire era che ci eravamo conosciuti per coincidenze del tutto casuali! Se io quel giorno non fossi uscita in corridoio non mi sarei mai scontrata con Tom e sicuramente Anto non si sarebbe chiusa fuori dalla stanza per venirmi a cercare e non avrebbe incontrato Bill…

Per la prima volta pensai che era stato il destino, qualcosa o qualcuno più grande di noi, che aveva deciso che doveva andare così. E non avrei mai smesso di ringraziarlo.

Sospirai, pensando che il tempo era volato via veramente in fretta, quando mi mancò l’aria alla visione di quella foto.

Come faceva ad essere lì, quella foto? Quella era mia, mia personale, nessuno oltre me l’aveva mai vista! La tenevo custodita nell’armadio, come aveva fatto a finire in quell’album comparso dal nulla?

Davide era lì, che mi guardava con i suoi occhi vispi che mi toglievano il fiato, con il suo sorriso che una volta mi riempiva il cuore di gioia e che ora me lo graffiava. Il suo viso stupendo era baciato dal sole del tramonto, uno di quei tramonti che avevo ammirato con lui in riva a quel mare, su quella spiaggia che era stato l’ultimo luogo in cui lo avevo visto con addosso quel sorriso e con quella luce negli occhi.

Trattenni le lacrime che premevano per uscire e feci un respiro profondo, girando pagina.

Trovai una foto grazie alla quale, nemmeno me ne accorsi, mi nacque un sorriso sulle labbra: c’eravamo tutti, ed era recente. Ognuno di noi con il proprio sorriso, ognuno di noi con il proprio sguardo; quelli della foto eravamo noi e nient’altro che noi.

Sorrisi annuendo e con la coda dell’occhio vidi un pennarello accanto a me, lo presi senza pensarci troppo e andai alla prima pagina, vuota, e scrissi:

 

Noi.
Ieri, Oggi e Domani: Insieme.

 

Chiusi il tappo soddisfatta e scesi dal tavolo, lasciando lì quello strano album di fotografie. Andai di nuovo di fronte alla porta, ero stufa di aspettare! Presi fiato e lanciai un urlo, quando la porta si spalancò e tutti si sporsero per vedere che cosa stessi combinando.

«Perché gridi?», mi chiese Tom, divertito.

Guardai i visi dei miei amici, uno alla volta, con calma, ritrovando quei sorrisi e quegli sguardi che, anche se eravamo cresciuti ed eravamo cambiati, erano rimasti gli stessi, esattamente gli stessi di quelle foto, di quando eravamo bambini. Ed ebbi la certezza che non sarebbero mai cambiati, nemmeno fra cent’anni.

«Avete finito, pettegoli che non siete altro?», mi portai le mani sui fianchi, ridacchiando.

«Sì, vieni dentro.»

Li seguii all’interno della stanza e mi misi seduta di nuovo sul divanetto, ma quella volta direttamente sulle gambe di Tom, che mi abbracciò ed appoggiò il viso sul mio braccio, chiudendo gli occhi, con un’espressione serena in viso.

«Tutto ok?», gli sussurrai piano; lui annuì, schioccandomi un bacio sulla guancia.

«Abbiamo parlato tutti di tutti», disse Anto. «E ora?»

Rimasimo in silenzio, tutti con lo sguardo puntato verso Voce.

«Ora potete andare.»

«Andare? E dove?»

«Ovunque voi vogliate andare. Insieme potete andare da qualsiasi parte, senza paura, perché se sarete insieme, avrete sempre qualcuno pronto ad aiutarvi e a sostenervi. Se sarete insieme, tutto sarà più semplice. Se sarete insieme, questa bella storia continuerà. Fino a quando voi lo desidererete.»

«Deve durare per sempre», mormorai. «Per sempre.»

È una promessa.

 

***

 

Mi intrufolai di nuovo nell’edificio e corsi senza farmi vedere nella stanza in cui ci avevano “intervistati” sperando di vedere in faccia quella ragazza che non si era mostrata e che addirittura si era fatta chiamare per tutto il tempo Voce.

Aprii la porta e mi ritrovai di fronte ad una stanza completamente diversa da com’era prima: c’erano due divanetti bianchi e un tavolino in un angolo, diverse sedie e un appendiabiti che prendeva tutta l’altra parete.

Mi portai una mano sulla testa e corrugai la fronte, non capendoci poi molto.

«Ary! Ary!», mi sentii chiamare e sorrisi, facendo qualche passo indietro.

Infondo, che importava sapere chi era quella ragazza? Aveva perfettamente ragione, quando aveva detto che quello che contava eravamo solo noi, i nostri ricordi più belli.

Mi lasciai la stanza alle spalle con il cuore più leggero e corsi di nuovo dai miei amici sorridenti, con i quali sarei stata per sempre, fino alla fine dei miei giorni.

Uscii dalle grandi porte a spinta e venni accecata da una forte luce…

 

«Ary! Ary!»

Aprii gli occhi lentamente, infastidita dalla luce del sole che entrava dalle finestre che non erano state coperte dalle tende.

«Ma buongiorno amore mio…», sussurrò Tom chinandosi su di me e baciandomi a stampo sulle labbra.

«Ma dove sono?», mi chiesi, tirandomi sui gomiti e guardandomi intorno.

«Come dove sei?», ridacchiò divertito. «Siamo nella nostra stanza! Precisamente sotto le coperte.»

«E perché sono mezza nuda?», chiesi ancora dopo aver sbirciato sotto di esse.

«Beh, visto quello che abbiamo fatto ieri sera… non ti ricordi?», sorrise malizioso, prima di baciarmi sul collo.

«Ma come… Voce… L’intervista… I ricordi…»

«Amore, sicura di stare bene?»

«Aspetta… Vuol dire che era tutto un sogno?», strabuzzai gli occhi, guardandolo in viso.

«Non lo so, se non lo sai tu!», rise.

Sentimmo la porta aprirsi e ci girammo contemporaneamente, lasciando che due sorrisi carichi di affetto e dolcezza illuminassero i nostri visi e ci riempissero il cuore di una gioia infinita.

Che importava se era stato solo un sogno o la realtà? Non potevo chiedere di meglio comunque.

«Mamma! Papà!»

 

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Allora, prima di tutto, lasciatemi ringraziare le persone che nel bene e nel male mi sono state accanto durante la pubblicazione e la stesura di questo Quasi-Sequel de Il sogno di un sogno.
È stato un lungo viaggio, durato ben tre mesi, nel quale non sempre tutto è stato facile, ci sono state delle belle difficoltà durante il percorso… Ricordo quando il giorno prima di aggiornare ancora dovevo scrivere un intero capitolo, il panico che provavo e che riversavo in paranoie su quelle povere persone su msn e a scuola xD Beh, sono infinitamente grata a loro, senza le quali, senza le loro rassicurazioni e la fiducia che riponevano in me, probabilmente non ce l’avrei mai fatta ad arrivare fino a qui e ad essere così soddisfatta del mio lavoro *-*

In particolare vorrei ringraziare tantissimo la mia Ales, conosciuta proprio attraverso questo sito e diventata ormai una parte di me. Non sono qui per raccontare la storia della nostra amicizia, non vi preoccupate, ma se posso, vorrei solo aggiungere che in questo momento mi sento la ragazza più fortunata del mondo: se ne incontrano poche di persone così nella vita, pensate se si conoscono su Internet! Nulla è impossibile, se ci si crede davvero. E pure il muro della distanza può essere abbattuto :D
Grazie di cuore! <3

Poi beh, non posso non ringraziare con nomi e cognomi chi ha inserito questa ff fra le preferite e le seguite: voi siete sicuramente vere fan de Il sogno : ) Ve ne sono veramente grata, chia94th, Funny_lady_, marty sweet princess, mary__cullen, SonnyScene, Utopy, _Damage_ , AlexaHumanoide, babakaulitz, scrizzoth_95 e svampy1996.
Ringrazio chi ha semplicemente letto, chi ha lasciato qualche recensione ogni tanto e chi ha commentato lo scorso capitolo: marty sweet princess e scrizzoth_95
Ringrazio la musica e gli artisti che ascolto mentre scrivo, che mi danno ispirazione e mi permettono di concentrarmi durante la scrittura.
Ringrazio loro, i Tokio Hotel, che pur non essendo di mia proprietà ( peccato xD ), si sono prestati benissimo come protagonisti di questa ff e di molte altre che ho già scritto e che scriverò.
Per concludere, ringrazio tutti quelli che ho dimenticato di citare xD

Ci vediamo nel sequel – Presto xD – che ricordo si intitolerà Il sogno di un sogno: Our future e aspetto con impazienza i vostri commenti a questo capitolo finale, perché si sa che alla fine si tirano le somme e, insomma, mi farebbe piacere conoscere i vostri pareri: sprecate due minuti della vostra vita per me, per darmi la possibilità di capire e di vedere che ci siete sempre stati ;D
Ora davvero vi lascio, l’ho tirata fin troppo xD A prestissimo, con affetto, vostra,

_Pulse_ 

   
 
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