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Autore: Eowyn 1    04/02/2010    3 recensioni
« E allora? Cosa sono questi discorsi? » li rimproverò Niniel guardandoli severamente « Che arrivi anche, la guerra. Sappiamo che ormai è quasi inevitabile! Ci porterà via molto, ma non è questo lo spirito con cui dobbiamo affrontarla! Dobbiamo reagire! Combattere e stare il più sereni possibile fino a che ne abbiamo la possibilità! » Che cosa sarebbe successo se Boromir, prima di partire per Granburrone, avesse conosciuto Niniel, la cuoca di corte? Un caso fortuito ha voluto che si conoscessero...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo

Ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia! A presto!!

 

Capitolo 2

 

Passarono diversi giorni, durante i quali i figli del Sovrintendente furono impegnati nell’organizzare le difese della città. L’Ombra di Mordor si stava allungando sempre più, e la vicinanza di Minas Tirith alla Terra di Sauron non migliorava di certo la situazione.

Niniel invece era sempre impegnata in cucina e, quando non lavorava, era in città in compagnia di Earine a dare una mano con i rifornimenti.

 

Una mattina, la ragazza si trovava in cucina insieme ai suoi genitori, e stava preparando un dolce che sarebbe stato servito a sire Denethor per pranzo. Dopo averlo infornato, mentre aspettava che cuocesse, si recò al pozzo a prendere l’acqua. Aveva appena riempito il secchio e stava per tornare dai suoi genitori in cucina, quando si sentì chiamare. Era Earine che arrivava di corsa:

« Ehi, cosa c’è? » domandò all’amica notando che aveva il fiatone.

« Questo pomeriggio andiamo all’Anduin a raccogliere l’acqua, i pozzi della città sono praticamente tutti secchi. »

« Me ne sono resa conto… » sospirò Niniel indicando con lo sguardo il pozzo dal quale aveva appena attinto l’acqua.

« Gira voce che verrà anche Faramir ad aiutarci! » esclamò l’altra entusiasta.

« Bene, un paio di braccia in più fanno sempre comodo! »

« E dai, non essere così dura! »

« Non ho mica detto niente! »

« No certo… » esclamò Earine guardandola storto.

« Oh, e va bene, devo ammettere che Faramir si dà da fare per Gondor, contenta adesso?! »

« Così va meglio! E adesso… »

« IL DOLCE! »

« Eh? Che ne so io se Faramir è dolce? » esclamò Earine arrossendo.

« Ma cos’ hai capito? » le urlò Niniel mentre raccoglieva il secchio con l’acqua e iniziava a correre « Ho il dolce nel forno, torno in cucina prima che si bruci! Ci vediamo questo pomeriggio! »

“ Ma guarda un po’ se dovevo dimenticarmi del dolce! ” pensava Niniel mentre correva verso le cucine “ Ci manca solo che sia bruciato! Maledizione! Ma dove cavolo ho la test… ”

« AH! » urlò quando, voltato un angolo, si scontrò contro qualcuno che la fece cadere a terra « Guarda dove vai, maledizione! Mi hai anche fatto rovesciare l’acqu… Oh… » si bloccò, non appena si accorse chi era la persona che l’aveva fatta cadere e che ora si trovava anch’essa a terra completamente bagnata.

« Io… io… mi spiace, ecco… non volevo farvi cadere… e… e bagnarvi! Io… »

« Andavi di fretta eh? » le domandò Boromir mentre si alzava in piedi. Le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei la ignorò e si alzò da sola.

« Sì, ecco vedete… ho il dolce nel forno e se non mi sbrigo si brucia e se si brucia non so cosa servirvi oggi per pranzo… » disse tutto di fretta « Mi, mi dispiace di avervi bagnato… Posso fare qualcosa per voi? »

« Niniel giusto? » domandò lui.

« Eh? »

« Sei Niniel, vero? La cuoca che abbiamo incontrato qualche giorno fa. »

« Esatto. »

Lui raccolse il secchio:

« Questo deve essere tuo. »

Lei lo prese senza dire niente.

« Se posso fare qualcosa per rimediare al disastro che ho combinato… » disse lei con poca convinzione, indicando i vestiti di Boromir che erano completamente fradici.

L’uomo ebbe l’impressione che non fosse veramente dispiaciuta per ciò che aveva fatto, ma che si stesse comportando in quel modo solo per gentilezza nei suoi confronti, dopotutto era pur sempre il figlio del Sovrintendente.

« Non importa, non preoccuparti. Piuttosto, perché correvi? »

« Maledizione! Il Dolce! » esclamò nuovamente lei « Cioè, volevo dire, ho il dolce che sta cuocendo, se non mi sbrigo brucerà e non saprò cosa servirvi oggi dopo pranzo! » mentre parlava prese a indietreggiare « Scusate ma ora devo proprio scappare! Mi spiace per quello che ho combinato! Se posso fare qualcosa per farmi perdonare ditemelo, ma ora devo proprio andare! » così si voltò e corse verso le cucine.

 

« Cos’ hai combinato scusa?! » esclamò esterrefatta Earine, mentre si trovava in cucina e stava aspettando che la madre di Niniel preparasse il piatto di portata da servire a Denethor e ai suoi figli.

« Ho… ho rovesciato il secchio d’acqua addosso a Boromir… e l’ ho bagnato tutto…» spiegò nuovamente Niniel imbarazzata.

« E poi sei scappata così? »

« Oh, meno male! Diglielo anche tu Earine che avrebbe dovuto fermarsi e aiutare Boromir invece di scappare come ha fatto! » esclamò Erith, la madre di Niniel.

« Che aiuto dovevo dargli scusa? Credo che sia abbastanza grande da sapersi asciugare da solo! E poi lo sapete che Denethor e i suoi figli non mi stanno particolarmente simpatici! »

« Ma non ha senso! Anche se non ti stanno simpatici sono pur sempre i nostri sovrani, e dobbiamo portargli rispetto! » la rimproverò Adhort, il padre, mentre passava a Earine i piatti da servire.

Niniel fece spallucce: « Almeno il dolce non è bruciato! » esclamò esultante guadagnandosi un’occhiataccia da parte di tutti.

 

« Come mai sei arrivato in ritardo, Boromir? » stava chiedendo Denethor al figlio, mentre Earine gli serviva il pranzo.

« Ho… avuto un piccolo contrattempo… » si giustificò lui senza specificare.

« Spero nulla di grave. »

« No, assolutamente. »

Earine stava per scoppiare a ridere, ma fu costretta a trattenersi.

Quel pomeriggio però, appena lei e l’amica si trovarono per aiutare con i rifornimenti di acqua, non mancò di raccontarle quello che aveva sentito…

« Vuoi dire che Boromir non ha detto nulla di ciò che è successo a suo padre? » esclamò Niniel sorpresa.

« Credo proprio di no! »

« Meno male… col caratteraccio che si ritrova il vecchiaccio, avevo già paura che non mi permettesse più di lavorare nelle sue cucine, se avesse saputo cosa avevo combinato a suo figlio… ».

Earine scoppiò a ridere.

« Ehi lumache! Muovetevi! Chi arriva ultimo al fiume perde! »

« Tuo fratello è sempre il solito… » commentò Earine sospirando.

« Ah sì? Bene, come vuoi tu Narith! Scommetto che ti batto anche questa volta! » esclamò Niniel mettendosi a correre dietro al fratello.

« Uff, pure tu sei sempre la solita! » esclamò Earine con aria distrutta mettendosi a correre dietro ai due.

I tre superarono i cancelli di Minas Tirith di corsa, sotto lo sguardo incuriosito delle guardie. Niniel e Narith, suo fratello di 24 anni, che correvano uno di fianco all’altro, e Earine che li seguiva a fatica, inveendo contro il fatto che ogni volta la lasciavano indietro e che dei ragazzi di 24 e 25 anni non dovrebbero divertirsi a fare delle gare di corsa.

Finalmente giunsero all’Anduin, dove molti abitanti della città erano già all’opera con secchi e recipienti per i rifornimenti di acqua. Niniel e Narith si bloccarono appena in tempo sulla riva del fiume, per poco non ci finirono dentro. Earine li raggiunse, senza fiato, qualche momento dopo, mentre in molti si voltarono a guardarli ridendo: ormai li conoscevano tutti per le loro gare di velocità.

« Sono arrivato prima io! » esultò Narith.

« Non dire scemate! Siamo arrivati insieme! » protestò la sorella.

« È brutto non saper perdere! »

« Piantala Narith! Earine! Secondo te è arrivato prima lui o siamo arrivati insieme? » ma l’amica era talmente distrutta che non riusciva a risponderle, aveva ancora il fiato corto.

« Secondo me siete arrivati insieme! » esclamò una voce alle loro spalle.

« Cosa ti avevo detto? » esultò Niniel voltandosi, ma rimase interdetta nello scoprire che era stato Faramir a darle ragione.

« Oh, perdonatemi, non immaginavo che foste voi! » si scusò poi la ragazza per la poca finezza con cui aveva esultato.

« Non preoccupatevi! Non ci sono problemi! » disse lui ridendo.

Nel frattempo, Earine era andata a prendere i secchi e li aveva portati anche all’amica e a suo fratello, che si misero subito al lavoro.

Riempirono varie cisterne, che venivano poi caricate su carretti trainati da asini e muli e portate ai vari pozzi della città che dovevano essere riempiti.

« La vicinanza a quella maledetta terra ci priva anche dell’acqua. » brontolò dopo un po’ Narith, facendo un cenno col capo all’Oscurità che rabbuiava il cielo verso Mordor.

« Se fosse solo l’acqua, il bene di cui ci priva, sarebbe ancora una fortuna. » gli rispose Faramir, che aveva lavorato per tutto il pomeriggio nel loro gruppo.

« La guerra che giungerà ci porterà via molto di più. » intervenne cupa Earine «AAAAAH! MA CHE DIAVOLO FAI?! »

« E allora? Cosa sono questi discorsi? » li rimproverò Niniel guardandoli severamente « Che arrivi anche, la guerra. Sappiamo che ormai è quasi inevitabile! Ci porterà via molto, ma non è questo lo spirito con cui dobbiamo affrontarla! Dobbiamo reagire! Combattere e stare il più sereni possibile fino a che ne abbiamo la possibilità! »

« Ok, gran bel discorso Niniel! Ma non era il caso di rovesciarmi una secchiata di acqua in testa! » protestò Earine.

« Era per darti la girata giusta! » spiegò tranquillamente l’altra.

« Potevi farlo anche senza lavarmi da capo a piedi! »

Intanto, Narith e Faramir erano scoppiati a ridere e sembravano non avere intenzione di smettere.

« Ma allora il tuo è un vizio! »

« Cosa vuoi dire? » chiese Niniel sorpresa.

« Mio fratello mi ha raccontato cos’è successo prima di pranzo… »

« Oh… io, beh, ecco… Ero di corsa e non l’avevo visto! »

« Non ti devi giustificare! Lui stesso ci ha riso su, mentre me lo raccontava! »

« Perché, cos’è successo? » si intromise curioso Narith.

« Oh, tua sorella ha rovesciato una secchiata d’acqua addosso a Boromir! » spiegò Faramir.

« Che cos’ hai fatto?» urlò Narith spalancando gli occhi.

« Non… non ho fatto apposta… »

« Scusate l’intromissione… » si permise poi Earine « Ma io andrei ad asciugarmi… l’aria si è fatta fresca, e quei nuvoloni scuri non promettono niente di buono… » e indicò il cielo che si stava rabbuiando.

« Quel buio non è naturale… è l’Ombra di Mordor che avanza. » disse a bassa voce Faramir.

Rimasero tutti silenziosi per alcuni istanti. Con tutta la buona volontà che ci potessero mettere, era impossibile rimanere del tutto indifferenti di fronte a quell’Ombra malvagia.

« Vieni Earine… ti accompagno… » disse poi Niniel rompendo il silenzio « O tra poco ti prendi un raffreddore per colpa mia! »

Oltre a loro, molti altri stavano abbandonando l’Anduin. Ormai la sera si avvicinava, era ora di prepararsi per la cena, e poi a nessuno faceva piacere trovarsi fuori dalle mura di Minas Tirith con quelle nuvole d’Ombra che incombevano su di loro.

 

Faramir stava camminando con loro per le vie della città, a Niniel faceva uno strano effetto pensare che il figlio del Sovrintendente avesse passato il pomeriggio insieme a loro, forse si era sbagliata sul conto di Faramir, forse lui era veramente diverso da Denethor.

I pensieri della ragazza, vennero però interrotti da un gruppo di soldati a cavallo che si stava avvicinando al loro gruppo.

« Faramir! »

« Buone sera! » esclamò Faramir in saluto al fratello « Com’ è andata oggi pomeriggio? »

« Abbiamo bloccato un gruppo di Orchetti che a quanto pare stava cercando di avvicinarsi a Osgiliath. Quella città non è più al sicuro… » ordinò ai soldati che si trovavano con lui di rientrare, aveva la voce stanca e preoccupata, poi spostò lo sguardo sulle persone che si trovavano in compagnia del fratello.

« Earine! Cosa ti è successo? » esclamò vedendo la ragazza completamente bagnata.

« Domandatelo a lei, mio signore… » rispose lei indicando Niniel.

Boromir scoppiò a ridere:

« Ma allora è proprio un vizio il tuo! »

« Era solo per darle una svegliata, tutto qui. » spiegò Niniel guardandolo di sottecchi.

« Io non ho bisogno di svegliate! » esclamò Earine. Boromir continuava a ridere, ignorando il modo in cui Niniel lo stava guardando.

« C’è chi invece stamattina ha avuto una specie di incontro scontro… » esclamò Faramir.

« Non è colpa mia se tuo fratello mi è venuto addosso! » esclamò Niniel al limite della sopportazione, mentre Earine le lanciava un’occhiataccia.

« Veramente sei stata tu a venirmi addosso. » commentò Boromir, guardando poi il fratello in modo strano.

« Vieni Earine, o ti becchi davvero un raffreddore! » esclamò Niniel prendendo l’amica per un braccio e trascinandola via « E poi io devo andare a preparare la cena. Arrivederci. » quindi fece un cenno di saluto a Boromir e Faramir e si allontanò seguita dall’amica.

« Mia sorella… chi la capisce è bravo… » commentò Narith.

« Tua sorella? » domandò Boromir.

« Sono Narith, mi signore. Lavoro come apprendista fabbro da Roth. Niniel è mia sorella. »

« Roth, produce armi niente male! Non hai mai pensato di diventare cuoco come il resto della tua famiglia? »

« No, non è il mio genere di lavoro quello! »

 

Nel frattempo, Niniel stava subendo l’ira di Earine per il suo comportamento.

« Ma ti sembra il caso di comportarti in questo modo? Trattare così Boromir, accusarlo di esserti venuto addosso, guardarlo in cagnesco per tutto il tempo e poi scappare via trascinandoti dietro me? »

« Non esagerare! » esclamò Niniel.

« No, tu non esagerare! È pur sempre il figlio del Sovrintendente, Niniel, cerca di ricordarlo! E se anche ti sta antipatico devi portargli rispetto! »

« Sai che ti dico? Faramir merita rispetto! Lui si fa in quattro! Combatte per Minas Tirith e viene ad aiutarci con gli approvvigionamenti della città. Boromir e suo padre questo non l’ hanno mai fatto! »

« Hai ragione, ma te l’ ho già detto, sono pur sempre i nostri sovrani, non dimenticarlo. E poi se tu conoscessi meglio Boromir sono certa che ti convinceresti che non è come suo padre. »

« A me non sembra. »

« Credimi, servendoli a tavola ho più occasioni io di te per sentire i loro ragionamenti. Boromir è diverso da Denethor. »

Niniel sbuffò: « Ora vado, la cena non si cucina da sola. Asciugati mi raccomando. »

Earine le lanciò un’occhiataccia, e poi andò a sistemarsi.

 

 

 

 

 

Evening­_star: ciaoooo! Sono contenta che la storia ti piaccia!! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. Mi fa piacere che Niniel ti stia simpatica e, beh… non potevo rendere Boromir insopportabile, arrogante e stupido… Primo, perché Tolkien stesso non lo presenta così e, secondo, è tra i miei personaggi preferiti. Con le sue fragilità e debolezze è molto simile a tutti noi. Per quanto riguarda i nomi, per Niniel e Earine ho consultato un dizionario di elfico, il nome di Niniel ha un significato che probabilmente sfrutterò più avanti, mentre Earine significa “del mare” e l’ ho scelto semplicemente perché mi piaceva il suono. Per gli altri nomi invece mi sono spremuta le meningi (ma quando?! -_-) e li ho inventati io, mi fa piacere che li hai trovati adatti. E per il prologo… boh… mi vergognavo… mi sembrava un po’ banale. Va beh, ora ti saluto! A presto!! Ciaooo!!

   
 
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