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Autore: LORIGETA    04/02/2010    5 recensioni
Un amore impossibile. Un addio. Un qualcosa che resta per sempre.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hhhhhhhhhhhhh

Fine di un amore.




Ci eravamo arrampicati su per gli scogli fino ad arrivare in cima all'ultima vecchia roccia e da lì potevamo dominare tutto.

Ci sentivamo i padroni del mondo lì sopra, potevamo sollevare le braccia e con le mani toccare il cielo e poi subito dopo sprofondare giù nel mare limpido

Sembrava possibile entrare dentro a quell'azzurro e restarci come in un ventre materno .

Era una sensazione meravigliosa.

Era la libertà di esistere, di sentirsi innamorati e immortali.

In quel momento eravamo certi che la morte non ci avrebbe mai privati di quella bellezza, no, non era possibile morire.

Avevamo voglia di ridere, voglia di vivere, voglia di restare lì per sempre senza mai più scendere giù nelle incertezze della vita.

Insieme...Lorenza e Aldo. Per sempre.

Presi una scheggia di pietra e m' inginocchiai,  lo scrissi lì nella roccia calcando forte per renderlo indelebile: Aldo e Lorenza. Per sempre 

Un respiro, due, dieci, cento respiri e il sapore del sale sulle labbra, chiudere gli occhi e allargare le braccia, volare liberi come un gabbiano dalle grandi ali.

Fermare il tempo.

Eravamo felici ed essere felici non capita spesso e il mare brillava di luce, ma era solo un'illusione.

Il mare infuocato sembrava l'inferno e il paradiso insieme, uno specchio dove il cielo sorrideva a dannate onde danzatrici.

Fermare il tempo. Bisogna fermarlo, chiuderlo in una bottiglia e tenerlo prigioniero.

Pensieri folli.

Il tempo fugge e questi momenti sono fiammelle che presto si spegneranno.

Tremavo anche se l'afa era insopportabile, tremavo di paura al pensiero del dopo...

Aldo mi prese la mano e la chiuse nella sua grande. Smisi di tremare.

Ci sedemmo e la roccia pungeva la nostra pelle arrossata che bruciava a quel sole feroce.

Restammo per un po' ad ascoltare il silenzio timorosi di spezzare quell'incanto, impauriti di risvegliarci da quel sogno che stavamo vivendo e che sapevamo non avremmo riavuto mai più...

Era l'ultima volta insieme, ma nessuno di noi due voleva ricordarlo, non in quel momento, era un pugno al petto pensarci e già sapevo che dopo il dolore mi avrebbe travolta, mi avrebbe stritolato senza pietà come un disumano mostro senza cuore.

Non dovevo pensare al dopo. Non adesso.

Cera il mare, c'era Aldo ancora lì con me, c'era l'illusione di fermare i secondi, i minuti, le ore. Di non permettere più al tempo di esistere perché esistevamo solo noi due.

Il mare intanto parlava come solo il mare sa fare, aveva una voce roca e profonda di millenni di vita e a noi piaceva ascoltarla, farci cullare come bambini..

Stringimi forte..” sussurrai.

La voce di Aldo si perdeva nel vento.

Il vento soffiava forte e mi spettinava i capelli, li sentivo sul viso lunghi e umidi di acqua salata e cercavo di gettarli dietro le orecchie, ma li ritrovavo un secondo dopo ancora sul viso a farmi il solletico.

E Aldo mi guardava e rideva. Rideva forte e io lo amavo da morire.

Mi piaceva come rideva. Mi faceva stare bene. Era come se quella risata mi penetrasse dentro al corpo per fiondarsi nell'anima, la mia anima rideva se Aldo rideva.

Ora anch'io ridevo, ma ridevo piangendo nascondendo le lacrime.

Mi perdevo nel profondo nero dei suoi occhi e mi soffermavo poi sul naso dritto e perfetto e infine sulle labbra carnose e umide.

Anche i suoi capelli svolazzavano ribelli come piccole fiamme nere.

Era bellissimo Aldo.

Volevo baciarlo. Provai una tentazione irresistibile, le sue labbra mi attiravano con la forza magnetica di diecimila calamite.

Avvicinai lentamente il viso mentre lui parlava per cercare di consolarmi, mi prometteva un impossibile domani che sapevo non ci sarebbe mai stato ..sapevo che mentiva.

Mentiva per non farmi stare male, ma la verità era scritta nei suoi occhi, nell'espressione triste del suo viso, nei gesti lenti della sua mano ora persa fra i miei capelli ramati che tanto gli piacevano.

Non ci vedremo più vero? la mia voce flebile a stento era uscita dalla gola stretta.

Aldo mi venne vicino, sentivo il suo respiro più forte del vento e più bruciante del sole sul mio viso, mi guardava fisso negli occhi come se avesse voluto scavare dentro le mie iridi identiche a quel mare sotto di noi.

Ci fu silenzio per un istante lungo mille vite.

Uno sguardo, una lacrima, una carezza lenta.

La sua voce ora era simile a quella del mare e del vento e allo stridio dei gabbiani. La sua voce era come musica, come dolore, come l'amore che provavo e mi pugnalava cento volte la pelle nuda.

Parlò piano mentre delicatamente quasi mi sfiorava le labbra con le sue e mi faceva ardere le guance di desiderio.

Tu sai perché non tornerò, non perché non ti amo, ma non posso...” lo disse senza piangere, ma sono sicura che piangeva. Il viso senza emozioni adesso.

Sotto di noi c'era sempre lo stesso mare, ma ormai era meno azzurro, meno bello, meno desiderabile.

Stava svanendo l'ultima speranza scivolava via come sabbia che sfugge fra le dita e cade perdendosi in mezzo ad altra sabbia sconosciuta.

Chiusi gli occhi e sentii aumentare la stretta della sua mano, il respiro sempre più vicino, le labbra adesso sulle mie.

Mi abbandonai a quel bacio e all'emozione del mio corpo che fremeva d'amore, lo strinsi forte aggrappandomi alla sua pelle per impregnare le dita con il suo sudore.

Le nostre labbra si cercavano e si muovevano l'una sull'altra e sembravano non volersi lasciare mai perché continuavano a cercarsi e a cercarsi ancora quasi soffocando il respiro.

Poi il lungo bacio finì e il distacco lasciò il sapore amaro del rimpianto.

Sapevo che per sempre come un fiume di lava avrei avuto nelle vene quell'amore impossibile.

Aldo si sollevò e guardò dritto giù verso il mare, la luce accecava e faceva quasi male.

E' meglio andare” disse e io feci cenno di sì con la testa incapace di parlare, mi alzai a stento e barcollai un attimo come un fragile stelo d'erba.

Aldo...” mormorai e lui si voltò verso di me, il torso nudo e abbronzato così bello da ferire.

Aldo non dimenticarmi, lo prometti?” sussurrai.

Non posso dimenticarti, sei qui nei miei pensieri, sei nel mare, nel cielo, nei miei occhi..ti penserò sempre.” era sincero e vidi una piccola lacrima scendere, era dolore.

Sarei andata un giorno a cercarlo a Livorno? Il mio cuore gridava di sì, ma una parte di me quella più razionale sapeva che era meglio non rivederlo più.

La nostra storia doveva finire e il destino non si poteva cambiare nemmeno con la forza di un sentimento grande come l'amore.

Scendemmo mano nella mano e alla fine quando i nostri piedi sprofondarono con piacere nella sabbia mi accorsi che il sole stava ormai scomparendo inghiottito dal mare.

Aldo stava per andarsene. Lasciò la mia mano e una fitta mi attraversò il cuore senza pietà. Trattenni il fiato.

Volevo urlare. Volevo mettermi a  gridare e implorarlo di restare oppure gettarmi a terra a piangere soffocando nella sabbia.

Non lo feci e muta subii quella grande sofferenza.

Pensieri folli.

Un respiro, due, dieci, cento respiri e il sapore del sale sulle labbra, chiudere gli occhi e allargare le braccia, volare liberi come un gabbiano dalle grandi ali.

Fermare il tempo. Ma il tempo non si può fermare.

Le fiammelle si erano spente.

Presi coraggio e mi voltai verso la parete di scogli mentre lui si allontanava per sempre dalla mia vita.

Restai a fissare la roccia più alta che poco prima avevamo accarezzato con la nostra pelle.

Una sensazione strana invase il mio corpo, avevo freddo e mi sentivo svuotata da ogni emozione come se fossi diventata una statua.

Trascorse qualche minuto, forse un'eternità. Poi ad un tratto qualcosa scaldò il gelo del mio cuore, come un flash mi apparve l'immagine di due ragazzi innamorati stretti in un abbraccio con lo sguardo perduto a contemplare il mare.





Ti amo Aldo.



Lorenza.


  
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