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Autore: Vagabonda    08/02/2010    3 recensioni
BELLA'S POV.:Pochi minuti dopo sfrecciavo a massima velocità per la strada. A malapena vedevo dove andavo, non avevo una meta precisa, volevo solo stare un po’ da sola con i miei fantasmi. Con una mano sul volante portai l’altra all’altezza del capo e con un solo movimento una cascata di boccoli ramati mi cadde sulle spalle. Lanciai la parrucca sul sedile posteriore e mi tolsi le lenti a contatto, lasciando liberi i miei occhi color cioccolato. Sospirai di piacere: finalmente potevo essere me stessa.
EDWARD'S POV.:
Velocità. Il vento che ti spettina i capelli, che ti colpisce il viso, che ti fa sentire VIVO. La mia Volvo scintillante percorre con rapidità la piccola stradina di quartiere. Non so come sono arrivato lì, e francamente non me ne frega niente. Sento solo il sibilo dell’aria e vedo solo la strada che sto percorrendo. Già, ma quale sarà la mia strada?
Due vite parallele che si scontrato in un giorno d'estate, due personalità così diverse eppure così affini...un incontro di velocità e amore, con un pizzico di mistero e tanta passione.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La grande villa immacolata torreggiava nel bosco, le finestre scure che risaltavano sinistramente sulle facciata candida, come occhi di un mostro che mi fissavano famelici. Distolsi lo sguardo e presi un bel respiro, pur non avendone bisogno. Se avessi avuto un cuore, in quel momento avrebbe pompato il sangue a mille.
Non ricordavo l’ultima volta che ero stato in quella casa. Forse quando l’avevo abbandonata, o quando pochi giorni dopo ero venuto a spiare di nascosto la mia famiglia. Volevo vedere se stavano bene, come se la cavavano senza di me. E li avevo trovati felici, sì, e un grande senso di vuoto aveva colmato il mio petto. Perché sapevo nel profondo di aver desiderato trovarli tristi, in lutto per la mia partenza. Era un pensiero egoista, ma non potevo tollerare che fossero gioiosi mentre dentro io mi sentivo morire. Forse, se quel giorno li avessi sorpresi a disperarsi, a struggersi per me, forse avrei cambiato idea.
Mossi un indeciso passo verso la dimora, tormentato dai dubbi. Era sbagliato, malsano che io mi presentassi alla loro porta così come niente fosse, dopo anni di silenzio. L’unico membro dei Cullen con cui non avevo perso i contatti era Alice, ma dopo la nostra ultima disastrosa conversazione non avrei saputo come comportarmi.
Stavo per andarmene, quando una consapevolezza mi colpì all’improvviso. Un silenzio irreale regnava nel bosco, e non percepivo ne voci ne pensieri. Con un balzo fui davanti alla porta della casa e spalancatala vi entrai titubante. Vuota, come avevo intuito.
Il sollievo nacque spontaneo nel mio cuore, e con lui il senso di colpa. Che razza di figlio, di fratello ero, per provare gioia nel trovare la dimora della mia famiglia vuota? Ero un codardo, un vile, e di certo non meritavo il loro perdono.
Strinsi i pugni, dandomi dello sciocco. Non sarei mai dovuto venire lì, a cercare una redenzione che mai avrei potuto ottenere. Ma loro sarebbero comunque venuti a sapere della mia visita, avrebbero sentito il mio odore, percepito la mia presenza, e sarebbero venuti a cercarmi. Avevo appena seminato quello che sarebbe diventato un fiore di speranza nei cuori delle persone che amavo più al mondo, un fiore che sarei stato costretto a calpestare.
Chiusi gli occhi, il petto dilaniato dal dolore, la testa affollata dei numerosi spiriti che sempre mi accompagnavano, e scappai da quella villa così bella, dannatamente perfetta come la vita che avevo deciso di abbandonare per sempre.

Appena giunsi in vista della città mi accorsi della grande eccitazione che saturava l’aria. Una fiumane umana si stava dirigendo velocemente verso la periferia, cicalando e creando una gran confusione. C’erano madri che stringevano a se i loro bambini, preoccupate di perderli in mezzo a quel delirio, aizzanti giovanotti che scommettevano cifre spropositate, o semplici spettatori impazienti di assistere al grande evento. Capii immediatamente di cosa si trattava.
Un tempo, anche io ero stato appassionato di auto. Mi piacevano quelle sportive e con tanti cavalli, anche se non avrebbero mai potuto reggere il confronto con la mia spettacolare velocità. Ma erano comunque belle e potenti, e mi ricordavano un po’ noi vampiri. La passione per le macchine era diffusa tra gli immortali, e la mia famiglia non faceva eccezione. Carlisle possedeva una Mercedes argentata, a cui era profondamente affezionato e che lo seguiva da molti anni, Alice adorava i bolidi colorati, specialmente la sua Porche giallo canarino, mentre Emmet prediligeva i bestioni super accessoriati, come il suo Jeeppone mezzo scassato.
E io? Bhe, io avevo la mia Volvo. O meglio, avevo avuto. Amavo sfrecciare per le strade a bordo del mio gioiello scintillante, i finestrini aperti e la musica a tutto volume, e lasciare che i pensieri volassero via come fumo al vento. Certo, da quando una certa persona si ero impossessata della mia Volvo, tutto questo non era più stato possibile…
No. Fui costretto a bloccarmi sul posto e a svuotare la mente, per non rischiare di inciampare in pensieri pericolosi. Non potevo permettermi di distrarmi, non così, non in mezzo a tutta quella gente. Mi concentrai sul groviglio di pensieri indefiniti che popolavano la mia testa, cercando di captare informazioni. Scoprii che la gara che si stava per tenere era una delle più attese del momento, e che si sarebbe disputata da lì a poco. Decisi di accodarmi alla folla, lasciandomi trascinare verso il luogo dell’incontro. Dopotutto, un po’ di sana competizione non mi avrebbe fatto di certo male.
Giunsi sul posto poco dopo. Si trattava di un grande spiazzo, cornice del tragitto dove si sarebbe svolta la gara. Studiai il percorso con lo sguardo, assorto. Non sarebbe stata una passeggiata, per i due corridori. Il terreno era alquanto accidentato e irregolare, costellato da curve pericolose e pochi rettilinei. Un sorriso malinconico si disegnò sul mio volto, mentre la mia mente faceva un salto nel passato, e ricordava.

-Mi sembra tutto a posto- diceva Rosalie, china sull’auto.
Io la guardavo, ridacchiando -È perfetta-
Lei sorrideva, tirandosi su e ravvivandosi i capelli –Bhe, se qui ho finito io vado. Non voglio mica perdermi la gara!-
-E no, devi prima rassicurare il corridore- diceva Emmet, entrando nel box e afferrando per i fianchi la vampira bionda. Lei si divincolava, faceva la difficile, per poi abbandonarsi ed un lungo e appassionato bacio.
Sorridevo, guardando l’amore della mia famiglia. Alice arrivava come un uragano, intimandoci di uscire che la gara stava per cominciare. Mi scrutava, poi bloccava Emmet con la mano, mentre lui stava già per infilarsi nell’auto –Oggi corre Edward-
La fissavo sorpreso –Ma tocca a lui- cercavo di ribattere.
Ma non c’erano scuse: Alice ormai aveva deciso. Mentre entravo nell’abitacolo lei si chinava su di me, scoccandomi un bacio sulla guancia. Cosa alquanto inusuale per noi vampiri, e che non aveva fatto altro che sconvolgermi ulteriormente.
-Noi crediamo in te, fratellino- le avevo sentito dire, prima che lo sparo di pistola dichiarasse aperte le danze, e tutto intorno a me scomparisse.


Il ricordo perse di consistenza, svanendo del tutto. Quella era stata l’ultima gara a cui avevo assistito, l’ultima che avevo corso. E solo dopo le parole e il comportamento di Alice in quel giorno mi erano apparse chiare. Perché allora lei già sapeva che li avrei lasciati, e quella gara era stata il suo regalo di addio.
Un boato percorse la folla intorno a me, riscuotendomi dai miei pensieri. Le due macchine erano arrivate.
Mi feci largo tra la gente, sinuoso come un serpente, e mi appostai in un angolino, dove avrei potuto avere la visuale completa della pista. Un rombo fragoroso spezzò l’aria: una Ferrari rossa fiammante aveva dato gas al motore, come per rispondere all’urlo eccitato dei suoi fan, che non si risparmiarono, cominciando a tuonare un nome. Werewolf.
L’altra auto, una Jaguar nera come la notte, taceva, in attesa dello sparo di inizio. Ma il mio occhio acuto poteva vedere le flebili lingue di fumo che uscivano dalla marmitta, segno palese dell’irritazione del guidatore. Sorrisi: sì, sarebbe stata una bella gara.
Un urlo proruppe all’improvviso, attirando l’attenzione degli spettatori impazziti.
-Eccoci finalmente alla gara più attesa del secolo!- disse una voce, quasi subito coperta dalle grida delle persone.
Spostai lo sguardo dalla macchina corvina, infastidito. Nel mezzo della pista camminava a grande falcate un ciccione impomatato, la maglietta dei Kiss appiccicata al petto sudato. Teneva in mano un megafono, con cui incitava la folla.
-Alla mia destra abbiamo i temiliWerewolf, più volte campioni, oggi alla guida di una splendida Ferrari!- proruppe l’omuncolo, indicando la bell’auto rossa. Uno strillo dei fan accolse il rombo impazzito del motore.
-Alla mia sinistra, invece- continuò l’annunciatore, voltandosi –troviamo i nuovi arrivati, più agguerriti che mai. Con già ben dieci vittorie alle spalle, accogliamo i Vampires!-
Non udii il rombo della folla, troppo occupato ad osservare l’elegante Jaguar, che sbuffava come un drago, impaziente. Quel nome…no, non poteva essere.
-Bene, siete pronti?- urlò l’uomo, subito coperto dal grido di assenso della mandria.
-Siete carichi?- domandò, e di nuovo l’accozzaglia rispose.
-E allora…che la gara abbia inizio!- terminò l’annunciatore, spostandosi velocemente dalla pista, subito sostituito da un’affascinante donna in bikini. La ragazza alzò la mano destra, e infiniti paia di occhi seguirono quel suo gesto. Tra le dita stringeva una scintillante pistola. Quando il grilletto fu premuto, le auto partirono a razzo, fulmine rosso e lampo nero.
Alla prima curva erano ancora pari, quando la Ferrari tentò il sorpasso. Ma la Jaguar, sinuosa come una pantera, evitò l’avversaria, portandosi in testa al posto suo. Il bolide rosso ruggì furioso, sgommando verso l’altra auto che guadagnava velocemente terreno. Riuscì ad affiancarla, e con una brusca sterzata gli volò addosso. Un urlo esplose dalla folla. Ma la Jaguar non si fece ingannare, ed evitò anche quell’ennesimo attacco, continuando a dirigere la gara. Anche tutti gli altri tentativi da parte della Ferrari si rivelarono vani: la pantera nera conduceva le danze. Solo alla fine, con un ultimo scatto, la macchina rossa riuscì ad affiancarsi all’avversaria. E insieme tagliarono il traguardo.
La folla era impazzita, e una sola domanda scorreva di bocca in bocca: chi aveva vinto? Chi era stato il più veloce?
Loro non lo sapevano ancora, ma io sì. La Jaguar aveva tagliato il traguardo nemmeno un millesimo di secondo prima dell’altra auto. Pareva che quella vittoria così fortuita fosse invece stata calcolata alla perfezione. L’auto della notte aveva giocato tutto il tempo con l’amica fiammeggiante, illudendola di una vittoria impossibile, strappandole il podio amaramente. C’era un’unica persona che sapeva vincere così.
La testa mi girò, e fui costretto ad appoggiarmi al muro alle mie spalle. Cosa dovevo fare, adesso? Certamente avevano già percepito la mia presenza. Avevo ancora tempo per scappare?
-Non ci pensare neanche- mi ammonì una voce cristallina.
Mi girai terrorizzato, incrociando un paio di vivaci occhi ambrati –Alice…-
La piccola vampira sorrise, raggiungendomi in un balzo e abbracciandomi stretta –Mi sei mancato, fratellino-
Indugiai una frazione di secondo, prima di ricambiare –Anche tu-
No, non potevo più scappare.




Lo so lo so lo so: sono imperdonabile!!
Non ho scuse per questo mio ritardo assurdo, ma mi azzardo comunque ad implorare il vostro perdono.
Detto questo…
Cuori mieiiiiii, ciao a tutti!
Come procede l’anno? A me non tanto bene, con i 4 in matematica e il naso che cola…ma non mi lamento! Passiamo piuttosto al capitolo.
Allora, che ne dite? È abbastanza lunghino, ma è il contenuto che conta. Finalmente scopriamo l’identità dei misteriosi avversari dei Werewolf, che altri non sono che i nostri amici Cullen! E permettetemi di complimentarmi con voi: siete tutte riuscite ad indovinare l’identità del nerboruto corridore! Eggià, proprio il nostro Emmet, che come avete visto non si è risparmiato ^^
Per ultimo, faccio solo notare una cosa: in ogni pov Ed e Bella c’è sempre un accenno ai due protagonisti, che non riescono a smettere di pensare l’uno all’altra, e viceversa…viva la mia mente diabolica!
Ora vado, che sono stanca e malata! Spero di vedervi numerosi e vogliosi di commentare, sapete che così rendereste zia Elena moOoOolto felice! ^^
Un bacione grande!
Ele


Per rispondere a…

rosa62: o.o Cavolo, sono sbalordita! Hai afferrato in pieno la trama, raccontando lo svolgersi dei fatti in maniera fedele ed azzeccata, ed indovinando perfino la trama di questo capitolo!! Permettimi di farti un inchino con applauso, te lo meriti!!
Mr Darcy: Giustissime osservazioni, le tue! Ha ragione, Bella dovrebbe interrogarsi sull’età di Edward, ma è troppo presa dalla sua vendetta, e poi ricorda che l’Edward di questa storia non è lo stesso che siamo abituate a vedere, tanto nel carattere quanto nel fisico… Invece, per quanto riguarda gli anni passati dall’incidente di Bella: quando è capitato, lei aveva sei anni, ha girato per quattro per ospedali e dopo la morte dei suoi genitori è stata affidata ad un assistente sociale, con il quale ha convissuto fino alla maggiore età. Poi ha passato tre anni in giro per il mondo, ed ora è una ventunenne. E a proposito di Dylan…chissà! Non voglio fare spoiler ^^ Spero di aver chiarito i tuoi dubbi, e che continuerai a seguire la storia!
RenEsmee_Carlie_Cullen: Manno tesoro, non piangere!!! Lo so, questa parte della storia è molto triste, e capitolo dopo capitolo veniamo pian piano a conoscenza di tutti i dolori che hanno dovuto patire i due protagonisti…ma non temere, vedrai che la felicità arriverà anche per loro! Un bacione!
Bella_kristen: Aaaaah tesora, non avevo dubbi che avresti indovinato il misterioso corridore (che misterioso tanto non era!) Eggià, anche Bella ha un difficile passato alle spalle…e non è finita qui…alt alt alt, non farmi parlare! Ho detto anche troppo…ti lascio con questo enigma, un abbraccio forte tesoro!!!
Tomoyo_Chan: Ahah, anche tu mi fai questa domanda! Bhe, Bella non sapeva com’era l’aspetto di Edward quando l’ha investita, ed è troppo presa dalla sua vendetta per domandarselo. Sono contenta che la ficcy ti piaccia!! ^^
   
 
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