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Autore: Eowyn 1    10/02/2010    3 recensioni
« E allora? Cosa sono questi discorsi? » li rimproverò Niniel guardandoli severamente « Che arrivi anche, la guerra. Sappiamo che ormai è quasi inevitabile! Ci porterà via molto, ma non è questo lo spirito con cui dobbiamo affrontarla! Dobbiamo reagire! Combattere e stare il più sereni possibile fino a che ne abbiamo la possibilità! » Che cosa sarebbe successo se Boromir, prima di partire per Granburrone, avesse conosciuto Niniel, la cuoca di corte? Un caso fortuito ha voluto che si conoscessero...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il terzo capitolo

Ecco il terzo capitolo! Spero vi piaccia!! A presto!!

 

Capitolo 3

 

« Mamma! »

« Cosa c’è? »

« Dov’è finito il sale? Non ce n’è più! »

« Guarda là sotto! » Erith indicò alla figlia la piccola dispensa nell’angolo della cucina.

Era mezzogiorno, e la ragazza si stava dando da fare insieme ai genitori per preparare il pranzo.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, ma Niniel era troppo occupata a cercare il sale per accorgersi che uno dei figli del Sovrintendente era entrato in cucina.

« Mio signore, a cosa dobbiamo questa visita? » domandò Adhort.

« Perdonate il disturbo, volevo sapere dove posso trovare vostro figlio Narith. » domandò Boromir « Sono stato a cercarlo da Roth, ma mi hanno detto che è fermo per pranzo. »

« Ah, ti ho trovato! » esclamò esultante Niniel, riemergendo con la testa dalla dispensa e agitando un barattolo di sale, ma per la felicità non fece caso all’anta dell’armadietto sopra la sua testa… « AH! MALEDIZIONE! » urlò, dopo aver preso una tremenda zuccata.

« Buon giorno, Niniel! » la salutò Boromir.

« Oh, buon… buongiorno… io, non mi ero accorta che eravate entrato. » riuscì a dire la ragazza imbarazzata mentre si massaggiava la testa.

« Niniel… » la rimproverò la madre sconsolata.

« È tutto a posto, non mi sono fatta niente! »

Erith sospirò, mentre Boromir appariva quasi scioccato.

« Non fate caso alla goffaggine di nostra figlia… spesso ha la testa fra le nuvole… »

« Quale goffaggine? Mamma io non sono goffa! Comunque, come mai siete venuto qua? » Erith fulminò la figlia con lo sguardo per la poca delicatezza con cui si era rivolta al figlio del Sovrintendente.

« Sono… venuto a cercare tuo fratello. Avevo bisogno di parlargli. »

« Molto probabilmente Narith è a casa. Pranza lì e poi torna al lavoro. Niniel, mostra a Boromir come arrivare a casa nostra. »

La ragazza parve indispettita da ciò che le aveva detto il padre, ma non si oppose e uscì in strada per fare ciò che le aveva chiesto.

Per un po’ nessuno dei due parlò, poi Boromir ruppe il silenzio.

« L’altro giorno, poi, il dolce era buono. »

« Come? »

« Quando ci siamo scontrati, il giorno in cui mi hai rovesciato il secchio addosso e poi sei scappata perché il dolce stava bruciando… Beh, il dolce era buono comunque, non era bruciato. »

« Sono riuscita a salvarlo in extremis… e comunque non sono scappata, sono semplicemente tornata al lavoro. »

« A dir la verità io ho avuto l’impressione che tu fossi scappata! » esclamò Boromir con un sorrisino.

« Io non scappo! Non lo faccio mai e di fronte a niente! Sono dovuta correre via per evitare un ulteriore pasticcio! » rispose lei indispettita guardandolo male.

« Ma tu devi sempre rispondere a tutti? »

Niniel lo guardò con un’espressione interrogativa, così Boromir si spiegò:

« Con Earine, con i tuoi genitori e anche con me! Ogni volta contesti qualcosa di ciò che ti dicono gli altri! »

« Io non contesto. Dico semplicemente quello che penso, soprattutto quando non sono d’accordo con le opinioni degli altri! » spiegò lei « Comunque, siamo arrivati. Quella è casa mia. Narith molto probabilmente è lì. Ora scusatemi ma, premesso che non sto “scappando”…, devo tornare al lavoro. »

« Bene! Grazie mille per avermi accompagnato. »

Niniel chinò il capo in segno di rispetto, poi si voltò e, a passo svelto, tornò verso la cucina di corte, mentre nella sua mente passavano strani pensieri:

“Potrei sempre lasciarlo senza pranzo… Mi invento che ha preso fuoco il forno e non gli preparo niente… Che nervi… Non lo sopporto!”

 

« Possibile che non ti posso lasciare da sola un attimo! »

« Uffa Earine! Possibile che non ti va mai bene niente di quello che faccio io? »

« Ma non è questo il punto! Tutte le volte che hai a che fare con Boromir fai di quelle figure! »

« Che figure scusa? »

« Avresti dovuto accompagnarlo fin dentro in casa. Lo so che tu sei molto diretta e se una persona non ti piace cerchi di allontanarla, però dovresti capire che lui… »

« È il figlio del Sovrintendente… lo so, quante volte me l’ hai già detto? » la interruppe Niniel.

« Troppe! Ma continuerò a dirtelo finché non la capirai! »

« Va bene, mammina! E io continuerò comunque a comportarmi come ritengo giusto! »

Earine sbuffò, a volte non riusciva proprio a capire la sua amica.

« Va bene, mi arrendo. Però ho una notizia per te che credo non ti farà molto piacere! » le disse poi sogghignando.

« E cosa sarebbe? » domandò Niniel guardandola di sottecchi.

« Credo che i tuoi piani non abbiano avuto molta efficacia su Boromir! »

« Cosa vuoi dire scusa? »

« Beh, oggi mentre gli servivo il pranzo mi ha chiesto se ci conosciamo… E dove può trovarti quando non sei in cucina! »

Niniel spalancò gli occhi esterrefatta.

« E tu cosa gli hai detto? »

« Che ti conosco benissimo perché sei la mia migliore amica! E che quando non sei in cucina può trovarti a casa tua, in giro per Minas Tirith insieme a me o a dare una mano coi rifornimenti! »

« CHE COSA HAI FATTO? » urlò Niniel lasciando cadere il cucchiaio di ferro che aveva appena lavato.

« Niniel! » la rimproverò la madre.

« Ma… ma… » stava balbettando la ragazza.

« Non preoccuparti Erith! Ora si riprende subito! » la tranquillizzò Earine.

« Dimmi che mi stai prendendo in giro! » sibilò acida Niniel.

« Assolutamente no! »

« Non ci credo neanche morta che ti ha chiesto queste cose! »

« Invece me le ha chieste! »

« Allora non ci credo che tu sei andata a dirgli quello che gli hai detto! »

« E fai male a non crederci perché gliel’ ho detto! »

« Earine, che cosa ti è saltato in testa di dirgli certe cose? »

« Ma, sinceramente non ci vedevo niente di male! Ecco perché gliel’ ho detto! »

« Potevi dirgli che non sono affari suoi! »

« Non avrei mai potuto rispondergli così! È pur sempre… »

« Finiscila con la storia che è il figlio del Sovrintendente! A lui certe cose non devono interessare! Ecco in cosa sbagliate tutti voi! Non perché suo padre è il nostro sovrano, Boromir ha il diritto di venire a sapere i fatti miei! »

« E dai Niniel, non esagerare! Che sarà mai? Al massimo verrà a trovarti mentre sei all’Anduin per i rifornimenti di acqua! »

« Ma figurati se viene a trovarmi. Avrà chiesto così tanto per sapere! »

« Ecco in cosa sbagli sempre tu invece! » la riprese Earine « In questi casi credi sempre che non ci sia un secondo fine… »

« Lo credo perché sono certa che non sia così! » ribatté l’altra esasperata alzando gli occhi al cielo.

Earine la guardò con faccia scettica, facendo poi un sorrisino divertito. Niniel la ignorò e finì di ritirare le posate.

« Mamma noi andiamo! » urlò poi alla donna, che si trovava dall’altra parte della cucina.

« Va bene! Prima di andare al fiume però, passa da casa e controlla se ci sono tutte le erbe che ci serviranno per preparare la cena di questa sera! »

 

« Oh, non mi dirai che sei arrabbiata con me! » chiese Earine mentre erano in strada.

« Ma no, non sono arrabbiata. Basta che la prossima volta non gli vai a raccontare qualcos’ altro su di me… »

« Dipende tutto da Boromir… se mi farà altre domande o no! »

Niniel la guardò malissimo, ma non rispose.

Dopo pochi minuti, giunsero a casa. Le due ragazze entrarono nel piccolo cortile che si trovava davanti all’abitazione, chiacchierando tranquillamente, quando si trovarono di fronte una scena che le lasciò sorprese e con gli occhi sgranati, in particolar modo Niniel…

Nel cortile, infatti, c’era Narith, intento ad ascoltare Boromir che gli stava parlando. Entrambi stringevano in pugno una spada.

« Ciao! » fece Narith appena si accorse della sorella.

Niniel non rispose, rimase alcuni secondi ammutolita a fissare i due, per poi accennare un saluto con la mano e, costretta da Earine che le aveva tirato una gomitata, si avvicinò ai due.

« Salve! » le salutò Boromir con un sorriso « Ci si rivede! » e lanciò un’occhiata a Niniel.

« Cosa… sta succedendo qui? » domandò la ragazza perplessa.

« L’altro giorno gli ho detto che sono un fabbro e produco armi… » le spiegò il fratello indicando Boromir « E quando gli ho detto che non sapevo come maneggiare una spada al di fuori della fonderia… Boromir si è prestato di insegnarmi a combattere! » il ragazzo era completamente su di giri.

« È per questo che questa mattina sono venuto a chiedervi dove potevo trovare tuo fratello. » le disse Boromir « Dovevamo metterci d’accordo per quando iniziare gli allenamenti! »

« Non è fantastico Niniel?! Quando arriverà la guerra potrò combattere anch’io per Gondor! »

« Sì, fantastico. » rispose lei con voce piatta « Dunque gli stai insegnando a combattere, così potrà dimenticare per bene quelli che sono i suoi veri compiti nei confronti della gente di Gondor. » disse poi in tono di accusa rivolgendosi a Boromir.

« Niniel! » la riprese Earine, ma questo non la fermò.

« E quali altri doveri avrebbe verso Gondor? » domandò Boromir esterrefatto.

« Va bene combattere, ma non si sopravvive a una guerra solo con le battaglie, servono anche pane e acqua ai cittadini, e in questo periodo qui a Minas Tirith iniziano a scarseggiare! Se Narith sarà occupato con gli allenamenti chi ci darà una mano con gli approvvigionamenti? »

« Niniel, lo fa già il resto della città! » esplose il fratello arrabbiato.

« Non credo che due braccia in meno siano un gran problema. » le rispose serio il figlio del Sovrintendente « In questo momento è più utile che il maggior numero possibile di persone sappia come difendersi nel caso di un attacco alla città. E poi tuo fratello ha 24 anni. È in grado di prendere da solo certe decisioni. »

« Oppure siete voi che lo istigate a prendere certe decisioni? » se ne uscì a questo punto la ragazza.

« Come scusa? Non sono certo il tipo che va in giro a fomentare i ragazzi alla guerra! »

« No, certo. Chissà perché però ora Narith si sta allenando con voi! E a Minas Tirith la gente è senza acqua! »

« Niniel smettila! » intervenne risoluto il fratello « Hai sempre saputo che desideravo imparare a combattere per difendere la città, e per poter difendere anche te, mamma e papà. Smettila ora con queste sciocchezze, e torna ai tuoi compiti. »

Niniel represse la risposta che stava per urlargli in faccia. Sapeva che il fratello aveva ragione, sapeva che quello era sempre stato il suo desiderio. Deglutì e senza dire più niente si avviò, seguita da Earine, verso la casa, non prima però di aver lanciato uno sguardo infuocato a Boromir.

« Perdonatela, spesso è troppo impulsiva. » si scusò poi Narith con l’uomo.

« L’ ho notato. » commentò piatto Boromir.

« Sono sicuro che ci sia dell’altro, non si tratta solo degli approvvigionamenti. C’è qualche altro motivo per cui ha reagito così. »

« Credo di sapere quale sia… Ho la netta impressione di non esserle molto simpatico. » spiegò Boromir.

« Oh, sono certo che non si tratta di questo! Ma non preoccupatevi, è una questione che risolverò io con mia sorella questa sera. »

 

« Dico, ti ha dato di volta il cervello? » esclamò Earine non appena furono in casa.

« Tu non capisci! » scoppiò Niniel « Se lui combatte, se… se andrà in guerra… potrebbe morire! Io non voglio che gli capiti qualcosa! » la ragazza scoppiò a piangere lasciando Earine di sasso. Non aveva mai visto Niniel piangere, le era sempre apparsa come una ragazza forte e la maggior parte delle volte dava l’impressione di essere anche abbastanza menefreghista. A quanto pare però, l’idea del fratello in guerra non la lasciava indifferente.

« Lo so Niniel, ti capisco. Però non puoi impedirgli di combattere, questa è una scelta che spetta a lui, né te la devi prendere con Boromir per una decisione che sai perfettamente essere stata presa da Narith. »

« Non voglio che combatta. Non voglio che vada in guerra! »

Earine abbracciò l’amica. Non sapeva più cosa dire. Capiva perfettamente il suo stato d’animo, ma sapeva anche che in quel periodo le cose non potevano andare diversamente. La guerra incombeva, e tutte le persone in grado di combattere sarebbero state assoldate nell’esercito.

« Senti, tuo fratello è forte, non gli accadrà nulla! Ne sono sicura. Sa badare a sé stesso! »

« Ma in battaglia è tutto diverso. » protestò Niniel « E poi quel Boromir dovrebbe smetterla di girare attorno alla mia famiglia. Scommetto che l’altro giorno Narith gli ha detto di voler combattere, e lui ne ha approfittato per avere un ragazzo in più tra le fila dell’esercito! »

« Credo che questo sia il minore dei nostri problemi adesso. »

Niniel guardò l’amica e si accorse che anche lei stava piangendo.

« Earine? Che cosa succede? »

« Nulla. Scusa, dovrei tirarti su il morale e invece scoppio a piangere come una scema! La verità è che… sono preoccupata anch’io per Narith! »

« No, scusami tu. Mi ero dimenticata che hai un debole per mio fratello. »

« Non è vero! »

« Certo! Allora perché sei arrossita? »

Earine la guardò male, poi a entrambe scappò un triste sorriso.

« Oh, insomma! Non eri tu che qualche giorno fa mi ha lavata dalla testa ai piedi dicendo che non è questo lo spirito giusto per affrontare un momento difficile? » esclamò Earine.

« Hai ragione! Però è dura… »

« Dobbiamo cercare di essere positive! Una guerra porta molte morti, ma tanti soldati sopravvivono anche. Non dobbiamo arrenderci! »

« Hai ragione » asserì Niniel tirando su col naso, quindi diede una pacca sulla schiena all’amica e, con gli occhi ancora lucidi, aggiunse « Forza, controlliamo se ci sono le erbe per questa sera e poi andiamo al fiume. Ci staranno aspettando. »

« Ok, ok, ma cerca di non distruggermi… » protestò l’altra.

Quando uscirono in cortile, Boromir stava insegnando a Narith alcune tecniche di combattimento. Le due amiche cercarono di passare il più inosservato possibile per svignarsela poi fuori dalla città.

Passarono il resto del pomeriggio all’Anduin ad aiutare per i rifornimenti di acqua. Niniel si era un po’ ripresa, ma Earine era certa che il suo umore fosse ancora sotto la suola delle scarpe, e che questa volta l’amica ci avrebbe impiegato un bel po’ di tempo per farsi una ragione della scelta del fratello.

 

 

 

 

Evening_star: Ciao! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! E dal prossimo si inizierà a notare una certa svolta negli avvenimenti, ma non anticipo altro! A presto! Ciaoooo!!

 

Inoltre, ringrazio Evening_star per aver aggiunto la storia tra i preferiti, e aliena per averla aggiunta tra le seguite. A presto!

   
 
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