Ecco il terzo capitolo! Spero vi
piaccia!! A presto!!
Capitolo 3
«
Mamma! »
«
Cosa c’è? »
«
Dov’è finito il sale? Non ce n’è più! »
«
Guarda là sotto! » Erith indicò alla figlia la piccola dispensa nell’angolo
della cucina.
Era
mezzogiorno, e la ragazza si stava dando da fare insieme ai genitori per
preparare il pranzo.
Improvvisamente
qualcuno bussò alla porta, ma Niniel era troppo occupata a cercare il sale per
accorgersi che uno dei figli del Sovrintendente era entrato in cucina.
«
Mio signore, a cosa dobbiamo questa visita? » domandò Adhort.
«
Perdonate il disturbo, volevo sapere dove posso trovare vostro figlio Narith. »
domandò Boromir « Sono stato a cercarlo da Roth, ma mi hanno detto che è fermo
per pranzo. »
«
Ah, ti ho trovato! » esclamò esultante Niniel, riemergendo con la testa dalla
dispensa e agitando un barattolo di sale, ma per la felicità non fece caso
all’anta dell’armadietto sopra la sua testa… « AH! MALEDIZIONE! » urlò, dopo
aver preso una tremenda zuccata.
«
Buon giorno, Niniel! » la salutò Boromir.
«
Oh, buon… buongiorno… io, non mi ero accorta che eravate entrato. » riuscì a
dire la ragazza imbarazzata mentre si massaggiava la testa.
«
Niniel… » la rimproverò la madre sconsolata.
« È
tutto a posto, non mi sono fatta niente! »
Erith
sospirò, mentre Boromir appariva quasi scioccato.
«
Non fate caso alla goffaggine di nostra figlia… spesso ha la testa fra le
nuvole… »
«
Quale goffaggine? Mamma io non sono goffa! Comunque, come mai siete venuto qua?
» Erith fulminò la figlia con lo sguardo per la poca delicatezza con cui si era
rivolta al figlio del Sovrintendente.
«
Sono… venuto a cercare tuo fratello. Avevo bisogno di parlargli. »
«
Molto probabilmente Narith è a casa. Pranza lì e poi torna al lavoro. Niniel,
mostra a Boromir come arrivare a casa nostra. »
La
ragazza parve indispettita da ciò che le aveva detto il padre, ma non si oppose
e uscì in strada per fare ciò che le aveva chiesto.
Per
un po’ nessuno dei due parlò, poi Boromir ruppe il silenzio.
«
L’altro giorno, poi, il dolce era buono. »
«
Come? »
«
Quando ci siamo scontrati, il giorno in cui mi hai rovesciato il secchio
addosso e poi sei scappata perché il dolce stava bruciando… Beh, il dolce era
buono comunque, non era bruciato. »
«
Sono riuscita a salvarlo in extremis… e comunque non sono scappata, sono
semplicemente tornata al lavoro. »
« A
dir la verità io ho avuto l’impressione che tu fossi scappata! » esclamò
Boromir con un sorrisino.
« Io
non scappo! Non lo faccio mai e di fronte a niente! Sono dovuta correre via per
evitare un ulteriore pasticcio! » rispose lei indispettita guardandolo male.
«
Ma tu devi sempre rispondere a tutti? »
Niniel
lo guardò con un’espressione interrogativa, così Boromir si spiegò:
«
Con Earine, con i tuoi genitori e anche con me! Ogni volta contesti qualcosa di
ciò che ti dicono gli altri! »
«
Io non contesto. Dico semplicemente quello che penso, soprattutto quando non
sono d’accordo con le opinioni degli altri! » spiegò lei « Comunque, siamo
arrivati. Quella è casa mia. Narith molto probabilmente è lì. Ora scusatemi ma,
premesso che non sto “scappando”…, devo tornare al lavoro. »
«
Bene! Grazie mille per avermi accompagnato. »
Niniel
chinò il capo in segno di rispetto, poi si voltò e, a passo svelto, tornò verso
la cucina di corte, mentre nella sua mente passavano strani pensieri:
“Potrei
sempre lasciarlo senza pranzo… Mi invento che ha preso fuoco il forno e non gli
preparo niente… Che nervi… Non lo sopporto!”
«
Possibile che non ti posso lasciare da sola un attimo! »
«
Uffa Earine! Possibile che non ti va mai bene niente di quello che faccio io? »
«
Ma non è questo il punto! Tutte le volte che hai a che fare con Boromir fai di
quelle figure! »
«
Che figure scusa? »
«
Avresti dovuto accompagnarlo fin dentro in casa. Lo so che tu sei molto diretta
e se una persona non ti piace cerchi di allontanarla, però dovresti capire che
lui… »
« È
il figlio del Sovrintendente… lo so, quante volte me l’ hai già detto? » la interruppe
Niniel.
«
Troppe! Ma continuerò a dirtelo finché non la capirai! »
«
Va bene, mammina! E io continuerò comunque a comportarmi come ritengo giusto! »
Earine
sbuffò, a volte non riusciva proprio a capire la sua amica.
«
Va bene, mi arrendo. Però ho una notizia per te che credo non ti farà molto
piacere! » le disse poi sogghignando.
« E
cosa sarebbe? » domandò Niniel guardandola di sottecchi.
«
Credo che i tuoi piani non abbiano avuto molta efficacia su Boromir! »
«
Cosa vuoi dire scusa? »
«
Beh, oggi mentre gli servivo il pranzo mi ha chiesto se ci conosciamo… E dove
può trovarti quando non sei in cucina! »
Niniel
spalancò gli occhi esterrefatta.
« E
tu cosa gli hai detto? »
«
Che ti conosco benissimo perché sei la mia migliore amica! E che quando non sei
in cucina può trovarti a casa tua, in giro per Minas Tirith insieme a me o a
dare una mano coi rifornimenti! »
«
CHE COSA HAI FATTO? » urlò Niniel lasciando cadere il cucchiaio di ferro che
aveva appena lavato.
«
Niniel! » la rimproverò la madre.
«
Ma… ma… » stava balbettando la ragazza.
«
Non preoccuparti Erith! Ora si riprende subito! » la tranquillizzò Earine.
«
Dimmi che mi stai prendendo in giro! » sibilò acida Niniel.
«
Assolutamente no! »
« Non
ci credo neanche morta che ti ha chiesto queste cose! »
«
Invece me le ha chieste! »
«
Allora non ci credo che tu sei andata a dirgli quello che gli hai detto! »
« E
fai male a non crederci perché gliel’ ho detto! »
«
Earine, che cosa ti è saltato in testa di dirgli certe cose? »
«
Ma, sinceramente non ci vedevo niente di male! Ecco perché gliel’ ho detto! »
«
Potevi dirgli che non sono affari suoi! »
«
Non avrei mai potuto rispondergli così! È pur sempre… »
«
Finiscila con la storia che è il figlio del Sovrintendente! A lui certe cose
non devono interessare! Ecco in cosa sbagliate tutti voi! Non perché suo padre
è il nostro sovrano, Boromir ha il diritto di venire a sapere i fatti miei! »
« E
dai Niniel, non esagerare! Che sarà mai? Al massimo verrà a trovarti mentre sei
all’Anduin per i rifornimenti di acqua! »
«
Ma figurati se viene a trovarmi. Avrà chiesto così tanto per sapere! »
«
Ecco in cosa sbagli sempre tu invece! » la riprese Earine « In questi casi
credi sempre che non ci sia un secondo fine… »
«
Lo credo perché sono certa che non sia così! » ribatté l’altra esasperata
alzando gli occhi al cielo.
Earine
la guardò con faccia scettica, facendo poi un sorrisino divertito. Niniel la
ignorò e finì di ritirare le posate.
«
Mamma noi andiamo! » urlò poi alla donna, che si trovava dall’altra parte della
cucina.
«
Va bene! Prima di andare al fiume però, passa da casa e controlla se ci sono
tutte le erbe che ci serviranno per preparare la cena di questa sera! »
«
Oh, non mi dirai che sei arrabbiata con me! » chiese Earine mentre erano in
strada.
«
Ma no, non sono arrabbiata. Basta che la prossima volta non gli vai a
raccontare qualcos’ altro su di me… »
«
Dipende tutto da Boromir… se mi farà altre domande o no! »
Niniel
la guardò malissimo, ma non rispose.
Dopo
pochi minuti, giunsero a casa. Le due ragazze entrarono nel piccolo cortile che
si trovava davanti all’abitazione, chiacchierando tranquillamente, quando si
trovarono di fronte una scena che le lasciò sorprese e con gli occhi sgranati,
in particolar modo Niniel…
Nel
cortile, infatti, c’era Narith, intento ad ascoltare Boromir che gli stava
parlando. Entrambi stringevano in pugno una spada.
«
Ciao! » fece Narith appena si accorse della sorella.
Niniel
non rispose, rimase alcuni secondi ammutolita a fissare i due, per poi
accennare un saluto con la mano e, costretta da Earine che le aveva tirato una
gomitata, si avvicinò ai due.
«
Salve! » le salutò Boromir con un sorriso « Ci si rivede! » e lanciò
un’occhiata a Niniel.
« Cosa…
sta succedendo qui? » domandò la ragazza perplessa.
«
L’altro giorno gli ho detto che sono un fabbro e produco armi… » le spiegò il
fratello indicando Boromir « E quando gli ho detto che non sapevo come
maneggiare una spada al di fuori della fonderia… Boromir si è prestato di
insegnarmi a combattere! » il ragazzo era completamente su di giri.
« È
per questo che questa mattina sono venuto a chiedervi dove potevo trovare tuo
fratello. » le disse Boromir « Dovevamo metterci d’accordo per quando iniziare gli
allenamenti! »
«
Non è fantastico Niniel?! Quando arriverà la guerra potrò combattere anch’io
per Gondor! »
«
Sì, fantastico. » rispose lei con voce piatta « Dunque gli stai insegnando a
combattere, così potrà dimenticare per bene quelli che sono i suoi veri compiti
nei confronti della gente di Gondor. » disse poi in tono di accusa rivolgendosi
a Boromir.
«
Niniel! » la riprese Earine, ma questo non la fermò.
« E
quali altri doveri avrebbe verso Gondor? » domandò Boromir esterrefatto.
«
Va bene combattere, ma non si sopravvive a una guerra solo con le battaglie,
servono anche pane e acqua ai cittadini, e in questo periodo qui a Minas Tirith
iniziano a scarseggiare! Se Narith sarà occupato con gli allenamenti chi ci
darà una mano con gli approvvigionamenti? »
«
Niniel, lo fa già il resto della città! » esplose il fratello arrabbiato.
«
Non credo che due braccia in meno siano un gran problema. » le rispose serio il
figlio del Sovrintendente « In questo momento è più utile che il maggior numero
possibile di persone sappia come difendersi nel caso di un attacco alla città.
E poi tuo fratello ha 24 anni. È in grado di prendere da solo certe decisioni.
»
«
Oppure siete voi che lo istigate a prendere certe decisioni? » se ne uscì a
questo punto la ragazza.
«
Come scusa? Non sono certo il tipo che va in giro a fomentare i ragazzi alla
guerra! »
«
No, certo. Chissà perché però ora Narith si sta allenando con voi! E a Minas
Tirith la gente è senza acqua! »
«
Niniel smettila! » intervenne risoluto il fratello « Hai sempre saputo che
desideravo imparare a combattere per difendere la città, e per poter difendere
anche te, mamma e papà. Smettila ora con queste sciocchezze, e torna ai tuoi
compiti. »
Niniel
represse la risposta che stava per urlargli in faccia. Sapeva che il fratello
aveva ragione, sapeva che quello era sempre stato il suo desiderio. Deglutì e
senza dire più niente si avviò, seguita da Earine, verso la casa, non prima
però di aver lanciato uno sguardo infuocato a Boromir.
«
Perdonatela, spesso è troppo impulsiva. » si scusò poi Narith con l’uomo.
«
L’ ho notato. » commentò piatto Boromir.
«
Sono sicuro che ci sia dell’altro, non si tratta solo degli approvvigionamenti.
C’è qualche altro motivo per cui ha reagito così. »
«
Credo di sapere quale sia… Ho la netta impressione di non esserle molto
simpatico. » spiegò Boromir.
«
Oh, sono certo che non si tratta di questo! Ma non preoccupatevi, è una
questione che risolverò io con mia sorella questa sera. »
«
Dico, ti ha dato di volta il cervello? » esclamò Earine non appena furono in
casa.
«
Tu non capisci! » scoppiò Niniel « Se lui combatte, se… se andrà in guerra…
potrebbe morire! Io non voglio che gli capiti qualcosa! » la ragazza scoppiò a
piangere lasciando Earine di sasso. Non aveva mai visto Niniel piangere, le era
sempre apparsa come una ragazza forte e la maggior parte delle volte dava
l’impressione di essere anche abbastanza menefreghista. A quanto pare però,
l’idea del fratello in guerra non la lasciava indifferente.
«
Lo so Niniel, ti capisco. Però non puoi impedirgli di combattere, questa è una
scelta che spetta a lui, né te la devi prendere con Boromir per una decisione
che sai perfettamente essere stata presa da Narith. »
«
Non voglio che combatta. Non voglio che vada in guerra! »
Earine
abbracciò l’amica. Non sapeva più cosa dire. Capiva perfettamente il suo stato
d’animo, ma sapeva anche che in quel periodo le cose non potevano andare
diversamente. La guerra incombeva, e tutte le persone in grado di combattere
sarebbero state assoldate nell’esercito.
«
Senti, tuo fratello è forte, non gli accadrà nulla! Ne sono sicura. Sa badare a
sé stesso! »
«
Ma in battaglia è tutto diverso. » protestò Niniel « E poi quel Boromir
dovrebbe smetterla di girare attorno alla mia famiglia. Scommetto che l’altro
giorno Narith gli ha detto di voler combattere, e lui ne ha approfittato per
avere un ragazzo in più tra le fila dell’esercito! »
«
Credo che questo sia il minore dei nostri problemi adesso. »
Niniel
guardò l’amica e si accorse che anche lei stava piangendo.
« Earine?
Che cosa succede? »
«
Nulla. Scusa, dovrei tirarti su il morale e invece scoppio a piangere come una
scema! La verità è che… sono preoccupata anch’io per Narith! »
«
No, scusami tu. Mi ero dimenticata che hai un debole per mio fratello. »
«
Non è vero! »
« Certo! Allora perché sei arrossita? »
Earine la guardò male, poi a entrambe scappò un
triste sorriso.
« Oh, insomma! Non eri tu che qualche giorno fa mi
ha lavata dalla testa ai piedi dicendo che non è questo lo spirito giusto per
affrontare un momento difficile? » esclamò Earine.
« Hai ragione! Però è dura… »
« Dobbiamo cercare di essere positive! Una guerra
porta molte morti, ma tanti soldati sopravvivono anche. Non dobbiamo
arrenderci! »
« Hai ragione » asserì Niniel tirando su col naso,
quindi diede una pacca sulla schiena all’amica e, con gli occhi ancora lucidi,
aggiunse « Forza, controlliamo se ci sono le erbe per questa sera e poi andiamo
al fiume. Ci staranno aspettando. »
« Ok, ok, ma cerca di non distruggermi… » protestò
l’altra.
Quando uscirono in cortile, Boromir stava insegnando
a Narith alcune tecniche di combattimento. Le due amiche cercarono di passare
il più inosservato possibile per svignarsela poi fuori dalla città.
Passarono il resto del pomeriggio all’Anduin ad
aiutare per i rifornimenti di acqua. Niniel si era un po’ ripresa, ma Earine
era certa che il suo umore fosse ancora sotto la suola delle scarpe, e che
questa volta l’amica ci avrebbe impiegato un bel po’ di tempo per farsi una
ragione della scelta del fratello.
Evening_star: Ciao! Spero ti sia piaciuto anche
questo capitolo! E dal prossimo si inizierà a notare una certa svolta negli
avvenimenti, ma non anticipo altro! A presto! Ciaoooo!!
Inoltre, ringrazio Evening_star per aver aggiunto la
storia tra i preferiti, e aliena per averla aggiunta tra le seguite. A presto!