12.
La guerra era finita
davvero, ma aveva portato con sé innumerevoli vite come il vento che si abbatte
sugli arbusti e riesce a sradicarli al suo passaggio senza pietà, anche i più
resistenti.
Alcuni però, pur piegandosi
sotto la sua forza, erano rimasti comunque in piedi… avevano resistito fino
alla fine.
Erano passati anni da allora. Tanti anni.
Il conflitto era ormai diventato una leggenda alimentata dai racconti di
coloro che erano sopravvissuti, e il mondo era tornato quello di un tempo, reso
più luminoso dalla pace che regnava nelle Terre dei Ninja da quando Naruto
Uzumaki era diventato l’hokage del villaggio della Foglia e aveva realizzato
quello che era il suo sogno fin dalla nascita.
Sotto la sua guida, gli abitanti erano riusciti a riportare Konoha al suo
antico splendore.
Nessuno però, avrebbe mai dimenticato quello che era stato: sarebbe stato impossibile andare avanti ignorando la
ferita che aveva dilaniato a lungo le vite dei suoi abitanti e che aveva
lasciato delle profonde cicatrici dietro di sé.
Le sarebbe piaciuto fare visita alla Foglia anche solo per qualche ora, e
in cuor suo non dubitava che l’avrebbe rivista presto, nonostante non fosse più
così giovane e ultimamente i lunghi viaggi si fossero rivelati più
faticosi di un tempo, per lei.
In piedi avvolta nel suo nero kimono, Temari strinse gli occhi color
verdemare contro la figura agile e armoniosa che le si stagliava davanti
intenta a maneggiare un grosso ventaglio che la faceva apparire minuscola,
attenta a ogni sua mossa.
Le sabbie del deserto apparivano incandescenti, il sole che si inabissava
lentamente dietro le dune gettando ovunque un bagliore dorato e accecante:
presto sarebbe stata ora di fare rientro al palazzo del kazekage, constatò la
donna volgendo le spalle al tramonto.
“Devo ammettere che sei molto migliorata, ma devi ancora fare un bel po’
strada prima di diventare una Maestra del Ventaglio nota in tutte le Terre dei
Ninja come me.”
La bambina dai capelli biondi le andò incontro di malavoglia e sbuffando
d’impazienza, gli occhi di un intenso colore ebano che la guardavano carichi di
aspettativa.
“Ti prego, nonna! Voglio continuare ad allenarmi, non importa se faremo
tardi e se sono ancora troppo giovane. Insegnami tu ad essere una brava genin!”
La sua voce giovanile e concitata era così insistente da riportarle alla
memoria lontani, ma ancora vividi ricordi.
Temari le rivolse un sorriso conciliante, una mano che sfiorava teneramente
i suoi capelli arruffati: sapeva benissimo come ci si sentiva alle prese con il
ventaglio per la prima volta. Lei stessa si era lasciata pervadere da un nuovo,
fremente entusiasmo quando le era stato consegnato ai tempi dell’accademia.
Sapeva fin troppo bene, però, che l’energia della nipote non dipendeva soltanto da quello.
“Ogni cosa a suo tempo, bambina mia.”
“Ma nonna…”
“Ascolta, Midori. Voglio rivelarti una cosa.”
Un vento leggero e simile a una carezza le avvolse entrambe, i lunghi
capelli color cenere di Temari che si increspavano lievemente nella brezza del
deserto.
“Lo senti, questo? E’ il vento che ti accompagnerà per tutta la vita e ti
sosterrà da questo momento in avanti, qualunque cosa tu decida di fare… fino a
quando non sarai una vecchia e saggia ninja come tua nonna Temari. Ci sarà
tanto tempo per allenarti e fare di te una brava genin, più di quanto
immagini.”
“Ma io non voglio diventare vecchia. Ho deciso di restare una bambina per
sempre!”
Le labbra di Temari si incresparono in un mezzo sorriso.
“Parli proprio come tuo nonno. Non hai idea di quanto sia felice in questo
momento. Se potesse, ti direbbe che in te scorre la forza della giovinezza… e
che sarebbe fiero di te.”
Midori le rivolse un sorriso smagliante, il ventaglio stretto con fierezza
tra le braccia esili.
“Proprio come il papà, vero nonna? Me lo dice sempre anche lui!”
Temari ricambiò il sorriso pensando a Gai e chiedendosi quando sarebbe
tornato dalla missione che aveva intrapreso da giorni nel territorio della
Foglia, quindi prese la mano della nipotina fra le sue e si incamminò con lei
verso il palazzo del kazekage.
“Raccontami ancora della fine della guerra!” cantilenò la bimba animata da
una crescente curiosità: nonostante gliene avesse parlato molte volte sembrava
non stancarsi mai di ascoltare i suoi racconti.
“Va bene, ma per oggi è l’ultima volta” mormorò assorta nei suoi pensieri,
vagando con la mente a un ricordo vivido come se risalisse appena al giorno
prima.
“Sai, ci ho riflettuto
molto, mentre ero a Suna, e… non sarebbe una cattiva idea. Chiamarlo Gai,
intendo” disse la donna in un sussurro che si perse nel vento.
“Sarebbe… sarebbe
meraviglioso!” esclamò il jonin emozionato. “E se fosse femmina?”
Temari seppe immediatamente
cosa rispondere.
“Karura… come mia madre. E’
stata lei a insegnarmi a credere nel futuro, oltre a un ninja di mia conoscenza.
E di questo non la ringrazierò mai abbastanza.”
Rock Lee le rivolse un
sorriso luminoso, colmo di speranza.
“I germogli nascono persino
nei momenti più difficili. Spetta a noi curarli e farli crescere nel migliore
dei modi nel mondo di pace per cui abbiamo combattuto duramente. In fondo è
proprio perché la nuova generazione un giorno possa farne tesoro e fare posto a
quella vecchia, che abbiamo deciso di costruirlo!”
“Sono sicura che ne saremo
all’altezza” disse Temari fieramente.
“E il piccolo Gai sarà il
degno successore di quello originario, vedrai! Gli insegnerò tutto quello che
c’è da sapere sulla forza della giovinezza, e… ah, ovviamente vale anche per
Karura!”
Temari sorrise divertita:
c’era da aspettarselo che il discorso avrebbe presto preso questa piega.
“Prima di tutto dominerà il
vento, piuttosto! Poi, verrà il resto.”
“Questo è ancora tutto da
decidere, Temari!”
Gai si era rivelato un maestro di arti marziali proprio come Lee.
Quello stupido l’aveva avuta vinta, ma dopotutto col tempo anche la jonin
si era presa le sue piccole soddisfazioni: la figlia di Gai sembrava nata per
dominare il vento proprio come lei. Mentre raccontava alla nipote di quando si
erano ritrovati al termine della guerra e aveva dato alla luce l’unico figlio
del ninja della Foglia, a Temari venne in mente un altro ricordo, vivido e
splendente come erano stati i giorni immediatamente successivi alla
dichiarazione di pace e alla nomina di Naruto come nuovo hokage di Konoha…
Sotto il sole di
mezzogiorno, la lapide che da sempre aveva commemorato i caduti del villaggio
della Foglia era più lucente che mai, quasi abbagliante.
Incurante del mondo che lo
circondava, un giovane sui ventisei anni teneva gli occhi fissi su un nome in
particolare.
Era un jonin ora, era diventato
un uomo a tutti gli effetti.
Aveva lottato fino alla
fine, e aveva vendicato il suo maestro sopravvivendo per miracolo.
Ma ce l’aveva fatta, e solo
questo contava.
“Ci sono riuscito.” disse,
parlando al nome inciso sulla pietra e alla donna che, alle sue spalle, le
braccia incrociate sul petto, l’aveva appena raggiunto.
“Lui sarebbe fiero di te.”
Un sorriso raggiante le
illuminò lo sguardo verdemare, il viso sfiorato appena da un vento leggero,
simile a una carezza.
“Lo so” le rispose
voltandosi a guardarla.
Nonostante la guerra lo
avesse investito di dolori e sofferenze, i suoi occhi rotondi erano quelli di
sempre: avevano conservato la luce pura e la determinazione che li distingueva,
e anche il suo sorriso era rimasto intatto nel tempo.
“Ho mantenuto la promessa.”
“Sapevo che il tuo maestro
non si sbagliava, e comunque me ne sono accorta da sola che quando vuoi, riesci
ad essere più testardo di me.”
Rock Lee le sorrise, quindi
le cinse delicatamente la vita, e Temari abbandonò il viso sulla sua spalla,
gli occhi al cielo limpido e pulito, in pace con se stessa.
Frammenti di un passato ancora più remoto le giunsero alla memoria
colpendola all’improvviso, e l’anziana jonin si trovò a rivivere il momento in
cui sua madre Karura aveva previsto cosa sarebbe successo nel suo futuro.
Lasciò che le parole le raggiungessero le labbra senza alcuna esitazione.
“Quando ero una bambina proprio come te e avevo cominciato ad allenarmi per
essere una genin, mia madre mi disse che ero veloce e inafferrabile, e che soltanto
un uomo sarebbe stato in grado di eguagliare la forza del vento che mi
sosteneva e di tenermi legata a sé per sempre. Voglio che tu sappia che
quell’uomo arriverà anche per te, piccola mia. In te scorre il nostro stesso
sangue… il mio e quello di tuo nonno.”
La piccola Midori, che fino ad allora l’aveva ascoltata con vivo interesse,
la guardò con i grandi occhi sgranati dallo stupore.
“Davvero?”
“Ne sono assolutamente sicura” rispose la donna con fermezza.
“Ma nonna, come fai a vederlo? Io non ci riesco.”
Temari sorrise, il volto segnato dallo scorrere del tempo ma profondamente
sereno illuminato dagli ultimi raggi di sole della giornata.
Un vento fresco e leggero accompagnava i suoi passi e quelli della nipotina
nella sabbia di Suna.
“Lui è qui intorno a noi” rispose semplicemente. “Lo so. Puoi sentirlo anche tu, in questo momento. No, non
sforzarti. Non servono gli occhi per vederlo: non sono necessari. Riesco a
sentire la sua voce nel vento da tempo, e so che non ci abbandonerà mai.”
La bambina le rivolse un sorriso raggiante, soddisfatta delle sue parole, e
corse davanti a lei, verso l’entrata del palazzo di suo zio Gaara.
Un giorno avrebbe capito. Ne era sicura.
Temari la guardò e scosse la testa, pensando che era dinamica e vivace
proprio come un ninja di sua conoscenza. Poi sospirò e sparì oltre la porta,
immersa nei suoi pensieri.
Aveva creduto tante volte, da giovane, che nessun uomo sarebbe stato in
grado di raggiungerla.
Aveva dubitato molte volte che esistesse veramente qualcuno in grado di
renderla felice.
Proprio quando si era convinta che le favole fossero soltanto delle
menzogne che non potevano avverarsi, un vento dinamico e improvviso l’aveva
scossa nel profondo con il suo calore, distruggendo la sua barriera di
diffidenza e disillusione.
Era un vento imprevedibile, che l’avvolgeva protettivo da anni…
…il vento del cambiamento aveva il nome di Rock Lee.
E non l’avrebbe mai abbandonata.
FINE
**
Ciao a tutti!
Ecco a voi la conclusione della fanfiction che mi ha tenuta impegnata per
quasi un anno e che ho voluto concludere con una visione malinconica ma
positiva, in cui i sentimenti di Lee e Temari restano vivi anche dopo la loro
morte, con il vento a legarli in eterno: devo confessare che avevo scritto un
altro finale, ma forse era un po’ troppo simile ad alcuni delle altre mie
fanfiction.
Spero di aver fatto la scelta giusta a fare un salto temporale e a
pubblicare quello che avete appena letto, ma dopotutto mi sembrava quello più
adatto vista l’atmosfera degli ultimi capitoli, e poi lo trovo veramente
romantico! ^^
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito fin qui, chi ha commentato, chi
ha letto soltanto, chi ha aggiunto la storia ai preferiti o alle seguite, e
semplicemente tutti quelli che sono passati di qui, e in particolare chi ha
commentato lo scorso capitolo:
Lady of Evil Nanto86: Come ti ho già fatto sapere via e-mail immaginavo
che la morte di Gai ti avrebbe fatto star male, ma come hai visto dall’epilogo
il suo spirito ha continuato a vivere nei discendenti di Lee, e mi auguro sia
una consolazione abbastanza sufficiente, anche se nessuno potrà mai sostituire
uno come lui. Aspetto
Neko88: Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti
sia sembrato addirittura “bellissimo” e che la parte sulla guerra di abbia
colpito. Spero che questo finale corrisponda più o meno all’happy ending che
attendevi. Grazie ancora di avermi seguito fin qui! ^^
Beat: La morte di Gai è una scelta che mi
costringo a fare controvoglia. Purtroppo era necessaria per lo svolgimento
della storia, comunque spero che questo capitolo, in cui si accenna al figlio
di Lee che porta avanti il suo spirito, ti abbia un po’ consolato ^^
Mi fa sempre piacere sapere che trovi Lee e Temari perfetti, ancora grazie
di tutto!
Bè, penso sia arrivato il momento di salutarvi, almeno fino a quando non
deciderò di scrivere un’altra fanfiction, magari con un altro pairing. Anche se
non vedevo l’ora di completarla, tutto sommato mi mancherà questa storia. Al
momento è la più lunga che abbia mai scritto, e sono veramente contenta che sia
piaciuta. Se volete, lasciate pure dei commenti, li leggerò sicuramente! ^^
Alla prossima,
Lyla