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Autore: lames76    15/02/2010    0 recensioni
Un racconto dell'investigatore Philip Marlowe, un omaggio a Raymond Chandler ed al genere Hard Boiled.
Marlowe viene incaricato da una bella donna di trovare un uomo scomparso ma niente è come sembra.
Genere: Malinconico, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata come tante a prima vista. Una di quelle giornate in cui svegliandoti hai l'impressione di non dover andare a lavorare perche' capiteranno solo guai. E' solo una sensazione, nulla di piu', ma nella maggior parte delle volte ha ragione lei.
Purtroppo la gente non da' retta alle sensazioni ed io, purtroppo, faccio parte della gente.
Mi svegliai presto e mi sbarbai, mi preparai un bel caffe' nero e bollente.
Arrivai in ufficio puntuale e mi stupii di trovare nella sala d'aspetto due persone. Il primo era un uomo, alto un metro ed ottanta circa e robusto come un gorilla che aveva esagerato con gli esercizi fisici. Avra' avuto una trentina d'anni circa. Viso squadrato ed occhi neri che scrutavano in giro con aria spietata. Indossava un vestito da damerino che stonava addosso a lui. Giacca, pantaloni neri e camicia bianca. Nessun fazzoletto spuntava dal taschino, ed un leggero rigonfiamento sotto il braccio mi diceva che i muscoli non erano la sola arma a sua disposizione.
La seconda era una donna, di una trentina d'anni e portati d’incanto. Aveva i capelli lunghi di un biondo ramato che le ricadevano sulle spalle come una cascata di luccicanti rubini. Occhi azzurri attenti e pronti a rubarti l'anima. Indossava una gonna stretta color crema, una camicia bianca ed una giacchetta beige; anche se i vestiti non erano esageratamente aderenti, non nascondevano le curve del suo corpo. In testa indossava un cappellino con tanto di veletta, uno di quegli affari che nelle vetrine delle boutique sembrano dei polli spennati, ma su quella particolare testa sembrava una freccia pronta ad indicare: qui c’e' una donna.
E che donna.
L’unica cosa che stonava, nel suo abbigliamento, era il paio di guanti bianchi che portava sulle mani e che non mi permettevano di vedere le sue dita.
– Lei e' Philip Marlowe, l'investigatore? – chiese l’uomo con voce imperiosa.
Risposi: – Cosi' dice la mia carta d'identita'.
La donna sorrise ma non nascose la bocca come fanno le altre donne. Aveva dei bei denti curati.
– Vorremmo ingaggiarla per un lavoro – disse alzandosi e mettendosi di fronte a me.
Aprii la porta e li feci accomodare nel mio studio privato, quattro schedari da ufficio di cui tre pieni solo d’aria, una scrivania di finta noce, tendine che avrebbero avuto bisogno di una lavata e due poltroncine. Mentre aprivo le persiane si sedettero sui due divanetti di fronte alla mia scrivania. Anche in questo la donna agi' diversamente da tutte le altre femmine che erano entrate nel mio ufficio. Si sedette infatti comodamente, mentre le altre, di solito, usavano solo pochi centimetri del sedile, forse per paura che fosse sporco.
In effetti avevano ragione, prima o poi dovro' dare una bella ripulita a questo immondezzaio.
Mi sedetti a mia volta e presi la mia pipa tra le mani, poi spinsi un pacchetto di sigarette verso i miei ospiti.
– Grazie ma non fumiamo – si scuso' la mia interlocutrice.
Le lanciai un’occhiata mentre caricavo la pipa con il mio tabacco preferito, poi, molto lentamente, la accesi con un fiammifero.
– Cosa posso fare per voi – chiesi infine.
– Ho bisogno che lei mi trovi una persona – prese dalla sua borsetta una foto e me la passo'.
Ritraeva un uomo sulla quarantina, capelli biondi piuttosto lunghi e trasandati, occhi scuri, occhiali da quattro soldi. Si vedeva solo il torso e neanche bene, ma si poteva intuire che non era una persona particolarmente atletica. Anzi doveva essere abbastanza gracile.
– E perche' lo cercate, signora... – lasciai cadere il discorso, ero curioso di sentire il suo nome.
– Cynnos, Beverly Cynnos – si presento' lei – e lui e' Antony Krily – disse indicando l’uomo – La mia guardia personale. Ho fondato, proprio al centro di Los Angeles, una societa'... pero' l’ho fatto assieme a quell’uomo, Edward Milles. Ora ho la possibilita' di vendere la maggioranza delle azioni ad un ricco uomo d’affari del Texas, ma ho bisogno della firma di tutti e due i soci.
– E questo signor Milles e' sparito, vero? – intervenni. La donna annui' muovendo la sua bella testolina.
– Sappiamo solo che e' scomparso dal suo alloggio da alcune settimane, niente di piu' – disse ancora – Crede di poterlo trovare entro non molto? – mi chiese sbattendo le ciglia.
Misi le cose in chiaro subito – Non ho molti elementi su cui indagare e non posso promettervi nulla, ma faro' il possibile. Il mio costo sono trentacinque dollari al giorno piu' le spese.
– Vanno bene cento dollari come acconto? – mi chiese ed io li accettai come manna dal cielo, poi le feci firmare la ricevuta. Non era stato un buon periodo ed il mio conto in banca boccheggiava come una carpa in un fiume in secca.
Li salutai e li scortai all’uscita dicendo loro che mi sarei fatto sentire non appena avessi scoperto qualcosa.
Mi sedetti di nuovo alla mia scrivania. Avevo pochi elementi a mia disposizione ma alcuni amici in varie societa' di trasporti forse mi avrebbero potuto aiutare. Rimasi per un certo tempo a riflettere su come muovermi e come agire. Il telefono pero' squillo' prima che potessi decidermi.
– Signor Marlowe? – disse una voce strascicata dall’altra parte della cornetta. – Sono io – risposi.
– Vorrebbe guadagnare cinque bigliettoni da mille dollari senza fare nulla? – mi disse.
Sorrisi tra me e' me – Vorrei anche volare ma non ho le ali – risposi.
– Non faccia lo spiritoso – mi ringhio' contro l’altro – La nostra offerta e' questa: non accetti nessun caso e receda da quelli che ha stipulato ed entro un mese avra' la sua paga. Un affare onesto.
Rimasi in silenzio a pensare poi parlai – E chi devo ringraziare per questo? – chiesi.
– Non e' affar suo – rispose il mio interlocutore – Faccia il bravo e ricevera' dei soldi, non lo faccia e ricevera' del piombo caldo – fini' e chiuse la comunicazione.
Sospirai e mi versai da bere da una bottiglia di whisky che tenevo nel cassetto della scrivania. Possibile che non si possa mai fare un lavoro pulito? Feci le mie telefonate per sapere qualcosa sull’uomo scomparso, ma nessuno dei miei contatti aveva mai sentito parlare di Edward Milles. Forse aveva usato un nome falso per sparire dalla mia citta'. La giornata fini' che non avevo scoperto nulla di nuovo, tranne che i cinquemila dollari mi erano stati offerti per non trovare Milles. Infatti nessun altro era venuto a chiedere i miei servigi e percio' si poteva ragionevolmente credere che non volessero che ritrovassi lui.
C'era qualcosa sotto, ma non riuscivo a capire bene cosa.
Chiusi le luci e l’ufficio e scoprii che qualcuno aveva infilato sotto la porta della sala d’aspetto una busta senza mittente. La aprii, vi trovai dentro una banconota da mille dollari ed un biglietto. Lo lessi: ‘Bel lavoro. Continua cosi' e ne avrai altri quattro’. Rimisi i soldi nella busta e me la infilai in tasca, poi tornai nel mio ufficio e composi il numero della centrale di polizia, dopo di che mi feci passare il mio amico Bernie Ohls, il capo della squadra omicidi. Dopo che ci fummo amichevolmente insultati a vicenda gli chiesi se sapeva qualcosa di un certo Edward Milles e quando mi disse di no glielo descrissi. Ottenni un bel buco nell’acqua e qualche parolaccia per l’ora tarda.
Con tutti quegli elementi mi diressi a casa.
   
 
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