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Autore: ada90thebest    17/02/2010    3 recensioni
una ragazza insicura di lei. non crede che un uomo la possa amare come giusto che sia. non sono molto brava nelle presentazioni, ho scritto questa one shot di getto spero vi piaccia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fammi tua

Ti vedo, ma non mi avvicino.

È giusto che sia cosi. I nostri sguardi si incrociano, una frazione di secondo , il tempo che una ragazza ci passa davanti e io già sono lontana da te.  So che non ti aspettavi di trovarmi lì, sei stato chiaro, vuoi delle risposte, ma io ho ancora troppe domande.

Il bancone del bar mi richiama come una calamita attira a se bulloni e viti, un po’ come il corpo alla vista del tuo. Il barista  mi scruta, capisce che sono minorenne “mi dispiace piccola non posso servirti analcolici”. Non mi interessa quello ha detto, mi sono fermata sulla terza parola “piccola”, solo tu mi chiami cosi.

Vado al centro della pista, anche se non ho bevuto ho la testa che mi scoppia, odio questa musica. Provo a ballare ma mi è impossibile , credo che ballerò solo e quando ci sarai tu accanto a me.

Scruto la gente per cercare volti famigliari, in realtà cerco te, cerco i tuoi occhi che mi implorano di avvicinarmi, le tue labbra che mi chiedono di essere lambite.

non ti trovo ma una vecchia amica mi raggiunge e mi offre una birra, non le chiedo nemmeno come ha fatto a procurarsela perché è lei a raccontarmi di come la sgraffignata al barista.

Finita la birra è ancora qui, a parlarmi di come si è innamorata del suo ragazzo, colpo di fulmine dice . io non so che significhi, il mio amore, il mio unico è amore è nato piano piano, senza accorgermene sei entrato.

Senza dirgli niente, mi alzo e me ne vado, non ci siamo viste per anni non se la prenderà a male.  in una zona appartata del locale, riconosco molti volti e tra questi ci sei tu, hai un bicchiere in mano e lo alzi verso di me, per un attimo penso che posso avvicinarmi, stringerti , alzo la bottiglia vuota di birra verso di te.

Vedo il tuo sorriso e scappo verso il bar, di nuovo.

Il barista capisce che non è serata e mi da una birra, la prendo , pago e vedo verso uno dei divani.

Un brivido lungo la schiena, un attimo e mi fermo , sei tu , nessuno mi ha toccato ma la sola vicinanza scaturisce in me sensazioni che mi stravolgono , per un attimo ci siamo solo io e te, al diavolo questa dannata musica, la gente che ci circonda, il caos, io e te.

La tua mano sfiora la mia, una ragazza mi viene addosso, un attimo a corro via, non sono pronta, scusami.

Con la birra in mano mi siedo sui gradini all’entrata, ne bevo un po’ e mi accendo una sigaretta.

La gente viene e va, dei ragazzi mi guardano maliziosamente ma vengono subito castigati dalle loro ragazze, finisco la birra e sono pronto a rientrare.

Poi ti vedo, balli con una ragazza, ma quello non è ballare , dovrebbe essere illegale quello stai facendo. Con me non hai mai ballato cosi, ma forse quella ragazza ha l’età giusta.

Dopo l’ennesimo strusciamento capisco che non è il caso di stare li, ho sbagliato a venire. Vado verso il guardaroba, prendo il numero e aspetto che mi ridiano cappotto e borsa, mi ricordo del regalo e te lo lascio sul tavolo insieme agli altri.

Agli occhi degli altri sarà un regalo come un altro ma ai tuoi sarà speciale.  Mentre il regalo tocca il tavolino , mi vedi.

I miei occhi sono colmi di lacrime è inutile negarlo.

Mi afferri, la tua presa è forte o forse sono io che non ho più forze, in pochi minuti siamo sulla terrazza , la tua lingua riempie la mia bocca con irruenza che non ti appartiene , le tue mani possessive sui fianchi mi avvicinano a te.

Cerco di liberarmi , ma sei più forte e mi intrappoli tra la ringhiera e te.

Sento il tuo corpo sul mio, appoggi la fronte sulla mia e mi scruti. Cosa vuoi?

“stavi andando via?”

“si” , le tue mani aumentano la presa.

“senza dirmi niente”

“ballavi”

“smettila”

Ti impossessi delle mie labbra di nuovo.

“è il mio compleanno, rimani”

“non posso”

“non vuoi è diverso”

Perché siamo in questa situazione?

“non posso, sono piccola”

“non è un problema, sarai la mia piccola”
“no”

“smettila di giocare, o vai via o rimani”

La tua presa si affievolisce e io corro verso la porta, ma non ti basta.

Sei dietro di me ti sento.

Secondo gradino e se qui con me, con forza mi sbatti al muro.

“non lo capisci quanto ti amo?”

Non riesco a capire se sono io ad amarmi è questo il problema, chi se ne frega dell’età, dei genitori e amici. Sono io quella insicura, sono io quella che davanti a queste parole sto zitta a piangere, davanti a te.

Porti lentamente le miei pani sopra  la mia testa e torni a torturarmi.

“ti odio”, urlo

“ti odio” sussurro

“ti odio” penso

“non è vero e lo vedo”

“smettila”

Ma non lo fai, continui e io non posso fare altro che arrendermi. Volevi delle risposte? Io ho delle domande.

“perché mi ami?” dimmelo perché nemmeno io riesco ad amarmi

“perché? Perché sei vera, sei simpatica e intelligente. Il tuo sorriso mi contagia , i tuoi occhi sono lo specchio della tua anima limpida e sincera. Ti amo perché mi hai stregato con il tuo corpo , ti amo”

“no, io non sono cosi”

“hai sempre avuto poca stima di te, non ti affezioni a nessuno, non ti avvicini a nessuno”

“non c’è niente di particolare in me, ti stancherai”

“non è vero, credimi sei la persona più speciale che conosco”

Le mie mani sono libere ma rimangono incastrate alle tue.

“non chiedo di amarmi ma apriti con me e ti renderò felice”

Ti abbraccio e non so perché.

“fammi tua”.

 

 

   
 
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