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Autore: Elos    25/02/2010    2 recensioni
- Kami! - Geme lui, più sconcertato che seccato, alzando la testa quel tanto che serve per guardarla in faccia. - Parli più di Naruto, e non credevo fosse umanamente possibile! -
Lei protesta lamentosamente, inchiodandolo nuovamente tra le gambe per impedirgli di ritrarsi:
- Sei troppo vestito! Se tu fossi meno vestito io starei più zitta! -
[...]
- E' un bel problema. Però credo si possa risolvere. -

Prima classificata al concorso "Kakashi loves... sorpresa!" indetto da Verolax.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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20 anni - Konoha - Tutta la vita davanti – Prima parte




A Kakashi piace, al mattino, camminare per le strade di Konoha: c'è poca gente in giro prima dell'ora di pranzo, perché quelli che hanno qualcosa da fare - una missione, ad esempio, sorveglianza, ronde - sono tutti fuori dalle mura, e quelli che restano sono in genere di riposo ed hanno poca voglia di alzarsi presto ed uscire.
Basta evitare le strade principali.
Ha lasciato casa di suo padre - stanze vuote grumi di polvere ricordi sbagliati li ha sognati per anni e se piove sente ancora l’odore delle cose - abbandonandola a sé stessa, ed ha preso un appartamento minuscolo in un quartiere periferico.
Doveva essere minuscolo. Doveva essere in alto e minuscolo: lo voleva proprio così. E' in cima a un palazzo dalle mura scrostate, con un grosso cavo elettrico che si attorciglia attorno alle tubature proprio sotto alla sua finestra, e c'è spazio solo nel soggiorno, perché la camera in cui dorme contiene a malapena il letto ed un armadio.
In una casa più grande gli verrebbe da sentirsi solo. Lì, invece, c'è giusto il posto per uno.
Tiene una sola foto sopra la testiera del letto: Obito, Rin e Minato sono lì e sorridono, e poi da una parte c’è lui con il muso - gli sembra di aver tenuto il muso al mondo per anni - ché tanto ai morti non si può fare più alcun danno. Nell'armadio, nascosto sotto un cumulo di vecchi maglioni che si guarda bene dall'indossare, c'è quel che resta di una spada rotta, e poi una sacca che a fiutarla da vicino, a fiutarla bene, ha ancora il profumo delle mani di Rin.
Si tengono compagnia, lui e la foto, quand'è il momento di dormire. E' come un amuleto che allontana i sogni: sa solo un po' di rimpianto, adesso, con un retrogusto amarognolo di nostalgia.
Non li avrò mai più, si dice, non li potrò avere mai più.
Ma il dolore, quello cocente quanto una lama piantata nello sterno, se lo sono portato via gli anni.

Qualche volta è contento, adesso. Qualche volta sorride e sente di star bene, pienamente, come non gli capitava più dalla morte di Sakumo.
E' un regalo, pensa ogni tanto. E' un regalo, ed è un regalo di Obito.

Proprio accanto al palazzo di Kakashi c'è un malandato negozio di elettrodomestici gestito da un vecchietto che lo saluta tutte le mattine. Un po' più in là, sopra ad una lavanderia automatica di quelle che stanno aperte anche la notte, un'insegna rossa mostra sgangherate lettere luminose. Il forno all'angolo manda un odore di cose calde, farina e sale, che gli risparmia di dover cucinare quando torna da una missione.
Compra un involto di verdure e pregusta già il momento in cui farà colazione mentre cammina, il libro aperto in una mano e il cartoccio nell'altra. Una squadra in partenza passa sopra la sua testa, saltando da un tetto all'altro, diretta alle mura. Il gatto in fondo alla strada cade in un cassone dell'immondizia con un suono di vetri smossi. Qualcuno parla nel negozio di dolciumi del vicolo accanto.
Non è proprio facile isolare tutti quei suoni - rumori di fondo - per poterli ignorarli. Colpa degli AMBU, si dice, che non riesce bene a capire se l'hanno reso semplicemente cauto o anche un po' paranoico. Gli capita di rimpiangere, ogni tanto, i bei vecchi tempi dove non bastava un gatto curioso a metterlo in allarme.
Qualcuno gli viene incontro lungo la strada: mantiene una strana andatura un po' zigzagante, e Kakashi si sposta a sinistra, senza alzare la testa dal libro, per non finirgli addosso; quasi contemporaneamente anche l'altro deve farsi passare per la mente un'intenzione del genere, perché muove un passo distratto che è sfortunatamente speculare al suo, ed a quel punto sono troppo vicini per potersi schivare con disinvoltura.
Kakashi inchioda sul posto, ma l'altro, in un mezzo tentativo goffo di spostarsi all'ultimo momento gli finisce sul piede, calpestandolo, e poi gli si accartoccia addosso.
L'involto di verdure o il libro? Il paradiso della pomiciata non merita di finire ingloriosamente sul selciato, ché tra l'altro ha anche piovuto e rischierebbe di cadere in una pozzanghera. Kakashi molla d'istinto la colazione, allungando la mano ora libera per afferrare la spalla di chi lo ha appena investito.
Questi - uomo? donna - questa, alta per il suo sesso, fissa per un attimo il cartoccio finito per terra ed il suo contenuto, pietosamente sparpagliato sul selciato, prima di cominciare a scusarsi:
- Mi dispiace… Oh, accidenti, era... mh... era il vostro pranzo? Sono desolata! Stavo leggendo questo... - Sventola un corposo fascicolo con la sinistra, minacciando nel gesto di sbatterlo sulla fronte di Kakashi. - … e non ho badato molto a dove mettevo i... sono davvero desolata. Mi spiace terribilmente. Davvero. -
Kakashi vorrebbe aprir bocca e dir qualcosa: non importa andrebbe benissimo, o anche non fa niente, ma ora cinque minuti di silenzio, per cortesia, oppure ti perdono tutto se levi il tuo piede dal mio, quello sarebbe fantastico e opportuno, ma l'occhio gli è appena finito sulla testa, la faccia, di chi ha davanti, e la voce stenta ad uscir fuori.
E' una ragazza. Ha il coprifronte stretto al collo, una massa liscia di capelli nerissimi e un modo di tenere il capo piegato da una parte che è decisamente familiare.
Lei alza la testa, fissandolo finalmente, e sgrana gli occhi:
- Salve, caposquadra! Non ti avevo mica riconosciuto, io! Stai bene, msì? Mi spiace averti fatto cadere la colazione. Sei di passaggio per una missione? - E poi, adocchiando con curiosità il libro che il ragazzo tiene ancora in mano: - Cos'è che leggi di bello? -
- Yoru... - Bene: è riuscito a ritrovare la voce. E' un passo avanti. Si schiarisce la gola, tossicchiando: - … ti seccherebbe levare il piede? -
Gli occhi della ragazza si fanno, se possibile, ancora più spalancati:
- Il pied...? Oh! - Alza la gamba di scatto, rischiando di assestare nel farlo un calcio allo stinco destro di Kakashi. - Scusa tanto, caposquadra! - Ridacchia, trasognata. - Non so proprio dove ho la testa oggi... -
E' dove l'hai avuta ieri, pensa Kakashi con una specie di mugugno interiore, e dove l'avrai domani, e dopodomani: ma poi Yoru alza di nuovo gli occhi e gli rivolge quel sorrisino un po' divertito e parecchio adulto che è proprio come e dove lui lo ricorda, e il mugugno si dissolve.
Sorriderle è più facile.

Non riesce a fare a meno di guardarle i fianchi e giù mentre lei sposta la sedia e si sistema al tavolo, e negli anni - ne deve avere venti, adesso, pensa - è solo che migliorata: curva e snella e slanciata, tutto al posto giusto e nelle giuste dimensioni, e il viso ha ancora quello strano tratto che lo renderebbe adatto anche ad un corpo d'uomo. Non sembra per nulla un uomo, ma sarebbe giusta anche se lo fosse.
E' un'impressione strana.
Kakashi cerca di ricostruire mentalmente come lo scambio iniziale di battute e convenevoli si sia trasformato in un invito a colazione, e non riesce proprio a ricordarsi se sia stato lui o Yoru a proporre la cosa.
Si schiarisce la gola, rassegnandosi ad azzardare una domanda di circostanza:
- Come stai? -
Yoru gli offre la versione più adulta del suo sorriso:
- Sto bene, caposquadra. Anche te stai bene. -
Non suona come una domanda, il che leva a Kakashi l’impiccio di dover rispondere.
- Chiamami per nome, Yoru. -
- Sicuro! - Il sorriso della ragazza si allarga, sperdendosi e facendosi trasognato e ingenuo, mentre un cameriere si accosta a prendere le ordinazioni: - Io vorrei un caffè e una fetta di torta. - Si gira verso Kakashi, interrogandolo allegramente: - A te cosa piace? Qui fanno una torta buonissima con le fragole. Ci mettono un sacco di fragole. Anche un sacco di panna. -
L’immagine nitida che gli si forma nella testa è quella di un cumulo umidiccio di roba lattiginosa e di mollicci pezzi rossi di frutta che ci annegano in mezzo. Si sforza di ignorare la vaga nausea che gli monta dentro al pensiero e il rimpianto per nulla vago del suo cartoccio di pasta e verdura finito ad ammollarsi in una pozzanghera.
- Vorrei solo un caffè, grazie. -
Mentre il cameriere si allontana, Yoru gli sorride maliziosamente:
- Hai paura di ingrassare, Kakashi? -
Ha un modo simpatico di pronunciare il suo nome: allarga tutte le vocali e scivola distrattamente sul suono che lo chiude, più un fruscio che un sibilo, morbido morbido.
- Non mi piacciono molto i dolci. Come sta Kurai? -
- Sta bene, caposquadra. Kakashi. E’ in missione, adesso. -
- E le tue… - Cosa gli aveva detto, di avere due sorelle e un fratello? Solo due sorelle? Una sorella e due fratelli? Miseria! - … i tuoi fratelli? -
La malizia di quel sorriso delizioso si accentua di un soffio:
- Anche le mie sorelline stanno bene, ed anche il più piccolo, grazie. Ce la caviamo. - Yoru appoggia un gomito sul tavolo, posando il mento alla mano: - Adesso, però, abbiamo esaurito i parenti di cui parlare. -
A Kakashi viene di nuovo da sorridere e, mentre lo fa, si accorge che Yoru gli guarda le labbra attraverso la maschera. E’ una cosa che fanno tutti, parlando con lui, forse nel tentativo di capire meglio che forma ha mai quel viso sotto la stoffa: ma, mentre in genere la gente cerca di fissarlo con la coda dell’occhio, per non farsi notare, Yoru lo fa apertamente e candidamente.
- Sei in vacanza, Kakashi? -
- Oggi sono di riposo, sì. Tu? Come mai sei a Konoha? -
Il cameriere torna in quel momento: Kakashi stringe tra le mani la tazza di caffè, senza accennare a berla, e Yoru, dopo avergli rivolto una lunga occhiata curiosa, si china e affonda con entusiasmo il cucchiaio nella fetta di torta.
- E' buona, Kakashi. Sicuro di non volerne neanche un po'? -
Kakashi adocchia la cosa nel piatto. E' bianca. E' flaccida. E' molliccia. Scuote la testa:
- No, grazie. -
- Il prossimo anno le mie sorelline diventano grandi abbastanza per poter entrare in Accademia. - Comincia a spiegare lei, allegra. - Kurai vuole cercarsi un lavoro in ospedale, qui, e prendere una piccola casa: così almeno uno di noi due starà sempre accanto a loro. -
- Tu, invece? -
Yoru alza le spalle:
- Io non sono fatta per Konoha. Non è il mio posto. - Affonda ancora il cucchiaio, chinandosi per osservare con espressione deliziata un grosso pezzo di fragola. - Non sono mai stata un granché come ninja, caposquadra, lo sai: quelli come me vanno bene ai confini e sulle strade, a fare le ronde. Per le missioni, di ninja mediocri ce ne sono già in abbondanza. -
- Avevi una buona tecnica. - Afferma Kakashi, mitemente. - Non eri mediocre, Yoru. -
Lei inclina il capo da una parte, con un'espressione contenta che le rischiara gli occhi:
- Detto da Kakashi Hatake è un gran complimento. -
- Sto dicendoti quel che penso. -
- So che lo pensi: è per questo che è un gran complimento. - Ribatte lei, prontamente. - Non mi sembri in grado di elaborare complimenti di circostanza. Ci vuole tecnica anche con quelli. -
Sorride ancora e Kakashi le guarda il viso - i denti sembrano chicchi di riso bianco tra le labbra rosse, sembrano morbide, le è rimasto uno sbuffo di panna su un angolo e chissà che sapore ha - e pensa che è carina davvero, Yoru, come a sedici anni.
Di bello ha il collo, lungo e bianco, i polsi sottili, il viso che è mobile e che fa da specchio ai suoi pensieri, tutti, ironia, malizia, curiosità, felicità, sono minuscole lucciole che passano dalle labbra agli occhi e si dispiegano nei lineamenti.
Ci rimugina su per un po', su quel collo e su tutto il resto. Ci sta ancora rimuginando quando Yoru adocchia l'orologio fissato a una parete e sussulta:
- Cribbio! Avrei dovuto essere mezz'ora fa dalla parte opposta della città! - Scatta in piedi con una specie di mezzo gemito divertito: - Questa è la volta buona che Kurai si decide a scuoiarmi viva! Kakashi, io... -
- Mi farebbe piacere rivederti. -

L'ha detto?
L'ha detto.
Non riesce a crederci.
L'ha detto.
Ha detto: mi farebbe piacere rivederti.
Con un po' di fortuna Yoru non l'avrà sentito. Distratta com'è, è capacissimo che non si sia nemmeno accorta che lui ha aperto bocca. Altrimenti - Kami, fate che la interpreti come una frase d'occasione... Com'è che si dice in questi casi? Sono felice di averti visto, mi ha fatto piacere rivederti. Ecco: mi ha fatto piacere rivederti, potrebbe essere suonato così.
Neutro, educatissimo e neutro. Soprattutto neutro.
Yoru inclina il capo da una parte, guardandolo, osserva prima le labbra dietro la maschera e poi l'occhio, l'unico scoperto, che affiora sopra il collo alzato e sotto il coprifronte, nella sola striscia di pelle libera che Kakashi si concede sul viso.
- Sicuro. Dove? -
Dove. Dove significa che non l'ha interpretata come una frase di circostanza? O sta chiedendo... gli ha chiesto dove si possono rivedere? E' prevista una sua risposta, immagina Kakashi. Deve risponderle - in qualche modo - e rapidamente, anche.
- Be'... - Dove, dove, dove, dove?
Yoru continua a sorridere e a guardarlo mentre, dietro alla sua compostissima maschera ed alla sua ancor più composta espressione di vacua cortesia, Kakashi si interroga febbrilmente su quel dannato dove. L'attimo di silenzio si protrae, si fa lungo, poi eccessivamente lungo, poi intollerabilmente lungo, e infine la ragazza propone, serenamente:
- Vuoi venire da me? -
Kakashi sgrana gli occhi - l'occhio - con aperta perplessità:
- A Kusa? -
Yoru scoppia a ridere allegramente, di nuovo, scuotendo la testa:
- Anche, se preferisci. Ma ho una camera anche qui, e... non te l'ho detto? Abbiamo preso una stanza in una locanda, io e Kurai. -
Il pensiero di Kurai ha qualcosa, Kakashi se ne rende conto con vaga sorpresa e notevole disappunto, di deludente.
- Sarei contento di salutarlo. -
Spera di essere riuscito a produrre una convincente imitazione di un tono di sincero interesse, ma è disperatamente consapevole di dover essere suonato un po' troppo piatto per poter essere credibile. Non che Kurai gli dispiaccia - non troppo, almeno - ma non è che provi precisamente un acuto desiderio di vederlo, ecco. Non acuto. Neanche vago.
Ma Yoru scuote la testa:
- E' in missione, te l'ho detto... Te l'ho detto, vero? Mi sembrava di avertelo detto. Comunque è in missione. - Cinguetta, trasognata. - Torna tra tre giorni, se vuoi venire tra tre giorni. Altrimenti, puoi venire prima. -
Di nuovo, la ragazza si esibisce nel sorriso che Kakashi preferisce: due dosi di acuta malizia ed una di divertimento, un sorriso da adulta sotto quegli occhi da ingenua distratta.
- Non ti offendere, caposquadra, ma è che non mi sembri tipo da appuntamento a cena fuori e cose così, ecco. -
Kakashi si chiede se sia, effettivamente, il caso di offendersi. Almeno un po'.
Si chiede anche se sia il caso di obiettare. Si domanda se ne valga la pena - lo sforzo - perché ha come l'impressione che Yoru abbia fatto tutto da sola, però c'è quel sorriso edito solo per lui, a suo uso e consumo, e Yoru, insomma, è carina sul serio.
E' davvero più facile, di nuovo, sorriderle.
E basta.





Note

Ringrazio come sempre tutti coloro che seguono questa storia: chi legge, chi la aggiunge tra le seguite o i preferiti e, soprattutto, chi passa e commenta.


Salice: Ma tu devi essere la mia criticona! O_O Se non lo fai tu, chi lo farà, scusa? Il mio frigorifero? le ragazze ninja molto carine... xD Oddio, Sal! A me piace molto di più questo capitolo. Sono in dubbio su quale sia il mio preferito, ma forse è questo: è stato anche il più facile da scrivere, praticamente ha fatto tutto da solo!

slice: Kakashi ha una laurea in Sfigologia applicata, comunque. E' tanto notevole quanto sfigato: ha alle spalle una storia familiare e personale che ti viene voglia di fargli pat pat sulla testa e dirgli "dai, su, che peggio di così non può andare!". Sì, io li ho fatti gemelli praticamente solo per metterli davanti a Kakashi e fargli confrontare la faccia uguale che hanno. xD Grazie mille per i complimenti!

Niggle: Oh, sì, mi ricordo sia di te che della tua recensione! Ti ringrazio moltissimo per il commento: e, in effetti, soprattutto nei primi capitoli Kakashi è una figura piuttosto slavata, non interessante. Forse avrei dovuto affiancargli un personaggio meno "brillante" per farlo risaltare di più! Per quanto riguarda il "te": lo trovo spesso nei testi di tipo colloquiale, soprattutto in alcune regioni italiane, per cui mi è sembrato un buon compromesso tra una forma gradevole e una forma sostanzialmente corretta. Non sei la prima, però, ad osservare che suona un po' fuori linea! Grazie sia per l'apprezzamento che per i suggerimenti! ^^
  
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