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Autore: _LaUra    27/02/2010    1 recensioni
Darleen, Medison e Alice le protagoniste di questa storia. Tutte e tre hanno avuto dei gravi incidenti dai quali si riprenderanno grazie all'aiuto di un bellissimo dottore. Ma il Dottor Nicols chi sceglierà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 CIAO A TUTTI MIEI CARI LETTORI!
SCUSATE TANTO IL RITARDO MA AVEVO RI-PERSO L'ISPIRAZIONE!
MA VABBÈ..
RINGRAZIO Nina95 CHE CONTINUA A SEGUIRE TUTTI I MIEI SCRITTI!
GRAZIE MILLE!
E GRAZIE A TUTTI VOI CHE LEGGETE E METTETE TRA SEGUITE E PREFERITE! GRAZIE DI CUORE!
ED ORA.. BUONA LETTURA!


Alice

Fu un attimo riconoscere la sua figura da lontano.
Ci eravamo dati appuntamento per parlarne, per spiegarci e magari sistemare una volta per tutte la situazione.
Il luogo aveva voluto sceglierlo lui, e in questo modo era riuscito a giocare il suo asso nella manica.
Scelse il romantico ristorante dove ci eravamo scambiati il primo bacio, dove avevamo avuto il nostro primo appuntamento.
Infatti già da lontano quell'edificio color lilla suscitava dentro di me un'esplosione di emozioni diverse, indescrivibili.
Poi, vedere lui fu lo shock che mi risvegliò da quella marea di ricordi in cui stavo affogando.
Bellissimo come lo era sempre stato, i capelli ricci arruffati, la barba leggermente trascurata. Identico a come l'avevo lasciato.
Mi sentii mancare quando iniziarono ad esserci solamente pochi metri a dividerci.
Ci salutammo con un sorriso imbarazzato e poi lo seguii all'interno del locale.
Altro particolare che mi fece sprofondare fu vedere che Eric aveva scelto lo stesso tavolo del nostro primo incontro. Tutto ricordava, tutto era esattamente come quella sera.
" Eccoci qua..." disse quando finalmente entrambi ci sedemmo.
" Già.." mormorai imbarazzata.
" Da cosa cominciamo?" chiese impacciato cercando di rompere il ghiaccio.
" Dalla lettera.." risposi decisa assumendo una sicurezza che non mi apparteneva.
" Si.. la lettera ma, esattamente quale?" mi chiese con un sorriso.
Quelle parole mi fecero ricordare che non c'era stata solo una lettera, ma Eric ne aveva spedite tante e tutte queste avevano ricevuto il mio rifiuto. Non le avevo lette, erano finite nel cestino ed erano state buttate via.
" L'ultima che mi hai mandato.." dissi staccandomi dal ricordo di quei giorni pieni di dolore.
" Posso giurarti, che tutto quello che ti ho scritto è vero.. dalla prima all'ultima parola.." disse cercando di convincermi.
" Non devi assicurarmi nulla.. devi solo dirmi perchè ti sei comportato così.." spiegai con voce priva di emozione.
Eric si lasciò scappare un sospiro.
" Allora.. so che ti può sembrare impossibile ma, tu conosci solo un lato di me.. ti ho lasciato vedere solo un lato della mia personalità, del mio carattere.. io non sono veramente così.." disse scuotendo la testa.
" Scusami Eric, ma io non ti capisco..." dissi stupita dalle sue parole.
" Non sono solamente l'uomo dolce e romantico di cui ti sei innamorata, Alice.. ti ho nascosto una parte del mio carattere, quella che mi caratterizza come insensibile bastardo.." concluse quasi vergognandosi di se stesso.
" E non puoi eliminare questa tua parte? Cancellare questo tuo difetto.." chiesi.
" È come se ti chiedessi di non avere paura delle corde, Alice.. ti sarebbe impossibile.." disse trattenendo una risata, forse al ricordo di quel pomeriggio passato insieme.
" Ora che ci penso, hai ragione.. mi sarebbe impossibile.. e adesso? che hai intenzione di fare?" chiesi arrivando al sodo.
" Voglio ritornare ad averti accanto a me.. per sempre.." disse guardandomi con occhi traboccanti di speranza.
" Anch'io vorrei.. ma, ho paura.." mormorai abbassando lo sguardo.
" Di cosa?" mi chiese alzandomi il mento con un dito.
" Di perderti.." sussurai distrutta da quel terrore che mi scorreva dentro.
Era come una pugnalata al petto vederlo scomparire, sapere che non l'avrei più rivisto, mai più.
" Non permetterò mai al mio carattere di vincere su ciò che voglio davvero.. è già successo una volta ma, non accadrà mai più, te lo prometto.." disse prendendomi le mani.
" Se me lo prometti.." mormorai trattenendo un sorriso sollevato.
Mi baciò delicatamente le labbra e poi rimase ad osservarmi rapito da chissà quale particolare del mio viso da diciassettenne.
" Non posso più tenerlo dentro.." mormorò.
" Cosa?" chiesi.
" Questo.. Ti amo, ti amo Alice.." disse ripetendo quelle due parole per due volte.
Risuonarono nella mia mente miliardi e miliardi di volte prima di uscire nuovamente dalle mie labbra.
" Anch'io ti amo..".

Medison

L'attesa mi stava distruggendo.
Non ne potevo più di stare li, ferma ad aspettare, mentre il mio Josh era sotto i ferri.
" Eccomi, ho fatto prima che potevo!" disse col fiatone Eric.
" Grazie al cielo sei qui! Come è andata?" chiesi andandogli incontro.
" Bene, ci siamo rimessi insieme.. ma non è importante in questo momento, dov'è Josh?" chiese prendendomi la mano.
" Ancora in sala operatoria.." mormorai stanca.
" Perchè non ti siedi e fai una dormita?" mi propose lui.
" No!! Non dormirò finchè non avrò la certezza che Josh stia bene.." urlai istericamente per la stanchezza.
" Come vuoi.." disse lui portandomi verso un gruppo di sedie.
" Cos'è successo di preciso?" mi chiese quando mi calmai.
" Stava andando ad un colloquio di lavoro e ad un incrocio un auto gli è finita addosso.." spiegai in poche parole con voce tremante.
" Chi stava nell'altra auto, sta bene?" chiese guardandomi dolcemente.
" Si, non si è fatto nulla di grave..si è rotto un braccio e fatto qualche graffio.. nulla in confronto a ciò che è successo a Josh.. quell'imbecille deve pagare.." borbottai.
" Su, Josh è forte, vedrai che se la caverà in fretta.." mi consolò Eric.
" Speriamo.." sussurai demoralizzata.
Passarono le ore, Eric stava accanto a me e non mi toglieva gli occhi di dosso un secondo.
Per un pò finsi di dormire per tranquilizzarlo, ma ero troppo agitata per sembrare addormentata e così non passò molto tempo prima che mi "svegliassi".
Verso tardo pomeriggio un'infermiera ci raggiunse con passo svelto.
" Buonasera.. lei è la signorina Woods?" chiese con aria professionale.
" Si.." risposi.
" Suo marito è uscito dalla sala operatoria.. mi segua, l'accompagno alla sua stanza.." disse con tono gentile.
" Grazie.." risposi e poi, seguita dal mio amico, raggiunsi la stanza d'ospedale dove si trovava Josh.
Appena entrai mi stupii di quanti macchinari lo circondassero, la situazione era veramente grave.
Corsi verso il letto facendo attenzione a non inciampare, a non combinare altri danni.
" Sta dormendo.." disse la giovane infermiera prima di uscire dalla stanza.
" Sarà ancora sotto l'effetto dell'anestesia.." mi spiegò da dietro le spalle Eric.
Annuii.
Mi sedetti accanto a Josh e passai così tutta la notte.
Ovviamente Eric se ne dovette andare ma, a mattino inoltrato ritornò, con Alice.
" Ehi.." disse stringendomi a sè appena mi vide.
" Ciao.." disse imbarazzata l'adolescente.
" Ciao Alice.." risposi sentendomi a mia volta a disagio.
" Si è svegliato?" chiese Eric.
" Si, stamattina all'alba.." risposi.
" Ti ha parlato?" domandò di nuovo.
" Mi ha detto di stare tranquilla.. ma, come faccio a stare tranquilla quando è messo... così!" dissi scoppiando a piangere.
Alice mi guardava con occhi colmi di dispiacere, erano occhi sinceri.
" Vedrai che si rimetterà.." disse accarezzandomi una spalla.
" Grazie di essere venuta.." le dissi abbracciandola.
La presi alla sprovvista perchè a quel gesto lei sussultò.
" Med.." mormorò con difficoltà Josh dal letto.
" Josh! Sono qui!" risposi pronta correndogli incontro.
" Come stai?" chiese Eric.
Josh mosse lentamente la testa facendo un movimento che voleva significare " così, così..".
Eric annuì.
" Vado a chiamare un dottore.." disse Alice sparendo subito dalla mia vista.
" Ti serve qualcosa Josh?" chiesi preoccupata.
Il mio compagno fece cenno di no con la testa.
Era confortante vedere che capiva ciò che gli dicevo e rispondeva anche se a fatica.
" Buongiorno.." disse con voce rauca un dottore entrando.
Mi strinse la mano e si presentò.
" Salve signorina, sono il dottor Martins..".
Fece cenno a tutti di uscire e noi eseguimmo i suoi ordini.
Dopo qualche minuto il dottore uscì e mi raggiunse.
" Il suo compagno sta reagendo bene, signorina.. ovviamente dovrà passare qualche settimana qui in ospedale, ma poi sarà pronto per uscire.." disse con il suo tono più gentile il burbero dottore.
" La ringrazio.." risposi prima che se ne andasse.
Quando fummo soli lasciai scappare un sospiro di sollievo, Josh si sarebbe presto rimesso, in fondo non era stato un'incidente poi così grave.





  
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