Ciao! Scusate il ritardo! Ci ho messo un po’ a
postare questo capitolo perché sono stata impegnata. Però è già quasi pronto
anche il prossimo capitolo, e tra poco la storia si riallaccerà all’originale…
(aiuto nd me). Beh, vi lascio al capitolo! Ciaooo!
Capitolo 4
Quella sera, Niniel parlò con suo fratello. Narith
era arrabbiato, non riusciva a capire perché la sorella si fosse comportata in
quel modo, aggredendo sia lui che Boromir. Quando però lei gli spiegò il motivo
per cui se l’era presa così, Narith non poté fare a meno di comprendere la
preoccupazione di Niniel.
« Devi stare tranquilla! Lo sai che ho la pelle
dura! Non mi faccio fregare facilmente. »
« Narith, la guerra è guerra! »
« Ti preoccupi troppo sorellina! »
« E tu la prendi troppo alla leggera! »
Narith si fece improvvisamente serio: « Sai che non
scherzo su certe cose e soprattutto non le sottovaluto. E poi sapevamo tutti
che alla fine sarebbe successo: quando la guerra sarebbe arrivata mi avrebbero
in ogni caso chiamato a combattere e, senza preparazione, sarei stato di sicuro
molto più svantaggiato di così. Dobbiamo solo ringraziare Boromir per essersi
reso disponibile ad insegnarmi, nonostante tutti gli impegni che ha già! »
« Già, Boromir. » disse piatta Niniel, facendo
scoppiare a ridere Narith.
« Non lo sopporti proprio, eh? Anche lui se n’è
accorto! Oggi, quando tu ed Earine siete entrate in casa, mi ha detto che ha
l’impressione di non starti molto simpatico. »
« Non è duro di comprendonio come pensavo allora!
Alla fine l’ ha capita anche lui! »
« Niniel, sei tremenda… » esclamò Narith guardandola male « Boromir non è come pensi tu! Può apparire antipatico e pieno di sé, ma se lo conosci meglio non è così! E sai cosa ti dico? Dopo come l’ hai trattato dovresti anche chiedergli scusa! »
La ragazza lo guardò scettica, ma non disse niente.
La mattina seguente, Niniel uscì di casa di buon ora
e, prima di recarsi in cucina, fece quattro passi per la città. Tutto questo la
aiutava quando aveva qualche pensiero per la testa che non la lasciava
tranquilla e, quella mattina, ne aveva molti.
Il cielo si stava schiarendo, segno dell’alba
imminente, ma era da settimane ormai che non era più il sole a svegliare i
cittadini di Minas Tirith facendo capolino da oriente, si trattava invece di
un’opprimente oscurità che cresceva sempre più e che dalla Terra di Mordor si
spingeva più avanti di giorno in giorno, come monito della presenza dell’Oscuro
Signore.
Niniel si fermò un attimo ad osservare verso est e
un brivido le percorse la schiena: di fronte a quell’Oscurità anche i più
forti, anche i più saggi non potevano rimanere indifferenti. Distolse in fretta
lo sguardo, e iniziò a sentire il cuore che accelerava i battiti. L’Oscurità le
aveva sempre fatto paura. Si voltò di scatto, a testa bassa, e fece qualche
passo deciso, prima di svoltare un angolo e andare a sbattere contro qualcosa
che, fino a poco prima, non si trovava sul suo cammino.
« Buon giorno! » si sentì salutare, e la voce, che
l’aveva appena salutata, era proprio l’unica che non avrebbe voluto sentire.
Alzò lo sguardo incerta, ancora intimidita
dall’Oscurità che aveva osservato fino a qualche istante prima.
« Buon giorno. » rispose piatta.
« Pensavo che non mi avresti più rivolto nemmeno il
saluto. »
« Non posso permettermi il lusso di non salutarvi
più, altrimenti i miei genitori ed Earine andrebbero avanti all’infinito a
dirmi che non è quello il comportamento da tenere nei confronti del figlio del
Sovrintendente! »
« Sempre la risposta pronta eh? » commentò Boromir
serio.
« Ve l’ ho già spiegato: dico semplicemente ciò che
penso. E ora, se volete sbattermi fuori dalle vostre cucine, fate pure. L’unica
cosa che vi chiedo è di permettere ai miei genitori di continuare a lavorare.
Loro non centrano nulla con le mie idee. »
« Non ho alcuna intenzione di mandarvi via. » fu la
risposta. Niniel rimase interdetta.
« Pensavo che dopo come mi sono comportata ieri, e
dopo come vi ho trattato mi avreste impedito di continuare a lavorare per voi.
»
« Avevi di sicuro le tue ragioni per dirmi ciò che
hai detto. Giuste o sbagliate che siano, di sicuro ci sono. »
« Io… vi ringrazio. » Boromir rispose con una
leggera alzata di spalle, continuando ad avere un’espressione molto seria.
« Buona giornata. » disse poi lui in tono piatto, e
fece per andarsene, ma Niniel lo bloccò.
« Aspettate! Posso parlarvi un attimo? »
“Maledizione, ma cosa mi pende? Perché l’ ho
fermato?” pensò lei subito dopo.
Boromir si girò nuovamente verso la ragazza,
guardandola stranito.
« Hai appena detto che mi rivolgi il saluto solo per
non dover sopportare le lamentele dei tuoi e di Earine e adesso chiedi di
parlare con me? »
Il fatto che Boromir le avesse permesso di
continuare a lavorare nelle cucine l’aveva colpita, e le aveva fatto tornare in
mente le ultime parole che le aveva detto Narith la sera precedente: “Boromir
non è come pensi tu! Può apparire antipatico e pieno di sé, ma se lo conosci
meglio non è così! E sai cosa ti dico? Dopo come l’ hai trattato dovresti anche
chiedergli scusa!”. Forse suo fratello non aveva poi tutti i torti…
« Beh, ho detto che vi toglierei volentieri il
saluto, non che non vi voglio più parlare… » disse lei con un sorrisino
imbarazzato.
« Alla fine la aggiusti sempre come vuoi tu… Ti va
se ci sediamo là? » propose lui indicando un piccolo muretto.
Così, i due si sistemarono tranquillamente sul muro
che recintava una casa.
« Quindi? » domandò subito Boromir.
« Quindi? » chiese Niniel.
« Non mi dovevi parlare? »
« Ah, sì… ecco… » chiedere scusa non è mai semplice,
figuriamoci poi, se la persona a cui bisogna chiedere scusa, è il figlio del
Sovrintendente, dopo averlo accusato di insegnare a combattere al proprio
fratello solo per un suo secondo fine.
« Mi sono accorta che effettivamente ieri sera ho
esagerato a dirvi ciò che ho detto. Per questo volevo domandarvi scusa. »
« Guarda che non ti devi preoccupare. Ti ho già
detto che non ho intenzione di farti perdere il lavoro. Non c’è bisogno che ti
scusi. »
« Infatti non lo faccio perché ho paura di perdere
il lavoro! Cosa credete? Se avessi avuto motivo di continuare la scenata che vi
ho fatto ieri, avrei continuato senza problemi! Infischiandomene del fatto che
avreste potuto farmi perdere il lavoro. »
Boromir la squadrò in modo strano, mantenendo
ancora, però, l’espressione seria di prima.
« Siete anche voi un fratello maggiore, giusto? »
continuò lei. Lui annuì. « L’idea che Narith scenda in guerra non mi piace. Non
voglio pensare che potrebbe accadergli qualcosa di brutto, ma purtroppo in
guerra è così. » Niniel continuò a parlare fissando per terra « Ho sempre
saputo che uno dei desideri di mio fratello era quello di imparare a combattere
per affrontare la guerra che arriverà, e da un lato lo ammiro, ma dall’altro
non posso fare a meno di essere preoccupata per lui. Quando sapete che vostro
fratello Faramir sta combattendo contro gli Orchi, e voi non potete essere lì
ad aiutarlo come vi sentite? » gli domandò poi guardandolo fisso negli occhi.
« Io… » Boromir esitò un attimo. Non era abituato ad
esprimere così i suoi sentimenti « Io, sono molto preoccupato quando io e
Faramir combattiamo separati e non posso essere lì a dargli una mano, o a
proteggerlo se ne ha bisogno. »
« Appunto! Ecco perché io ieri ho reagito così e vi
ho trattato male. Perché non posso nemmeno pensare che a mio fratello capiti
qualcosa di male! E non avrei mai voluto che decidesse di combattere, ma come
avete detto voi ieri, Narith ha 24 anni, ed è libero di scegliere lui ciò che
desidera fare. Per questo vi ho chiesto scusa. Non per secondi fini, ma perché
ho capito di aver esagerato io ieri. »
« Mi chiedi scusa solo per la scenata o anche per
quello che mi hai detto? » domandò lui. Niniel lo fissò con aria interrogativa,
senza capire cosa volesse dire.
« Credi davvero che non mi interessa nulla della
popolazione? » domandò Boromir.
« Oh, per quello potrei sempre cambiare idea… »
« Lo credi davvero dunque? »
« Dipende tutto da voi. Ora scusatemi, devo andare
in cucina, altrimenti chi vi prepara la colazione? » detto questo la ragazza si
alzò, chinò leggermente il capo in segno di saluto e si recò al lavoro.
Boromir rimase lì per alcuni minuti, per metà
perplesso e metà divertito. Poi si alzò dal muretto e si incamminò verso la
sala da pranzo.
« No, non ci posso credere… vuoi dire che gli hai
davvero chiesto scusa?! »
« Oh, insomma Earine! Quando gli rovescio un secchio
d’acqua addosso e non gli chiedo scusa non ci credi, e adesso che gli chiedo
scusa per come mi sono comportata non ci credi lo stesso! »
« A dir la verità ho creduto subito quando mi hai
detto di avergli rovesciato addosso un secchio d’acqua per poi scappare… faccio
più fatica a credere che tu gli abbia chiesto scusa! »
« Grazie per la fiducia! » esclamò Niniel
indispettita, mentre con l’amica si riposava sedendo fuori dalla cucina « E per
la precisione, quando gli ho rovesciato addosso l’acqua non sono scappata! »
« Certo, certo… » le rispose l’altra soprappensiero
« In effetti, ieri sera, quando avete litigato, mi sembrava giù di morale, ma
stamattina a colazione era molto su di giri… »
« Ma chi? »
« Boromir! E chi altrimenti? »
« E dimmi un po’… » le chiese Niniel « Spiegami
perché avrebbe dovuto essere giù di morale per aver litigato con me? E poi su
di morale perché io gli ho chiesto scusa! »
« Ah, non lo so… » Earine la guardò con aria furba.
« Mi auguro che tu non ti stia facendo passare
strane idee per la testa! »
« Strane idee? Non capisco cosa intendi! » rispose
l’altra vaga.
« Niniel, puoi venire ad aiutarmi? Devo portare tre
secchi d’acqua in cucina. » la chiamò la madre
« Arrivo! Ci vediamo dopo Earine, e non farti venire
strane idee… »
« Io?! Ma cosa ti viene in mente? » le disse l’altra
strizzandole l’occhio.
« Speriamo solo che il pozzo non sia completamente
vuoto! Altrimenti ci toccherà girare tutti i pozzi di questa zona per trovarne
uno in cui ci sia un po’ di acqua! » reclamò Erith.
« Sempre se non ci toccherà scendere al livello di
sotto… » aggiunse la figlia.
« Speriamo di no! Manca poco a mezzogiorno, se
dobbiamo anche scendere a cercare acqua negli altri livelli della città non
riusciremo a preparare il pranzo in tempo! »
« C’è da ringraziare i nostri cari Sovrintendenti… »
infierì nuovamente Niniel.
« Dovresti smetterla di pendertela con loro! » la
riprese la madre « Stanno cercando di fare tutto il possibile per proteggere la
popolazione! »
« Certo! Dovrebbero tener presente, però, che anche
la popolazione ha bisogno di mangiare e bere, non solo loro! »
Finalmente giunsero al pozzo, e Niniel calò il
secchio. Stranamente, già dopo averlo calato per pochi metri, lo sentì pesante,
segno che era colmo d’acqua.
« Ma cosa… » esclamò tirando su il secchio.
« Qualcuno ha riempito il pozzo! » dichiarò la madre
con la stessa espressione della figlia dipinta sul volto.
« Sì, ma chi? Noi l’altro giorno non eravamo
arrivati a riempire fin quassù! »
« Piaciuta la sorpresa? » una voce riscosse Erith e
Niniel, che stavano ancora fissando il pozzo con aria stralunata.
« TU?! Cioè, VOI?! » fu l’unica cosa che riuscì a
dire la ragazza, quando si accorse che Boromir si stava dirigendo verso di
loro.
« Allora? Piaciuta la sorpresa? » domandò ancora lui
« Questa mattina ho chiesto ai soldati che non erano di turno di aiutarci a
riempire i pozzi. Abbiamo quasi finito! »
« Ma come… » Niniel era rimasta senza parole. Strano
per un tipo come lei.
« Mio signore! Non sappiamo come ringraziarvi!
Temevamo già di non riuscire a prepararvi il pranzo in tempo! » intervenne
Erith, in soccorso alla figlia che guardava Boromir con gli occhi sgranati.
« Non dovete ringraziare me, ma vostra figlia! Se
non fosse stato per un paio di cose che mi ha fatto notare ieri pomeriggio,
molto probabilmente oggi non sarei qui a riempire i pozzi! »
La donna lanciò a Niniel uno sguardo interrogativo e
in parte anche preoccupato. Sapeva quali erano i modi che usava la figlia per
trattare certi argomenti, e ciò che la preoccupava era che Niniel si fosse
comportata sgarbatamente con Boromir. A quanto pareva dal comportamento
dell’uomo, però, non doveva essere stato così…
Come risposta, la ragazza alzò le spalle come suo
solito e spostò lo sguardo.
« Beh, ora se non vi spiace dovremmo tornare in
cucina per il pranzo! Vi ringrazio ancora infinitamente per la vostra
gentilezza e l’interesse che dimostrate per il vostro popolo! » così, la donna
chinò il capo e, preso un secchio, s’incamminò verso il luogo di lavoro.
« Arrivo subito mamma! » le disse Niniel, poi si
voltò verso Boromir « Spero che l’abbiate fatto col cuore e non solo per
dimostrarmi che vi interessa la popolazione di Minas Tirith. »
« Uff, quanto sei difficile! » scherzò lui « Per
dirti la verità, ho pensato tutta la notte a ciò che mi hai detto ieri. Mi sono
reso conto che oltre a combattere, non mi sono mai impegnato, come Faramir, per
aiutare in modo concreto la popolazione. Poi dopo la nostra conversazione di
stamattina ho pensato di riempire i pozzi, e ho chiesto a tutti i soldati
disponibili di aiutarmi. In questo modo abbiamo svolto il lavoro molto in
fretta. »
Niniel lo guardava scettica:
« O l’ avete fatto solo per dimostrarmi che avevo
torto? »
«
Se per dimostrarti che avevi torto, avessi dovuto perdere tutta una mattinata,
beh, non mi sarebbe nemmeno passato per la testa! L’ ho fatto perché ritenevo
giusto farlo. E se non ci credi non mi importa. Ciò che mi interessava era
aiutare in qualche modo la popolazione. »
« Umh… posso crederci… » commentò lei.
« Come sarebbe a dire “Posso crederci”? » reclamò
Boromir.
« Beh, siete pur sempre fratello di Faramir. Non
potete essere tanto diversi! »
« Grazie per la fiducia! »
Niniel scoppiò a ridere:
« Vi ho appena detto che ci credo! Ora scusate ma
devo scappare… Vi ricordo che qui… »
« Quella che mi prepara il pranzo sei tu! Certo, non
lo dimentico mica! Non potrei mai dimenticarlo, dopo certi casini che mi hai
combinato! »
« Che cosa volete dire? » Niniel lo guardò
malissimo. Ora fu Boromir a scoppiare a ridere.
« In realtà volevo dire, che non potrei mai
dimenticarlo, cucini troppo bene perché io possa scordarmi che in cucina ci
lavori tu! »
« Ok, così va un po’ meglio… Ora scappo davvero o
mia mamma mi darà per dispersa… » la ragazza sollevò i due secchi colmi d’acqua
e rischiò di rovesciarli.
« Vuoi una mano? »
« No, meglio di no… quando ho un secchio d’acqua in
mano e mi trovo vicina a voi, finisce sempre che lo rovescio e poi devo tornare
indietro a riempirlo di nuovo! »
« Dunque la colpa sarebbe mia? Se non sbaglio
l’altro giorno, quando hai lavato Earine, c’era Faramir con te, non io! »
«Beh, sarà la vostra famiglia che mi fa questo
effetto! » disse lei con un sorrisino « Grazie per i pozzi, e buon appetito per
dopo! » tagliò corto la ragazza, quindi prese i secchi e tornò in cucina.
Era cambiato qualcosa da quella mattina. Non avrebbe
saputo dire cosa, ma da quando era uscita all’alba per fare due passi e
rimettere un po’ di ordine nella testa, ora si sentiva più sollevata.
« Mamma ho finito con l’arrosto! »
« Mettilo sul piatto di portata e poi dallo a
Earine! Ah, Niniel! Cos’è successo ieri con Boromir? »
La ragazza fece una faccia strana, lanciando poi
un’occhiata all’amica che era appena entrata in cucina per prendere l’arrosto
da servire a Denethor e ai suoi figli.
« Niente, gli ho solo detto che non c’era più acqua
a sufficienza nei pozzi… »
« E gliel’ hai detto così o in altri modi non
propriamente garbati? »
« Vuoi dire che io solitamente non sono garbata? »
le rispose Niniel con un’espressione da finta santa disegnata sul volto.
« C’ero anch’io con Niniel quando ha parlato con
Boromir, e posso assicurarti che si è rivolta a lui in modo civile! » mentì
Earine.
« Per fortuna, temevo già il peggio! » esclamò Erith
mentre si allontanava. Niniel alzò gli occhi al cielo.
« Come ha fatto a sapere quello che è successo ieri?
»
« Earine, tieniti forte! Sto per raccontarti una
storia che ha dell’incredibile! » così, Niniel le raccontò tutta la faccenda
dei pozzi.
« Si può sapere cos’ hai da ridere? » reclamò Niniel,
appena ebbe terminato di riferirle l’accaduto.
« Non posso credere che tu abbia accusato la sua
famiglia di essere la causa della tua distrazione! » spiegò l’altra piegata in
due dal ridere « E lui non se l’è nemmeno presa! Ah, lo sapevo! Hai fatto colpo!
»
« PRIMO! » urlò Niniel « Smettila di dire scemate! E
secondo… non urlare! Se ti sentono i miei sono morta! »
« Allora è vero che hai fatto colpo! Se vuoi
nascondere ai tuoi questa cosa vuol dire che è vero! »
« Earine… piantala! E poi l’arrosto si raffredda,
muoviti a portarglielo! »
« Che carina, ti preoccupi anche che non mangi il
pranzo freddo! » la canzonò l’altra.
«
Muoviti… io e te facciamo i conti dopo quando saremo da sole… » commentò Niniel
a denti stretti.
Un grazie enorme a tutti quelli che leggono la storia, e anche a BebynaD per averla aggiunta tra le preferite!
Ora le recensioni…
Elfa: Ciao! Lo so… il prologo mi è venuto corto, ma i capitoli successivi sono più lunghi! Sono contenta che la storia ti piaccia! L’idea della cuoca mi è venuta mentre cucinavo… quindi diciamo che nella storia qualcosa di vero c’è… ovvero tutte le volte che Niniel fa qualche disastro in cucina c’è un fondo di verità (me fischietta guardando il cielo) Spero che continuerai a seguire la storia! Ciao!!
Evening_star: eh sì… credo proprio che sia amore vero!! ^^ Speriamo però che Niniel si sbrighi a rendersene conto! Il prossimo capitolo sarà più lungo dei precedenti e fra poco la storia si ricollegherà a quella originale… questo mi preoccupa abbastanza… ci sentiamo presto! Ciaoooo!