Chapter
One
Cedric
-
Va tutto bene? – chiese Eric, avvicinandosi a Keith che, appoggiato al muro,
guardava fuori dalla finestra. Fuori era tutto bianco. Dal cielo continuavano a
scendere fiocchi di neve e cielo e terra sembravano un tutt’uno.
Il
ragazzo era completamente perso nella contemplazione e nei suoi pensieri, quindi
sobbalzò un attimo quando sentì la sua voce.
-
Oh, ciao Eric. – gli disse, non avendo sentito la sua domanda – Dicevi qualcosa?
– chiese infatti.
-
Ti chiedevo se stavi bene…- rispose Eric, posandogli una mano sulla spalla
coperta da un maglione di lana rossa che aderiva perfettamente al suo
corpo.
Keith
aveva un gusto impeccabile per i vestiti e un fisico da modello. Lui in effetti
lavorava in quel mondo e più di una volta gli avevano chiesto di posare, ma
Keith preferiva di gran lunga stare dietro l’obbiettivo. Era un fotografo e lavorava per molti
giornali di moda e siti internet, anche se in passato si era anche dedicato a
mostre private.
Era
così che aveva conosciuto Benjamin.
Il
ragazzo aveva bisogno di soldi così aveva deciso di fare qualche foto per un
catalogo per abiti sportivi.
Keith
aveva dovuto aiutarlo molto per metterlo a proprio agio con la macchina
fotografica.
Non
si era arreso subito perché aveva capito il suo potenziale. O forse, più
semplicemente, si era già preso una bella cotta per quel
ragazzino.
Ma
Benjamin era un ragazzo difficile, forse lo era anche tutt’ora. Aveva avuto una
situazione familiare disastrata. I suoi genitori non si erano mai occupati di
lui, entrambi troppo presi dai loro problemi, e se era riuscito a crescere era
stato solo grazie a sua nonna che lo aveva accolto in casa sua, dandogli un po’
di amore.
Aveva
vissuto allo sbando dopo la sua morte. Si sarebbe potuto dire che Keith lo aveva
salvato, ma a Ben non piacevano quelle cose da telefilm, quindi lui diceva
soltanto che Keith gli aveva dato un posto dove stare e il sesso
assicurato.
-
Sto bene Eric, non preoccuparti. – rispose, tornando a guardare fuori dalla
finestra.
Eric
allora gli porse la tazza di cioccolata che il ragazzo accettò ben volentieri,
per riscaldarsi le ossa, sotto lo sguardo scrutatore
dell’amico.
-
Perché non ne parli con Ben? – chiese poi, sottovoce.
Keith
lo guardò sorpreso, per un attimo, poi sospirò e abbassò la testa, affondando il
naso nella tazza per bearsi del calore e del profumo buonissimo della
cioccolata.
-
Cosa dovrei dirgli, eh? Capisco che non è abituato alle dimostrazioni di
affetto, ma io in due anni non sono riuscito a cambiare nulla. Inizio a pensare
che sta con me solo per avere una casa. – disse, mentre osservava il liquido
scuro nella tazza che gli scaldava le mani fredde.
-
Oh, avanti, questo non è vero! E lo sai benissimo. Solo che non riesce ad
esprimere i suoi sentimenti. Col tempo le cose miglioreranno. – gli assicurò
Eric, prontamente.
Certo
lui con Alex non aveva questo genere di problemi, forse ce l’aveva lui stesso.
Alex,
il suo ragazzo, aveva circa dodici anni meno di lui.
Eric
aveva quasi 35 anni, mentre Alex 23 appena compiuti.
Alex
era ancora un bambino, per certi aspetti. Gli piaceva usare nomignoli come
“amore”, “tesoro”, “cucciolo” o cose simili. Amava fare regali per ogni
ricorrenza, non ne dimenticava mai una, ed era tipo da coccole. Eric adorava
quando si stringeva a lui come in cerca di protezione.
Lui
inece, all’inizio, era stato un po’ freddo, ma si era sciolto con il tempo,
proprio come aveva detto a Keith.
Anche
perché con Alex era impossibile essere freddo per troppo
tempo.
-
Dio, mi sento un’idiota. Ho quasi trent’anni Eric, e cerco da lui dimostrazioni d’affetto, come se fossi un cazzo di adolescente
innamorato. È patetico. – sussurrò Keith, passandosi una mano tra i capelli neri
e corti.
-
No, non è affatto patetico Keith. È
una cosa del tutto normale! Insomma Keith, guardami! Vado per i quaranta e sto
con un ragazzo di dodici anni più giovane di me eppure inizio di merda la mia
giornata se, appena alzato, Alex non mi da il bacio del buongiorno. Questo
è patetico! – esclamò, ma aveva un sorriso sul volto. Non prendeva
più queste cose troppo sul serio, o almeno non come invece faceva all’inizio
della loro relazione, circa quattro anni prima.
Anche
Keith non poté fare a meno di ridacchiare e Eric fu felice del fatto di essere
riuscito a tirarlo su di morale.
Gli
toccò una spalla – Dai, vieni di la con noi. Abbiamo acceso la stufa. – gli
disse, tirandolo poi per il polso.
Uscirono
dalla camera da letto in cui si trovavano, quella che avevano preso Keith e Ben,
e andarono verso la sala.
Uscendo
nessuno dei due si accorse di Benjamin, appoggiato al muro, fuori dalla
stanza.
-
Mettiamo un po’ di musica, ragazzi? – chiese Cedric, dopo aver finito la sua
seconda tazza di cioccolata calda.
La
sala comune ora era decisamente più calda, dopo che aveva avuto la buona idea di
bruciare un po’ di legna nella vecchia stufa in ghisa che si trovava nello
chalet.
-
Musica? – chiese Alex, seduto accanto a Cedric e Davy su uno dei divani.
Si
era cambiato ed ora indossava un jeans e un maglione di lana pesante, con un
sciarpetta nera intorno al collo.
-
Si. Ha insistito per portare uno stereo di quello con le pile. – rispose Davy,
scuotendo la testa ma guardando il suo ragazzo, ancora stretto a lui, con un
sorriso.
Alex
allora balzò in piedi – Si, che bello! Dov’è? Lo vado a prendere! – esclamò,
eccitato.
In
quel momento vide Eric e Keith tornare nella sala.
-
Prendere cosa? – chiese il suo ragazzo, mentre Keith andava a sedersi su una
poltrona singola e continuava a bere la sua cioccolata. Sembrava avere la testa
altrove.
-
Cedric ha portato lo stereo! – rispose Alex, andando a circondare la vita del
suo ragazzo con le braccia.
Eric
era notevolmente più alto di lui e la sua testa arrivava proprio al petto.
L’uomo ridacchiò e gli posò una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli che
comunque non aveva pettinato da quando si era alzato.
-
Almeno passiamo un po’ il tempo. – disse, alzando la testa per trovare già gli
occhi verdi di Eric abbassati su di lui.
-
Si dai! È in camera mia e di Davy, vicino alle valigie. – gli disse Cedric,
sorridendo.
Allora
il ragazzino si staccò dall’uomo e si allontanò verso le camere da
letto.
Eric
scosse la testa, prima di andarsi a sedere anche lui sul divano
vuoto.
Keith
nel frattempo si guardava intorno in cerca di Ben, ma non lo
trovò.
-
Dov’è Ben? – chiese infatti, guardando Cedric e Davy.
-
Poco fa ha detto che andava in bagno. – rispose Davy e allora il fotografo si
alzò, lasciando la sua tazza sul mobile di legno accostato al muro, e imboccò il
corridoio su cui si trovavano le camere da letto, e in fondo il
bagno.
Andò
a bussare alla porta del bagno, dopo essere passato davanti alla camera in cui
Alex cercava ancora lo stereo di Cedric.
-
Ben? Va tutto bene? – gli chiese, accostando l’orecchio alla
porta.
La
risposta gli arrivò dopo qualche lungo secondo.
-
Si, va tutto benissimo. Torna dagli altri. – gli disse Ben, con tono
tagliente.
Keith
infatti si ritirò un attimo, sorpreso. Ma non fece come il ragazzo gli aveva
detto.
-
Ben…aprimi. – disse, con tono quasi un po’
autoritario.
Altri
secondi di silenzio dall’altra parte della porta, ma poi la serratura scattò e
la porta si accostò. Keith entrò, prima affacciandosi solo con la
testa.
Ben
era davanti allo specchio, si asciugava le mani con l’asciugamano e aveva il
viso contratto.
C’era
qualcosa di strano in lui. O almeno, più strano del
solito.
-
Ehi pi…- si interrupe, quando si rese conto di starlo per chiamare con uno di
quei nomignoli che Ben odiava. Ricordava la prima volta che lo aveva usato.
“Io
non sono piccolo! Non chiamarmi così!” gli
aveva urlato.
Ma
cosa poteva farci Keith se Ben gli faceva così tenerezza, a volte?
Se
avesse detto una cosa del genere a Cedric, molto probabilmente, il biondino gli
avrebbe dato del pazzo sclerato. Ben tenero? Nah!
-
…che succede? – disse allora, semplicemente, entrando nella stanza e chiudendosi
la porta alle spalle.
Ben
sospirò – Niente Keith! Non succede nulla! Mi sto solo lavando le mani! –
esclamò, innervosito, senza neanche guardarlo.
Allora,
di conseguenza, si innervosì anche Keith che di voglia di farsi rispondere male
dal ragazzo non ne aveva.
-
Beh, cazzo, scusa se mi preoccupo per te ogni tanto, eh! Vaffanculo allora! –
disse, mentre sentiva un groppo formarsi all’altezza del
petto.
Non
aspettò neanche che Ben rispondesse, forse non l’avrebbe neanche fatto, e fece
dietro front, uscendo dal bagno e sbattendo anche la
porta.
Ben
chiuse forte gli occhi istintivamente quando Keith sbatté la porta.
Alzò
gli occhi sul suo riflesso nello specchio e si diede dell’idiota.
Perché
diavolo si comportava in quel modo? Perché lo faceva con Keith che era l’unica
persona nella sua vita, dopo sua nonna, che lo aveva amato e aveva tentato di
proteggerlo?
Doveva
convincersi del fatto che Keith non lo avrebbe abbandonato, oppure che lo
avrebbe fatto se avesse continuato a comportarsi in quel
modo.
Aprì
l’acqua, anche se sapeva che dal rubinetto usciva solo acqua
ghiacciata.
Davy,
la mattina presto, aveva riscaldato un po’ d’acqua sul fuoco per poterla usare
per lavarsi senza rischiare di congelare.
Ma
non se ne curò e si sciacquò la faccia, sentendo dei brividi di freddo
percorrergli la schiena quando l’acqua incontrò la sua pelle
tiepida.
Uscito
dal bagno Keith sentì la musica movimentata proveniente dalla
sala.
Fece
per percorrere velocemente il corridoio, ma si fermò prima di farsi vedere
dargli altri.
Fece
un profondo respiro, anche per sciogliere quel nodo, e poi entrò nella
sala.
Trovò
Alex e Cedric in mezzo alla sala, con solo le calze di spugna sul tappeto che li
proteggeva dal freddo pavimento, a ballare come scalmanati, ridendo.
Si
stavano divertendo e anche lui non poté fare a meno di sorridere, vedendo Cedric
che si atteggiava e Alex cercava di fare il sexy strusciandosi su di
lui.
Si
andò a sedere accanto ad Eric che rideva e scuoteva la testa mentre osservava i
due ragazzi ballare ma anche lo sguardo torvo di Davy.
Cedric
gli aveva chiesto di ballare, ma il suo ragazzo non ne aveva voluto sapere e
allora lo aveva chiesto ad Alex che invece aveva accettato con entusiasmo. Ed
ora doveva stare li a sopportare il ragazzino strusciarsi sul suo ragazzo.
Alex
ad un certo punto si mise di spalle a Cedric, e iniziò a scendere giù,
sinuosamente, sfregando la sua schiena sul petto magro del biondo, come un
gatto.
Quello
fu troppo per Davy che scattò in piedi e tirò dietro Cedric, prendendolo tra le
braccia.
Eric
e Keith scoppiarono a ridere sonoramente, così come Alex che si aspettava quella
reazione da parte del ragazzo di Cedric, e che lo aveva fatto anche un po’
apposta.
Infondo
tutti sapevano dell’eccessiva gelosia di Davy.
-
Davy! – si lamentò invece Cedric – Stavamo ballando! –
Davy
non rispose ma si rimise seduto sul divano, portandosi insieme Cedric che,
sapendo come era fatto il suo ragazzo, si limitò a sospirare nascondendo un
sorrisino nel braccio che Davy aveva ancora intorno al suo
collo.
In
quel momento Ben entrò nella sala, attirando immediatamente su di lui le
occhiate di tutti, tranne quella di Keith, che lo ignorò alla
grande.
Il
ragazzino si mise seduto su una poltrona, sfilandosi le scarpe e tirandosi le
gambe al petto.
Aveva
ancora i brividi di freddo, ma iniziava a sentirsi meglio dato che quella stanza
era più calda grazie alla stufa accesa.
Non
disse niente, e non ricambiò lo sguardo di nessuno.
Nel
frattempo la canzone cambiò facendo partire quella di Cher, Do You Belive in
life after love?, e subito si sentì il commento sentito di
Cedric.
-
Oh mio Dio! Quasi dimenticavo di aver messo questa canzone nella compilation! –
esclamò, cercando di liberarsi dalla presa ferrea di
Davy.
Voleva
ballarla.
-
Davy, ballala con me. Amo questa canzone! Mi scatena un sacco di ricordi. -
Alex
era già in mezzo a ballare e cercava di tirare Eric su dal divano. Ovviamente
lui non ne voleva sapere di alzarsi, ma alla fine vide Keith alzarsi e accolse
la sua richiesta di ballare, smettendo di tampinare il suo ragazzo.
Anche
Davy alla fine si alzò, costretto dal biondino e iniziarono tutti a ballare.
Li
unici che rimasero seduti furono Ben, che aveva lo sguardo fisso su Keith che
ballava con Alex e sembrava starsi divertendo da matti, e Eric che invece
osservava tutti con un sorriso sul viso.
Quando
la canzone finì si lasciarono andare tutti sui divani, sfiniti, riscaldati ma
ancora ridendo come pazzi.
-
Amo questa canzone! – ripeté Cedric, riprendendo
fiato.
-
Di che ricordi parlavi prima, Ced? – chiese Eric,
guardandolo.
Il
biondo alzò il busto e si mise comodo sul divano.
-
È una delle canzoni che hanno messo la prima volta che sono entrato in un locale
gay. Non l’avevo mai sentita prima, anche se era davvero famosissima. Ma sai,
mio padre non accettava musica del genere in casa sua. – rispose. - E allora mi
è rimasta nel cuore. –
-
Quando è stato, Ced? – chiese a sua volta Alex.
Ora
tutti avevano dato attenzione a Cedric, aspettando che
raccontasse.
-
Quando ha capito di essere gay. Circa a quattro anni e mezzo! – intervenne in
quel momento Benjamin, abbozzando un sorrisino.
Cedric
si voltò verso di lui e fece un risata sarcastica – Ah ah, molto simpatico. – e
allora gli mostrò il dito medio, facendo scoppiare a ridere il
ragazzo.
Poi
tornò a guardare gli altri.
-
Avevo sedici anni. Stavo passando quei momenti di “ribellione adolescenziale”
che poi beh, non mi hanno più lasciato. – ridacchiò – I quali consistevano
nell’aspettare che i miei si addormentassero e uscire dalla finestra della mia
camera per darmi alla pazza gioia. Non avevo amici con cui fare questo genere di
cose. I miei amici venivano appositamente passati in rassegna da mio padre,
quindi non ci avrebbero messo troppo ad andare a spifferare tutto se solo gli
avessi chiesto di accompagnarmi. –
-
La prima volta che lo feci non ci potevo credere davvero. Ricordo che tremavo
dalla paura ma anche dall’eccitazione. Mi ero informato e sapevo dove andare,
quindi non persi tempo e mi avviai. Quando arriva davanti a quel locale mi
sembrava come se fosse un altro mondo, un altro universo, completamente diverso
a quello a cui ero abituato. –
-
Tante luci, persone stranissime, almeno per i miei standard di allora, ragazzi
vestiti da donne truccati stupendamente, la musica che si sentiva dalla strada.
Persone libere e felici che erano quello che volevano essere e si accettavano
nella maniera più completa. E allora mi sono iniziato a chiedere perché io non
dovessi accettarmi o perché i miei genitori non volevano farlo, continuando a
negare qualcosa che era chiaro come il sole. È stato il punto di svolta della
mia vita. – aveva un sorriso malinconico sul volto mentre raccontava quelle
cose, ma era felice di ricordare tutto come se fosse
ieri.
-
Comunque ora arriva la parte interessante! – esclamò, sporgendosi un po’ in
avanti verso Eric, Alex e Keith che sedevano sull’altro divano. Anche Ben,
comunque, era preso dal suo discorso.
Davy
si chiese perché non sapeva niente di quell’occasione, anche se era stata così
importante per il suo ragazzo, ma poi semplicemente si mise ad
ascoltare.
-
Presi coraggio e mi avvicinai all’entrata. Non sapevo cosa servisse per entrare.
Se una carta d’identità o qualche tessera. Io avevo solo qualche dollaro con me.
Vidi che molti mostravano un documento che attestava che fossero maggiorenni,
quindi mi buttai giù, sapendo che non sarei riuscito ad entrare. Ma in quel
momento, da dietro di me, spuntò una donna. Beh, tecnicamente era un uomo, ma
non è questo l’importante. Mi mise un braccio sulle spalle…-
-
Ehi piccolino, che ci fai qui tutto solo? – Cedric sobbalzò, al contatto e alla
voce di qualcuno.
Si
voltò e vide questa donna alta quasi dieci centimetri più di
lui.
Aveva
una parrucca rossa, gli occhi scuri erano sapientemente truccati ed aveva una
presenza che lo affascinò immediatamente. Il viso aveva alcuni tratti maschili,
ma era nel contesto molto femminile. Indossava un vestito di paiettes argentato
e dei tacchi altissimi. Di così alti Cedric non ne aveva mai
visti.
Non
riuscì comunque a tirare fuori la voce per rispondergli e allora la donna rise.
-
Ho capito tutto, non preoccuparti.
Io sono Chantal. Tu invece, piccolino? – gli chiese, poggiandogli una mano,
ornata di unghia lunghe e ben curate, sulla testa e scompigliandogli i capelli
biondi.
-
C-Cedric. – rispose il ragazzo, riuscendo a tirar fuori un po’ di
voce.
-
Oh, Cedric. Tu non potresti entrare qui dentro, ma ho la sensazione che tu abbia
bisogno di questa serata, non è vero? –
Cedric
si ritrovò ad annuire, lentamente. Era molto importante quella
serata.
Avrebbe
avuto la prova che era quello che credeva di
essere.
Perché
lui era gay, giusto? Lo aveva capito da tempo
ormai.
Quella
fu una risposta sufficiente per Chantal che lo invitò a camminare ed una volta
arrivati al grande buttafuori che si trovava all’entrata del locale, gli ammiccò
e disse:
-
Lui è con me. –
Quando
li fece passare senza dire una parole, solo sorridendo, Cedric sentì il cuore
balzargli nel petto per l’eccitazione.
Quando
entrò si sentì come se fosse entrato a far parte di un macrocosmo di cui aveva
solo immaginato l’esistenza.
Le
luci stroboscopiche gli mostravano qualcosa che non aveva mai
visto.
Ragazzi
mezzi nudi si agitavano sulla pista da ballo, si scambiavano effusioni, ridevano
e giocavano con i loro corpi.
Quella
era vita…e sarebbe stata anche la sua.
-
Chantal ci mise un po’ per farmi sciogliere, ma penso che circa dieci minuti
dopo fossi in mezzo alla pista, senza maglietta, a ballare come un invasato! –
disse Cedric, e tutti si trovarono a ridere ed annuire, non dubitando neanche un
secondo delle sue parole.
-
Quando sono entrato in quel mondo c’era quella canzone di Cher, e non lo più
dimenticata. Così come non ho mai dimenticato Chantal. Era lei che mi faceva
entrare, tutte le volte.
Era
da lei che andavo quando litigavo con mio padre e non sapevo dove
andare.
Era
a lei che ho chiesto consiglio quando ho conosciuto questo ragazzo che mi faceva
arrapare come pochi! – i suoi amici scoppiarono a ridere, tranne Davy che storse
un po’ la bocca.
Anche
Cedric rise, ma poi la risata si spense in un sorriso
triste.
-
Le devo molto. Mi ha fatto capire molto di me e mi ha aiutato ad accettarmi.
Sono stato malissimo quando mio padre mi ha beccato quando sono tornato troppo
tardi. Mi ha messo le inferriate alla finestra ed ero costantemente sorvegliato.
–
-
L’ho rincontrata solo qualche anno dopo. Era malata di Aids. E…- non continuò la
frase.
Chiuse
così il suo racconto e quando alzò lo sguardo, che aveva abbassato poco prima
sulle sue gambe, si rese conto che ci erano rimasti tutti
male.
Cercò
di recuperare la situazione, sorridendo – Avanti ragazzi, non volevo
intristirvi. Avrei dovuto fermarmi prima! – si disse poi, rendendosi conto che
avrebbe fatto meglio ad evitare l’ultima parte della
storia.
-
È morta? – la voce di Ben ruppe il silenzio.
Keith
e gli altri avrebbero voluto ucciderlo per la sua mancanza di
tatto.
Cedric
lo guardò un secondo, prima di rispondere, poi annuì
lentamente.
-
Si, quattro anni fa. – rispose, sottovoce.
Un
silenzio tombale calò sulla sala.
Dopo
un po’ Cedric sentì Davy portarlo tra le sue braccia.
-
Piccolo, perché non mi hai mai parlato di tutto questo? – gli
chiese.
Cedric
fece spallucce – Non lo so. Non mi capita di pensarci spesso. È l’unico episodio
bello della mia adolescenza, ma a volte viene completamente sommerso da quelli
brutti che sono decisamente di più. Ma ora che ne ho riparlato, ne sono felice.
Sono contento di ricordarmelo.- disse, sorridendogli.
Tornò
a guardare i suoi amici che lo guardavano ancora, in silenzio, con espressione
dispiaciuta.
Sorrise ancora – Un altro po’ di cioccolata? -
Eccomi tornata con il primo-secondo capitolo =D
La prima è stata la storia di Cedric, come era prevedibile perchè vi ho detto che lo adoro! ù_ù xD
- Cry_chan: aah la prima fan di Cedric. Allora ti piacerà questo capitolo incentrato proprio su di lui! Sono contenta che ti piaccia! =D <3 grazie per la recensione!
- Bibby111: Ahah, gli intrighi. Devo dirti la verità, all'inizio ero troppo tentata dal fare una specie di incontro ravvicinato del terzo tipo tra Keith ed Eric, perchè come si può vedere dalla prima parte di questo capitolo sono molto amici! Ma poi non ce l'ho fatta perchè mi sarebbe dispiaciuto troppo per Alex![Per Ben un pò meno! xD] Quindi si, saranno questi i pairing. Poi se Cedric si avvicina troppo a qualcun'altro Davy è capace di uccidere tutti con un lanciafiamme! xD
Ben è un personaggio un bel pò complicato e si parlerà di lui tra un pò, anche se farà sentire la sua presenza in tutti i capitoli! =D
grazie per la recensione! baci <3
- The Illusionist: Nel prologo ho cercato di dare un infarinata generale sul carattere di tutti i personaggi, poi si approfondiranno un pò di cose! =D grazie per la recensione! <3
E grazie anche alle persone che hanno messo la mia fic tra le preferite e le seguite! =D Grazie mille!
Alla prossima!!