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Autore: ColdBlood     03/03/2010    4 recensioni
- Ragazzi…niente da fare. La neve ha bloccato la strada e i cellulari sono irraggiungibili. È ufficiale: siamo bloccati qui. –
Sei ragazzi, tre coppie, costretti in uno Chalet in montagna a causa di una tempesta di neve.
Problemi rimandati troppo a lungo si ripresenteranno e un divertente modo per passare il tempo.
"Raccontaci la tua prima cotta!"
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter One

 

Cedric

 

 

- Va tutto bene? – chiese Eric, avvicinandosi a Keith che, appoggiato al muro, guardava fuori dalla finestra. Fuori era tutto bianco. Dal cielo continuavano a scendere fiocchi di neve e cielo e terra sembravano un tutt’uno.

Il ragazzo era completamente perso nella contemplazione e nei suoi pensieri, quindi sobbalzò un attimo quando sentì la sua voce.

- Oh, ciao Eric. – gli disse, non avendo sentito la sua domanda – Dicevi qualcosa? – chiese infatti.

- Ti chiedevo se stavi bene…- rispose Eric, posandogli una mano sulla spalla coperta da un maglione di lana rossa che aderiva perfettamente al suo corpo.

Keith aveva un gusto impeccabile per i vestiti e un fisico da modello. Lui in effetti lavorava in quel mondo e più di una volta gli avevano chiesto di posare, ma Keith preferiva di gran lunga stare dietro l’obbiettivo.  Era un fotografo e lavorava per molti giornali di moda e siti internet, anche se in passato si era anche dedicato a mostre private.

Era così che aveva conosciuto Benjamin.

Il ragazzo aveva bisogno di soldi così aveva deciso di fare qualche foto per un catalogo per abiti sportivi.

Keith aveva dovuto aiutarlo molto per metterlo a proprio agio con la macchina fotografica.

Non si era arreso subito perché aveva capito il suo potenziale. O forse, più semplicemente, si era già preso una bella cotta per quel ragazzino.

Ma Benjamin era un ragazzo difficile, forse lo era anche tutt’ora. Aveva avuto una situazione familiare disastrata. I suoi genitori non si erano mai occupati di lui, entrambi troppo presi dai loro problemi, e se era riuscito a crescere era stato solo grazie a sua nonna che lo aveva accolto in casa sua, dandogli un po’ di amore.

Aveva vissuto allo sbando dopo la sua morte. Si sarebbe potuto dire che Keith lo aveva salvato, ma a Ben non piacevano quelle cose da telefilm, quindi lui diceva soltanto che Keith gli aveva dato un posto dove stare e il sesso assicurato.

- Sto bene Eric, non preoccuparti. – rispose, tornando a guardare fuori dalla finestra.

Eric allora gli porse la tazza di cioccolata che il ragazzo accettò ben volentieri, per riscaldarsi le ossa, sotto lo sguardo scrutatore dell’amico.

- Perché non ne parli con Ben? – chiese poi, sottovoce.

Keith lo guardò sorpreso, per un attimo, poi sospirò e abbassò la testa, affondando il naso nella tazza per bearsi del calore e del profumo buonissimo della cioccolata.

- Cosa dovrei dirgli, eh? Capisco che non è abituato alle dimostrazioni di affetto, ma io in due anni non sono riuscito a cambiare nulla. Inizio a pensare che sta con me solo per avere una casa. – disse, mentre osservava il liquido scuro nella tazza che gli scaldava le mani fredde.

- Oh, avanti, questo non è vero! E lo sai benissimo. Solo che non riesce ad esprimere i suoi sentimenti. Col tempo le cose miglioreranno. – gli assicurò Eric, prontamente.

Certo lui con Alex non aveva questo genere di problemi, forse ce l’aveva lui stesso.

Alex, il suo ragazzo, aveva circa dodici anni meno di lui.

Eric aveva quasi 35 anni, mentre Alex 23 appena compiuti.

Alex era ancora un bambino, per certi aspetti. Gli piaceva usare nomignoli come “amore”, “tesoro”, “cucciolo” o cose simili. Amava fare regali per ogni ricorrenza, non ne dimenticava mai una, ed era tipo da coccole. Eric adorava quando si stringeva a lui come in cerca di protezione.

Lui inece, all’inizio, era stato un po’ freddo, ma si era sciolto con il tempo, proprio come aveva detto a Keith.

Anche perché con Alex era impossibile essere freddo per troppo tempo.

- Dio, mi sento un’idiota. Ho quasi trent’anni Eric, e cerco da lui dimostrazioni d’affetto, come se fossi un cazzo di adolescente innamorato. È patetico. – sussurrò Keith, passandosi una mano tra i capelli neri e corti.

- No, non è affatto patetico Keith.  È una cosa del tutto normale! Insomma Keith, guardami! Vado per i quaranta e sto con un ragazzo di dodici anni più giovane di me eppure inizio di merda la mia giornata se, appena alzato, Alex non mi da il bacio del buongiorno. Questo è patetico! – esclamò, ma aveva un sorriso sul volto. Non prendeva più queste cose troppo sul serio, o almeno non come invece faceva all’inizio della loro relazione, circa quattro anni prima.

Anche Keith non poté fare a meno di ridacchiare e Eric fu felice del fatto di essere riuscito a tirarlo su di morale.

Gli toccò una spalla – Dai, vieni di la con noi. Abbiamo acceso la stufa. – gli disse, tirandolo poi per il polso.

Uscirono dalla camera da letto in cui si trovavano, quella che avevano preso Keith e Ben, e andarono verso la sala.

Uscendo nessuno dei due si accorse di Benjamin, appoggiato al muro, fuori dalla stanza.

 

 

 

- Mettiamo un po’ di musica, ragazzi? – chiese Cedric, dopo aver finito la sua seconda tazza di cioccolata calda.

La sala comune ora era decisamente più calda, dopo che aveva avuto la buona idea di bruciare un po’ di legna nella vecchia stufa in ghisa che si trovava nello chalet.

- Musica? – chiese Alex, seduto accanto a Cedric e Davy su uno dei divani.

Si era cambiato ed ora indossava un jeans e un maglione di lana pesante, con un sciarpetta nera intorno al collo.

- Si. Ha insistito per portare uno stereo di quello con le pile. – rispose Davy, scuotendo la testa ma guardando il suo ragazzo, ancora stretto a lui, con un sorriso.

Alex allora balzò in piedi – Si, che bello! Dov’è? Lo vado a prendere! – esclamò, eccitato.

In quel momento vide Eric e Keith tornare nella sala.

- Prendere cosa? – chiese il suo ragazzo, mentre Keith andava a sedersi su una poltrona singola e continuava a bere la sua cioccolata. Sembrava avere la testa altrove.

- Cedric ha portato lo stereo! – rispose Alex, andando a circondare la vita del suo ragazzo con le braccia.

Eric era notevolmente più alto di lui e la sua testa arrivava proprio al petto. L’uomo ridacchiò e gli posò una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli che comunque non aveva pettinato da quando si era alzato.

- Almeno passiamo un po’ il tempo. – disse, alzando la testa per trovare già gli occhi verdi di Eric abbassati su di lui.

- Si dai! È in camera mia e di Davy, vicino alle valigie. – gli disse Cedric, sorridendo.

Allora il ragazzino si staccò dall’uomo e si allontanò verso le camere da letto.

Eric scosse la testa, prima di andarsi a sedere anche lui sul divano vuoto.

Keith nel frattempo si guardava intorno in cerca di Ben, ma non lo trovò.

- Dov’è Ben? – chiese infatti, guardando Cedric e Davy.

- Poco fa ha detto che andava in bagno. – rispose Davy e allora il fotografo si alzò, lasciando la sua tazza sul mobile di legno accostato al muro, e imboccò il corridoio su cui si trovavano le camere da letto, e in fondo il bagno.

Andò a bussare alla porta del bagno, dopo essere passato davanti alla camera in cui Alex cercava ancora lo stereo di Cedric.

- Ben? Va tutto bene? – gli chiese, accostando l’orecchio alla porta.

La risposta gli arrivò dopo qualche lungo secondo.

- Si, va tutto benissimo. Torna dagli altri. – gli disse Ben, con tono tagliente.

Keith infatti si ritirò un attimo, sorpreso. Ma non fece come il ragazzo gli aveva detto.

- Ben…aprimi. – disse, con tono quasi un po’ autoritario.

Altri secondi di silenzio dall’altra parte della porta, ma poi la serratura scattò e la porta si accostò. Keith entrò, prima affacciandosi solo con la testa.

Ben era davanti allo specchio, si asciugava le mani con l’asciugamano e aveva il viso contratto.

C’era qualcosa di strano in lui. O almeno, più strano del solito.

- Ehi pi…- si interrupe, quando si rese conto di starlo per chiamare con uno di quei nomignoli che Ben odiava. Ricordava la prima volta che lo aveva usato.

“Io non sono piccolo! Non chiamarmi così!” gli aveva urlato.

Ma cosa poteva farci Keith se Ben gli faceva così tenerezza, a volte?

Se avesse detto una cosa del genere a Cedric, molto probabilmente, il biondino gli avrebbe dato del pazzo sclerato. Ben tenero? Nah!

- …che succede? – disse allora, semplicemente, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Ben sospirò – Niente Keith! Non succede nulla! Mi sto solo lavando le mani! – esclamò, innervosito, senza neanche guardarlo.

Allora, di conseguenza, si innervosì anche Keith che di voglia di farsi rispondere male dal ragazzo non ne aveva.

- Beh, cazzo, scusa se mi preoccupo per te ogni tanto, eh! Vaffanculo allora! – disse, mentre sentiva un groppo formarsi all’altezza del petto.

Non aspettò neanche che Ben rispondesse, forse non l’avrebbe neanche fatto, e fece dietro front, uscendo dal bagno e sbattendo anche la porta.

Ben chiuse forte gli occhi istintivamente quando Keith sbatté la porta.

Alzò gli occhi sul suo riflesso nello specchio e si diede dell’idiota.
Perché diavolo si comportava in quel modo? Perché lo faceva con Keith che era l’unica persona nella sua vita, dopo sua nonna, che lo aveva amato e aveva tentato di proteggerlo?

Doveva convincersi del fatto che Keith non lo avrebbe abbandonato, oppure che lo avrebbe fatto se avesse continuato a comportarsi in quel modo.

Aprì l’acqua, anche se sapeva che dal rubinetto usciva solo acqua ghiacciata.

Davy, la mattina presto, aveva riscaldato un po’ d’acqua sul fuoco per poterla usare per lavarsi senza rischiare di congelare.

Ma non se ne curò e si sciacquò la faccia, sentendo dei brividi di freddo percorrergli la schiena quando l’acqua incontrò la sua pelle tiepida.

 

 

 

Uscito dal bagno Keith sentì la musica movimentata proveniente dalla sala.

Fece per percorrere velocemente il corridoio, ma si fermò prima di farsi vedere dargli altri.

Fece un profondo respiro, anche per sciogliere quel nodo, e poi entrò nella sala.

Trovò Alex e Cedric in mezzo alla sala, con solo le calze di spugna sul tappeto che li proteggeva dal freddo pavimento, a ballare come scalmanati, ridendo.

Si stavano divertendo e anche lui non poté fare a meno di sorridere, vedendo Cedric che si atteggiava e Alex cercava di fare il sexy strusciandosi su di lui.

Si andò a sedere accanto ad Eric che rideva e scuoteva la testa mentre osservava i due ragazzi ballare ma anche lo sguardo torvo di Davy.

Cedric gli aveva chiesto di ballare, ma il suo ragazzo non ne aveva voluto sapere e allora lo aveva chiesto ad Alex che invece aveva accettato con entusiasmo. Ed ora doveva stare li a sopportare il ragazzino strusciarsi sul suo ragazzo.

Alex ad un certo punto si mise di spalle a Cedric, e iniziò a scendere giù, sinuosamente, sfregando la sua schiena sul petto magro del biondo, come un gatto.

Quello fu troppo per Davy che scattò in piedi e tirò dietro Cedric, prendendolo tra le braccia.

Eric e Keith scoppiarono a ridere sonoramente, così come Alex che si aspettava quella reazione da parte del ragazzo di Cedric, e che lo aveva fatto anche un po’ apposta.

Infondo tutti sapevano dell’eccessiva gelosia di Davy.

- Davy! – si lamentò invece Cedric – Stavamo ballando! –

Davy non rispose ma si rimise seduto sul divano, portandosi insieme Cedric che, sapendo come era fatto il suo ragazzo, si limitò a sospirare nascondendo un sorrisino nel braccio che Davy aveva ancora intorno al suo collo.

In quel momento Ben entrò nella sala, attirando immediatamente su di lui le occhiate di tutti, tranne quella di Keith, che lo ignorò alla grande.

Il ragazzino si mise seduto su una poltrona, sfilandosi le scarpe e tirandosi le gambe al petto.

Aveva ancora i brividi di freddo, ma iniziava a sentirsi meglio dato che quella stanza era più calda grazie alla stufa accesa.

Non disse niente, e non ricambiò lo sguardo di nessuno.

Nel frattempo la canzone cambiò facendo partire quella di Cher, Do You Belive in life after love?, e subito si sentì il commento sentito di Cedric.

- Oh mio Dio! Quasi dimenticavo di aver messo questa canzone nella compilation! – esclamò, cercando di liberarsi dalla presa ferrea di Davy.

Voleva ballarla.

- Davy, ballala con me. Amo questa canzone! Mi scatena un sacco di ricordi. - 

Alex era già in mezzo a ballare e cercava di tirare Eric su dal divano. Ovviamente lui non ne voleva sapere di alzarsi, ma alla fine vide Keith alzarsi e accolse la sua richiesta di ballare, smettendo di tampinare il suo ragazzo.

Anche Davy alla fine si alzò, costretto dal biondino e iniziarono tutti a ballare.

Li unici che rimasero seduti furono Ben, che aveva lo sguardo fisso su Keith che ballava con Alex e sembrava starsi divertendo da matti, e Eric che invece osservava tutti con un sorriso sul viso.

 

Quando la canzone finì si lasciarono andare tutti sui divani, sfiniti, riscaldati ma ancora ridendo come pazzi.

- Amo questa canzone! – ripeté Cedric, riprendendo fiato.

- Di che ricordi parlavi prima, Ced? – chiese Eric, guardandolo.

Il biondo alzò il busto e si mise comodo sul divano.

- È una delle canzoni che hanno messo la prima volta che sono entrato in un locale gay. Non l’avevo mai sentita prima, anche se era davvero famosissima. Ma sai, mio padre non accettava musica del genere in casa sua. – rispose. - E allora mi è rimasta nel cuore. –

- Quando è stato, Ced? – chiese a sua volta Alex.

Ora tutti avevano dato attenzione a Cedric, aspettando che raccontasse.

- Quando ha capito di essere gay. Circa a quattro anni e mezzo! – intervenne in quel momento Benjamin, abbozzando un sorrisino.

Cedric si voltò verso di lui e fece un risata sarcastica – Ah ah, molto simpatico. – e allora gli mostrò il dito medio, facendo scoppiare a ridere il ragazzo.

Poi tornò a guardare gli altri.

- Avevo sedici anni. Stavo passando quei momenti di “ribellione adolescenziale” che poi beh, non mi hanno più lasciato. – ridacchiò – I quali consistevano nell’aspettare che i miei si addormentassero e uscire dalla finestra della mia camera per darmi alla pazza gioia. Non avevo amici con cui fare questo genere di cose. I miei amici venivano appositamente passati in rassegna da mio padre, quindi non ci avrebbero messo troppo ad andare a spifferare tutto se solo gli avessi chiesto di accompagnarmi. –

- La prima volta che lo feci non ci potevo credere davvero. Ricordo che tremavo dalla paura ma anche dall’eccitazione. Mi ero informato e sapevo dove andare, quindi non persi tempo e mi avviai. Quando arriva davanti a quel locale mi sembrava come se fosse un altro mondo, un altro universo, completamente diverso a quello a cui ero abituato. –

- Tante luci, persone stranissime, almeno per i miei standard di allora, ragazzi vestiti da donne truccati stupendamente, la musica che si sentiva dalla strada. Persone libere e felici che erano quello che volevano essere e si accettavano nella maniera più completa. E allora mi sono iniziato a chiedere perché io non dovessi accettarmi o perché i miei genitori non volevano farlo, continuando a negare qualcosa che era chiaro come il sole. È stato il punto di svolta della mia vita. – aveva un sorriso malinconico sul volto mentre raccontava quelle cose, ma era felice di ricordare tutto come se fosse ieri.

- Comunque ora arriva la parte interessante! – esclamò, sporgendosi un po’ in avanti verso Eric, Alex e Keith che sedevano sull’altro divano. Anche Ben, comunque, era preso dal suo discorso.

Davy si chiese perché non sapeva niente di quell’occasione, anche se era stata così importante per il suo ragazzo, ma poi semplicemente si mise ad ascoltare.

- Presi coraggio e mi avvicinai all’entrata. Non sapevo cosa servisse per entrare. Se una carta d’identità o qualche tessera. Io avevo solo qualche dollaro con me. Vidi che molti mostravano un documento che attestava che fossero maggiorenni, quindi mi buttai giù, sapendo che non sarei riuscito ad entrare. Ma in quel momento, da dietro di me, spuntò una donna. Beh, tecnicamente era un uomo, ma non è questo l’importante. Mi mise un braccio sulle spalle…-

 

 

- Ehi piccolino, che ci fai qui tutto solo? – Cedric sobbalzò, al contatto e alla voce di qualcuno.

Si voltò e vide questa donna alta quasi dieci centimetri più di lui.

Aveva una parrucca rossa, gli occhi scuri erano sapientemente truccati ed aveva una presenza che lo affascinò immediatamente. Il viso aveva alcuni tratti maschili, ma era nel contesto molto femminile. Indossava un vestito di paiettes argentato e dei tacchi altissimi. Di così alti Cedric non ne aveva mai visti.

Non riuscì comunque a tirare fuori la voce per rispondergli e allora la donna rise.

-  Ho capito tutto, non preoccuparti. Io sono Chantal. Tu invece, piccolino? – gli chiese, poggiandogli una mano, ornata di unghia lunghe e ben curate, sulla testa e scompigliandogli i capelli biondi.

- C-Cedric. – rispose il ragazzo, riuscendo a tirar fuori un po’ di voce.

- Oh, Cedric. Tu non potresti entrare qui dentro, ma ho la sensazione che tu abbia bisogno di questa serata, non è vero? –

Cedric si ritrovò ad annuire, lentamente. Era molto importante quella serata.

Avrebbe avuto la prova che era quello che credeva di essere.

Perché lui era gay, giusto? Lo aveva capito da tempo ormai.

Quella fu una risposta sufficiente per Chantal che lo invitò a camminare ed una volta arrivati al grande buttafuori che si trovava all’entrata del locale, gli ammiccò e disse:

- Lui è con me. –

Quando li fece passare senza dire una parole, solo sorridendo, Cedric sentì il cuore balzargli nel petto per l’eccitazione.

Quando entrò si sentì come se fosse entrato a far parte di un macrocosmo di cui aveva solo immaginato l’esistenza.

Le luci stroboscopiche gli mostravano qualcosa che non aveva mai visto.

Ragazzi mezzi nudi si agitavano sulla pista da ballo, si scambiavano effusioni, ridevano e giocavano con i loro corpi.

Quella era vita…e sarebbe stata anche la sua.

 

 

- Chantal ci mise un po’ per farmi sciogliere, ma penso che circa dieci minuti dopo fossi in mezzo alla pista, senza maglietta, a ballare come un invasato! – disse Cedric, e tutti si trovarono a ridere ed annuire, non dubitando neanche un secondo delle sue parole.

- Quando sono entrato in quel mondo c’era quella canzone di Cher, e non lo più dimenticata. Così come non ho mai dimenticato Chantal. Era lei che mi faceva entrare, tutte le volte.

Era da lei che andavo quando litigavo con mio padre e non sapevo dove andare.

Era a lei che ho chiesto consiglio quando ho conosciuto questo ragazzo che mi faceva arrapare come pochi! – i suoi amici scoppiarono a ridere, tranne Davy che storse un po’ la bocca.

Anche Cedric rise, ma poi la risata si spense in un sorriso triste.

- Le devo molto. Mi ha fatto capire molto di me e mi ha aiutato ad accettarmi. Sono stato malissimo quando mio padre mi ha beccato quando sono tornato troppo tardi. Mi ha messo le inferriate alla finestra ed ero costantemente sorvegliato. –

- L’ho rincontrata solo qualche anno dopo. Era malata di Aids. E…- non continuò la frase.

Chiuse così il suo racconto e quando alzò lo sguardo, che aveva abbassato poco prima sulle sue gambe, si rese conto che ci erano rimasti tutti male.

Cercò di recuperare la situazione, sorridendo – Avanti ragazzi, non volevo intristirvi. Avrei dovuto fermarmi prima! – si disse poi, rendendosi conto che avrebbe fatto meglio ad evitare l’ultima parte della storia.

- È morta? – la voce di Ben ruppe il silenzio.

Keith e gli altri avrebbero voluto ucciderlo per la sua mancanza di tatto.

Cedric lo guardò un secondo, prima di rispondere, poi annuì lentamente.

- Si, quattro anni fa. – rispose, sottovoce.

Un silenzio tombale calò sulla sala.

Dopo un po’ Cedric sentì Davy portarlo tra le sue braccia.

- Piccolo, perché non mi hai mai parlato di tutto questo? – gli chiese.

Cedric fece spallucce – Non lo so. Non mi capita di pensarci spesso. È l’unico episodio bello della mia adolescenza, ma a volte viene completamente sommerso da quelli brutti che sono decisamente di più. Ma ora che ne ho riparlato, ne sono felice. Sono contento di ricordarmelo.- disse, sorridendogli.

Tornò a guardare i suoi amici che lo guardavano ancora, in silenzio, con espressione dispiaciuta.

Sorrise ancora – Un altro po’ di cioccolata? -

 

 

 

 

 

 

Eccomi tornata con il primo-secondo capitolo =D

La prima è stata la storia di Cedric, come era prevedibile perchè vi ho detto che lo adoro! ù_ù xD

 

 

- Cry_chan: aah la prima fan di Cedric. Allora ti piacerà questo capitolo incentrato proprio su di lui! Sono contenta che ti piaccia! =D <3 grazie per la recensione!

- Bibby111: Ahah, gli intrighi. Devo dirti la verità, all'inizio ero troppo tentata dal fare una specie di incontro ravvicinato del terzo tipo tra Keith ed Eric, perchè come si può vedere dalla prima parte di questo capitolo sono molto amici! Ma poi non ce l'ho fatta perchè mi sarebbe dispiaciuto troppo per Alex![Per Ben un pò meno! xD] Quindi si, saranno questi i pairing. Poi se Cedric si avvicina troppo a qualcun'altro Davy è capace di uccidere tutti con un lanciafiamme! xD

Ben è un personaggio un bel pò complicato e si parlerà di lui tra un pò, anche se farà sentire la sua presenza in tutti i capitoli! =D

grazie per la recensione! baci <3

- The Illusionist: Nel prologo ho cercato di dare un infarinata generale sul carattere di tutti i personaggi, poi si approfondiranno un pò di cose! =D grazie per la recensione! <3

 

 

E grazie anche alle persone che hanno messo la mia fic tra le preferite e le seguite! =D Grazie mille!

 

Alla prossima!!

 

  
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