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Autore: Agnetha    03/03/2010    0 recensioni
Questo è solo un delirio nato da una fervida mente delirante. In realtà ho iniziato a scriverlo molto tempo fa quando ancora non erano accaduti alcuni avvenimenti del manga. Ci sono delle incongruenze con la storia, spero mi perdonerete se mi sono presa qualche liberà ^^ Questa storia parla dell'incontro tra Arashi Uchiha e Sasuke Uchiha e del viaggio che, spinti dalle ciscostanze, intraprenderanno insieme. Un viaggio che porterà Arashi a percorrere un percorso spirituale oltre che concreto,che le permetterà di comprendere alcune cose e ottenerne delle altre.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Terza parte di questo strano delirio…

 

- Guarda, si sta svegliando!  -

Arashi sentì una voce provenire da qualche parte nella sua testa. No. Non era nella sua testa era fuori. Dov’era?

- L’hanno conciata piuttosto male! –

“Chi ha conciato chi” si chiese. Aprì gli occhi lentamente ma la luce li ferì. Li richiuse facendo una smorfia di dolore.

- Arashi? Puoi sentirmi? –

- mm…non sembra essersi ripresa… - un’altra voce raggiunse le orecchie della ragazza.

Ma dove sono?Chi c’è? Si sforzò di riaprire gli occhi. La luce bianca di prima li colpì nuovamente e lei li richiuse voltandosi dall’altra parte per evitare di essere investita dal dolore.

- Arashi? -

Aprì di nuovo gli occhi e questa volta, il dolore, invece di aumentare diminuì. La vista si stava abituando alla luce.

- Arashi? –

La ragazza voltò lentamente la testa verso il luogo da cui proveniva la voce. Vide qualcuno, due figure. Si sforzò di mettere a fuoco l’immagine.

- Naruto…Sakura…- Disse infine con un filo di voce.

La ragazza dai capelli rosa fece un sorriso – menomale, ti sei ripresa! Ci hai fatto prendere un bello spavento! -

- ma che cosa ti è successo? – Intervenne il ragazzo.

Per un momento Arashi parve non capire il motivo di quella domanda

- Dove sono? – Chiese

- In ospedale – rispose Sakura – Hai dormito per quattro giorni di fila! –

- Che ci faccio qui…? – Chiese

- Ma come sarebbe, che ci faccio qui? – sbuffo Sakura - Ti hanno trovata svenuta poco fuori dal villaggio. Eri ferita seriamente! -

Arashi cercò di mettere a fuoco le informazioni che Sakura le aveva appena dato. Aveva come la mente annebbiata. Non riusciva a ricordare cosa fosse successo. Cercò di alzarsi ma una violenta fitta alla schiena la costrinse a rinunciare a quell’ idea. Quel dolore, tuttavia, fece emergere in lei i ricordi sopiti.

- Non devi alzarti. Hai bisogno di assoluto riposo. –

Arashi rimase in silenzio.

- Allora?Ci dici cosa ti è successo? Chi ti ha attaccata? –

Arashi non rispose. Trascorsero alcuni istanti ma lei non disse sulla.

- Ma allora? – la spronò Naruto – Chi ti ha concitata così? –

- non mi ricordo - disse infine lei.

- Ma come non ti ricordi? –

- Non lo so! – rispose secca - E’ tutto molto confuso –

Sakura sorrise.- Adesso non pensarci. Pensa solo a riposare. Avremo tempo di parlare di questo. – Arashi fissò Sakura ed annuì con la testa in segno di assenso. Anche se naruto non sembrava molto d’accordo con l’amica decise di lasciar perdere e rimandare la faccenda in un secondo momento. Si accomiatarono dall’ammalata ed uscirono dalla stanza.

Arashi rimase da sola. Trascorsero diversi minuti mentre lei osservava il soffitto bianco. I ricordi via, via che il tempo trascorreva si facevano sempre più nitidi, chiari. Ricordò di Sasuke di come avesse bloccato con facilità tutti i suoi attacchi e di come l’avesse atterrata con semplicità tutte le volte. Era davvero forte, quel Sasuke. Di sicuro neanche lontanamente alla sua portata. Se avesse voluto avrebbe potuto mandarla all’altro mondo senza che lei nemmeno se ne accorgesse.

“Sei una nullità” .

Quelle parole echeggiarono nella sua testa come amplificate da un grosso altoparlante.

- Mi sono impegnata tanto in questi tre anni, a costo di rimetterci la salute ma non è servito proprio a niente…-

Si voltò su un fianco e nonostante il dolore alla schiena restò in quella posizione mentre le lacrime di profonda rabbia e tristezza rigavano il suo viso…

 

Arashi rimase in ospedale per dieci giorni. In quel periodo ricevette le visite di amici, maestri e persino dell’Hokage. Tutti le chiedevano la stessa cosa: chi fosse stato ad attaccarla ma ogni volta a tutti lei diceva di non ricordare. Mentiva spudoratamente, lo sapeva ed aveva anche la sensazione che qualcuno se ne fosse proprio accorto ma non le importava. Decise che per il momento avrebbe considerato il fatto come una questione personale. Dopotutto Sasuke era tornato a Konoha per lei, il Villaggio non era in pericolo.

 

….

 

- Allora, sei riuscito ad incontrarla? Cosa ne pensi? -

Dentro un enorme caverna Orochimaru se ne stava seduto tranquillo sulla testa di un gigantesco serpente.

- Perchè hai evocato Manda? – Rispose Sasuke riferendosi al grosso animale su cui sedeva.

- Non cambiare discorso!- Intervenne Kabuto. – il maestro ti ha fatto una domanda precisa! –

- Su, su! Non c’è bisogno di fare così! – Intervenne il ninja leggendario – Lo sai com’è fatto, Kabuto! Beh… - fece rivolgendosi all’Uchiha - se vuoi saperlo avevo un lavoretto per lui! –

Sasuke lo guardò gelido  – un altro dei tuoi affari…! –

Gli volse le spalle e fece per andarsene

- Ehi! Aspetta un momento! – Disse Kabuto in tono indiscutibile – il maestro ti ha fatto una domanda! Vedi di rispondergli! –

Sasuke si fermò e senza neanche voltarsi rispose – non sono affari che vi riguardano! – e detto questo scomparve lasciando i due con un palmo di naso.

- Quel Sasuke! Avrebbe bisogno di una bella lezione! Lei è troppo clemente con lui!– Affermò il ninja medico infastidito

A quelle parole Orochimaru rise divertito. – Sai com’è fatto! Non c’è niente da fare. Comunque ho avuto l’impressione che quell’ incontro non gli sia proprio dispiaciuto. -

-Eh? Da cosa lo avete capito? –

- E’ solo una sensazione…ma sai bene che di solito non sbaglio.-

Il viso di Kabuto si illuminò di un sorriso diabolico.

Arashi arrivò a casa letteralmente “scortata” da Naruto e Sakura che erano venuti a prenderla in ospedale. Sebbene lei avesse continuato a dire che non c’era nessun pericolo, che sarebbe tornata a casa “sana e salva”, loro avevano  insistito tanto che e  alla fine aveva dovuto desistere e acconsentire al loro volere.

- Ragazzi, ormai sono arrivata. Non è il caso che veniate fin dentro casa. Ci sarà un tale disordine e una tale polvere che mi vergogno profondamente a farvi mettere piede! –

- Ma cosa dici! – Protestò Sakura – Di che ti preoccupi? Non badiamo certo a queste frivolezze! Vorrà dire che ti aiuteremo a rimettere in ordine, semmai! Giusto Naruto? –

- Certo! – rispose lui - Ho vissuto per anni da solo e sono abituato a certi lavori! –

Svoltarono l’angolo ed arrivati davanti al cancello si accorsero che la porta dell’ingresso era accostata.

- Ehi! Ma come mai la porta è aperta? – Chiese il ragazzo.

- Non so. Io avevo chiuso a chiave, questo me lo ricordo! –

- Non saranno entrati i ladri?! – fece Sakura.

- Non che in casa mia ci siano cose di gran valore! –

- Non è che per caso volevano te? –

Arashi rimase un attimo perplessa da quell’ affermazione. Immaginò per un istante che Sasuke s’infiltrasse di nascosto in casa alla sua ricerca. Magari c’aveva ripensato e aveva deciso di ucciderla…!! Un brivido le corse lungo la schiena. Ma no! Pensò Lui è più un tipo da sfide aperte. Non s’intrufolerebbe mai in casa di qualcuno come un volgare ladro! E poi sarebbe sicuramente fuggito via inorridito dal disordine!

- No, non credo. – disse infine

Dopo essersi scambiati degli sguardi tra loro Sakura e Naruto si mossero in coppia, come una squadra ben organizzata. Con fare molto circospetto Naruto avanzò verso l’entrata mentre Sakura gli copriva le spalle. Arashi era rimasta colpita dall’intesa che avevano mostrato i due amici. Era bastato che i due si guardassero un attimo per sapere bene cosa fare insieme. Naruto entrò in casa e all’improvviso si udì un grido. Sakura balzò in avanti sfondando quasi la porta d’ingresso quando si trovò davanti una scena che non si aspettava certamente di vedere. In terra c’era Naruto letteralmente tra le grinfie di un grosso gatto che si voltò di scatto soffiandole e mostrandole i denti. Un rantolo rauco e profondo uscì dalle fauci di quell’essere che subito dopo sgusciò via lasciando i due esterrefatti. Anche Arashi era entrata.

- Ragazzi, state bene? – chiese allarmata.

- Credo di si – fece Naruto – ma cosa diavolo era quella cosa? Me lo sono ritrovato sulla testa all’improvviso! –

- Ma come hai fatto a farti sorprendere da un gatto?! – protestò Sakura - Sei il solito distratto! –

- Ti assicuro che non ho proprio percepito la sua presenza! -

- E’ naturale che tu non abbia percepito la sua presenza! – Una voce di donna s’intromise nella loro discussione.

- Quello è un demone gatto! Loro sanno bene come nascondere la loro presenza -

Dall’ombra comparve una vecchia piuttosto anziana e dell’aspetto trasandato.

- Salve! – Disse con fare tranquillo.

- Ma come sarebbe, salve! – intervenne Arashi – ti sembra questo il modo di salutare! E poi come hai fatto ad entrare qui? –

- Oh, quante storie! Sei la solita brontolona!-

- Meeuuu!!! – L’essere di prima ricomparve di nuovo da chissà dove saltando tra la braccia dell’anziana donna.

- Hai fame? Ohhh, certo! Ora ti darò da mangiare! – Poi si volse verso la ragazza dalla lunga treccia scura - Arashi, hai intenzione di rimanere sulla soglia con i tuoi amici? Entrate, forza! –

I tre fecero come le donna aveva detto loro.

- Vi preparo un buon tea! –

- Quando sei arrivata? – Chiese Arashi mentre Sakura e Naruto, più imbarazzati che mai non sapevano cosa dire o fare.

- Ieri notte. Pensavo di trovarti in casa e invece non c’era nessuno. –

- Avevo un impegno! – tagliò corto lei ma la donna la fissò in modo strano, come se volesse scrutarla dentro

– Non ci provare nemmeno! –

- Su, su! Sei sempre così arrabbiata? – rispose lei amichevole - Spaventerai i tuoi amici! –

Arashi fece un lungo respiro come se volesse restare calma il più possibile.

- Ragazzi, scusate per tutta questa paraonda. – fece rivolgendosi a Naruto e Sakura – immagino vogliate sapere che succede. Bene, vi presento la mia eccentrica nonna, Sashiko, e quello che tiene in braccio e Anubi, il suo gatto…ehm…il suo demone gatto. – Solo allora, osservando bene quella creatura i due ninja della Foglia si accorsero che aveva due code che agitava nervosamente.

- ma come fai a tenerlo in braccio? – Sbottò all’improvviso Naruto con la faccia perplessa.

- E’ semplice, lo faccio e basta! – rispose lei tranquilla

- Non fateci caso. Mia nonna è fatta così. –

- Insomma, Arashi, mi fai sembrare una matta! –

- Si, come se non lo fossi - borbottò la nipote.

- Meeeuuu!!! – Anubi miagolò come se volesse difendere la padrona dalle maldicenza della ragazza.

- Ohh, sta un po’ zitto tu! – fece lei rispondendo a tono all’animale e suscitando l’ilarità generale.

Dopo qualche istanze la vecchia parlò di nuovo.

- E voi due chi siete? –  domandò riferendosi a naruto e Sakura

- Ah…dimenticavo! - intervenne Arashi – loro sono due miei amici – Naruto Uzumaki e Sakura *** -

La vecchia li osservò a lungo, soprattutto Naruto sul quale si soffermò per qualche istante

- Tu non sei come gli altri, vero? – disse infine - Possiedi qualcosa di speciale, che ti rende diverso. –

Il ragazzo rimase spiazzato da quell’affermazione e li per lì non seppe cosa dire

- beh…io…-

- Si, in effetti lui è un gran rompiscatole come ce ne sono pochi al mondo! – intervenne Sakura. – Naruto, dobbiamo andare. Si è fatto tardi. – Lo tirò per un braccio – abbiamo un appuntamento con il Maestro Kakashi!-

- Eh? Davvero? –

- Ma si, te ne sei già scordato? – facendo uno strano movimento con gli occhi. Il ragazzo sembrò non capire tuttavia fece come l’amica gli aveva detto. Si accomiatarono da nonna e nipote e uscirono da casa.

- A quanto pare devo averli spaventati! – Fece la vecchia accarezzando il demone gatto.

- Tu e le tue domande! Ora mi eviteranno come la peste! –

- ahahah!!! Me così sarà vorrà dire che non erano dei veri amici! -

Arashi richiuse la porta .

- Nonna, come mai sei venuta fin qui? –

- Ti ho già detto che avevo voglia di vederti, cosa c’è di strano? – La vecchia lasciò andare Anubi e si preparò ad uscire.

- E adesso dove vai? –

- A trovare una vecchia amica! –

- Amica? – Ripeté perplessa la ragazza – quando mai tu hai avuto degli amici? –

La donna uscì di casa

- Ci vediamo dopo! –

- Nonna!! – Arashi sbuffò. – non mi ha neanche risposto! – La presenza della sua ava l’aveva messa in allarme. Se Sashiko era venuta fino a Konoha non era certo solo per farle visita. Doveva esserci qualcosa sotto e Arashi aveva un brutto presentimento.

…. 

Il Quinto Hokage era comodamente seduto alla sua scrivania, consultava le sue carte leggendo gli ultimi aggiornamenti sui movimenti dei nemici. Quando qualcuno bussò alla sua porta.

- Avanti – rispose rimanendo china sulle carte.

- Quinto Hokage, c’è una visita per lei. –

- Chi è? –

- beh…è una signora che dice di conoscerla da molto tempo.-

Tsunade alzò gli occhi dalla scrivania

- E chi sarebbe? –

- Dice di chiamarsi Sashiko –

- Sashiko? – lo sguardo della donna s’incupì per un attimo – falla entrare –

La porta si chiuse riaprendosi poco dopo. Una vecchia donna entrò richiudendola alle sue spalle.

- Quanto tempo, mia cara Tsunade! –

L’altra la fissò seria – Sashiko. Cosa ti porta qui? –

- E’ stata una vera sorpresa scoprire che il nuovo Hokage di Konoha fossi proprio tu! Non avevi sempre detto che non lo saresti mai diventata?Cosa ti ha fatto cambiare idea? -

- E’ una storia troppo lunga da raccontare. Allora, non mi rispondi? –

- Oh, sai benissimo perché sono qui! –

- Arashi Uchiha – rispose lei piano.

- Esattamente!! –

- Cosa vuoi? –

- Ho saputo che ci sono stati un po’ di problemi… -

- E allora? –

- Quando Arashi ha deciso di tornare qui io non mi sono opposta al suo volere ma non voglio che le accada qualcosa di male. E’ la mia unica nipote, capisci? –

- Tornando qui era inevitabile che sarebbero sorti dei problemi. Arashi lo sapeva e anche tu! –

La vecchia rimase in silenzio per un po’ .

- L’unico motivo per cui ho acconsentito che mia nipote vivesse qui a Konoha è perché non volevo che il destino maledetto della famiglia Yamabushi si abbattesse su di lei. –

- So bene di cosa parli. Ma non potrai sempre proteggerla dai pericoli. Arashi ha scelto una strada che non è certo una di quelle più tranquille. E la famiglia Uchiha non meno maledetta della tua. -

La vecchia la guardò torva per un istante.

- Il clan Uchiha a confronto degli Yamabushi è solo un piccolo fuoco destinato ad estinguersi. –

Tsunade fece un sorriso bieco.

- Se quel qualcuno ti sentisse non sarebbe molto contento delle tue parole. –

- Ah! – rispose beffarda Sashiko – a proposito di quel qualcuno. Cosa mi dici di lui? –

- Non molto a parte quello che già sai. –

- Chi ha attaccato mia nipote qualche giorno fa? –

- Dovresti chiederlo a lei! Si rifiuta di rispondere. Dice di non ricordare –

- Andiamo! Immagino che arai già capito di chi stiamo parlando, no? Un esperto medico come te sa riconoscere quali tecniche provocano certe ferite. –

- tsk! –  fece l’Hokage. - Non ne abbiamo la certezza ma suppongo che la persona che ha attaccato Arashi sia proprio lui, Sasuke Uchiha. –

- Puoi esserne certa! –

- Come lo sai? –

La vecchia non rispose

- ah, che stupida! Dimenticavo! –

Sashiko fece un sorriso compiaciuto. – Mia cara, sono vecchia ma non ho perso i miei poteri, non ancora. –

Passò qualche istante senza che le due donne si scambiassero parola. Poi la vecchia disse

- Che progetti avete per il futuro di mia nipote? –

- abbiamo rinforzato le difese, se è questo che intendi! –

Sashiko guardò Hokage con fermezza.

- Io temo che presto o tardi si farà vivo anche quell’altro uchiha. -

-Intendi, Itachi? –

- Gia…! –

- Ma che interesse potrebbe mai avere per Arashi…? –

La vecchia non rispose.  – Ma quel che più temo, per adesso, e che quelli della banda G cerchino mia nipote…Avendo sangue Yamabushi e Uchiha mia nipote ha delle grandi potenzialità nascoste che potrebbero fare gola a molti –

- Allora cosa pensi di fare? – Chiese Tsunade

- penso che sia giunto il momento che mia nipote impari a difendersi da sola. Non potrà sempre contare sull’aiuto del prossimo. –

….

- Anubi? Dove sei? – Arashi era uscita di casa di buon mattino. Il demone gatto non era rientrato quella notte e lei temeva che avesse combinato qualche guaio. – Accidenti a quel gattaccio!! Anubiii!!!Ma dove può essere andato? – esclamò - Spero non abbia spaventato i vicini! –

Camminò per un bel pezzo ma del demone gatto non vi era alcuna traccia. Sconsolata andò a sedersi su un muretto.

Mia nonna ha scelto proprio un bel momento per venirmi a trovare! Come se non avessi già abbastanza problemi. Ripenso all’incontro con Sasuke. Doveva esserci rimasto proprio male nello scoprire che l’uchiha di cui aveva sentito parlare non era in possesso dello sharingan. A pensarci bene lei poteva essere davvero un’impostora. Dopo tutto non aveva vissuto con gli uchiha e sapeva poco di loro e sulle loro arti. Sbuffò tristemente. Sarà rimasto talmente disgustato di me che alla fine avrà deciso di non uccidermi per non sporcare la sua spada con del sangue impuro.

 Però…non era niente male…! Pensò quasi senza accorgersene ma subito si riprese Ma cosa vado a pensare! Per poco quello non mi faceva secca! Scosse la testa. Sto perdendo la ragione. Per colpa di questo dannato sharingan! Saltò giù dal muretto imboccando la strada del ritorno. Arrivata davanti all’abitazione trovò Anubi tranquillamente seduto di una grossa pietra in giardino.

- te lo avevo detto che sarebbe tornato da solo. Ti preoccupi troppo, cara nipote. – Sashiko era poco più in là. Stava innaffiando delle piante. – Dovresti avere più cura di questo giardino. Farai appassire tutte le piante ed i fiori che vi crescono.-

Arashi non rispose ed entrò in casa. Forse aveva la nonna ragione. A furia di pensare a quel dannato sharingan stava trascurando tutto il resto.

La vecchia Sashiko rientrò in casa e di diresse in cucina. – Arashi, vieni qui. Devo parlarti. – La ragazza che si trovava in veranda rientrò.

- Cosa c’è, nonna? –

L’anziana signora le fece segno di sedersi. Quando entrambe furono sedute l’una di fronte all’altra la vecchia parlò.

- Arashi, la tua ossessione per lo sharingan ti sta facendo perdere il senso della realtà! –

- Nonna, non sono affatto osses…- cercò di ribattere la nipote ma la vecchia riprese

- Se ti rifiuti di usare le tecniche della nostra famiglia come pensi di potere imparare ad usare lo sharingan? -

Arashi rimase in silenzio per un attimo

- I poteri degli Yamabushi non hanno niente a che vedere con lo sharingan! –

- ne sei sicura? –

- Ma certo! –  ribatté lei decisa

Sashiko rimase in silenzio per un po’. Un uccellino fuori cinguettava allegramente salutando il mattino, indifferente a ciò che avveniva dentro casa.

- Arashi, se vuoi avere qualche possibilità che lo sharingan si sviluppi in te devi imparare ad usare i poteri della nostra famiglia. –

-No! – Arashi scattò in piedi! - Sai bene che non lo farò mai! Hai visto la mamma, hai visto com’è diventata! Non voglio diventare come lei, non voglio! Glielo anche promesso! –

- Allora non ti resta che tornare al nostro villaggio. Qui non sei più al sicuro. –

Quell’affermazione secca della vecchia nonna fece trasalire la ragazza

- N…non puoi farmi questo! Non puoi! – la voce di Arashi tremava.

- Non hai altra scelta. Verranno altri a cercarti. Che cosa farai se non sarai in grado di difenderti? –

- Io…io…mi allenerò e diventerò brava in tutte le altre tecniche che non prevedono l’uso dello sharingan e dei poteri degli Yamabushi!! –

- Allora non vuoi proprio capire! –

- ma perché ti ostini a non aver fiducia in me?! –

La vecchia sospirò rassegnata – Arashi, potenzialmente potresti diventare una persona temibile, se solo imparassi ad usare le tue abilità! In molti bramano segreti della nostra famiglia, gente senza scrupoli che farebbe di tutto per riuscire ad avere più potere. Se finissi nelle mani di questa gente non oso pensare cosa potrebbero farti pur di ottenerlo. –

Arashi non rispose.

- Senza contare che il Villaggio della Foglia sarebbe continuamente nel loro mirino. –

La ragazza trasalì. Non ci aveva pensato. La sua presenza poteva costituire un pericolo per la sicurezza e la tranquillità degli abitanti della Foglia. La situazione, in effetti, era già critica senza che si aggiungessero nuovi problemi a cui pensare. Se non fossi così debole potrei badare a me stessa senza che gli atri debbano occuparsi di me!

- Che cosa dovrei fare, allora? –

- Te lo già detto! Devi tornare a casa, nella Terra dei Grandi Laghi Ghiacciati. –

La fanciulla dalla lunga treccia sospirò tristemente. Si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

- Dove vai? 

- Ho bisogno di pensare…nonna, lasciami fare un giro per Konoha.-

 La vecchia fissò Anubi che intanto era venuto ad accucciarsi sulle gambe dell’anziana donna.

- D’accordo, va pure. Ne riparleremo quando avrai preso una decisione. –

La ragazza uscì di casa.

- Ci rivediamo questa sera. –

Richiuse la porta lasciando Sashiko da sola in compagnia del demone gatto.

….

 

Passeggiava per Konoha, la città brulicava di gente, di bambini che correvano allegri, di negozi con le loro insegne e la gente al suo interno. Arashi adorava la vivacità della città, le piaceva la comunità di Konoha. Tutta gente normale che viveva le giornate con semplicità.

Doveva lasciare tutto questo e tornare dalla famiglia della madre.  Non voleva. A Konoha aveva degli amici, finalmente c’era qualcuno che non la guardava con paura solo perché faceva parte del clan Yamabushi. Sospirò tristemente. Tuttavia non poteva dimenticare le parole della nonna. Se lei fosse rimasta al villaggio della Foglia questi avrebbe presto subito gli attacchi di chi la cercava. Tuttavia le era difficile rinunciare a tutto quello che aveva conquistato a Konoha con tanta fatica. Non sapendo cosa fare continuò a vagare finché non si ritrovò davanti alla stele in cui erano incisi i nomi di tutti i ninja caduti per difendere  Konoha dai nemici. Cercò il nome di suo padre: Ren Uchiha. Lo accarezzò con le dita. Papà…

Rimase in quel luogo per molto tempo, era talmente assorta nei suoi pensieri che non si era resa conto che qualcuno la stava osservando. Ad un certo punto avvertì come un sibilo nell’aria. Si spostò di scatto appena in tempo per evitare un spiedo diretto proprio a lei.

- Mancata! Che peccato! -

- Chi c’è? – fece lei in allerta.

- Eri così assorta nei tuoi pensieri che non volevo disturbarti e così ho pensato di farti un regalino – la voce si riferiva chiaramente allo spiedo conficcato in terra. –

- Ah, grazie del pensiero ma devo dirti che con le donne sei un disastro! -

Il suono di una risata sinistra echeggiò nell’aria

Fatti avanti! – urlò allora la ragazza

Da dietro un cespuglio saltò fuori un tizio con indosso una maschera. Sembrava simile a quella della squadra Ambu tuttavia aveva un disegno che Arashi non parve riconosce.

- Salve – disse quello con fare tranquillo. – Avrei il piacere di invitarti a trascorrere un po’ di tempo con me…-

- Hai un bel modo di abbordare le ragazze! – rispose lei sprezzante - Beh…mi dispiace ma questa tecnica non funziona affatto con me! -

- Pazienza – disse lui facendo spallucce. - Fa lo stesso -

- Senti, oggi sono di pessimo umore! Ti consiglio di girare i tacchi e di tornartene da dove si venuto! –

- Spiacente, non posso! Ordini del Capo! –

Arashi rimase per un attimo stupita

- ma chi ti manda? –

- Lo scoprirai presto perché ora verrai con me! – detto questo l’uomo si lanciò contro la ragazza che tuttavia parò tutti i suoi colpi.

- Non te la cavi male, per essere una ragazza! –

- Non mi faccio certo accoppare dal primo che passa! –

- Beh, però sai, vado di fretta. Non ho il tempo di giocare con te! –

- E chi gioca?!! – Arashi reagì vibrando un pugno in pieno viso all’uomo e incrinando la maschera. Nel farlo si ferì la mano ma lei non parve farci caso.

- Fiuhhh!!! - Fece lui indietreggiando. - Se non l’avessi avuta mi avresti fatto molto male, sai? –

- Era solo per dimostrarti che noi donne non siamo inferiori a nessuno! – disse lei sprezzante

- Ma che premurosa! – fece lui con un certo tono sarcastico.

- Ora basta. – Un’altra voce intervenne.- Vedi di sbrigarti, prima che si accorgano che siamo qui! –

- Si, si! – fece il primo.

- Ma si può sapere chi siete?! –chiese Arashi sempre più nervosa.

- Il veleno dovrebbe cominciare a fare effetto! –

- Cosa? Veleno? – disse lei allarmata

- Sei il solito! – fece la voce dello sconosciuto – non sai fare a meno di usare certi trucchetti, vero? –

- che vuoi farci, mi diverto troppo! – rispose l’altro allegramente

Improvvisamente ad Arashi parve che il mondo cominciasse a girare in fretta. I suoni si fecero ovattati e i colori parvero assumere tutti la stessa tonalità: nero.

-Ma come... improvvisamente capì. Il veleno era nella maschera. – Ti sei fatto colpire di proposito, vero? –

- Pensavi che ti avrei lasciato superare le mie difese così facilmente? Hai fatto un errore, mia cara. –

Prima che la ragazza potesse replicare si accasciò a terrà priva di sensi.

 

- Sembra che si siano mossi, finalmente. – Disse kabuto mentre riordinava i suoi strumenti. Aveva appena finito di fare l’autopsia su un cadavere.

- Ahah! – rispose mellifluo orochimaru che seduto lì vicino osservava il lavoro del suo servo più fedele. – Era ora! Sono curioso di vedere quali segreti verranno fuori dal corpo di quella yamabushi. -

- Non dimenticate che è anche un’Uchiha. –

- E’ proprio per questo che sono curioso! I geni di due famiglie potentissime riuniti in un solo corpo. -

- In questo modo approfondirete le vostre conoscenze sugli Uchiha…pensate che a quel Sasuke possa non piacere quello che stanno per fare alla ragazza? –

- Non vedo come possa interessargli a meno che i segreti degli uchiha non vengano…divulgati. Forse in quel caso potrebbe dargli un tantino fastidio. E per questo che farò in modo che li uccida, dopo che mi avranno rivelato quello che sanno! –

- Ma voi sapete che lui non uccide nessuno, non ancora. –

- beh, dovrà farlo se non vuole che si sappiano segreti sulla sua famiglia.-

  
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