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Autore: imnotme    06/03/2010    1 recensioni
Era a testa in giù, capovolta, così la vedeva. Con il cielo sotto e il volto rivolto verso l'azzurro, era come se ci fosse immersa in quel cielo, come se lo stesse assaggiano, aggrappandosi ai fili d'erba per non cadere nell'infinito...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'era una macchia sul cielo azzurro, neanche la più sottile imperfezione a contaminarne l'infinità. Aveva lasciato che la sua anima si spargesse in tutto quell'immenso splendente, l'aveva dispersa là, difronte ai suoi occhi, per qualche minuto rimanendo immobile, distesa sul prato. Sentiva solo il vento accarezzare l'erba intorno a sé, tutti gli altri rumori non c'erano, c'erano solo lei e la sua anima inerte e immobili, cullate fra il cielo e il manto verde.

Faceva caldo; soffiava un vento tanto caldo da rinchiudere tutti in bar e gelaterie, da soffocare i pensieri.

Dopo un po', dopo un bel po', inarcò leggermente la schiena, quel poco che basta per poter piegare la testa all'indietro e guardare nella direzione in cui gli altri si erano allontanati alla ricerca di fresco.

Era a testa in giù, capovolta così la vedeva. Con il cielo sotto e il volto rivolto verso l'azzurro, era come se ci fosse immersa in quel cielo, come se lo stesse assaggiano, aggrappandosi ai fili d'erba per non cadere nell'infinito. Rimase a guardarla a lungo, rischiando forse un torcicollo, ma chi lo sentiva? Non sentiva più niente, era come se la sua anima fosse rimasta lì, persa nel cielo, in quello stesso cielo in cui Quella ragazza che aveva difronte affondava. Lei, ad un certo punto abbassò la sguardo incrociandolo con il suo che era fisso come se stesse sognando: stava lì a fissarla e allo stesso tempo sembrava che non avesse pensieri, niente che muovesse quello sguardo perso e allo stesso tempo attento.

« Vuoi una foto? » sentì la sua voce bassa, quasi roca, che le riportò una minima traccia di lucidità nella mente « Scusa, ma ti ho già vista... » leggero il suo tono, come chi per un attimo era in pace con se stesso o forse non c'era proprio in se stessa, come se si fosse liberata per qualche secondo.

« Dove? » domando Lei subito, scettica eppure incuriosita, fissandola con insistenza « Sabato scorso... » con un tonfo si lasciò avvolgere di nuovo dall'erba morbida, tornando a guardare il cielo « Ah sì? Io non ti ho vista, non ti ho mai vista a dire la verità, sei... nuova? » prima di finire la frase si era alzata e superando quei pochi metri che le dividevano si era messa a sedere accanto a lei, con le gambe incrociate, all'altezza della sua testa così da guardarla in viso dall'alto. « Ho solo accompagnato degli amici... non lo so » guardava il cielo lei, ed in un angolo di cielo vedeva il suo volto, ma non la guardava, non direttamente « eri curiosa? » la guardava dall'alto in basso come se la stesse ispezionando e sorrideva, scettica. Un mormorio d'assenso le diede in risposta inizialmente senza guardarla ancora « E non mi sarei mai aspettata di vedere quello che ho visto... » Il sorriso scettico sulle sue labbra si trasformò in una risatina un po' amara a quella risposta « Cos'è ti ha scioccata vedere delle persone stare bene tra di loro senza nascondersi? » sembrava un accusa la sua, ma non ebbe la possibilità di continuare sebbene ne avesse voglia. « Era Perfetta! E non l'ho vista che per un minuto, forse meno... ma mi ha tolto il respiro, non pensavo fosse possibile che mi succedesse una cosa del genere... » quello sguardo perso nel vuoto accarezzo il Suo volto per meno di un'istante e poi si nascose dietro le palpebre abbassate « non mi sarei mai aspettata che esistesse veramente... l'incarnazione del mio ideale... ». Ridacchiò un po' Lei a quella confessione « Certe consapevolezze ti cadono addosso quando meno te lo aspetti. E chi è la fortunata? Conosco un po' tutti io ». Sotto le palpebre chiuse vedeva la Sua immagine rimasta perfetta nella sua mente così come l'aveva vista la prima volta, come una fotografia impressa nel buio confuso dei propri pensieri, l'unica nitida. « Non lo so, non le ho parlato. Era in compagnia... e anche se non lo fosse stata non le avrei parlato lo stesso. Non sono tipo da farsi avanti io... » la voce era flebile e si perdeva di tanto in tanto, ad ogni oscillazione dello sguardo fra il Suo viso e il cielo. Rise allora Lei, forse divertita veramente o forse solo spiazzata « Non è così che vanno le cose ragazza, quando vuoi una cosa devi correre a prenderla, specialmente in casi come questi... correre più che puoi, ogni lasciata è persa » saggia quella voce roca ma subito dopo sovrastata da voci che man a mano si avvicinavano. Nel tempo di voltare la testa e guardare verso loro che tornavano parlando a lei e fra di loro, Lei si era già alzata « Beh...ciao » si voltò andandosene, lasciando il prato in direzione di una via alberata. Distratta non le rispose, la vide solo con la coda dell'occhio allontanarsi, ma presa dalle battute dei suoi amici iniziò a scherzare si alzò lasciando l'abbraccio di cielo e terra per riprendere a camminare fra loro.

 

Stavano all'ombra di un albero senza fare niente, a parlare e ridere già da qualche minuto. Faceva meno caldo all'ombra e il cielo era nascosto dalle fronde verdi.

All'improvviso una folata di vento caldo li investi, caldo da togliere il fiato e forte da spostare le foglie dei rami. Non disse più nulla lei, si fermò di colpo dal ridere e iniziò a correre. Guardava in alto perché la stradina l'aveva già puntata, guardava il cielo sentendosi investire più che mai dalla sua luce e sentiva l'erba morbida sotto i piedi. Non pensava, sentiva e basta.

Lungo il marciapiede poi aumentò ancora di più la velocità trovando e poi tenendo lo sguardo fisso su un punto costante, distante ma per quanto andasse avanti si faceva sempre più vicina, sempre più chiara.

Le afferrò il braccio appena la raggiunse, e senza potersi fermare la trascinò ancora per un po' fermandosi in un giardinetto verde. Di chi fosse e dove esattamente si trovasse non lo sapeva, ma neanche se lo chiedeva. « hey! Che fai? » ci volle un po' prima di poter rispondere, aveva il fiato corto. Si lasciò cadere sull'erba del giardino sfiancata, non aveva mai corso così tanto « ...corro » sussurrava tra un respiro e l'altro aggrottando un po' la fronte visto che la vedeva dal basso in controluce, immersa di nuovo nell'azzurro immacolato « non avevo mai corso così... mai pensato... che fosse... possibile... voler correre così... tanto » il respiro lentamente iniziava ad essere meno affannato mentre Lei le si sedette difronte.

La guardava e la vedeva come sospesa, con tutto il resto sfuocato intorno, solo la Sua immagine, come nella sua mente, rimaneva limpida e perfetta. Intrecciò le dita ai fili d'erba appoggiandosi sulla mano davanti cosi da muoversi lentamente, molto lentamente verso di Lei. La vedeva sempre più vicina mentre sentiva un'eternità passare intorno a quel volto e se stessa perdersi dentro quell'immagine.

La mano inizialmente tremolante ebbe tutto il tempo di calmarsi mentre si avvicinava al Suo volto, ma non la toccò, scivolò sul contorno della sua guancia senza poterla sfiorare. Aveva paura di inquinare la sua perfezione.

Ormai non vedeva altro che due labbra, due splendide labbra carnose e delicate che immobili la stavano attraendo inconsapevolmente.

Era come toccare la vita stessa, stava sfiorando la bellezza più pura e vera, stava gustando la perfezione, ne era avvolta, totalmente persa dentro l'assoluto. Le sue dita accarezzavano la perfezione e l'infinito la avvolgeva con le sue delicate braccia calde. Non respirava, non ne aveva bisogno, la sua anima era piena di qualcosa che andava al di là della comprensione, le inebriava mente e corpo sospesi nella pienezza di quelle sensazioni. Le sue labbra in estasi toccavano le porte del paradiso e sentivano che quel bacio eterno e sublime era il generatore della bellezza stessa, rinchiudeva in sé l'essenza dell'assoluta felicità.

 

 



  
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