Crossover
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Autore: Crybaby    07/03/2010    4 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Lunga Notte Di Suna

Notte piuttosto fredda, quella che il villaggio segreto di Suna si apprestava a vivere. Come sempre accade quando si vive nel deserto, d’altronde, ma a un simile calo di temperatura i ninja soldati assegnati a pattugliare la sezione occidentale del villaggio ci avevano ormai fatto l’abitudine.
Un gruppo di questi uomini scelti si trovava sul tetto di un edificio militare, costruito accanto alla muraglia di roccia che circondava l’intero villaggio. I ninja camminavano avanti e indietro, mantenendosi a distanza di tre passi l’uno dall’altro di modo che ognuno potesse avere buona visione del panorama circostante, ed eventualmente avvistare per tempo un improvviso attacco a sorpresa da parte di villaggi nemici.
Tutti si mantenevano vigili e attenti. Tutti eccetto un giovane soldato, che forse distratto da qualcosa aveva rallentato la propria marcia fino a fermarsi del tutto, restando imbambolato. Solo il contatto con il ninja dietro di lui che involontariamente ci aveva sbattuto contro lo riportò alla realtà.
-Ehi recluta, mantieni il passo e non ti distrarre!
-Come? Oh, è vero, chiedo scusa signore. È che mi ero fermato un attimo a guardare una cosa strana e ho perso la concentrazione…
-Una cosa strana? Di che si tratta?
La recluta indicò un punto sul bordo del tetto dove camminavano. Tra due muretti di pietra, qualcuno aveva incastrato a forza un vaso di coccio, che al suo interno ospitava una piantina di colore amaranto simile a un’orchidea.
-Un… vaso di fiori?
. -È non è l’unico! Mentre venivo qui ne ho notati un po’ dappertutto: sui tetti, sui cornicioni, incastrati nelle nicchie dei muri, nascosti nei vicoli, dovunque! Forse dovremmo far subito rapporto al capitano Baki, è una cosa troppo sospetta per essere ignorata…
-Sì, sono certo che il capitano Baki apprezzerà il tuo spirito di osservazione… ma cammina idiota, se non vuoi che tolga la razione di cibo a tutto il plotone!
-Ma…
Uno spintone da parte del suo superiore convinse la povera recluta a riprendere a camminare, ma non lo distolse dai suoi dubbi.
Impegnato a rimuginarci sopra, però, nemmeno lui si accorse che dal fiore stava prendendo vita una piccola scarica d’energia rossa.
Quando il plotone si rese conto di cosa stava accadendo, era ormai troppo tardi per reagire.

“Ben fatto, mia piccola Telulun.”

Notte piuttosto fredda, quella che il villaggio segreto di Suna si apprestava a vivere. Come sempre accade quando si vive nel deserto, d’altronde, ma a un simile calo di temperatura i ninja soldati assegnati a pattugliare la sezione orientale del villaggio ci avevano ormai fatto l’abitudine.
Al contrario, mai si sarebbero abituati a quello che di lì a poco stava per accadere. Su tutti il capitano Baki in persona, che si vide raggiungere di corsa da un suo trafelato sottoposto.
-Capitano Baki… è appena arrivato…. un falco messaggero… con una richiesta d’aiuto… eccola…
-Da dove arriva?- chiese Baki, strappando il foglio dalle mani del ragazzo.
-Dalla parte opposta del villaggio, capitano.
-Ah… Vuoi prenderti gioco di me, soldato?!
-Giuro sulla mia testa che è vero, capitano!
Dopo avergli lanciato l’occhiata più storta e dubbiosa che si potesse fare, l’uomo passò a leggere il messaggio.
“Qualcuno si è infiltrato nel villaggio. State attenti ai vasi di fiori.”
-State attenti ai… Oh, grandioso. In meno un minuto la potenza militare di Suna è riuscita nell’impresa impossibile di cadere nel ridicolo…
-Quali sono i suoi ordini, capitano?
-Bah. Raduna una squadra, e va’ a controllare cosa succede.
-Agli ordini, capitano.
Baki rimase a guardare il soldato andarsene di corsa, e sospirando, si girò e fece per ritornare alle sue faccende.
Il resto, successe in una frazione di secondo.
Forte della sua prontezza di riflessi, il ninja riuscì appena in tempo ad estrarre dalle tasche e lanciare alle proprie spalle uno shuriken, col quale colpì e deviò la traiettoria di un kunai scagliato verso la sua testa. Quindi si voltò, scoprendo così che chi stava per colpirlo era lo stesso soldato di poco prima.
-Che diavolo ti salta in mente, soldato?!?…
Baki si tuffò velocemente all’indietro, appena in tempo per schivare una freccia che gli passò a pochi centimetri dal naso. A lanciargliela contro, un altro dei suoi soldati, armato di balestra. Il ninja pensò subito ad un complotto ai suoi danni, ma rimase totalmente spiazzato quando vide i suoi due aggressori iniziare a combattere tra loro, senza nessun motivo apparente. E non erano i soli. Guardandosi attorno, Baki si rese conto che tutti gli uomini del suo plotone avevano preso ad azzuffarsi fra di loro: chi a mani nude, chi sfoderando spade, tutti presi da una inspiegabile e inaudita ferocia animalesca.
Il capitano provò a richiamarli all’ordine, urlando con tutto il fiato che aveva in corpo, ma senza risultati.
“E va bene. A mali estremi, estremi rimedi.”
Con fare macchinoso tirò fuori dalle tasche tre kunai, ai quali legò una carta bomba ciascuno, e li lanciò in tre punti del tetto di modo che formassero un immaginario triangolo. Quindi si spostò al centro del tetto, pronto per far saltare tutto in aria, e avvicinò i palmi delle mani.
“Questo insegnerà loro un po’ di buone… Un momento! Cosa… cosa sto facendo?! Devo… fermarmi…”
Troppo tardi. Come dotate di autonomia propria, le dita del capitano Baki composero il sigillo che fece esplodere le carte bomba. Il tetto dell’edificio crollò inevitabilmente, e i soldati precipitarono in un vortice di detriti, polvere e macerie.

“Tutto secondo le previsioni. Nessuno può ribellarsi al mio sortilegio. Nessuno.”

Notte piuttosto fredda, quella che il villaggio segreto di Suna si apprestava a vivere. Come sempre accade quando si vive nel deserto, d’altronde, ma a un simile calo di temperatura anche i semplici abitanti ci avevano ormai fatto l’abitudine. Fra questi, vi era una ragazzina.
Uscita di nascosto da casa sua, incurante appunto del freddo stava ora correndo per le vie più strette e buie del villaggio, con una pesante sacca a tracolla. Superati diversi isolati la giovane giunse alla destinazione, un piccolo cortile seminascosto dagli alti edifici, ed esausta lasciò cadere a terra la sacca che si aprì, rivelando al suo interno una serie di kunai.
Matsuri, questo il nome della ragazzina, raccattò un po’ di quei pugnali e si spostò al centro del cortile, a distanza di qualche metro da un pannello di legno sul quale vi era stato disegnato col gesso un bersaglio stilizzato. Un respiro profondo, Matsuri cominciò a lanciare i kunai contro il bersaglio. Diversi minuti di tentativi dopo, però, i risultati anche discreti faticavano ad arrivare: se alcuni pugnali si avvicinavano di poco al centro del bersaglio, altri nemmeno restavano infissi nel legno e cadevano inesorabilmente a terra.
-No accidenti! Così non va bene per niente!
Per l’ennesima volta Matsuri corse a riprendere i pugnali caduti, e stizzita diede un calcietto contro il pannello di legno. Fece per darne un altro ma si calmò, limitandosi a scuotere la testa.
-No, non devo farmi prendere dalla frustazione. Gaara mi rimproverebbe di sicuro se mi vedesse così…
Gaara del deserto, il ninja definito come l’arma segreta di Suna, rispettato e soprattutto temuto da tutti, era il suo maestro. O meglio, Matsuri aveva scelto di sua spontanea volontà di diventare sua allieva, e senza pentirsene affatto. Tra i due si era instaurato pian piano un saldo rapporto di fiducia -anche se Gaara non mostrava quasi mai emozioni, Matsuri era certa che fosse così- ed è per questo che la giovane si era presa l’impegno di sacrificare un’ora di sonno ogni notte per esercitarsi nell’uso delle armi ninja. Per non deludere le sue aspettative, e, sotto sotto, anche per farsi notare di più da lui.
-Okay, ci riprovo. Massima concentrazione, così come Gaara mi ha spiegato…
-Quindi piccoletta, conosci Gaara. Perfetto, è tutto ciò che mi interessava sapere.
-C-chi… chi ha parlato… !!!
Non fece nemmeno in tempo a voltarsi, che dall’ombra di un vicolo emersero una serie di liane simili a fruste e si avvinghiarono al corpo di Matsuri, serrandole in particolare la bocca così che non potesse gridare. La ragazzina cercò di liberarsi tagliando le liane con un kunai, ma un violento strattone le fece perdere l’arma e la giovane venne trascinata all’indietro nel vicolo, da dove sentì arrivare nelle orecchie la voce di colei che l’aveva aggredita.
-E non agitarti, non ti farò del male. Voglio solo che tu risponda con assoluta sincerità alle mie domande.

...

Seduto sul tetto dell’edificio più imponente di Suna, una gamba avvicinata a sé e l’altra distesa, c’era un ragazzo. Teneva gli occhi chiusi, ma non stava dormendo. Anche perché, lui, un simile privilegio non poteva e non doveva permetterselo per nessuna ragione.
Mediante i suoi occhi di sabbia sparsi per il villaggio, da diverse ore ormai era intento a seguire le mosse e gli spostamenti delle due ragazze arrivate dal nulla: aveva osservato quella dagli occhi verdi nascondere in ogni anfratto fiori dalla specie sconosciuta, gli stessi fiori che sotto qualche strano influsso erano riusciti a mettere fuori combattimenmto parte dell’esercito di Suna; e aveva notato come l’altra ragazza, nascosta nell’ombra, stesse spiando compiaciuta un altro gruppo di ninja, mentre questi senza motivo avevano cominciato a combattere fra di loro. In entrambi i casi, se non per attutire la caduta dei soldati con la sua sabbia, il ragazzo si era limitato a guardare lo svolgersi degli eventi senza intervenire, intenzionato a capire a cosa stessero mirando quelle due.
Alla fine, la sua pazienza fu ripagata.
Nonostante il suo occhio di sabbia non gli consentisse di ascoltare ciò che la strega dagli occhi verdi stesse dicendo, dalle tre fotografie che questa stava sventolando davanti al naso della terrorizzata Matsuri capì lo stesso qual era, anzi chi era il loro obiettivo.
Il ragazzo sciolse la tecnica degli occhi di sabbia, aprì i suoi di occhi e si alzò in piedi. Le due streghe volevano lui e i suoi fratelli? Perfetto, li avrebbero avuti.

...

<< Sei certa che la mocciosa che hai catturato faccia al caso nostro? >>
-Tranquilla Cyprine, siamo in ottime mani. La ragazzina mi ha assicurato di conoscere personalmente Gaara e gli altri due, e ha promesso che reciterà la parte del bravo ostaggio e ci condurrà da loro senza obiettare.
<< E va bene, voglio fidarmi di te. Dove ci incontriamo? >>
-All’ingresso del palazzo al centro della città. Riesci a vederlo da dove sei?
<< Mmm… sì, lo vedo. Finisco di sistemare gli ultimi soldatini e sono da te. >>
-Ti aspetto.
Telulu spense la ricetrasmittente con cui si era messa in contatto con la strega alleata. Quindi allentò la presa delle sue liane sulla povera Matsuri, di modo che avesse libera la bocca.
-Sentito ragazzina? È ora di andare. Indicami la strada.
-S-s-sì- balbettò, terrorizzata -b-bisogna p-prendere quella vi…
La giovane si sentì quasi mozzare il fiato, quando Telulu la strattonò con forza vicino a sé. Questo, per poterle sussurrare nelle orecchie un ultimo avvertimento.
-Che sbadata, stavo dimenticando la cosa più importante. Osa anche solo pensare di fregarci, e sei morta.

Aveva appena chiuso la comunicazione con Telulu, quando l’ennesimo gruppo di ninja avvistò Cyprine in piedi sulla muraglia di roccia.
-Lassù, guardate! Chi è quella ragazza?
-Non lo so, ma probabilmente deve avere qualcosa a che fare con l’esplosione che abbiamo sentito prima! Prendiamola!
Gridando per darsi la carica i soldati si lanciarono verso Cyprine. La quale si limitò ad osservarli, per nulla preoccupata.
-Insomma ragazzi, non siete stufi di star svegli giorno e notte a fare questo lavoro ingrato? Io vi consiglierei una bella dormita.
-Sta’ zitt…
Un secondo più tardi tutti caddero a peso morto sull’edificio sottostante, e lì rimasero a poltrire della grossa. Con grazia, Cyprine saltò dalla roccia ed atterrò in mezzo a loro, mani sui fianchi, per osservarli dall’alto in basso con sufficienza.
-Sigh. Mi rattrista molto, constatare come il cervello degli esseri umani sia più molle di una pallina antistress. Certe volte vorrei proprio confrontarmi con qualcuno alla mia altezza… Basta perdere tempo, è ora di andare a rubare un po’ di cristalli! …uh?
Cyprine fece per prendere il volo, quando alle sue orecchie arrivò il rumore inconfondibile di qualcuno che si stava avvicinando a gran velocità. La strega annoiata volse lo sguardo in quella direzione, aspettandosi un altro gruppo di ninja incapaci. Arrivò invece una ragazza. Bionda, vestita di nero, con un vistoso ventaglio legato dietro la schiena.

Trascinandosi dietro senza alcun rispetto Matsuri per le strade di Suna, Telulu giunse alla fine dinnanzi al portone che dava l’accesso al palazzo principale. Una volta arrivata, la prima cosa che la strega notò con piacere era la totale assenza dei ninja soldati a guardia del palazzo: probabilmente, per andare in soccorso dei loro compagni dovevano tutti aver abbandonato la loro postazione.
Purtroppo per Telulu, all’appello mancava anche Cyprine. Tenendo sempre ben stretta la presa su Matsuri, con uno sbuffo la ragazza si sedette sugli scalini ai piedi del portone, e lì aspettò. Passarono diversi minuti, ma la strega dagli occhi blu ancora non appariva.
-Beh? Allora, si può sapere che cavolo sta facendo ancora? Conoscendola avrebbe dovuto essere qui già da un pezzo!
Stizzita, Telulu si alzò in piedi e accese la ricetrasmittente.
-Cyprine, mi senti? Io sono arrivata, e ho qui l’ostaggio! Vuoi darti una mossa? Accidenti Cyprine! Ti decidi a rispondere?…
-Resta ferma dove sei e lascia andare la ragazzina immediatamente. È un ordine.

-Proprio come aveva detto Gaara, sono tutti felicemente nel mondo dei sogni. Certo che quello zuccone poteva anche venirci a svegliare un po’ prima, eh!
Con un ultimo balzo, Temari atterrò incolume tra i soldati addormentati come angioletti e si guardò intorno, avvistando subito la ragazza dai capelli blu ferma sulla parte opposta del tetto.
-Ehi, tu! Sì, dico proprio a te! Sei tu la responsabile di questo casino?
Cyprine non rispose, limitandosi a fissare incredula la nuova arrivata.
“Ma questa… è una delle nostre vittime?! Sì, non ci sono dubbi! C’era anche la sua foto tra quelle che ci ha dato il computer, me lo ricordo bene… Dannazione, che cavolo ci fa qua? E cos’è che ha detto a proposito di Gaara? Non ditemi che quell’incapace di Telulu si è fatta scoprir…”
-Non rispondi? Oh beh, chi tace acconsente…
E senza lasciarle nemmeno il tempo di ragionare, Temari sfoderò il ventaglio e partì all’attacco.

A quella voce Telulu alzò di scatto la testa, trovandosi davanti un ragazzo conciato con un vestito completamente nero, che gli lasciava scoperto solo il viso: pure questo era però in qualche modo cammuffato, segni di pittura viola infatti spiccavano intorno agli occhi, alla bocca e sulle guance. Col brutto presentimento di averlo già visto da qualche parte, la ragazza tirò fuori le tre fotografie dei loro obiettivi: come temeva, fra quella dell’obiettivo principale Gaara e quella della ragazza bionda, c’era anche la foto del tizio di fronte a lei.
“Qui ha la faccia dipinta in modo diverso, ma è indubbiamente lui… Kankuro… Come ha fatto a scoprirmi? Ma soprattutto, perché proprio lui maledizione?!”
-Te lo ripeto, lascia andare libera Matsuri, subito. Non farmi arrabbiare.
Telulu mise via le foto e alzò gli occhi sul ninja, mascherando la propria sorpresa con uno sguardo di sfida.
-Non farmi arrabbiare? Mpf! Sei divertente, ragazzino! Adesso però fa’ una bella cosa, levati dai piedi e tornatene a dormire, non sei tu il mio obiettivo! “per ora…”
Al contrario, Kankuro non si mosse di un millimetro, facendo definitivamente imbestialire la strega.
-Se la metti così… Poi non dire che non ti avevo avvertito!
Tirata da parte Matsuri con un veemente strattone, Telulu puntò il braccio libero contro Kankuro: subito dal polso crebbero a dismisura delle nuove liane che si avvinghiarono attorno al corpo del ragazzo, stritolandolo.
-Troppo lento… COSA?!?
Di fronte agli occhi sbarrati della strega, il corpo dell’avversario si ruppe letteralmente, rivelando di essere solo un inanimato fantoccio di legno.

  
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