Oggi
Minto osservava, come ipnotizzata, i
vorticosi colori del Tokyo Disney oltre la baia. La musica che arrivava alle
orecchie era festosa e si mischiava alle grida di gioia dei visitatori.
Iniziarono
i fuochi d’artificio.
Quella
sera il parco festeggiava il proprio compleanno con una festa lunga tutta la
notte: migliaia di bambini, zucchero filato, caramelle, pupazzi di Topolino e
Paperino che gironzolano inseguiti dai bambini sorridenti e desiderosi di un
abbraccio, risate, spruzzi d’acqua, musica ad alto volume, grida, migliaia di
flash fotografici, pianti.
Osservò
l’acqua del canale illuminata dai lampioni: era così sporca da apparire grigia
e oleosa.
“Guardando
quest’acqua capisco il perché Ichigo faccia tutto questo”
Un
gabbiano si posò sulla ringhiera a pochi metri da Minto. Era grigio quasi
quanto l’acqua, rognoso e perdeva piume, quando si voltò minto poté vedere i
suoi occhi azzurri, uno di questi era cieco ma pareva che la fissasse come
quello sano. Di tutti gli uccelli che minto aveva visto quello era il più
brutto. “Ti ha reso così brutto quest’inquinamento? Nessuno rispetta più il
trattato di Kyoto.”
Il
gabbiano sbatté le ali impaurito e volò via lasciando cadere dietro di se molte
piume grigie. Minto si guardò intorno alla ricerca di cosa potesse averlo
spaventato in quel modo.
«Kisshu!»
Stava seduto sulla ringhiera a osservare il Tokyo Disney. Era arrivato
silenzioso, così silenzioso che solo il gabbiamo aveva percepito il pericolo.
«Non
ti trasformare.» Disse l’alieno voltandosi verso Minto. «Sono qui per godermi
lo spettacolo, e poi tutta questa gente scoprirebbe la tua vera identità.»
In
quel momento, c’era troppa gente lungo il marciapiede. Tolse le mani dalla tasca
e fece qualche passo verso l’alieno non staccando mai lo sguardo dai suoi
pugnali attorno alla vita.
«Voi
umani siete stranissimi.» Minto si fermo. Era ad appena un metro dall’alieno.
«Deforestate, bruciate e distruggete per creare divertimento, per voi stessi…la natura è divertente anche senza che voi ci
dobbiate per forza mettere mano.»
«Perché
sei qui?»
«Te
l’ho già detto: sono qui per godermi lo spettacolo.»
Ci
furono altri fuochi d’artificio.
«Allora
perché non ti teletrasporti direttamente dentro il parco, di sicuro vedresti
meglio.»
«Perché
preferisco stare qui. Tu, invece?»
«Ho
avuto un brutto presentimento. Ho preso un treno a caso e sono arrivata fin
qui.»
Kisshu
si mise in piedi. Minto indietreggio e mise la mano in tasca pronta a
trasformarsi.
«A
quanto pare state iniziando a capire i vostri istinti anche se non siete
trasformate.»
«Spiegati
meglio.»
Altri
fuochi d’artificio illuminarono la notte.
«Hai
fatto bene a venire fin qui.» Kisshu ridacchio. «Però ricordati che questa
volta la colpa non è mia.»
«Che
cosa hai intenzione di fare?»
«L’ho
appena detto: questa volta non è colpa mia.»
Minto
si immobilizzò, ebbe una sensazione terribile. Guardò il Tokyo Disney e riuscì
solo a sussurrare poche parole «Ichigo…non farlo».
Kisshu
sorrise e si voltò dandole le spalle.
«Per
favore…fermala!»
«Non
si può!» La risposta fu ferma.
Minto
si inginocchio ai piedi di Kisshu. L’alieno osservò in silenzio ed impassibile.
Allora Minto cadde in avanti abbassando le testa il più possibile verso il suolo:
«Te lo chiedo in ginocchio, sto umiliando me stessa, fermala!»
«Sai
benissimo che siamo in guerra.» Fu la risposta dell’alieno. «Non essere
patetica.»
«Questa
guerra non è giusta! Non puoi agire in questo modo, è con noi che devi lottare,
non con gli innocenti.» Le grida di Minto attirarono l’attenzione delle persone
che passavano per la strada.
«Ti
prego!»
«Patetica.»
In
quel momento apparve Taruto: «Pai è pronto.». Kisshu annuì ed il bambino sparì.
Minto
rialzò il viso rigato dalle lacrime e vide Kisshu sogghignante rivolto verso il
parco divertimenti. I fuochi d’artificio illuminarono di nuovo il cielo ed il
mare calmo. Quando terminarono Minto vide chiaramente in cielo una luce
rosastra. La luce restò solo per qualche secondo sospesa in aria e capì: si
trasformò, e solo all’ora Kisshu si voltò verso di lei.
La
gente che passeggiava vide apparire la Mew Mew
azzurra e cominciò a discutere ed a fermarsi per osservare quello che stesse
succedendo.
«Sei
un bastardo.»
«Grazie!»
l’alieno diede di nuovo le spalle alla Mew Mew. «Vuoi
uccidermi?»
«Ti
metto in lista.» MewMinto impugnò il proprio arco.
«Prima viene Ichigo.»
«Aspetterò.»
MewMinto prese la rincorsa e usando la
ringhiera come trampolino salto verso il punto lontano dove aveva visto
brillare la luce rosa. Si aiutò con le proprie ali. Si era tuffata nel buio.
Alla sua sinistra aveva il parco divertimenti, a desta l’oscurità totale, sotto,
il mare e davanti a lei di nuovo la luce rosa. Riuscì ad avvicinarsi abbastanza
da vedere distintamente MewIchigo sorretta da Pai.
Caricò il proprio arco e senza pensarci sù scagliò la
freccia nello stesso momento in cui MewIchigo usava
la propria arma contro l’oceano.
La
prima freccia venne bloccata da Pai. MewMinto caricò
di nuovo l’arco ma notò che sotto di se il mare si stava agitando ed alla sua
destra s’ingrossava velocemente. In pochi secondi si formò un’onda altissima
che veniva verso di lei. Scagliò la seconda freccia ma ancora prima che questa
potesse raggiungere MewIchigo e Pai, i due,
sparirono.
MewMinto era in pericolo di vita. L’onda
anomala si avvicinava sempre di più. Ripose l’arco e decise di gettarsi in
picchiata verso il mare.
Quando
fu sott’acqua, l’onda passo sopra di lei senza travolgerla. L’oceano si abbatté
su Tokyo Disney spazzando via ogni cosa e ogni vita che trovava sul proprio
tragitto.