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Autore: Angemon_SS    10/03/2010    3 recensioni
Aoyama è morto. Che cosa potrebbe implicare questo per Ichigo e per la sua lotta contro gli alieni? Leggete il primo capitolo e lo scoprirete.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tre mesi prima

 

 

La campanella della scuola vibrò i suoi soliti rintocchi mattutini. Gli ultimi studenti si affrettarono verso le classi prima che entrassero i professori per cominciare la lezione. Si udì un boato nel corridoio e tutti si voltarono verso le scale dove un ammasso di capelli rossi si stava rialzando con il naso dolorante.

«Ichigo, non ci sono parole per definire quanto tu sia maldestra.» Nel corridoio rimbombarono decine di risate che accompagnarono la ragazza fino alla propria classe.

«Belle amiche che mi ritrovo!» Quando scaraventò i quaderni sul tavolo, Ichigo, era ancora rossa in viso per la vergogna. Tutti gli alunni già si trovavano ai propri posti, eccetto la capoclasse e la professoressa. Dopo qualche minuto suonò la campanella che sanciva l’inizio ufficiale delle lezioni ma la cattedra della professoressa continuava a restare deserta.

Dopo quasi dieci minuti di ritardo finalmente entrò in classe, seguita dalla capoclasse, la professoressa. Aveva il volto bianco e prendendo posto dietro la cattedra fece cadere a terra una serie di matite, la capoclasse le raccolse e rimase in piedi accanto alla cattedra, immobile ed in silenzio. Teneva la divisa stranamente in ordine, era conosciuta per essere una capoclasse al quanto ribelle e testarda, una che non si poneva problemi a tenere i capelli sciolti e il trucco al viso.

«In piedi!» All’ordine della capoclasse tutti gli studenti si alzarono e si misero sull’attenti. «Saluto.» Ci fu l’inchino di rispetto verso la professoressa e l’unanime “Buongiorno!”

Tutti attesero il “Seduti!” della capoclasse ma questo non arrivò.

«Oggi.» Cominciò la capoclasse e la professoressa si sedete alla cattedra. «Esattamente alle sette e quarantacinque la campana dell’istituto suonerà i rintocchi d’onore.»

Nella classe si diffuse il mormorio, i rintocchi d’onore venivano suonati solo in occasione dei diplomi.

«Per favore.» Tornò il silenzio. «Ieri sera è successo un fatto sia triste che, come dire, onorevole. Uno studente di questo istituto ha perso la vita in un incidente stradale.»

L’intera classe trattenne il fiato.

«Ha perso la vita per salvare quella di un gatto ferito che stava per essere investito.» Un cuore si fermò. «L’alunno si chiama Masaya Aoyama…»

Ci fu un sospiro di sconforto generale e tutti gli sguardi si catapultarono su Ichigo.

«Hai il permesso di uscire.» Furono le uniche parole che pronunciò la professoressa. Ichigo raccolse la propria cartella e, dopo aver fatto l’inchino sull’uscio, uscì dalla classe.

Corse per il corridoio ed aprì la porta della classe di Aoyama. Il banco era vuoto e circondato da compagni di classe con le lacrime al viso. Sbatté la porta scorrevole e ricominciò a correre per la scuola. Si diresse alla palestra nella speranza di trovarlo negli spogliatoi, intento a indossare l’armatura da kendo.

Lo spogliatoio maschile era deserto.

Ichigo cadde in ginocchio, aveva corso per tutto l’edificio e quando vide lo spogliatoio vuoto, le gambe cominciarono a tremare fino a collassare. Il cuore decise anche lui di morire e per qualche secondo si fermò, restò zitto mentre Ichigo attendeva una qualsiasi parola pronunciata da quelle labbra e con quella voce calda.

Non arrivò nessuna voce. La campana della scuola cominciò a suonare i rintocchi d’onore.

In quello stesso istante tutto il resto del corpo di Ichigo cominciò a tremare; si accasciò in terra come un feto e cominciò a piangere. Si sentiva come se gli avessero appena amputato una gamba senza anestesia, provava dolore fisico, in ogni parte del corpo. Strinse la collana con il campanellino che gli era stata regalata dallo stesso Aoyama.

Dagli altoparlanti dell’istituto si udì la voce del preside: «A tutti gli studenti, le lezioni della giornata di oggi sono sospese per lutto, vi invito tutti a rispettare qualche minuto di silenzio, in ricordo di uno dei nostri studenti modello che ora non è più tra i banchi insieme a noi: Masaya Aoyama.»

Iniziò il silenzio degli studenti. Ichigo non ce la fece. Il dolore era insopportabile e gridò così forte che l’urlo, amplificato dal vuoto della palestra, venne percepito da tutti gli studenti dell’istituto.

Quando i polmoni terminarono l’aria Ichigo era stordita, non aveva ma gridato così forte in vita sua. Vide la vista appannarsi e poi niente.

 

 

   
 
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