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Autore: Dubhe    17/03/2010    1 recensioni
In un mondo dove le macchine hanno preso il sopravvento, dove gli uomini sono schiavi del denaro, una sola persona può salvare un’intera città da una catastrofe imminente. Una persona che conserva dentro di sé la magia. Una storia che parla di uno scontro tra la nuova tecnologia e la magia antica, in un mondo molto simile al nostro.
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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.15UW.

 

«Come ha fatto a scoprirti?»

«Sono stata una sciocca a non pensarci e non prendere più precauzioni. In più non ho con me la chiave, e i miei poteri sono più deboli.» disse Shaylee, mentre trascinava Zane per i corridoi silenziosi di villa Gray. Si fermò davanti ad una porta identica alle altre e lo guardò. «Ricordi tutto quello che devi fare?»

Zane annuì togliendosi la maschera. «Mi tolgo queste cose fastidiose di dosso e contatto Lance mentre tu cerchi il libro.»

Shaylee sorrise, la penombra rendeva il suo sorriso era ancora più bello, allungò una mano e gli accarezzò una guancia. «Promettimi di non pensare a me. Ogni pensiero può distrarti, quindi non devi pensare a nient’altro che a quello che devi fare.»

Tu però sei una grande distrazione, pensò Zane.

«Tu però sei un grande distrazione.» disse senza rendersi conto di quello che stava dicendo.

Tutto ciò che vide in seguito fu Shaylee che si alzava in punta di piedi e avvicinava il volto a quello di lui. Dopo, sentiva le loro labbra unirsi per pochi istanti. Entrambi avrebbero voluto che quel momento durasse di più, molto di più, perché la ragazza si separò troppo presto. «Quando entreremo qui non potremmo più parlare.» sussurrò.

«Va bene.» rispose Zane.

Shaylee aprì la porta, tenendo per mano il ragazzo, e la stanza in cui si ritrovarono era circa la metà del salone dove si stava svolgendo la festa in onore di Ivy Gray. Davanti a loro c’erano infiniti scaffali colmi di libri. Zane si chiese se Shaylee conoscesse il luogo dove stava il libro che cercava, altrimenti il loro piano sarebbe saltato. La guardò ed espresse la tacita domanda attraverso gli occhi. Lei abbozzò un sorriso e fece un cenno d’assenso col capo.

Shaylee lo guidò verso un tavolino basso all’ingresso, intorno al quale c’erano delle basse ma larghe poltrone in pelle. S’inginocchiò, tastando la parte sotto del tavolino. Poco dopo la ragazza tirò fuori una scatola semiaperta.

Quando le loro mani si sciolsero, Shaylee si sentì quasi abbandonata. Soffocando le sue emozioni aprì la scatola, estraendo i vestiti di cambio di Zane, più comodi per il suo compito. Shaylee aveva deciso di restare vestita com’era, così in caso avesse incrociato qualcuno per i corridoi avrebbe usato la scusa che stava cercando il bagno. Zane prese i vestiti e andò dietro allo scaffale più vicino per cambiarsi. Shaylee trovò i suoi oggetti, la chiave e il carillon. La prima era già pronta inserita nella serratura. Se la mise sottobraccio, e Zane uscì vestito come un ragazzo qualunque. Una tuta da motociclista, pantaloni blu scuro stretti infilati in stivali marroni scuro, una maglietta nera e una giacca corta dello stesso colore dei pantaloni. Le mani erano ricoperte da guanti scuri a mezze dita. Sistemata nella cintura e nascosta dalla giacca, aveva una pistola, anche se sperava di non doverla usare.

Zane buttò i vestiti eleganti della festa nella scatola, ora sentendosi a proprio agio. Vide Shaylee in procinto di sparire nel buio degli scaffali e le andò incontro, abbracciandola. Non le disse nulla, anche perché se avesse potuto non avrebbe saputo cosa dirle. Sentì che lei ricambiava l’abbraccio, affondando il viso nel suo petto.

Restarono immobili, ascoltando i battiti dei loro cuori rimbombare nella silenziosa biblioteca.

Si separarono, sapendo che era giunto il momento del dovere. Shaylee gli donò un altro breve e fugace bacio, dopo di che sparì tra i scaffali.

Sperando di non inciampare in qualcosa, Zane uscì dalla biblioteca mettendosi il microfono. Richiuse la porta piano, controllando che non ci fosse nessuno. «Lance, ci sei?»

La voce dell’amico risuonò nell’orecchio di Zane. «Era ora, fratello. Tutto bene?»

«Per ora sì. Avanti, dimmi dov’è quella macchina.» mormorò.

«Vai sempre dritto e gira al primo corridoio a sinistra. Il laboratorio di Gray è sott’acqua.»

«Sott’acqua?»

«Già. Sono riuscito a copiare i codici, anche se ci è voluto un po’. Sai, il tuo amico è molto intelligente, ha immesso un programma che cambia i codici ogni ora.»

«Non siamo amici da tempo, Lance.» disse Zane, più a sé stesso che all’altro. Con passo svelto raggiunse la svolta, ma davanti a lui si parò un muro. «Ma che diavolo…»

«Aspetta, ti apro.»

Detto fatto, il muro bianco si aprì in due, come un portone mimetizzato con la parete. Zane lo attraversò.

«Proseguì stando attaccato al muro di destra, è l’unico punto cieco del corridoio. Devi stare attento, è pieno di telecamere.»

«D’accordo.» Zane fece come gli era stato indicato. Schiacciando la schiena contro la parete e proseguendo cercando di non far rumore con gli stivali.

«Mia cugina?»

«Stava cercando il libro. Il piano era che io le aprivo la strada mentre lei si procurava l’ultimo oggetto che serve per distruggere quella macchina.»

Lance non parlò per qualche secondo. «Sai, Zane, tu sei il primo ragazzo del Road che non le ha dato della pazza. Credo che abbia scelto te per questo.»

«Ho solo pensato che fosse strana, ma non pazza. Se Shaylee ha dei poteri particolari non bisogna fargliene una colpa. Potresti averceli avuti tu al suo posto, oppure io.»

«Si vede che te ne sei innamorato.»

Promettimi di non pensare a me. Ogni pensiero può distrarti, quindi non devi pensare a nient’altro che a quello che devi fare. «Rimandiamo il discorso a un altro momento, sono un po’ impegnato al momento.» sbottò Zane.

«Ok, ok.»

Gli sembrava di essere finito in un corridoio che non aveva mai fine, quando vide in lontananza una porta grigia con una tastiera i numeri di fianco.

«Quello è l’ascensore che ti porta al laboratorio. Sei pronto? 19618210. Ripeto: 19618210. Scritto?»

Le porte dell’ascensore si aprirono senza far alcun rumore, e Zane ci entrò. «Sì. A che piano devo andare?»

«Sul tasto dovrebbe essere segnato con 15UW.»

Zane lo trovò e lo premette. «UW?»

«Penso significhi Under Water, sott’acqua.»

L’ascensore scendeva lentamente, era una scatola d’alluminio con maniglie che percorrevano tre lati.

Zane si ritrovò a pensare a cosa potesse star facendo Shaylee in quel momento…aveva già trovato il libro?

Promettimi di non pensare a me.

Il ragazzo chiuse e riaprì gli occhi. «Una volta arrivato cosa dovrò fare?»

«Ti ritroverai nella sala principale. Non ci sarà nessuno, il poliziotto di guardia ha avuto dei problemini allo stomaco e si è dovuto assentare per qualche ora.» La sua voce era divertita.

«La macchina?»

«Si staglierà proprio di fronte a te, la riconoscerai subito.» Da allegro, Lance si era fatto improvvisamente cupo.

«Tu la vedi?»

«Sì. Preparati, amico, è una cosa maestosa ma terrificante. Mi chiedo come abbiano fatto dei mortali a costruire un’opera simile.»

«Va bene.»

Alcuni istanti dopo, le porte dell’ascensore si aprirono.

 

 

Quando Zane uscì dalla biblioteca, Shaylee si affrettò a cercare il libro. Douglas lo teneva nel reparto dei libri che riguardavano gli argomenti soprannaturali, come la divinazione o racconti di vampiri e streghe. Per Douglas erano libri che avrebbe potuto buttare tranquillamente, ma Ivy doveva averlo convinto a lasciarli dov’erano. Forse perché in un certo modo le ricordavano Shaylee.

La ragazza trovò il libro nello scaffale rasoterra, il posto più buio, e lo estrasse.

Era un libro antico, con i fogli di pergamena sottilissimi da maneggiare con estrema cautela. La copertina era spessa e morbida, di un bordeaux scuro. Al centro, in rilievo, erano raffigurati un occhio e gli altri due oggetti in possesso di Shaylee: la chiave e il carillon.

Senza fermarsi troppo, la ragazza si rialzò, controllando di avere tutto, poi uscì.

Il corridoio era silenzioso, e anche se guardò alle sue spalle non vide  e né sentì nessuno. Percorse la stessa strada che aveva fatto Zane poco prima, trovando la porta nella parete già aperta. Al suo passaggio si richiuse, segno che Lance si era accorto della sua presenza grazie ai sensori che aveva piazzato chissà come.

Shaylee proseguì stando sulla parte destra, perché già sapeva delle telecamere. Non aveva passato sedici anni della sua vita in quella casa per niente. Eppure, non era mai stata nel laboratorio.

Una volta arrivata all’ascensore, chiuse gli occhi. Poggiò una mano sulla tastiera e con l’altra strinse la chiave. Il suo corpo venne avvolto da un’aura bianca, la mente si separò dal corpo e volò indietro nel tempo. Pochi minuti, fino a quando trovò quello che cercava: Zane che digitava il codice.

19618210.

19618210.

Continuò a ripeterselo mentalmente fino a quando la mente si riunì al corpo, e l’aura intorno a lei svanì.

19618210.

Digitò i numeri, e i portelli dell’ascensore si aprirono. Lanciando inutilmente un’occhiata alle spalle, entrò.

Sapeva qual’era il piano, l’ultimo sotto terra, o sott’acqua, e premette il pulsante.

La discesa le sembrò durare un tempo interminabile, ma alla fine la lucina si fermò sul 15UW e le porte si riaprirono.

Il laboratorio al 15UW aveva il tetto composto da vetrate che lasciavano una meravigliosa visuale del fondo dell’oceano. Si riuscivano a vedere banchi di pesci colorati che nuotavano in tutte le direzioni, stelle marine attaccate alle vetrate, e meduse che salivano verso la superficie con la loro andatura flemmatica. Verso il centro del laboratorio il soffitto si alzava in un’alta cupola per far spazio a una macchina simile a una torre, costruita con il metallo, la cui parte finale era una specie di mano aperta. Sopra il palmo di quella mano stava una sfera di energia, probabilmente quell’energia carica di radiazioni che avrebbe sconvolto l’equilibrio di Nuova X.

 L’occhio le cadde subito su Zane, girato di spalle e immobile di fronte a quella cosa enorme. La ragazza sorrise, sollevata nel vedere che stava bene, ma non appena fece un passo lui si voltò.

Aveva un’espressione allarmata, come se volesse dirle qualcosa ma non poteva.

Shaylee rallentò il passo, e quando guardò di lato vide degli uomini armati uscire dall’ombra.

Si fermò, e Douglas avanzò tra i suoi uomini. «Credevo fossi tornata per Ivy. Invece ti trovo quaggiù in compagnia di un ricercato.» squadrò Zane dall’alto al basso. «Una mia vecchia conoscenza, per di più.»

«Cosa?»

Zane sostenne lo sguardo di sfida di Douglas. «Cosa ti prende, Gray, ti vergogni ad ammettere la verità?»

Douglas ringhiò. «Maledetto…»

«Su, Doug, dillo a tutti. Di che Ivy è la tua sorellastra, che tua madre era del Road District e non potendoti mantenere ti ha lasciato davanti alla villa di Byron Gray, tuo padre!»

Il silenzio calò nel laboratorio, solo Zane aveva la forza per sogghignare. «Ovviamente non puoi rivelare questo piccolo particolare, altrimenti i pezzi grossi ti rispediranno dalla tua mamma, dico bene?»

«Zitto, Carter.»

«Peccato che qualcuno tra gli amici di Byron Gray aveva scoperto questa sua…scappatella, e lo aveva minacciato di rivelare tutto a meno che il re dei soldi del Garden avesse spedito il figlio da dove veniva. Byron mandò in segreto Douglas nel Road, per evitare di rovinare la sua reputazione.» continuò Zane.

«Quando tuo padre ha detto di volerti mandare in esercito…?» ricordò Shaylee.

Douglas annuì.

«Ed è stato in quel periodo che ci siamo conosciuti. Dei tizi lo avevano preso di mira, ho dovuto tirarlo fuori dai guai.» proseguì Zane. «In un certo senso, si può dire che eravamo amici.

«Dopo alcuni mesi, il signorino Gray ha deciso di rivelare la sua vera natura. Mi tradì per tornare nella sua ricca villa, ingannandomi e usandomi come scudo. Finii in prigione per colpa sua.»

Shaylee fece andare gli occhi da Douglas a Zane. Nel frattempo, quest’ultimo veniva ammanettato da due uomini, che gli puntarono le loro pistole alle tempie.

Douglas gli lanciò un’ultima occhiata minacciosa, poi spostò l’attenzione su Shaylee, ancora scossa dalla rivelazione. «Se non mi dirai quello che voglio sapere, Zane Carter verrà portato nelle prigioni, e non credo che questa volta riuscirà a fuggire.»

La ragazza spostò lo sguardo su di lui. «Finirà ancora in prigione per colpa tua, eh?» commentò, riprendendosi. «Sai che la tua invenzione porterà alla distruzione di Nuova X?»

«Certo che lo so. Il Road District verrà spazzato via, e noi ricostruiremo il Garden più bello e ricco di quello che già è.»

«Quindi è questo il tuo piano?»

«Esatto.»

«Ma non hai pensato che così facendo avresti ucciso anche me? E tua madre?»

Douglas avanzò, sollevandole il mento con due dita. «Quanto a mia madre, sono davvero addolorato per lei. Quanto a te…non sarei mai riuscito a farlo. Avevo intenzione di trovarti prima di attivare la macchina e portarti via con noi.»

«Tu sei pazzo.» ringhiò lei, indietreggiando e sottraendosi dal contatto con Douglas. Era in quei momenti che stava vedendo il vero Douglas Gray, quello che aveva conosciuto in quegli ultimi sedici anni era solo un falso.

«Può darsi. Ma ora ti lascio una scelta, Lee.»

«Ossia?»

Douglas indicò Zane. «Se scegli lui, ti lasceremo tornare a casa ma il tuo caro amico verrà fatto giustiziare.»

Shaylee deglutì e guardò Zane. Il suo volto era impassibile.

«Oppure, potrai restare qui e Carter verrà riaccompagnato al Road District come se non lo avessimo mai visto.»

La ragazza restò in silenzio per qualche istante. «Non gli farete del male?»

«Shaylee, torna al Road!» intervenne Zane, cercando di divincolarsi dalla presa dei poliziotti. Ce ne vollero quattro per trattenerlo.

«No.» rispose Douglas.

La ragazza fece finta di non sentire Zane. «Se io decido di restare dovrete cancellargli la fedina penale. Né Walker né qualcun altro poliziotto dovrà dargli la caccia.»

Douglas annuì.

«Se scopro che hai infranto il patto me ne andrò.»

«Shaylee, è una trappola!»

«Va bene, Lee.» Douglas sorrise. «Bentornata in casa Gray.»

Shaylee restò impassibile, cercando di trattenere le lacrime mentre guardava i poliziotti portar fuori uno Zane che si dimenava e continuava a urlare il suo nome.

L’ultima immagine che ebbe di lui, fu Zane che riusciva a liberarsi degli agenti, ma le porte dell’ascensore lo intrappolavano all’interno. I suoi occhi blu erano disperati, e sparirono dietro uno sportello grigio.

Shaylee non riuscì a trattenere una lacrima.

 

  
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