Buon
giorno,
ed
eccomi qui con un altro capitolo…un po’ più lunghetto :), spero vi piaccia.
Sophief88: eh si, gli piace Kristen!!! Che tragedia u.u!
vedrai se è vero o no quello che ha detto, sta di fatto che si gli vai a dare
una botta in testa mi fai un piacere. Si capisce che sono antirobsten??? Eheheh
:P
Vampiretta Cullen: tesoro mio, magari mi fossi scontrata con
Robert nella realtà, ma purtroppo non è così e quindi ci fantastico su :P.
Innamorarsi…ah l’amore, l’amore…cara Malù, è dannazione e perdizione allo
stesso tempo, ti fa partire col cervello, te l’assicuro!!! Bacione
Anche
qui, potete riascoltare la canzone di Alessandra Amoroso…bacione miei cari
lettori :)
Capitolo 4
“Si, mi piace” quelle tre semplici parole, martellavano il
cervello di Marghe, le era venuto mal di testa a furia di pensarci, o meglio:
non era lei a pensarlo, ma le tornavano a mente da sole, involontariamente.
Diciamo pure che lo facevano apposta, la sua coscienza amava torturarla e ora
si ritrovava con i gomiti poggiati sul tavolo e con le dita si massaggiava le
tempie. Avevano finito di pranzare da qualche minuto, attendevano il caffé che
Robert aveva ordinato, Dalia le si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio “Stai
bene?”, lei fece cenno di no con la testa “E’ solo un banale fastidio alla
testa” riaprì gli occhi, guardando Robert “Passerà presto” e senza volerlo lo
incenerì con lo sguardo. Possibile che si sentisse così male per colpa sua?
Manco lo conosceva! Sbuffò alzandosi dal tavolo “Scusate! Ho bisogno di una boccata
d’aria” e uscì fuori. Erano ormai le due del pomeriggio, il caldo afoso non
accennava a calare, eppure erano a ottobre e Marghe che detestava la calura
estiva, si sentiva soffocare. “Marghe, mi stai facendo preoccupare. Vuoi
rientrare?” Dalia comparve come un fantasma alle sue spalle, facendola
sobbalzare, lei stava per rispondere, ma notò Robert dietro l’amica e si
ammutolì, abbassando lo sguardo. Dalia la scosse prendendola per le spalle
“Allora?” insisté “No, no. Voglio camminare ancora se non ti spiace”, lei
sorrise “Ok. Vi porto sul lungomare”.
E
così trascorsero il pomeriggio, tra una chiacchiera e l’altra, siccome c’erano
ancora turisti in giro, le spiagge erano ancora aperte, per questo si
appartarono in una zona non troppo frequentata, così da permettere a Robert di
poter stare in santa pace. “Quando ripartirai?” domandò Dalia che ormai era
l’unica interlocutrice di Robert “Domani nel tarda serata, io e gli altri
abbiamo ancora qualche intervista da fare, poi si ritorna in America”, il suo
sguardo si perse nell’orizzonte “Marghe tu invece hai deciso quando tornerai a
casa?”, la ragazza si riscosse “Devo prenotare il biglietto per dopodomani
mattina” rispose atona “Ah quindi domani sarai ancora qua?” chiese allegra
“Già…”, perché il sorriso era scomparso dal suo volto?
“Vuoi
che ti accompagniamo a Roma?” “No, no, grazie. Avete già fatto troppo per me”
rispose Robert sorridendo “Guarda non ci costa niente, anzi ci fa piacere.
Vedere Roma di sera è bellissimo” e detto ciò Dalia si avviò verso la metropolitana,
Marghe e Robert restarono indietro fermi, si guardarono, lui le sorrise
timidamente “Passato il mal di testa?” chiese dolce, quel tono di voce melenso,
sciolse il cuore della ragazza, la quale si diede un contegno “Si, grazie.
L’aria del mare mi ha fatto bene” rispose al sorriso “Mi fa piacere che tu sia
tornata a parlare, credevo ti fossi ammutolita” scherzò lui, Marghe sobbalzò
“Ogni tanto mi estraneo, fa parte del mio pessimo carattere” ammise lei “Non
esistono pessimi caratteri” disse Robert “Ognuno di noi ha dentro di sé un
segreto, un dolore che ci porta a chiuderci” aggiunse incamminandosi, Marghe
gli si affiancò timida “Non ho segreti” “Anche con lei?” chiese lui, indicando
la sua amica con un cenno della testa “Lei sa tutto di me e se proprio vogliamo
dirla tutta, Dalia ha capito perfettamente cosa ha scatenato la mia crisi”
sorrise amara “Ragazzi correte, sta arrivando il treno!” gridò Dalia,
interrompendoli, e tutti e tre s’affrettarono verso i binari.
Si
salutarono così, con un cenno della mano, davanti al grande albergo che vedeva
ospiti Robert, Taylor, Kristen e il regista. Marghe indugiò un attimo prima di
voltarsi, dando le spalle alla porta scorrevole, Robert era entrato, ma s’era
fermato poco dopo. Marghe scrutava le sue grosse spalle, frutto di ore e ore di
allenamento in palestra e non riusciva a non pensare a lui, alle sue parole.
Sospirò frustrata appena s’accorse che era inutile restare lì, lui ormai non si
sarebbe più voltato, per questo mosse i piedi pesanti e fece cenno a Dalia che
era pronta per andarsene. L’amica non aveva proferito parole, rispettando quel
silenzio carico di dolore e attesa, il suo compito era sostenerla, volerle bene
sempre e comunque.
Robert
d’un tratto, come se fosse stato richiamato, si girò, ma la figura che si
aspettava di vedere, non c’era più. La delusione fu forte. Strinse i pugni e
rientrò, in stanza c’era Kristen che lo aspettava impaziente…
“Marghe…”,
Dalia era estremamente preoccupata per lo stato di mutismo in cui era piombata
la sua amica “Come ti senti?”, lei si fermò sulla strada, pochi passi e
sarebbero giunte a casa. In realtà non riusciva a stare ferma tanta era
l’agitazione “Le piace” soffiò soltanto, prima di lasciare che le lacrime
sgorgassero tranquille, le aveva trattenute per ore, ma ora si sentiva libera
di lasciarsi andare. Quella notte passò così…
“Che
facciamo oggi?” domandò Dalia, mentre Marghe addentava una fetta biscottata con
su spalmata una quantità industriale di marmellata alle fragole, diceva che
aveva bisogno di zuccheri per sentirsi in forma “Non saprei. A te cosa va di
fare?” ribatté, Dalia scrollò le spalle “Pensavo di andare nuovamente a Roma,
ci sono dei posti che vorrei mostrarti, sono certa che ti piaceranno”. Marghe
inizialmente tentennò, poi si mandò al diavolo mentalmente e annuì contenta.
Uscirono
di corsa dal pullman, erano già stremate prima ancora di cominciare a girare,
avevano preso i mezzi pubblici per coincidenza, puntualmente si ritrovavano a
correre per fare in tempo i biglietti. “Ok!” sbuffò Marghe “Giuro che se mai
dimagrirò, mi darò all’atletica leggera” roteò gli occhi verso il cielo “Si, ed
io all’ippica. Ma dai!” la prese in giro Dalia “Dico sul serio!” ribatté lei
“Parteciperò alle Olimpiadi” e tutte e due scoppiarono a ridere.
Si
inoltrarono tra le tanti vie di Roma e videro Piazza di Spagna,
Dalia
si avvicinò, sorrise “Andiamo” le disse, Marghe annuì e s’accostò a lei.
Proprio
in quell’istante, Robert, Taylor e Kristen avevano terminato un’intervista
radiofonica; sfiniti dalle numerose domande che s’erano concentrate molto di
più sui loro rapporti personali che sul film, si concessero un piccolo giro tra
le vie di Roma, ovviamente ben mascherati e seguiti dai body guards “Questa
città è davvero molto bella!” esclamò Taylor “Devo ammettere che hai ragione”
rispose Kristen incredula, Robert guardava per terra, era stranamente
silenzioso quella mattina e questo insospettì i suoi colleghi che si lanciarono
occhiate strane “Ehi Rob!” disse Tay, avvicinandosi a lui “Cos’hai fatto ieri
di bello? Ci hai abbandonato tutta la giornata!” proferì ridendo, non sapendo
che avevo toccato un tasto dolente. Robert sobbalzò, sollevando la testa e
fermandosi di botto, chiuse le mani a pugno, mordendosi la lingua. Perché
sentiva la rabbia crescere dentro di lui? Voleva che nessuno gli ricordasse
quella giornata, voleva solo dimenticarsene. “Niente di particolare. Ho
girovagato per Roma” rispose con indifferenza, reprimendo l’istinto di urlare.
Kristen lo fissava attentamente, ormai lo conosceva bene e aveva captato che
qualcosa non andava. La sera prima si erano dati da fare: Robert non appena era
rientrato in stanza e lei gli era andato incontro, l’aveva afferrata per le
spalle e baciata con passione. Una passione che sapeva di violenza quasi. E si
erano posseduti sul muro, neanche il tempo di raggiungere il letto, lui s’era
gettato su di lei con veemenza e Kristen non s’era tirata indietro, aveva una
voglia matta di lui. S’erano amati ancora, questa volta tra le lenzuola. Lei
ricordava bene di averlo osservato mentre dormiva a sonno pieno, a pancia
sotto; scrutava accuratamente le sue spalle nude, i capelli ribelli sparsi sul
cuscino e il suo respiro lento che alzava e abbassava il torace. Kristen amava
sentirlo dentro di sé, stava così bene con lui e non ne capiva il motivo.
Quando smettevano di fare l’amore, si scopriva ad annusarsi per imprimere bene
nella mente il suo profumo di uomo. Anche quella sera era stato così, si ritrovò
ad annusarsi i capelli, intrisi della fragranza di quel ragazzo che le aveva
sconvolto la vita. E ora per strada, si sentiva così strana all’idea di non
sapere cosa Robert nascondesse. Si scoprì quasi gelosa, sensazione che non
provava da tempo.
Robert
aveva proseguito nel camminare e quando all’angolo di una strada aveva alzato la
testa e letto il nome della via dove si trovava, sbarrò gli occhi sconvolto:
Viale Regina Margherita. Quel nome gli rimbombò in testa una, due, tre volte e
fu costretto e scuotere il capo con violenza, credendo di potersene liberare,
ma niente. Non ne fu capace e fu costretto a soccombere sotto il peso di un
semplice nome.
“Marghe,
che dici se pranziamo qui a Roma, invece di tornare a casa?” chiese Dalia
mentre camminavano lente tra la folla che si accalcava alle loro spalle “Si,
per me va benissimo. Tu hai qualche idea sul dove andare?” rispose lei, nel
frattempo massaggiava con una sua amica di Bergamo “C’è un ristorante appartato
a mezz’ora a piedi da qui, se ti va di camminare, possiamo andare là” propose
Dalia “Sto già pregustando l’idea di un bel piatto di pasta alla siciliana, ne
ho una gran voglia!” esclamò Marghe facendo una piroetta su stessa e ridendo
beata. Dalia la guardò, portandosi una mano alle labbra, trattenendo le risa,
voleva vedere felice la sua amica, desiderava solo questo, ma quando scostò il
suo sguardo alle spalle di Marghe, si fermò, non sapendo se essere sorpresa o
meno, poi scosse la testa incredula, mentre in lei si fece spazio la
consapevolezza, anzi la certezza che il destino esisteva. “Tesoro, è tutto
apposto?” domandò Marghe avvicinandosi, si stava preoccupando per la strana
smorfia dipintasi sul volto di Dalia, lei la fissò sorridendo “Oh si!
Tranquilla! Ho solo visto una persona interessante”
e calcò l’ultima parola suscitando intenzionalmente, la curiosità di Marghe che
dapprima spaesata, si voltò rapidamente verso la direzione in cui lo sguardo di
Dalia era caduto e sobbalzò, quando vide la persona a cui lei si riferiva;
lasciò cadere la borsa, nello stesso modo in cui crollarono le sue difese
emotive.
e quel pensiero fatto per peccare
un'altra lettera da non spedire
un piatto comodo da cucinare
se solo io potessi inventarti un giorno
se solo tu potessi innamorarti di me
è il tuo cammino a volte che ti viene incontro
in quelle cose già decise dove io mi aspetto te”
Il
mare di emozioni in cui stava naufragando, gli impedì di respirare, ma no…non
stava morendo, perché se morire significava provare certe sensazioni così forti
e incantevoli, allora la gente non la doveva temere. No! Quello era il paradiso e vedeva anche la
luce. Robert si lasciò guidare dallo scintillare di quel faro che lo stava
conducendo alla pazzia, a mettere in gioco le sue pochissime certezze.
Per
un impercettibile secondo, si concesse di chiudere gli occhi, ma non resistette
a lungo, lontano da quel bagliore e quindi si ritrovò nuovamente immerso in
esso, imprimendo nella sua memoria, quelle prodigiose emozioni.
e chiamalo destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso
la confidenza mischierà le carte
da non capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo
dove finisci tu comincio io
questo è il senso di un momento già perfetto
è questo il punto da cui inizia tutto quanto
Arrivi tu”
La
gola di Marghe era arsa, bruciava e reclamava la sacra acqua, affinché quel
deserto potesse trasformarsi in una meravigliosa oasi.
Non
poteva crederci! No, le sembrava assurdo! Con tanti posti e in mezzo a tanta
gente, di ritrovarsi Robert, a pochi passi da lei. Poteva la vita farle questi
scherzi? E il cuore. Quello poteva smetterla di martellarle nelle orecchie in
quel modo così impetuoso? Quasi le faceva male. Ma ciò che sentiva non era
dolore. No. Non era spiacevole, non la faceva piangere, anche se avrebbe voluto
inondare tutto con delle sane lacrime e lasciar scivolare via con loro, quel
sentimento. Ma non si può nulla contro le nuvole. Nulla. Bisogna depositare le armi e Marghe lo aveva già fatto da un
pezzo.
E
si guardarono per istanti che sembrarono loro interminabili, non sapendo cosa
fare, avvicinarsi o meno? Parlarsi o no? Ignorarsi? Ma ci pensò il destino a
decidere per loro, ancora una volta…
“Rob,
tutto ok?” domandò Kristen avvicinandosi
al suo amante e seguendo il percorso del suo sguardo, giunse a guardare lei.
Sussultò sul posto, non capendone il motivo, eppure quello sguardo la turbava,
sembrava volesse scavarle dentro, privarla delle sue viscere. Quasi si
spaventò.
Marghe
la fissava. Non sapeva bene come apparisse il suo sguardo in quel momento, ma
poteva giurare a sé stessa che non era assatanato, ma carico di desiderio.
Desiderio di capire perché lui amasse tanto quella ragazza, cos’aveva lei. Cosa
gli trasmetteva? Solo sesso? No, non voleva crederci.
Poi
si trovò a pensare che stava facendo la figura della stupida e si domandò
perché Dalia non stesse facendo niente per trascinarla via di lì. Per questo si
riscosse e con gli occhi cercò l’amica: la ritrovò nello stesso punto in cui
l’aveva lasciata e l’occhiata eloquente che le lanciò, la incoraggiarono a
farsi avanti. Stava facendo la cosa giusta? Ormai era tardi per pensarci, i
suoi piedi l’avevano già trascinata davanti a lui che la scrutava stranito
“Ciao” mormorò con voce arrochita “Ciao” rispose lui, vibrando al suono della
sua voce “Come stai?” aggiunse subito, temendo che scappasse via “Bene e tu?
Anche oggi visite turistiche?” domandò, ignorando Kristen. Lui sorrise allegro
“No. Abbiamo da poco terminato un’intervista radiofonica e stavamo facendo un
giro per passare il tempo. Tu sempre alle prese con gli imponenti resti delle
antiche civiltà?” Marghe rise divertita e scosse il capo in senso di diniego
“Niente scavi, solo una passeggiata di piacere. Ora stavamo pensando di andare
a pranzo in un ristorante nelle vicinanze” “Buona la cucina italiana!” proruppe
all’improvviso Taylor, comparendo alle spalle di Kristen che fissava la scena
basita. Marghe fissò il ragazzetto muscoloso e lo trovò immediatamente
simpatico, tanto che le venne naturale stringergli la mano, quando lui gliela
porse “Io sono Taylor” disse con voce divertita “Io Margherita, piacere”.
Robert si sentì per un attimo fuori posto e guardò Kristen che rispose al suo
sguardo con un’occhiata interrogativa “Lei invece e Kristen” proseguì Tay,
indicando la ragazza minuta al suo fianco. Marghe incrociò per la seconda volta
in quella giornata, i suoi occhi azzurri e la gelosia scattò non appena la vide
accostarsi sempre di più a Robert e mettersi sotto il suo braccio “Piacere”
disse con freddezza Kristen “Piacere mio” bofonchiò Marghe, tornando a fissare
Robert. Per un attimo l’elettricità si propagò attorno a loro tre, facendo
divenire l’aria irrespirabile. A quel
punto, intervenne Dalia “Salve ragazzi” e si presentò “Vi va di unirvi a noi?”
chiese, Marghe la scrutò sconvolta, ma si trattenne dal dire qualcosa “Oh
perché no!” esclamò Taylor “Ho una gran fame!” disse portandosi le mani sullo
stomaco. Gli occhi si puntarono allora in quelli di Kristen e Robert “Noi
avremmo da fare!” disse la ragazza, Marghe chinò il capo, Dalia non mollò la
presa “Neanche il tempo di mangiare qualcosa al volo?” domandò guardando Robert
che appariva incerto. In realtà non capiva il perché Kristen avesse detto
quella bugia, non avevano alcun impegno per quel pomeriggio “Vero Robert?” le
chiese Kristen, s’era perso il discorso a furia di pensare “Eh?” rispose
fissandola, lei lo incenerì con lo sguardo “Dicevo alle tue amiche che abbiamo
un impegno, mi hai promesso di portarmi in quel posto che hai visto ieri”
insisté lei “Ah…mmm si. Mi spiace ragazze” si scusò, sentendosi a disagio,
Marghe ormai non lo guardava neanche più.
Si
divisero. Marghe e Dalia, pranzarono con Taylor che le fece ridere parecchio,
aiutando Marghe a metabolizzare l’assenza di lui. Ma la testa facilmente si
lasciò trasportare dall’immaginazione “Sono
insieme. Stanno insieme!” pensò “Avevano
ragione tutti! Non ho voluto ammetterlo, ho lottato, ma ho perso. La verità è
che mi sono solo illusa che lui fosse la mia metà…che stupida! Siamo così
diversi e così lontani…”.
“Allora
Marghe cosa fai tu nella vita?” domandò Taylor addentando voracemente un pezzo
di bistecca “Studio all’università, sono all’ultim’anno della specialistica”
rispose lei controvoglia “Cosa studi?” farfugliò lui continuando a masticare “Pedagogia,
voglio lavorare nel sociale, aiutare gli altri, per quanto mi è possibile”
disse lei, volgendo la propria attenzione alle persone sedute ai tavoli vicini
e osservandoli, senza in realtà guardarli sul serio. “Wow!” esclamò Taylor “Un
bell’impegno!” constatò “Deve piacerti molto” disse guardando la ragazza, la
quale sorrise semplicemente, arrossendo “Si, le piace! Ma il suo vero sogno è
quello di cantare! Sai ha una voce molto bella!” parlò Dalia al posto di Marghe.
Aveva detto il vero per questo la ragazza non se la sentì di ribattere, dentro
di lei ardeva la fiamma della passione, di un sogno mai coltivato, in cui non
aveva mai creduto abbastanza e che la intristiva perché non si sentiva in grado
di coltivarlo o comunque destinata a farlo. Taylor la guardò basito “E perché
non hai intrapreso questa strada?” chiese curioso “Poca fiducia in se stessa”
continuò l’amica “Ma no! Non devi! Tentare non costa nulla. Guarda me: io mica
pensavo di fare l’attore, è stato tutto un avvicendarsi di coincidenze e ora
eccomi qui” sorrise spensierato e Marghe lo invidiò.