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Autore: Layla    25/03/2010    3 recensioni
-Non puoi scappare da ciò che non ha corpo!-
“Si che posso, è quello ch sto facendo!”
Urlò chiudendo istericamente il trolley con un gesto secco che risuonò come una fucilata nella stanza vuota.
Mentre percorreva il suo appartamento, ed afferrava le chiavi della macchina,diretto verso un posto ignoto, sentiva di stare dando addio a moltecose.
Ma il futuro? Il tanto decantato, il fottuto futuro, come sarebbe stato?
Ingranò la retro, uscì di nuovo dal lussuoso parcheggio sotterraneo, con un cd dei Green Day di sottofondo.
La strada ora era davanti a lui che si accese una sigaretta, ora era certo di una cosa.Era certo di non avere risposte, di essere solo una foglia in balia del vento della vita.
Solo.-

[SEQUEL DI "FRANCESCA"!! ]
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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33) Questa volta ti aspetterò

 

Leila si sentiva come se fosse in un acquario.

Le percezioni le arrivavano ovattate, lontane,come se non fossero sue, tutto si era fermato al dolore che le si era allargato dal braccio quando Mark l’aveva presa di striscio.

Aveva sentito del liquido caldo colare lungo il braccio, era sangue e da allora tutto aveva preso contorni indefiniti. L’unica cosa salda era stata la stretta di Bill e la sua voce.

Tutto il resto, la corsa in ospedale,i punti di sutura, la trasfusione, era qualcosa di vago e confuso.

Al momento era sdraiata a letto e  si sentiva galleggiare, ancora incredula che tutto fosse finito, Mark era stato arrestato e quelle foto erano sparite.

Era libera.

Eppure si sentiva spaventata, chissà come avrebbe reagito Bill?

L’avrebbe abbandonata?

La rossa non sapeva da dove le venisse quella paura irrazionale, ma al momento quella era l’unica cosa che fosse riuscita a penetrare la sua cortina di torpore.

Il sangue della trasfusione scendeva lento dal sacchetto al tubicino della flebo, Bill dov’era?

Lo voleva al suo fianco!

Sbuffò frustrata.

La porta si aprì poco dopo e il ragazzo entrò, lo sguardo basso e il corpo teso, si sedette accanto a lei senza fare nulla, la guardava e basta.

Lei non desiderava altro che lui le prendesse la mano e le parlasse.

“Perché non me l’hai detto?”

“Avevo paura..” sussurrò lei.”Paura che facesse un cazzata, non me lo sarei perdonato

Paura che lui ti facesse del male, non avrei retto.

Mi dispiace.”

Lui non disse nulla e si limitò a stringerle una mano , lei sorrise.

“Adesso è tutto finito, giura che non mi terrai più fuori.”

Leila annuì.

“Giuro.

Avresti dovuto scegliere una persona migliore di me.”

Lui la fulminò con un’occhiata.

“Leila, ti prego, smettila di pensare e comportarti come se tu per me fossi un peso o un pericolo perché non  lo sei!

Forse avrei fatto meglio ad innamorarmi di un’innocua modella platinata ed insipida, con un passato limpido e un futuro luminoso.

Sarebbe potuto succedere mille volte e non è successo, sei stata tu a fare quel miracolo e forse questo indica che contro ogni logica sei tu quella migliore per me!”

Lei deglutì.

“ E io sono quello giusto per te?

Perché forse è questo il problema …”

Bill la guardava preoccupato, come poteva pensare una cosa del genere?

Lui era quanto di meglio potesse sperare!

“Si, lo sei .. ma ho paura!”

“Paura di cosa?”

“Paura della nostra diversità, cosa farai adesso?

Cosa ne sarà di noi adesso?”

Lo vide deglutire.

“Io … Dovrò tornare in clinica...

Ho contattato la direttrice, ha detto che per me farà un’eccezione e che non inizierò tutto daccapo, che ho fatto un bel gesto..”

“Ma noi non potremo vederci più li.”

“Come fai a saperlo?”

“I tuoi occhi:” mormorò lei”Non mi guardi, significa che hai paura di dirmi qualcosa.”

Bill sospirò e prese ad accarezzarle una mano dolcemente, facendola tremare, stava bene e stava male sotto quel tocco gentile.

“Ha detto che sei licenziata e che non potrai farmi visita, dovremo aspettare cinque mesi, il tempo della fine del trattamento, purtroppo.

Poi io sarò fuori…

Ci sarai ancora fra tutto quel tempo? O mi mollerai credendo di fare la cosa migliore per me?

Se così fosse non ci pensare nemmeno, non sarebbe la cosa migliore per me stare senza te, ok?

Non dire che lo fai per la mia carriera o per altro perché non ho più nulla, solo il benservito della casa discografica e  la ricerca di una nuova vita.

Dovrò aspettare un po’ prima di poter tornare con la band e io ci sarò in quel lasso di tempo e anche dopo, sappilo.

Non ti liberi facilmente di me!”

Leila era assolutamente stordita da questo fiume di parole da non riuscire ad assimilarlo in pieno.

Le stava offrendo una storia seria e non voleva mollarla.

Roba da non crederci.

Lo fissava ad occhi sbarrati, senza riuscire ad articolare un suono.

“Leila?”

“Io … sono scioccata credo.

Ti rispondo a una cosa per volta, forse è meglio.

Ci sarò ancora tra cinque mesi, avevo pensato di darmi alla macchia, ma dopo quello che mi hai detto e hai fatto per me, non credo sia una buona idea.

Arrivati a questo punto nemmeno io saprei fare a meno di te, sei entrato nella mia vita come un fulmine a ciel sereno  e mi sa che non ti schioderai facilmente.

In quanto ai tuoi soldi, carriera e tutto il resto, bhe, al momento ti vorrei anche se fossi povero in canna.

Per la tua carriera musicale, ti auguro di tornare in forma , per la cronaca, ti aspetterò ogni volta che te ne andrai e , nel caso tu avessi  mentito ai giornali, scordati le groupies se vuoi averla ancora una carriera!”

Bill scoppiò a ridere.

“Tranquilla, non ne avrò!

Questo significa che accetti di essere la mia ragazza?”

“Ho altre scelte?” scherzò lei.

“Direi di no!”.

“Allora accetto!” sussurrò sorridendo, mentre la presa sulle sue mani si faceva più forte.

Un’altra sensazione stava entrando nella sua bolla di stordimento, era pura gioia, se solo non fosse stata attaccata ad una flebo si sarebbe messa a saltare per la stanza.

“Posso farti una domanda stupida?”

“Certo.”

“Perché sei venuto? Non hai pensato nemmeno per un attimo che stessi mandando tutto a puttane?”

Lui rimase in silenzio.

“Si, ci ho pensato, poi però ero talmente incazzato, desideroso di fargliela pagare a quel bastardo e preoccupato per te che tutto è passato in secondo piano.

Perché ti sembra così strano che io possa essere preoccupato e preso da te?”

La voce del ragazzo aveva di nuovo una nota frustrata.

Io… non lo so è tutto così bello da farmi paura, solo per questo mi sembra strano.

Non mi era mai capitata una così …”

“Temo ti ci dovrai abitare!”

Si avvicinò piano, si chinò su di lei e le lasciò un bacio a fior di labbra,

“Quando potrò uscire di qua?”

“Quando avrai finito la trasfusione, comunque  dovrebbe passare un medico tra poco.”

La  ragazze sorrise.

“Non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te o devi andartene subito?”

“No, rientro domani mattina, credo però che potremo andare solo da mio fratello.”

“Non importa, ho voglia di scoprire che gusto ha la normalità con te.”

Fu il turno del ragazzo sorridere.

“Che bella frase, non me l’aveva mai detta nessuno.

In effetti anch’io sono curioso.”

Rimasero così, a godersi la tranquillità del silenzio, questa volta  il sangue che scendeva non segnava più il ritmo della sua ansia, si sentiva in pace con il mondo ed erano anni che non accadeva.

Dopo un tempo indefinito la porta si aprì ed entrò il dottore, l’uomo la visitò e poi disse che poteva essere dimessa, un’infermiera arrivò poco dopo a toglierle la flebo.

Si alzò dal letto, si sentiva ancora un po’ stordita, ma pensava di potercela fare a  camminare, mosse qualche passo incerto e sarebbe sicuramente caduta se Bill non fosse apparso a sostenerla.

“Avresti dovuto chiamarmi!”

“Scusa, credevo di farcela da sola.”

Lui scosse la testa e le passò un braccio dietro alla schiena.

“Qualcuno ha chiamato i miei?”

“NO, non li ha chiamati nessuno.”

Rispose un’altra voce.

“David!”

“Mi hai fatto prendere un colpo, ragazzina…

Non fare mai più di testa tua, hai capito?”

“Scusa.”mormorò lei contrita, doveva essere stato molto frustrante per Dave non potere fare nulla per lei.

“Scuse accettate.”

“A proposito, non avvertire i miei, stasera vorrei dormire da Bill.”

Lui aggrottò un sopracciglio.

“Hanno tentato di spararti, sarebbe una buona cosa avvisarli.”

“Glielo dirò domani! Lui domani se ne … va e per un po’ non potremo vederci.”

“D’accordo!” sopirò David”La vita è tua, fai quello che ritieni sia meglio!”

La ragazza sorrise , si lasciò abbracciare e se ne andò a braccetto con Bill.

Appena fuori dall’ospedale chiamò i suoi e disse loro che quella notte avrebbe dormito da Shirin, loro non fecero storie.

Chiusa la chiamata si accorse che Bill la guardava serio.

“Forse Dave ha ragione.”

“Togli il forse, ha ragione, ma io non voglio rinunciare a  stare con te stasera,se lo dicessi ai miei sarebbe impossibile per noi farlo.”

“D’accordo.”.

Per arrivare all’appartamento di Bill presero un taxi, quando arrivarono trovarono le luci al’interno della casa ancora spente.

Fecero qualche passo nel salotto, dopo essersi chiusi la porta alle spalle, videro Tom e Francesca stesi sul divano che dormivano abbracciati.

Si ritrovarono entrambi a sorridere.

“Che carini che sono!”

“Vero? Sono una coppia ben assortita!

Vuoi farti un doccia? Il medico dice che puoi?”

Bhe, si mi piacerebbe, ma non ho un cambio per i vestiti.”

Lui si grattò il mento, valutò la sua figura e poi quella dell’italiana.

“Uhm forse potresti mettere qualcosa di Fra.”

“Sei sicura che non si offenda?”

“Non credo, adesso ordino una pizza, così dopo puoi prendere gli antidolorifici.”

“D’accordo.”

Si sentiva incerta, non era da lei muoversi in casa di estranei ed era vagamente a disagio.

Si avviò verso il bagno, aprì la porta e notò che era gigantesco, non ne aveva mai visto di bagni del genere.

“Wow” mugugnò sotto voce sperando di non farsi sentire da lui  che stava arrivando con in mano un cambio di biancheria, jeans e una maglietta.

Il ragazzo uscì dal bagno e lei entrò nella doccia, facendo attenzione ai punti.

 

Tom si svegliò con il peso di Francesca addosso.

Era un peso piacevole, lei sembrava serena adesso, lui invece si sentiva ancora un po’ agitato,  ora avrebbe dovuto dirlo a tutti.

Si accorse in quel momento che le luci erano accese, Bill doveva essere arrivato.

Cercò delicatamente si sfilarsi da sotto la ragazza senza svegliarla, ma non ci  riuscì, Fay aprì gli occhi e lo guardò.

“Ben svegliata, non avrei voluto svegliarti in realtà.”

“Non ti preoccupare, è arrivato Bill?”

Lui annuì, la ragazza si alzò e poi si alzò anche lui, trovarono Bill in camera loro che stava rovistando nella parte di armadio di Francesca.

“Ciao Fratè, non sapevo volessi provare a  mettere abiti da donna!”

“Che coglione che sei!”

Tom ridacchiò e poi tornò serio.

“Come sta Leila? e perché stai rovistando nell’armadio di Fra?”

“Leila l’hanno dimessa, al momento è nel bagno di casa nostra a farsi un doccia e se alla tua ragazza non dispiace vorrei darle i suoi vestiti.”

“Non ci sono problemi!” esclamò Fay dietro di lui, poi lo sorpassò e raggiunse Bill.

“Ti do una mano!”

Tom si appoggiò allo stipite della porta e vide la mora allungare un paio di jeans, una maglietta e una felpa a Bill.

“Avrei voluto vedere con che coraggio avresti frugato tra il mio intimo!”

Esclamò divertita lei facendo diventare di mille colori il fratello.

“Scusa, non volevo!”

“Figurati!” alzò le spalle lei.

Gli allungò un paio di mutande, un reggiseno e una canottiera, Tom si sentì in dovere di andare a dare un’occhiata.

“Con quello che gli hai dato, non concluderà mai niente il  mio fratellino!”

SI prese una sberla sulla nuca da Bill e un’occhiataccia da Fay, che, accucciata per terra, sembrava volergli dire di smetterla di fare l’idiota che stava per diventare padre.

“Pensaci Bill, per un bel po’  non concluderai più nulla, non vedendola!”

Il fratello si oscurò.

“Credi che io non ci pensi abbastanza?”

Uscì dalla stanza come una furia, facendolo sentire un’idiota, tanto che dovette abbassare gli occhi davanti allo sguardo di Fay.

“Volevo solo fare un po’ l’idiota! Mi mancava farlo con lui!

È quello con cui mi riesce meglio e che dà più soddisfazione!”

“Certo, l’incredibile complicità del duo Kaulitz!

Tom, lo so che non volevi ferirlo o sono certa che lo sa anche lui, solo dovresti scusarti con lui e…

“E?”

“Io vorrei dirglielo, vorrei che lui fosse il primo a saperlo insieme  a mio fratello.”

Lui le si avvicinò la sollevò da terra e l’abbracciò.

“D’accordo, mia piccola, saggia, Nana.”

La lasciò andare e raggiunse il salotto, dove aspettò che suo fratello uscisse dal bagno.

“Bill …” Mormorò appena lo vide.”Mi dispiace, volevo solo fare una battuta, non ho pensato alle conseguenze, scusami!”

“Tranquillo, non è niente

È stata pesante questa giornata e non riesco a pensare di dover tornare in clinica, tutto qui.”

“Mi dispiace e scusa ancora.”

Si sedettero uno accanto all’altro sul divano.

“Anche io e te non ci vedremo per un po’.”

“Lo so, ma non sarà per sempre.

Presto tornerai a casa e poi e se tu lo vorrai ci impegneremo con la band.”

Bill sospirò.

“Credo di volerlo, in fondo cantare è l’unica cosa che mi venga bene e poi ho tutto il tempo di pensarci.”

Rimasero semplicemente così uno accanto all’altro a godere della presenza reciproca finché non sentirono un tonfo provenire dalla camera di Tom.

Il ragazzo scattò subito, nonostante l’occhiata perplessa di Bill, Francesca era stesa a terra.

Fay!” si inginocchiò al suo fianco spaventato.”Stai bene?”

“Si, tranquillo, sono solo inciampata!”

Tom la aiutò a rialzarsi , sembrava solo una banale caduta senza conseguenze, era conscio che il gemello doveva trovare strano quel suo comportamento, ma non poteva farci nulla, in ogni caso, a cena avrebbe scoperto perché.

Tornarono di nuovo in salotto, dove trovarono una spaesata Leila che si guardava attorno, stretta nella felpa di Fay, ora quella ragazzina gli faceva tenerezza.

Bill si precipitò da lei a convincerla a sedersi sul divano, Tom notò come fosse pallida.

“Come stai?”

La domanda di Fay, ancora attaccata al suo braccio lo fece sobbalzare.

Bhe, potrei stare meglio, ma non mi lamento.”

“I punti?”

“Tirano e mi fa un po’ male il braccio, ma con degli antidolorifici passa.

Dopo mangiato li prendo, Bill ha ordinato una pizza.”

La ragazza annuì.

“Sei stata fortunata, te l’ho già detto che sei una delle ragazze più incoscienti che conosco?”

“SI!” rise lei per poi storcere la bocca in un smorfia di dolore.

Bill si sedette accanto a lei e la cullò.

“Non ti devi sforzare, hai capito?”

Lei annuì, Tom guardava suo fratello e non riusciva a ricordare quando fosse stata l’ultima volta che l’aveva visto così felice.

“Leila.” Si decise a prendere la parola alla fine.”Volevo ringraziarti per aver salvato mio fratello.”

“Figurati, prego, comunque.”

Il suono del campanello interruppe quel momento, Bill scattò verso la porta, mentre la sua Nana correva ad apparecchiare.

Erano ancora lui e la rossa.

“Tu non puoi capire quanto io ti sia grato, se lui fosse morto io non avrei saputo cosa fare, sarei impazzito temo.”

“è tutto a posto e ti capisco benissimo.

Ho un fratello e darei la vita per lui.”

Si sorrisero a vicenda, ora anche lei avrebbe potuto rimanere senza problemi ad ascoltare quello che lui e Fra avevano da dire.

“Ragazzi sono arrivate le pezze!”

L’urlo di Bill lo riportò dritto a un passato e a una serenità che sapeva di normalità che non sperimentava da troppo tempo, da quando ancora c’era Francesca nelle loro vite prima di Berlino.

Non importava se suo fratello stesse ancora combattendo contro la dipendenza, non importava che domani sarebbe tornato in una clinica,quello che contava era quella sensazione di gioia che non provava da tempo.

Come se tutte le cose lentamente stessero tornando al loro posto, dove avrebbero sempre dovuto stare ed altre nuove e piacevoli si stessero per affacciare nel loro mondo.

Bill portò un tavola quattro cartoni di pizza e delle patatine, come ai vecchi tempi si accapigliarono per quale fosse la loro, sotto lo sguardo divertito di Francesca, che altre volte aveva assistito a quegli spettacoli e a quello vagamente incredulo di Leila.

“Sono fatti così, ti ci dovrai abituare!” esclamò divertita la mora all’indirizzo della rossa.

Scoppiarono tutti a ridere e poi si buttarono sulle pizze divorandole, chissà come avrebbe reagito Bill alla notizia?

“Ehi Tomi non ti va più?

Se vuoi la mangio io!”

“Lungi dalla mia pizza, lavandino!”

Esclamò divertito, la finì per evitare altri attacchi del suo fratellino modalità affamata.

“Sono pieno!”

“Bene Bill! Non credevo riuscissi a contenere tanto cibo in quella figurina magra che ti ritrovi!” sghignazzò Leila.

“Ora vado a prendere gli antidolorifici!”

La ragazza si alzò ed estrasse una scatola di pastiglie dalla borsa , ne ingoiò e bevve un bicchier d’acqua per poi tornare ala tavolo.

Tom sentì Francesca stringergli la mano e capì che era il momento.

“Bene, adesso che ci siamo quasi tutti, io e Fay dovremmo dirvi qualcosa.”

Il silenzio calò sul gruppo, Bill lo guardava cercando di indovinare cosa fosse successo, senza riuscirci, lo vedeva dall’espressione frustrata nei suoi occhi.

“Che cosa?”

Bill non aveva resistito.

“Non so come dirlo, perciò scelgo la via più breve.

Francesca è incinta, sarò padre.”

Il silenzio calò sulla tavola.

“Io quindi sarò zio!”

Disse piano Bill, lo conosceva abbastanza da sapere che presto ci sarebbe stata un’esplosione.

“Si..”

“Che bello! Sono davvero felice per voi!

Cioè.. è un po’ presto, ma sono felice!

Quando uscirò ti aiuterò a scegliere tutto per il bambino o la bambina!

Anzi, come pensate di chiamarla o chiamarlo?”

Francesca lo guardò stranita.

“Ehm, domani iniziamo a prenotare un’ecografia…

Per i nomi non trovi sia un po’ presto?”

“In effetti… comunque si brinda! Tomi dov’è lo champagne?”

Tom scosse la testa.

“Non è una buona idea. Tu domani devi tornare in clinica e la  tua ragazza  ha appena assunto delle medicine.”

“è vero…” si rabbuiò lui.

Bhe, potremmo brindare con la coca cola o il the, Bill.

A proposito complimenti ragazzi!” rispose Leila.

Passarono il resto della serata a scherzare, inventare nomi per il bambino e a rievocare il passato per la gioia di Leila, che in fondo li conosceva ancora poco.

Smisero quando videro che le due ragazze stavano crollando, Bill dovette portare Leila in braccio in camera sua e lui Fay.

Tornarono in salotto solo loro due a sistemare sala e cucina.

“Bill, sei davvero felice?”

“E tu vuoi davvero quel bambino?”

“Si.”

“Bene, allora io sono felice.

Lo sai che ho sempre saputo che avreste fatto coppia e che sareste stati benissimo insieme.

Sarete dei bravi genitori… un po’ strani, ma bravi.

Non ti preoccupare, andrà bene..

Ci saremo noi ad aiutarvi.”

“Grazie.”

“Figurati.. ora ho un motivo in più per sbrigarmi a tornare .”

Si sorrisero e tornarono nelle rispettive camere.

Fay stava dormendo, lui si spogliò e la raggiunse..

“Visto che è andato tutto bene?” le disse lui.

“Lo so, ma ho ancora paura Tom.”

“Vieni qui!”

L’abbracciò, attirandola a sé .

“Andrà tutto bene, ce la faremo.

Tranquilla.

Non sempre il passato si ripete.”

Lei si strinse di più a lui.

“Lo spero, voglio godermi questa felicità, questa volta vorrei che tutto andasse bene.”

Lui la strinse a sé, senza dirle che sperava lo stesso.

 

Bill entrò nella sua camera, gli fece un effetto strano rivedere quelle mura dopo più di un mese di lontananza, ma tutto sommato piacevole.

Leila era stesa a letto in un dormiveglia, lui si sdraiò accanto a lei.

“Sei tornato!” mugugnò nel sonno.

“Si, piccola, sono qui.”

“Mi abbracci? Mi sono sempre chiesta come fosse stare abbracciata a te.”

Lui la accontentò subito, anche lui si era chiesto come fosse abbracciarla in quei mesi.

“Sei morbida!”

L’aveva detto davvero ad alta voce?

“Davvero? Io pensavo di essere uno scheletro!”

L’aveva detto ad alta voce sul serio.

BHe, per me lo sei!” le accarezzò piano la pancia.

“Si posso confermarlo.”

Rimase un po’ in silenzio, accarezzandola piano, mentre lei si accoccolava meglio nel suo abbraccio.

“Come stai?”

“Bene, sono un po’ intontita…

Mi arriva qualche fitta, nonostante gli antidolorifici..”

Seppellì il naso nei suoi capelli.

“Mi dispiace e poi io non ti ho ancora ringraziato.

Ti devo la vita, quella pallottola era per me.”

Lei Provò a guardarlo negli occhi, ma il movimento le faceva tirare i punti e rinunciò.

“Non mi devi nulla, io l’ho fatto perché…era giusto così.

Non c ‘è stato un perché preciso, tu sei una persona che amo ed eri in pericolo, è stato istintivo cercare  di proteggerti.”

Si alzarono entrambi in ginocchio, sul grande letto.

Fu lui a fare il primo passo baciandola piano, impazziva alla prospettiva che se quella maledetta pallottola non l’avesse sfiorata ma colpita a quest’ora non avrebbe più potuto farlo.

“Non farmi  più spaventare così.

Ho pensato che non avrei più potuto vederti e la prospettiva mi faceva impazzire!”

“Per me è lo stesso! Se solo non avessi questi punti maledetti ti chiederei di abbracciarmi forte e di fare l’amore con me.”

Lui la strinse, senza esagerare.

“Un motivo in più per aspettarmi , piccoletta.”

“Hai ragione. Non mi ero accorta che avessi tutti questi tatuaggi.”mormorò cambiando argomento di botto.

Leila gli stava guardando i tatuaggi, la scritta sul torace e la stella a cinque punte sul bacino.

“I tatuaggi fanno male anni dopo che li hai fatti, ma per quello che ricordano.”

Lei alzò un sopracciglio.

“Pensavo che questi tatuaggi ti ricordassero qualcosa di bello, te li sei fatto quando eri nel pieno del successo!”

“Si certo, ma non mi piace ricordare quegli anni.

O meglio mi piace e non mi piace.

Certo, stavo realizzando il mio sogno, ma mi sentivo solo, parecchio solo.

L’unica ragazza che mi fosse interessata dopo anni, preferiva mio fratello.”

La ragazza gli accarezzò un braccio.

“è Francesca vero? Ti piaceva lei?”

“Si, mi piaceva lei, ma desso è passata, è anni che è passata.”

Leila ridacchiò a denti stretti.

“Sei Gelosa!”

“Non sono gelosa! Lo so che hai avuto una vita prima di me.”

“Mi piace se fai la gelosa!” Mugugnò lui ridacchiando”Sa tanto di normalità!”

Lei sbuffò, ma poi sorrise.

“Anche a me ed è fantastico!

Sembra che tutto quello che c’è stato nel mio e nel tuo passato sia lontano e non possa ferire o non sia mai esistito.”

“Sarebbe bello !” rispose lui, perdendosi in una visione di normalità, mentre le accarezzava piano i capelli.

“Bellissimo, ma la realtà è un’altra,godiamoci gli ultimi istanti di tranquillità, prima che la bolla scoppi.”

Sbadigliò lei, lui la trascinò di nuovo stesa scoprì entrambi.

“Dormi , devi essere stanchissima, piccola.

Ti, amo Leila.”

“Anch’io ti amo!” mormorò prima di chiudere gli occhi.

La guardava dormire, sembrava tremendamente serena, come se non avesse vissuto quella giornata, che fosse quello l’effetto che lui le faceva?

Doveva esserne orgoglioso e in parte lo era, l’altra parte tornava ossessivamente sul pensiero che per cinque mesi non l’avrebbe più vista.

Per cinque lunghissimi mesi lei non sarebbe più venuta a rallegrarlo con la sua presenza, ne si sarebbero più potuti scambiare confidenze.

-Hai una vaga idea di quanto mi mancherai, rossa?

Forse si, spero di mancarti anch’io allo stesso modo. –

Finalmente sentì la stanchezza avere meglio su di lui, le palpebre farsi pesanti e poi chiudersi.

Cadde in un sonno profondo e tranquillo, come da mesi non gli capitava.

Forse sognò cose belle, ma al risveglio non ricordava più nulla, Bill sentiva solo tranquillità dentro di lui.

Cercò di muoversi piano per non svegliare la ragazza, ma non ci riuscì, Leila si svegliò e si stiracchiò come una gatta.

“è già arrivato il momento?”

“Purtroppo si..”

Si alzò dal letto e lo abbracciò.

“Sono solo cinque mesi, non è per sempre.”

“Lo so, grazie!”

Si avviarono in cucina, Tom e Fay erano già svegli e stavano litigando.

“Buongiorno! Le vecchie abitudini sono dure a morire, eh ragazzi?”

“Ben svegliato Bill, ciao Leila.

Non vuole che io venga all’ecografia! Dice che le faccio ansia!”

Scoppiarono entrambi a ridere davanti all’espressione palesemente offesa del ragazzo.

“Dai Francesca, lascialo venire!”

“Va bene! Tom ringrazia tuo fratello!”

Il ragazzo con le treccine sbuffò.

“Grazie Bill!”

Tom si sedette al tavolo scuotendo la testa, mentre Bill ridacchiava divertito.

“La colazione è pronta, seduti ragazzi!”

Francesca servì loro del caffè e delle brioches.

“Sei uscita adesso a prenderle?”

Chiese Bill con la bocca piena.

“Si, perché?”

“Non dovresti nelle tue condizioni!”

“Bill, sono incinta, non malata!”

Frammenti di normalità.

Normalità piacevole.

Normalità che non assaggiava da tempo.

Normalità che non voleva lasciare.

Eppure doveva farlo, per riuscire a guarire del tutto.

Finita la colazione Francesca e Tom uscirono dalla stanza, lasciandoli soli.

“Adesso dobbiamo  salutarci, mi mancherai!”

La ragazza annuì.

“Anche tu mi mancherai!”

La rossa aveva la voce spezzata, non gliel’aveva mai sentita.

“Tra cinque mesi  ti troverò ad aspettarmi, vero?”

“Puoi giurarci.”

SI abbracciarono, la baciò un’ultima colta ed uscì dalla stanza.

Tom lo aspettava con la chiavi già in mano.

“Ce la farai!”

Tre semplici parole che ebbero il potere di rincuorarlo.

Questa volta ce l’avrebbe fatta davvero.

 

 

 

 

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Cioè… un capitolo quasi tutto positivo O.O!

Un record XD!

Spero vi piaccia^^.

Nel discorso di Leila e Bill c’è una citazione di un verso di canzone, vediamo se qualcuno indovina…

So che Nana lo indovinerà di sicuro XD! Do la soluzione al prossimo capitolo.

Ciao^^

Una comunicazione di servizio: ho scritto ad Erika per poter cambiare il mio nick, non sarà una cosa che avverrà immediatamente, ma prima o poi sarà cambiato in Layla, quindi non vi preoccupate se trovate le mie storie sotto quel nome.

Anche se so che non vi preoccuperete.

 

 

.Pulse :Sono contenta che ti sia piaciuto^^

In effetti Bill si deve essere fatto un male cane alla spalla(inconvenienti del mestiere di eroe XD), ma al momento sembra averlo dimenticato^^.

Sono contenta che ti piaccia Fay nel ruolo di mamma, ero piuttosto indecisa se mettere o meno quella parte XD.

Spero che questo ti piaccia.

Alla prossima.

 

 

Utopy :sono contenta che ti piacciano Bill e Leila *-*! Lui si è fatto malino, ma alla fine ce l’ha fatta .

Anche io li trovo teneri insieme ^^.

Fra e Tom sono proprio incinti XD! Mi piace la definizione incinti, perché sa proprio di cosa che devono affrontare insieme ( anche se mi fa ridere immaginarmi  un Tom con la pancia… incinto XD).

Spero che questo ti piaccia, alla prossima^^.

 

 

Lady Cassandra :sono contenta che tu non abbia avuto magone e tristezza questa volta^^.

Da qui in avanti avremo capitoli sereni, forse fin troppo…XD

Bella l’immagine del tifo da stadio XD!

Si, Bill ha trovato la sua strada, che non comprende la droga^^.

Tom e Fra sono davvero carini,mi è piaciuto descrivere questo momento, anche loro hanno avuto una conclusione molto positiva.

Spero che questo ti piaccia.

Alla prossima^^

 

Ringrazio Schwarz Nana per aver commentatolo scorso capitolo^^.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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