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Autore: Princess Kurenai    27/03/2010    1 recensioni
[Kiba/Nejiko] Nejiko Hyuuga, agli occhi di chiunque, era un vero e proprio genio.
Uno di quei talenti impossibili da ignorare.
Apparteneva a uno dei più nobili clan di Konoha, gli Hyuuga - per alcuni la sua 'discendenza' nella Casata Secondaria era solo un dettaglio insignificante se messo a confronto con le sue capacità - e, nonostante fosse una ragazza, risultava tra i ninja esordienti più promettenti del villaggio, il che era anche particolarmente raro.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Fuori dalla Gabbia
Titolo del Capitolo: Mi Piaci
Fandom: Naruto
Personaggi: Kiba Inuzuka, Nejiko Hyuuga, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romanitico
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se...), Genderswap
Conteggio Parole: 1259 (FiumiDiParole)
Note: 1. Scritta oltre un anno fa per un contest e solo ora ho deciso di postarla, da quel momento a oggi il mio modo di scrivere è mutato, ma non l’ho voluta modificare.
2. Partecipa a FiumiDiParole.
3. Questa che segue è la nota che avevo preparato per il contest. La inserisco uguale a come l’ho trovata.

Allora, sicuramente non sarò breve. Amo sclerare nelle Note dell’Autore ù.ù Well, come richiedeva il contest in questa fic Neji Hyuuga non è un maschio ma una femmina sin dalla nascita e quindi Nejiko Hyuuga.
Tra i due - Neji e Nejiko - non ci sono grandi differenze, lo ammetto, ma voglio precisare che Nejiko essendo donna ha i classici 'difetti' del gentil sesso.
È più sensibile ed è più testarda ad esempio, inoltre ha delle piccole fobie che solo una donna nel suo orgoglio e nella sua ossessione poteva sviluppare.
La fic è posta temporalmente durante i tre anni prima di Shippuuden, questo perché è una delle parti che l’autore non ci va voluto mostrare e potevo prendermi alcune libertà in più.
Nel primo capitolo, il Prologo, mi sono dilungata sulla descrizione di Nejiko. Come ben sappiamo Neji è un genio ma essendo un maschio si 'perde tra la folla', formata da altri ragazzi altrettanto geniali come Sasuke o Shikamaru. Nel manga infatti appena apparso si tessono le sue lodi poi viene come dimenticato, mentre qui essendo una ragazza risulta una 'perla' come lo era Tsunade ai suoi tempi - perché sì, per essere diventata un Sannin doveva essere speciale nonostante i suoi numerosi difetti XD - e questa è una delle conseguenze che potrebbe causare il suo essere femmina anziché maschio.
Nel primo capitolo effettivo si entra nel vivo della vicenda e vengono mostrate non solo le paure di Nejiko, ma anche i problemi che continua a riscontrare nel Clan.
Se era Neji, Hiashi l'avrebbe potuto far sposare con una delle sue figlie, e quindi portare lustro alla Casata Principale mentre, essendo femmina, si ritrova 'fregato' e Hiashi, come si è visto, è solito rinfacciare queste cose senza farsi troppi problemi - esempio quando parla con Kurenai di Hinata - e Nejiko si sente ancor più 'soppressa' da queste cose.
Andando oltre, nel secondo capitolo ho voluto mostrare come Nejiko e Kiba fatichino ad andare d’accordo anche a causa dell'invadenza di Kiba.
Qui forse Kiba potrebbe risultare OOC ma io l’ho sempre rappresentato istintivo e molto vicino a un animale, ma lo faccio di conseguenza a quello che mostra l’autore nelle sporadiche apparizioni del ninja.
Il modo in cui lo fa parlare, il modo in cui lo fa camminare e anche altri piccoli comportamenti lo fanno sembrare un animale ai miei occhi e per avere quell’affiatamento con Akamaru non può essere una persona normale. Non a caso il vero clan Inuzuka, quello della storia Giapponese, era al centro dei pettegolezzi che lo vedevano accoppiarsi con i loro cani per avere quell’affiatamento. Quindi, per me Kiba ha un simile rapporto con Akamaru ovviamente non per la storia dell’accoppiamento ma per il punto che ragiona spesso come un cane, e quindi sa essere fedele ma anche curioso ed invadente, quasi seccante con la persona che gli piace, perché gli animali c’è l’hanno di vizio di atteggiarsi per conquistare la femmina ù.ù Per ora mi fermo, mi farò sentire nelle note finali °O° Buona lettura!

{ Fuori dalla Gabbia ~
- 3. Mi Piaci -



“ Guidami. Dimmi dove sono le trappole.”
Silenzio.
Piegò leggermente la testa per osservare la ragazza che stringeva forte le dita nella giacca cercando di non poggiarsi alla schiena dell’Inuzuka.
“ Nejiko? Tutto bene?”
“ Trappola alla sinistra...”, mormorò.
“ Grazie...”, la schivò. “ Mi dispiace. Non volevo che ti facessi male.”
“ ...”
“ Parlo seriamente. Non vorrei farti male... cercavo solo di parlarti.”
“ Lo stai facendo.”, sbuffò, continuando ad essere tesa.
“ Rilassati... sei tesa.”
“ Non posso farne a meno.”
“ Non voglio indagare su questo tuo astio verso di me... ma mi piacerebbe saperlo.”
“ Sei tu che c’è l’hai con me.”
“ Io?”
“ Sì.”, borbottò. “ Per via di Hinatasama...”
“ Ma quello è passato. Non vuoi più ucciderla, no?”
“ No...”
“ E allora?”, Kiba si lasciò andare ad una risata liberatoria, felice di quella scoperta.
“ E sei un tipo invadente e... molto fisico.”
“ E ti da fastidio?”
La sentì appoggiare la fronte alla sua spalla.
Forse parlare la faceva rilassare.
“ Non mi piace... trappola a destra...”
“ Perché?”, superò la trappola.
“ Perché finirei per affezionarmi a te...”
L’Inuzuka arrossì appena.
“ Non funziona così.”, cercò di ridacchiare per allontanare l’imbarazzo di quella frase.
“ Se mi stai vicino mi affeziono a te e quando te ne andrai starò male...”, socchiuse gli occhi.
“ E chi ti dice che ti lascio?”, si fermò, serio.
“ Va così... amavo mio padre e... ed è morto.”
Kiba sospirò.
Soffriva ancora per la perdita del padre e... la capiva.
Riprese a camminare.
“ Ti racconto una cosa... io a mio padre non l’ho mai conosciuto.”, svelò. “ È scappato a causa di mia madre... diciamo che era sempre stata lei l’uomo di casa. E ci ho sofferto tantissimo anche senza conoscerlo.”
“ Mi dispiace...”
“ No, non devi. L’ho superata perché avevo sempre altre persone vicine che erano pronte a donarmi tutto il loro affetto. Basta aprire le braccia godersi secondo per secondo quello che la vita di da.”, schivò senza dirglielo un’altra trappola. “ Anche tu hai tante persone che ti vogliono bene quindi devi solo goderti quello che ti arriva. Puoi cadere e farti male ma devi sempre rialzarti.”
“ Sono... stufa di star male...”
“ Ci sarò io a farti da cuscino se cadrai, d’accordo?”, si voltò con un sorriso.
Voleva risollevarle il morale, avvicinarla sempre di più a sé ma tutta la sua felicità si spense.
Nejiko sudava e aggrottava le sopracciglia... come febbricitante.
“ Smettila di dire... scemenze...”
“ Tutto bene?”
“ No... dici cavolate. Come posso... stare bene?”
Si fermò di nuovo e la fece sedere ai piedi di una roccia.
“ Stai sudando...”
“ Ho caldo.”
“ Con questo tempo?”, le scostò i capelli allungandosi per toglierle il coprifronte.
“ Ehi... che combini?”, gli bloccò la mano guardandolo negli occhi.
“ Sei febbricitante. Temo che la trappola fosse avvelenata.”
“ Continua la... missione.”
“ Ma che bella frase fatta. Stupida Hyuuga.”, sciolse la presa della giovane e le tolse il coprifronte mostrando il marchio che tanto la faceva vergognare.
Lo ignorò.
A lui non interessava nulla di quel marchio, né della sua discendenza... voleva solo entrare nelle sue grazie.
Le sfiorò la fronte.
Calda.
Ardente.
“ Sì. Hai la febbre.”, cercò ancora una volta di restare calmo.
“ Fantastico... fammi restare sveglia, Inuzuka.”, ordinò lei, ben sapendo che addormentandosi sarebbe stato peggio.
“ Inizia con il chiamarmi Kiba.”
“ Non... abbiamo tutta questa... confidenza.”
“ Mi hai appena svelato ciò che ti fa paura e io ti ho detto di mio padre... più confidenza di così?!”, ribatté strappando la parte del pantalone che indossava per visualizzare la ferita.
Era troppo debole per lamentarsi.
“ Bah...”
“ Poi io ti sto chiamando Nejiko.”
“ Senza il mio permesso...”
“ Perché, devo avere il permesso?”
“ ...”
“ Nejiko...”
“ ... sì?”
“ Mi piaci.”, la guardò serio.
Forse non era il momento adatto per dirglielo ma... quando sarebbe di nuovo stato così vicino a lei?
“ ...”
“ Non rispondi?”
“ Non posso piacerti.
..” Kiba sbuffò pulendo la ferita, non poteva fare molto per il veleno ma almeno non l’avrebbe fatta infettare e avrebbe permesso ai medici - andati a chiamare da Akamaru che si era accorto subito della gravità - un miglior lavoro.
“ E no, scusa! Non puoi decidere cosa mi piace e cosa no!”
“ Mi... guardi sempre male...”, mormorò.
“ Lo faccio in risposta alle tue simpatiche occhiate.”
“ Io lo faccio per... tenerti lontano.”, rispose.
“ E con quei gesti non fai altro che stuzzicare la mia voglia di conoscerti meglio e di starti vicino. Buffo, eh?”
Nejiko non rispose.
Tutte quelle parole viaggiavano nella sua testa già confusa da quel dannato veleno.
Era tutta colpa dell’Inuzuka quella situazione ma... non riusciva a prendersela con lui.
Era stato... gentile.
L’aveva trattata bene, aveva cercato di non farle pesare nulla e questo la rendeva felice.
Si era sentita per un attimo speciale.
Importante per qualcuno.
Forse... forse lei era già importante per Kiba e non se ne era mai accorta.
“ Parlami per favore! Non addormentarti! Akamaru tornerà presto con i medici!”
“ Non mi addormento di certo... con te che urli... sei seccante...”
Per la prima volta l’insulto della ragazza non era detto con tono dispregiativo.
“ E questo è un bene!”, ribatté l’Inuzuka.
“ Sto bloccando la missione...”
“ Tranquilla! Avrei avvertito la presenza di qualcuno anche a distanza di chilometri e poi c’era Akamaru... non c’è nessuno qui da aiutare.”
“ ...”
“ Nejiko, qual è il tuo colore preferito?”
“ Ti sembrano... domande da fare ora?”
“ Ti tengo sveglia. Il mio è il viola.”
“ Rosso...”
“ Passionale!”, sorrise Kiba beccandosi un’occhiataccia dalla Hyuuga. “ Ok. Ok. A che età hai dato il tuo primo bacio?”
“ I-Inuzuka!”
“ La scusa del ‘ti tengo sveglia’ è ottima per fare queste domande.”
“ Idiota... quando l’hai dato tu?”
“ A tredici anni. Per gioco a Shikamaru.”, ghignò.
“ Scherzi...”
“ No no. Naruto mi aveva sfidato e io ho accettato.”
“ Non valgono quei baci...”, borbottò.
“ Dici?”, scrollò le spalle. “ Ti piace il ramen?”
“ Abbastanza...”
“ Allora, appena torniamo a Konoha ti porto al Chiosco.”
“ Non... posso accettare... ho dei doveri verso... Hinatasama...”
“ Doveri? Allora era tuo dovere evitare che si innamorasse di quel tizio di Iwa che ha conosciuto agli esami.”
“ Chi?”
“ Non ricordo il nome. Ma era quel tizio pazzo che si divertiva a far esplodere le cose.”
“ Ah...”
“ Sconvolta? Penso che continuino a sentirsi con delle lettere. Hinatachan non mi parla molto di queste cose, ma è una cosa seria da quello che mi sembra di capire.”
“ Hiashisama... non ne sarà felice...”
“ Fregatene. È il momento di pensare a te stessa! Poi, per me ti stanno solo usando perché sei un genio. Vogliono accrescere il loro potere con te.”
“ Lo... so...”
“ Ecco. Quindi è giunto il momento di spiegare le ali e volare via.”
Un leggero sorriso incurvò le labbra della ragazza.
“ Anzi... meglio correre con i lupi. Non trovi?”, alzò lo sguardo cogliendo l’occhiolino del giovane.
“ Furbo...”, commentò.
“ Lo so.”, ghignò Kiba. “ Ma te l’ho detto. Mi piaci e voglio stare con te.”
“ Penso che... non sia il momento per... queste dichiarazioni...”
“ Già... ma in altre occasioni non mi avresti permesso di parlare.”
Nejiko assentì appena, in effetti l’Inuzuka aveva ragione.
Se fosse successo a Konoha o in un’altra situazione innanzitutto non gi avrebbe ma permesso neanche di parlare e se ci fosse riuscito non gli avrebbe mai creduto.
Invece lì... lì sentiva che tutto era vero.
Kiba non mentiva, ma lei: era pronta ad accettarlo?
“ Non pensare troppo. Parlami anche di cavolate.”, la riprese subito l’Inuzuka.
“ Ti credo quando dici... che ti piaccio...”
“ Uh! Bene!”
“ Ma...”
‘Ma’?”
“ Ma non so... se sono pronta...”
“ A cosa?”
Kiba le si accostò ulteriormente per farle sentire la sua presenza.
“ A lasciarmi... andare...”
“ Non ti chiedo mica la luna, Nejiko. Non voglio che tu cambi o che accetti i miei sentimenti, mi basta starti vicino. Esserti amico. Poi...”, sorrise. “ Accada quel che deve accadere. È il destino, no?”
“ Credi nel... destino?”
“ No, ma suonava bene come frase. Tu, continui a crederci?”
“ Non più...”





   
 
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