Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: BlackPearl    28/03/2010    11 recensioni
Quando avevo letto il cognome del mio datore di lavoro, l'avevo scambiata per una coincidenza.
Quando avevo parlato con lui, non avevo cambiato opinione.
Poi però mi sono stabilita a casa sua, e ho dovuto accettare il fatto che Daniel è il fratello di Johnny Depp.
Ma sì, m'ero convinta che dovevo rimuovere quel microscopico particolare dalla mia testa. E ce l'avevo fatta -va bene, con grande sforzo-.
Ma che ne potevo sapere io che suo fratello avrebbe innescato una serie di sfortunati eventi che mi avrebbero portato a... sì, anche a desiderare di essere una pennetta?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Third
Capitolo due
First sight;






Vianne's POV

L'indomani fui svegliata dal trillo del telefono. Saltai su come una molla e mi scapicollai per rispondere. Non sia mai che si svegli Daniel!
«Pronto?» Mormorai con voce flebile e impastata. Cercai di scollare le palpebre che non ne volevano sapere di aprirsi.
«Vianne, sono Johnny. Sono fuori la porta.. ho bussato diverse volte, ma..» Gesù!
«Oddio, aspetta che arrivo!» Cominciamo alla grande, proprio.
Scesi le scale a due alla volta, e vidi un'ombra che sbirciava alla finestra. Mi diedi una controllatina allo specchio, aggiustai i capelli e aprii.
«Scusa, mi dispiace!» Stavo per inginocchiarmi e baciargli i piedi, quasi.
Lui mi guardò e sorrise. Dio quant'è bello. Non ci sono parole per descriverlo. Stunning.
«Dormivi?» Disse guardando il mio pigiama con le mucche in tutù, che avrei bruciato appena possibile.
Annuii imbarazzata. «Vado a rendermi presentabile. Tu fai quello che vuoi. Le valigie puoi metterle vicino al divano.»
Lo vidi appendere cappotto, sciarpa e roba varia sull'appendiabiti. Meglio tornare di sopra.
Infilai velocemente i pantaloni di una tuta e una felpa calda -viva la comodità e abbasso la seduzione, proprio- e cominciai a preparargli la stanza degli ospiti, che era proprio accanto alla mia.
Mentre stavo infilando il cuscino nella federa, sentii qualcuno schiarirsi la voce. Mi voltai e incontrai il suo sguardo gentile; era in piedi accanto alla porta con le mani in tasca.
«Daniel dorme fino a tardi di solito?» Chiese e io avvampai.
«Veramente no. Gli ho dato un sonnifero ieri.» Sorrisi colpevole e aspettandomi un rimprovero che non arrivò. Rise piano. «Hai fatto bene.»
Menomale.
Sto davvero parlando con Johnny Depp! Mi stupiva la mia disinvoltura.
«Quindi Nicole è andata via.. credi sia temporaneo?» Mi domandò entrando nella camera.
«Sinceramente.. no. Un minuto prima era a terra che tremava e quello dopo era di sotto con le valigie.. probabilmente le aveva preparate da diversi giorni. Litigavano continuamente, per colpa di Danny. Suppongo che lei avesse già intenzione di andare via.. se solo l'avesse fatto prima..»
Johnny si avvicinò. «Non oso pensare la reazione di Danny in quel caso. Se la sarebbe presa con te, e con più violenza forse.» Sgranai gli occhi, e un brivido mi percorse la schiena da cima a fondo.
«Ehi.. stai tremando. Cosa..? Perdonami, non avrei dovuto dirlo.» Inaspettatamente mi abbracciò, e a quel punto non riuscii più a trattenere le lacrime.
«Shhh.. non accadrà più, Vianne. Non lo permetterò! Male che vada chiamerò il mio esercito privato di cloni, e lo faremo incatenare alla parete attrezzata del soggiorno.» Una risata si fece spazio tra i singhiozzi, che si calmarono gradualmente.
«Okay. Dopo questa scena imbarazzante posso anche tornare alla vita normale.» Incalzai rompendo il silenzio teso che dominava la stanza.
«Che tanto normale più non è.»
«Esatto» Ridacchiai e mi alzai dal letto. Bene, dovevo stirare di nuovo le lenzuola. Sospirai cominciando a toglierle.
«Che fai?»
«Devo stirarle, si sono tutte stropic-» Mi bloccai quando la sua mano si posò sulla mia e rimise l'angolo del lenzuolo al suo posto.
«Ma ti pare, Vianne? Le lenzuola stropicciate sono l'ultima cosa a cui penserò. Anzi, non ci penserò proprio.» Scosse la testa come a confermare ciò che aveva detto.
Adoravo il modo in cui ripeteva il mio nome di continuo.
«Okay. Se lo dici tu. Hai già mangiato?» Gli chiesi guardando l'orologio. Erano appena le undici.
«A dire la verità no.» Si portò una mano allo stomaco e io feci una smorfia di disappunto.
«Stammi bene a sentire. Sono una domestica. Mi aspetto che tu mi ordini di fare qualcosa, non posso stare sempre a chiedertelo» Lo dissi cercando di non sembrare brusca. In realtà non volevo che si trovasse male durante il suo soggiorno, che non avevo idea di quanto sarebbe durato. Speravo il più possibile, in realtà, anche se le circostanze non erano proprio delle migliori.
«Non sei la mia domestica, e per quanto mi riguarda potresti anche prendere il posto della vecchia padrona di casa che ci ha abbandonati. Che ne pensi?»
Ci riflettei un po' su. «C'è ancora il padrone di casa però.»
«Non è nella condizione di decidere. Ci vorrà un bel po' prima che lo faccia.»
«Testardino eh?» Dissi più a me stessa che a lui, che intanto se la rideva.
Scendemmo di sotto, e mentre disponevo la colazione in tavola cercai di riflettere sul da farsi.
«Come hai intenzione di procedere?» Domandai preoccupata. Lui addentò un pancake e ci pensò, poi annuì tra sè. Lo osservavo masticare in silenzio ed educatamente, in un modo quasi sexy. Va bene, tronchiamo il pensiero sul nascere.
Quando ebbe finito, si pulì la bocca -già pulita- con un tovagliolo che ripose accuratamente accanto al piatto.
«Dovrà disintossicarsi.» Disse senza mezzi termini.
Sputacchiai il caffè che mi andò di traverso e lui mi porse un bicchiere d'acqua per farmi smettere di tossire.
«Cosa? Qui? Da solo?!» Esclamai piuttosto istericamente, tra un sorso e l'altro.
«Ci siamo noi» Rispose lui come se fosse ovvio.
«Lo so, ma non siamo infermieri. A meno che tu non abbia una segreta laurea in medicina, insieme alla macchina per clonarti.»
«Beh, in effetti no, ma so come fare. Ci sono passato anch'io, dopotutto, o quasi.» Fece una breve pausa. «Hai mai letto Qualcuno con cui correre
«Sì. Ma quello è un libro, Johnny. Non perchè ci è riuscita una bambina immaginaria significa che ce la faremo anche noi!»
Lui tacque. Un rumore nelle scale catturò la nostra attenzione: entrambi ci voltammo e vedemmo comparire un Daniel traballante e pallido come un cadavere. Era ancora visibilmente fatto. Ma quanta gliene avevano data il giorno prima, sant'Iddio?
Johnny gli andò subito incontro e lo aiutò a scendere. O almeno, avrebbe voluto farlo.
Appena lo toccò, infatti, Daniel si ritrasse e lo guardò come se non lo avesse mai visto prima. «Chi sei?» La voce era cupa e ostile.
«Sono Johnny, Dan»
«Non ti conosco» Si tirò ancora indietro e inciampò nello scalino. Johnny fece per aiutarlo ma lui lo spinse con forza contro il muro.
«Vattene! Vattene! Dov'è Nicole? NICOLE!»
Oh Dio. Sentivo il mio respiro cominciare ad accelerare. Prendo una padella. Sì, prendo una bella padella e... «NICOLE!» Daniel urlò con una voce che non credevo possedesse.
«Johnny vieni via» Sussurrai terrorizzata.
Merda.
Danny si girò verso di me e cominciò a venirmi incontro malfermo e palesemente arrabbiato. Indietreggiai, e dopo qualche passo le mie spalle trovarono il muro; avevo superato di poco la porta della cucina, alla mia sinistra. Neanche il tempo di pensare che lui mi bloccò contro il muro. «Dov'è Nicole?» Pronunciò il suo nome come se lo sputasse.
Era fuori di sè.
Johnny era un passo dietro di lui, attento a ogni movimento. Lo guardai implorandolo con gli occhi di suggerirmi cosa dire. Lui mi fece un segno con le dita.
«E'-è uscita» Balbettai infine.
«Uscita? Le avevo detto di non uscire! Dov'è andata?!»
«A fare l-la spesa» La prima cosa che mi venne in mente.
«Ci sei tu per fare la spesa, infima bugiarda! DOV'E' ANDATA?!» Lo schiaffo arrivò forte e improvviso e la guancia cominciò a dolere e pizzicare.
Johnny lo afferrò da dietro bloccandogli le braccia. «Daniel smettila!»
Corsi in cucina e presi la padella più pesante che trovai. Vedendomi, Daniel si dimenò con più forza e vidi lo sforzo immane che stava facendo Johnny nel tentativo di trattenerlo.
«Nella mia valigia, tasca interna, ci sono dei sedativi, corri!» Feci come mi disse, e con grande sollievo trovai delle siringhe in fondo alla tasca.
Ci misi un tempo infinito ad aprire lo scatolo, e lo feci cadere tre volte per via delle mani che mi tremavano come foglie. Quando riuscii a prenderla, mi avvicinai cauta a Daniel e con tutto il coraggio che sapevo di non avere, gli infilai l'ago nel collo.
Bastarono pochi secondi perchè facesse effetto, e qualche istante dopo potevamo guardarlo dormire placidamente sul divano.
Ansimante e scioccata, guardai Johnny, che non staccava gli occhi dal fratello. «Quanto tempo..?» Non riuscii a continuare la domanda, ma lui mi capì al volo.
«Cinque o sei ore, su per giù. Spero solo che mi riconosca al risveglio, altrimenti non so quanto potrò aiutarlo.» Io non risposi. Credevo di aver perso l'uso della parola.
Sovrappensiero, sussultai quando mi posò una mano sulla guancia rossa e bollente. «Mi dispiace. Forse.. Vianne, se vuoi andartene, mi rendo conto che..»
Scossi la testa, e lui si interruppe. Daniel era stato il mio capo per tanti anni, un uomo adorabile e gentile. Non era lui in quei frangenti. Se potevo fare qualcosa per aiutarlo, avrei dovuto farlo. Poi, sapendo che avevamo i sedativi -non avevo idea di come avesse fatto Johnny a procurarseli- mi sentivo più sicura.
«Resto. Non puoi farlo da solo.»
Mi prese le mani e le strinse forte. «Grazie.»


«Allora. Il piano è questo.» Eravamo seduti sul divano, l'uno di fronte all'altra. Se avessi potuto gli avrei fatto una foto: era in pigiama seduto a gambe incrociate sul morbido tessuto color crema, con un bicchiere di vino tra le mani. Quello non mancava mai.
«Fai attenzione al vino. Se macchi il divano sei un uomo morto, per quanto ti adori e ti.. ehm.. per quanto ti adori.» Avvampai come una scolaretta e distolsi lo sguardo dal suo guardandomi le unghie delle mani.
Joh, puoi scusarmi un secondo? Vado a prendermi a testate nel muro.
«Non preoccuparti. Macchierò il pigiama, se proprio devo.» Sì, così poi te lo togli e.. OH, VIANNE, PER L'AMOR DEL CIELO!
Sbuffai dal naso, irritata dal fatto che non riuscissi proprio a contenermi, alle volte. Era una situazione seria e io andavo a pensare a Johnny Depp!
E vedi tu, ce l'hai a settanta centimetri di distanza! Mormorò una vocina nella mia testa. Provai a zittirla.
«Vianne?»
«Mh?» Alzai lo sguardo dal tappeto e incrociai quello di Johnny che mi guardava preoccupato.
«Stai bene?»
«Sì, sì. Benissimo. Allora, dicevi? Il piano.» Sembravo strana persino a me stessa.
«Già. Ho parlato con un mio carissimo amico, è un medico che si occupa anche di disintossicazione.»
«Ora si spiegano i sedativi.» Mormorai.
«Esatto. Comunque, dato che non è poi molto che Danny ha cominciato, sarà facile e non dovrebbe durare più di un mese.»
L'unica cosa che la mia mente -indubbiamente malata- riuscì a pensare fu "quindi resterà per un mese, minimo". Mi maledii da sola.
«Mmm.» Incalzai prima che mi chiedesse come mai ero così distratta. Sapevo che me l'avrebbe chiesto, non gli sfuggiva niente.
Di cos'era che stavamo parlando? «Ah, un mese» Ripetei, annuendo. «E come procederemo?»
«Le tre cose essenziali sono "corsa, sauna, dialogo". Più una buona dose di vitamine e minerali.»
«Corsa, sauna, dialogo?» Alzai un sopracciglio.
«Sì. Deve eliminare le tossine presenti nel corpo, insieme alla dose di stupefacenti. Con la corsa e la sauna le cose accelerano.»
«Dobbiamo ringraziare Nicole allora, che ha insistito così tanto due anni fa per mettere quella sauna di sopra. In caso contrario, che avresti fatto?»
«Non lo so. Davvero, che fortuna.»
La casa, oltre alla sauna di cui sopra, disponeva anche di un giardino enorme sul retro con tanto di piscina. Mai usata, però.
Peccato che siamo in pieno inverno, altrimenti, un pensierino..
Johnny mi spiegò che avremmo iniziato la settimana seguente.
I primi giorni Danny avrebbe solo dovuto riposarsi, e noi potevamo stare relativamente "in pace".
Poi sarebbe iniziato l'inferno.


Il trillo della sveglia si insinuò vivace nei miei sogni.
C'era Johnny che mi sorrideva e mi accarezzava dolcemente il viso, e schiuse le labbra per dirmi qualcosa. Tutto quello che riuscii a sentire fu Titititì, titititì, titititì...
Allungai un braccio e scaraventai la sveglia da qualche parte. Serrai gli occhi cercando di riacchiappare quel sogno. Lottai con tutte le mie forze contro le palpebre, ma alla fine vinsero loro, aprendosi.
«Ma porcamisè.»
Restai a guardare il soffitto, avvilita. Mezza volta che avevo sognato Johnny Depp... non mi capitava mai. Oltretutto, era l'unica possibilità che avevo per parlargli. In tanti anni di lavoro per Danny, non l'avevo mai visto. Che schifo.
Non dovresti ricordarti qualcosa, Vianne? C'era una vocina che ronzava nella mente. Ricordare cosa? Boh.
Ormai ero sveglia, quindi decisi di scendere dal letto. Feci per dirigermi in bagno, mentre sbadigliavo come un panda, quando una visione celestiale mi fece bloccare sul posto.
«Oddio!» Balzai all'indietro, completamente dimentica della presenza di Johnny in casa, per giunta nella stanza accanto alla mia!
Come si fa a dimenticare una cosa del genere?!
Santa me.
Dormiva placidamente con un braccio sopra la testa, e il cuscino stretto a sè. Le coperte mi impedivano di vedere altro.
Avrei dovuto alzare la temperatura del riscaldamento, così si sarebbe scoperto. Huahauha, che piano geniale.
Repressi l'istinto di prendere la macchina fotografica e improvvisare un book collezione autunno-inverno e mi chiusi in bagno.
Mamma mia. Due occhiaie che manco Sweeney. Ma che è.
Mi armai di creme idratanti e correttori vari e ritoccai qua e la, rendendomi presentabile.
Lavata, vestita e profumata, feci per aprire la porta e infartai, trovandomelo davanti. Aveva allungato una mano e stava per entrare, evidentemente.
Restò con la mano a mezz'aria per qualche secondo, poi se la portò tra i capelli, scompigliandoli.
Wow, Johnny, che fine ha fatto la maglia del pigiama?
Era in canottiera e.. mamma mia.
«Ciao» Mi salutò educatamente, sorridendo.
Io sbattei le palpebre due volte, inebetita, e ricambiai.
Dio, mi avrà presa per una demente. Fuggi Vianne, fuggi.
Mi defilai veloce come un'anguilla, sgattaiolando di sotto. Aprii tende e finestre, permettendo al sole di riscaldare la casa. Le richiusi subito dopo. C'era un vento gelido assurdo.
Accesi la tv e iniziai a preparare la colazione. Non avevo idea di cosa volesse Johnny quella mattina, così svuotai i mobili -o quasi- e sistemai il tutto sul tavolo. Preparai una colazione intercontinentale che nemmeno il migliore degli hotel avrebbe saputo fare di meglio!
Soddisfatta, mi sedetti sospirando e presi il telecomando. Due denti attirarono la mia attenzione.
Alzai gli occhi al cielo. Vanessa Paradis per Chanel.
Cioè, no, pure la pubblicità? Santo cielo! Guardavo la voragine che aveva tra i denti disgustata e mugolai qualcosa sentendo la sua voce odiosa canticchiare qualcosa.
«Ma Rouge Cocò sti cavoli, devono farle fare la pubblicità della dentiera.»
Ovviamente Johnny era dietro di me.
«Senza offesa. Ma è oggettivo. Cioè, ci entra un altro dente lì in mezzo» Continuai imperterrita. Lui si sedette e mi guardò sorridendo.
Fece spallucce. «In effetti.»
L'ha ammesso? L'ha ammesso! Verrà uno tsunami.
«Beh, comunque, non importa. Sarà bella dentro.» Sì, diamoci la zappa sui piedi. Masochista.
Lui fece una smorfia poco convinta.
«Cambiamo argomento. Ehm..» Incalzai, cercando qualcosa di cui parlare.
«Raccontami qualcosa di te. Sei fidanzata?»
Azz, discreto!
«No, no.»
«Spasimanti?»
«No.» Stavo per dirgli «se proprio vuoi saperlo, sto aspettando te», ma mi trattenni.

Lui mi guardò scettico. Sospirai.
«E va bene. In effetti ci sarebbe un ragazzo.. si chiama Ryan. Ha origini tedesche o svedesi o giù di lì. Biondo con gli occhi blu. Consegna le pizze.»
«Le pizze.» Ripetè tra sé, annuendo. «E ti piace?»
Bevvi un sorso d'acqua per prendere tempo. «Non lo so. Cioè, è un bellissimo ragazzo, per carità. E a me piacciono da morire i biondi..» Sì, brava, digli pure che ti piacciono senza tatuaggi e rigorosamente sotto i quaranta e siamo a posto!
«Però.. mmm.. non so. Non mi immagino con lui.» Peggio di così non poteva andare.
Johnny sorrise e non disse nulla per un po'. Poi si schiarì la voce.
«Dicono che i tedeschi siano noiosi. E spocchiosi. Senza passione
«Certo. E gli inglesi a letto fanno schifo. Gli americani invece non hanno difetti, eh?» Replicai ironicamente, e lui rise appena, sporgendosi verso di me.
«Certo che no. Noi siamo il top.» Sussurrò, ghignando.
«Non faccia così il modesto, Mr Depp!»
«Ma è vero. E tu, di dove sei esattamente?»
«Sono nata in California, ma ho origini russe e polacche da parte di papà e olandesi, francesi e tedesche da parte di mia madre. Che ne dici?»
«Un mix originale!» Ridemmo. «Beh, sembra che tu abbia preso il meglio di ognuna.» Via con la vampata.
Posò forchetta e coltello e si appoggiò allo schienale della sedia. «Sono sazio. Sei un'ottima cuoca, sai?»
«Grazie. Io credevo mangiassi di meno, a dire il vero. Non hai un filo di pancia.»
Lui mi guardò malizioso. «Liposuzione.»
Scoppiai a ridere, e lui con me. Adoravo il suo senso dell'umorismo.
«Posso farti una domanda indiscreta?» Gli chiesi, sorridendo. Lui socchiuse gli occhi e mi guardò con fare sospetto. «Spara»
«Quando iniziate le riprese di Potc 4? Su internet non si trova niente. Sai, non vorrei disturbare Bruckheimer, perciò lo chiedo a te» Aggiunsi, guardandomi le unghie con finta aria indifferente. Lui ridacchiò e si alzò, cominciando a sparecchiare.
Che uomo adorabile.
«Tra poco. In estate, penso. Non sono sicuro, questi tizi della Disney mi comunicano tutto all'ultimo minuto.»
In estate... ancora diversi mesi. Uffa.
«Quindi uscirà l'anno prossimo» Conclusi con una smorfia avvilita.
«Non mettere su quel broncio, dai. Non si addice al tuo viso dolce.» Sorrise mentre posava le tazze nel lavandino. Io me lo mangio.
Io. Me. Lo. Mangio.
«Io lavo e tu sciacqui?» Chiese poi indicando il detersivo.
«No, macchè, faccio io! Ma ti pare, Johnny..» Quasi mi scappò da ridere, tanto ero incredula. Lui insistette e non volle sapere ragioni.
Che carino era tutto insaponato!
«Sai, penso di poterti procurare il dvd in anteprima. Dei Pirati, intendo. Di solito è pronto un paio di mesi prima dell'uscita al cinema.»
Disse tutto d'un tratto, mentre si asciugava le mani.
Lo fissai incredula con la bocca aperta per diversi secondi. «No, sul serio?»
«Mh-mh» Annuì tutto soddisfatto. «Tra poco, per esempio, dovrebbe essere pronto quello di Alice.»
Dovevo davvero avere gli occhi fuori dalle orbite.
«Ma io ti amo! Cioè, wow... dovevo fare l'attrice, lo sapevo.»
«Saresti ancora in tempo»
«Pffff..» Liquidai l'argomento dandogli una leggera spinta.
Ridemmo. Compiaciuta, osservai la cucina che brillava splendente. Sembrava essersi accorta anche lei della presenza di Johnny.
«Ehi. Per caso c'è tempo per una seconda domanda indiscreta?»
«C'è tempo per tutto» Rispose lui con un sorriso smagliante. Ma.. ma.. JOHNNYDEPP, birichino che non sei altro!
«Hai il copione?» Ora mi uccide. Ora mi uccide. Ora mi...
«No, sfortunatamente. O almeno, non tutto. Dovrei avere la prima parte. E in effetti dovrei cominciare a dargli un'occhiata.»
Dillo che t'aiuto, figlio mio!
Per un attimo immaginai di aiutarlo a preparare le scene. Noi due, in una stanza, che recitavamo insieme... e poi da cosa nasce cosa.. e poi..
«Vianne? Il tuo cellulare lampeggia. Ti sta chiamando una certa Ashley» Certa di vivere ormai in un universo parallelo, dove le comuni mortali parlano con gli Adoni dell'Olimpo, mi ero proprio dimenticata del resto del mondo. Inclusa la mia migliore amica.
«Grazie» Gli sorrisi quando me lo passò. Scacciai prepotentemente l'immagine di noi due coi copioni e mi concentrai su Ash.
«Pronto?»
«Ehi, tu! Chi non muore si rivede! Che fine avevi fatto? Perchè non funziona più il telefono di casa?»
«L'abbiamo staccato. Sai, Nicole è andata via. Un casino. Poi ti racconto con calma.»
«Oddio. Se ti serve qualcosa dimmelo eh. Vuoi che ti passi a trovare? Ho la serata libera. Magari porto un film, due buste di p-»
«No! Ehm.. no. Ho molte cose da fare, sai.» Andavo su e giù per la stanza sotto lo sguardo confuso di Johnny.
Avrei voluto comunicargli mentalmente che lo stavo facendo per lui, se non l'avesse capito.
«Tu non me la conti giusta.» Ashley mi conosceva fin troppo bene. «Spiegami ora e subito cosa sta succedendo
Johnny intanto si era avvicinato e aveva mormorato qualcosa che non avevo capito. Allontanai il cellulare per un istante.
«Dimmi. Ti serve qualcosa?»
«Sì, scusa, vorrei controllare se ce l'ho qui, il copione..» Infilò la mano in tasca e tirò fuori una chiavetta USB. «C'è un computer?»
«Sì, certo. Sulla mia scrivania. Puoi usare il mio account, la password è.. ehm.. deppendent» Sperai non capisse il gioco di parole.
Lui sorrise e mi ringraziò, prima di andare di sopra.
Tornai ad Ashley.
«Ash? Scusa, ero..»
«Perchè ho sentito la voce di Johnny?» Domandò, e io mi morsi la lingua. Non risposi. «Vianne? Dimmi che stavi guardando un suo film e che no
ODDIO!
Corsi in camera mia e fortunatamente lui si era appena seduto alla scrivania.
«Ehm, scusa un secondo..» Gli sfilai il portatile dalle mani e lo girai verso di me. Lo chiusi appena quando lui si sporse di lato per vedere.
«No! Aspetta, faccio una cosa e te lo do..»
«Ma..» Provò a dire lui.
E Ashley al telefono che ripeteva: «Ma con chi stai parlando? VIANNE?!»
Inserii la password e incrociai i suoi occhi stupendi sul desktop. Per nessun motivo al mondo avrebbe dovuto vedere che praticamente avevo la gigantografia del suo naso perfetto come sfondo del pc.
«Vianne? C'è Johnny con te?»
Lui provò a sbirciare. «Che segreti nascondi?»
«Vianne? VIAAAAANNEEEEEEE!»
«CHE C'E', PER L'AMOR DEL CIELO!» Sbottai guardando il cellulare, che porsi a Johnny esasperata. «Parlaci tu, per cortesia»
Lui guardò il display e mise il vivavoce. «Ashley? Ciao.» 
Non sentimmo risposta dall'altro capo del telefono.
«Ehm, io sono Johnny. Piacere di conoscerti.»
Ancora silenzio. Poi parlò. O meglio, balbettò.
«P-potresti passarmi Vianne?» Mi avvicinai. «Dimmi tutto cara.»

«Sei una stronza! Ti odio. Maledizione!» Ridemmo sentendola sbuffare. «Questa me la paghi, V. Sappilo.» Alzai gli occhi al cielo e riattaccai, dopo averla salutata.
«Scusala, è fuori come un balcone. E ti ama alla follia.»

«Spero che le due cose non siano collegate» Replicò lui.
«No, no. E' così dalla nascita.»
Ridemmo e lo lasciai al suo lavoro.
Sentivo i click del mouse ma non accennavo a sbirciare. Non volevo sembrare maleducata, pur essendo curiosa come una bertuccia.
Ero in camera mia, però, quindi decisi di restare. Mi misi a osservare il giardino dalla finestra che dava sul retro.
D'un tratto lo sentii ridere.
Senza che potessi chiedere nulla lui parlò, interrompendo il pensiero. «Dicono che a volte in amore il vincitore è semplicemente colui che non ha mai smesso di sognare. Non so se sia davvero così, ma in ogni caso se quel sogno porta il tuo nome, vale la pena provare, Vianne.»
Si lasciò scappare un'altra risatina.
Sulle prime non capii nulla. A dire il vero rischiai un infarto sentendolo pronunciare quelle parole, poi conclusi che dovevano essere di qualcun'altro.. e visto che c'era il mio nome..
«Ryan!» Corsi alla scrivania e chiusi il notebook, guardando Johnny con aria truce. «Che.. come..?»
«E' lui lo spasimante?» Si portò una mano alla bocca, camuffando una risata. «Sarà stato sveglio tutta la notte per pensare a una frase del genere»
Rinunciò al camuffamento, sembrava divertirsi proprio tanto.
«Chi ti ha detto di aprire le mie email? Eh? E poi cos'hai da dire? E' una frase molto.. molto..» Oddio, non mi veniva in mente niente da dire. Compro una vocale!
«Idiota. E' questa la parola che stavi cercando?»
Aprii la bocca per replicare ma non avevo niente di sensato da dire.
«Comunque non l'ho fatto apposta. Stavo cliccando una cosa in basso a destra ed è comparsa una finestrina azzurra e si è aperta la mail. Non ho colpe, vostro onore.» Alzò le mani in segno di resa.
Io e la mia stupida testa. Far partire Msn in automatico non era mai stata una buona idea.
Sospirai, rimettendo il computer al suo posto. Chiusi la finestra del browser senza leggere il resto della mail e gli restituii il mouse.
«Te la sei presa?»
Come posso mai avercela con te, John Christopher Depp II?
Nemmeno nel più lontano universo parallelo!

«No. Sono troppo buona, per tua fortuna.»
«Sapevo di avere a che fare con un angelo.» Mormorò, sorridendo sghembo.
Seh, seh. Ridi, ridi.
Dannato te, mi farai crepare.





Olè. Mamma mia, che ritardo mostruoso. E pensare che la maggior parte del capitolo era già scritto e preparato.
Quando l'ispirazione se ne va, che sia per due righe o per un capitolo intero, non c'è niente da fare. Mi blocco.
La mia pseudo-sorella Rak mi ha costretto a pubblicare e ho concluso il capitolo grazie a lei. L'angelo mio <3
Ah, la "voragine" è di sua proprietà. Ce la dovevo mettere XD
Johnny è entrato in scena! Nel prossimo capitolo ci sarà anche il suo POV. *-*
Grazie di cuore a chi legge, chi mette nei preferiti/seguite, e ancora di più chi si ferma un minutino a commentare.
Rak: io ti voglio troppo bene. Troppo. E grazie davvero che continui a sopportarmi. Non so che farei senza te. Che farei? Boh. Appropò, ti devo recensire. Me tapina. Corro subito. Ti adoro <3
Ramona37: Vianne ha reagito piuttosto normalmente. E' una donna adulta, dopotutto. Non può morire, visto che ce l'avrà davanti giorno e notte per parecchie settimane XD E che succederà in queste settimane... *ok, mi cucio* Spero ti sia piaciuto questo capitolo. Grazie davvero. Baci!
Fede: Vorrei darti un po' di ispirazione ma anche io ne sono a corto. Purtroppo. Spero tu abbia scritto qualcosa. Sono in astinenza. E visto che non ci sono storie decenti sul Mengò, sei la mia unica speranza. Ti voglio troppo, troppo troppo bene!
Doddi: Amore mio, sai, la cosa più bella che uno scrittore possa sentirsi dire, secondo me, è che quello che scrive fa stare bene il lettore. E' davvero la gratificazione più grande. E io ti voglio troppo bene. E tutto ciò che dici, vale anche per te. Grazie. Grazie. Grazie.
Leia_the_Witch: Grazie! Davvero, è una parolina così piccola.. vorrei riuscire ad esprimere tutta la mia gratitudine ma le parole sono limitate! Come inizio non siamo sul leggero, hai ragione. Ma questo è niente XD Poi vedrai, se continuerai a seguirmi *-* Lo spero! Un abbraccio forte.
KeLsey: Grazie, grazie, grazie (: Mi fa tanto piacere che ti piaccia la storia! No, che io sappia Daniel è un brav'uomo, poi non so XD Comunque, vedrai quello che gli aspetta. Ho una mente molto malefica. E contorta. xD Però in fondo sono una brava ragazza. Spero tu continui a leggere e a farmi sapere che ne pensi *-* Un bacione!
Yunie992: La bellissima dentatura da cavallo mi ha fatto collassare XDDD E comunque l'ho dovuta mettere per forza. Ma non disperare, qualcosa accadrà. ù_ù Sono tanto felice che ti piaccia la storia *_______* Davvero, ho adorato la tua recensione *si scioglie* Grazie, grazie, grazie. Un abbraccio fortissimo!


A presto,

Sarè.
   
 
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