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Autore: Afaneia    28/03/2010    1 recensioni
Cantami o diva di quella classe che un giorno, per motivi a lei ignoti, si trovò nella Troade, nel campo di battaglia dove da dieci anni Achei e Troiani si scambiavano ferite, furiosi, per gli occhi di Elena bella cintura; e canta anche di quegli eroi che, dalla Troade, si trovarono nello stesso giorno in un'aula nella quale bisognava lottare per sopravvivere...
Genere: Parodia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua con il primo capitolo

 

Eccomi qua con il primo capitolo, o canto che dir si voglia... Redatto ovviamente durante le lezioni, sono riuscita a ricopiarlo dato che oggi è domenica ^^ anche se non so se sarò così puntuale col prossimo capitolo. Di sicuro posterò durante le vacanze di Pasqua, comunque.

Piccolo spazio per le recensioni:

ALYCH: spero che continuerai a seguirmi... evidentemente siamo coetanee, allora, anche io faccio la quinta ginnasio! Un bacione!

AMAERIZE: Attualmente ne sto postando solamente due contemporaneamente! E poi spero proprio di farcela!

Nel frattempo vi lascio a questo chappy. Buon divertimento!

 

- Accidenti a quell’Omino, se lo becco gli fo la testa come un culo!- esclamò Emon quando, dopo chissà quanto, lui e pochi altri si ritrovarono a terra in un campo di battaglia.

Perché quello era un campo di battaglia, poco ma sicuro: un vero campo di battaglia, e lontano, alle loro spalle, i giovani videro sorgere un’alta rocca, una cittadella fortificata…dall’altra parte, a poca distanza da loro, si trovava un accampamento di tende dal quale si levavano dei canti in una lunga nenia strascicata, in qualche lingua che forse conoscevano…

- Ma questa è Troia!

- Peggio: questo è greco!- urlò Emon terrorizzato prendendosi il capo tra le mani.

- Noi non parliamo questa lingua!- gemette Futon unendosi a lui.

- Cioè, la parleremmo se l’avessimo studiata- disse Ghiuné con calma. – Ma tanto, ormai…

- Ehi, ma non manca qualcuno?- esclamò improvvisamente Antos guardandosi attorno. Era vero: ora che qualcuno lo faceva notare, non c’erano tutti. Per la precisione, lì c’erano soltanto Aiskuné, Ghiunè, Xene, Erè, Antos, Margherites, Emon, Ybris, Futon e Glukutes. Poiché erano la metà esatta della classe, la differenza numerica era piuttosto evidente.

- Che cosa facciamo?- gemette Ybris che solitamente si dava tante arie.

- Non possiamo stare qui, questo è un campo di battaglia- disse Glukutes con la sua calma voce adorabile.

- E allora dove andiamo?- chiese Antos che aveva molta paura.

- Riflettiamo con calma- intervenne Margherites. – Qui non ci possiamo stare, okay; a Troia però non ci possiamo andare, figuratevi se aprono ai primi che vengono a bussare anche se sono innocenti come noi! Andiamo dagli Achei, muoviamoci!

Così si alzarono e si diressero all’accampamento acheo. Intanto, a Troia…

- Qualcunodivoisadovesiamo?- chiese Aner che solitamente parlava velocissimo.

- Eh?- chiesero tutti contemporaneamente.

- Qualcuno di voi sa dove siamo?- si sforzò di scandire quegli per rendersi comprensibile anche agli altri. Infatti, i dieci che non si trovavano con gli altri erano ora in una stanza situata in una torre. Qualcosa di questa stanza disse loro che era una stanza molto strana: sarà stato, voi dite, il talamo odoroso nell’angolo?

- Siamo su una rocca!- gridò Pur guardando fuori della finestra della stanza. – Siamo così in alto!

- E quello è un campo di battaglia!- aggiunse Kalepè spaventatissima.

A un certo punto, mentre i nostri dieci si disperavano, qualcuno venne a bussare alla porta della stanza dove si trovavano. All’udire questi colpi, i giovani si guardarono.

- Chi è?- chiese Trikes preoccupata. La porta si dischiuse e ne fece capolino proprio la sola persona di cui, in tutta la faccenda, non avrebbero dovuto dimenticarsi…

- Omino maledetto!- gridarono tutti rivolti al povero Omino che era appena entrato.

- Calma, ragazzi, calma! Egò eimi o ton teon angellos…ah già, niente greco! Beh, non importa.

- Dovehaimessoinostricompagni?-chiese Aner velocissimo.

- Eh?- fece l’Omino.

- Dove hai messo i nostri compagni?- ripetè Aner.

- Ah, non potevi dirlo subito? I vostri compagni si stanno dirigendo verso il campo acheo per trovarvi rifugio.

- Cosa?!- esclamarono tutti.

- Ma se loro sono al campo acheo allora noi siamo a…a…- balbettò Filia.

L’Omino annuì. – Esattamente, ragazzi. Siete nella rocca di Troia.

 

Frattanto, il primo gruppo che abbiamo lasciato per pochi minuti era sopraggiunto al campo acheo, dove li attendeva una nuova sorpresa. Infatti, appena arrivarono all’accampamento furono accolti da una gran massa di Greci urlanti…e fu solo una nuova scoperta che impedì loro di scappare.

- Mio Dio! Ma io capisco quello che stanno dicendo!- gridò Margherites ascoltando le parole dei Danai. – Ci stanno…ci stanno…

- Ci stanno salutando!- esclamò Aiskiunè.

- Ci dicono “bentornati”?- domandò Eirene attonita.

Era proprio così. Un soldato che si era avvicinato loro disse: - Finalmente siete tornati!

- Eh? Ma tornati da dove?- protestò Futon. – Noi non ci siamo mica mai stati qui!

- Ma come no, Patroclo!- esclamò lo stesso soldato di prima mettendosi a ridere. – Magari! È dieci anni che siamo qui!

E Futon, momentaneamente azzittito dallo stupore, ebbe bisogno di qualche momento per trovare il coraggio di rispondergli: - Ma io non sono mica Patroclo!

E il soldato si mise a ridere. – Sì sì, ci credo, guarda! Perché vi siete conciati così?- e indicò le scarpe da ginnastica slacciate di Futon. Poiché questi non gli rispondeva, si rivolse a Glukutes, dicendole:- Sai forse dircelo tu, saggio Nestore?

- Cosa? Io?- balbettò la giovane stravolta.

A un certo punto, durante la sequela di questi bei discorsi, Ghiunè udì una strana risatina e si voltò giusto in tempo per vedere l’Omino fare capolino da una tenda.

- Figlioli, guardate, è l’Omino!- gridò indicandolo ai compagni.

- Tu!- urlarono tutti precipitandosi sull’Omino. Per tutta risposta questi proseguì nella sua risatina.

- Cos’avete tutti da urlarmi contro, ragazzi? Io sono solo il messaggero degli dei e vengo a illustrarvi il vostro fato!

- Bene, dicci!- esclamò Emon agguantandolo per costringerlo a parlare.

- Calma, calma! Posso rispondere tranquillamente alle tue domande!- rispose l’Omino che, sollevato a mezz’aria dal ragazzo, scalciava con le sue ridicole gambette da vecchino.

- Cosa ci facciamo qui? E dove hai nascosto i nostri compagni?- tuonò il ragazzo scuotendolo.

- I vostri compagni sono al sicuro nella rocca di Troia.

- E la prima domanda? Perché ci hai portati qui?

- Questo è il volere del fato! Tutti voi dovete vivere qui e interpretare la storia dell’Iliade per tutta la durata del poema. Adesso infatti sta per arrivare Crise per riavere la figlia e Achille e Agamennone devono litigare per Briseide! Potrete tornarvene a casa vostra solo quando Achille avrà reso a Priamo il corpo del suo figliolo!

- Aspetta un minuto…ciascuno di noi ha una parte?- chiese Antos.

- Certo! Tu, Antos, sei Menelao e Margherites è tuo fratello l’Atride Agamennone. Emon è Achille, Futon è Patroclo, Aiskiunè è Aiace Telamonio; poi c’è Ybris che fa Odisseo, Glukutes che interpreta il saggio Nestore, Xene invece è Diomede…gli altri invece sono soldati semplici.

- Dunque anche i nostri compagni a Troia hanno dei personaggi? E noi dovremmo combattere contro di loro?- chiese Margherites.

- Sì, Trikes è Paride Alessandro, Pur è Ettore domatore di cavalli, Sophia è Andromaca dalle candide braccia, mentre Aner interpreta Elena bella cintura.- spiegò l’Omino pazientemente. – Però non preoccupatevi: quando ucciderete qualcuno dei vostri compagni non morirà, ma tornerà in classe avendo terminato il suo compito e tornerà qui il personaggio originale.

- Già! Scusate, che fine hanno fatto quelli di prima?- domandò Aiskiuné.

L’Omino le strizzò l’occhio. – Sono dove eravate voi qualche minuto fa…

- Ah, sul campo di battaglia!- disse Ghiunè.

- Beh- rispose l’Omino ridacchiando – Più o meno…

   
 
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