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Autore: mamma Kellina    28/03/2010    5 recensioni
Nei primi anni del Novecento, Robert, un giovane ingegnere minerario vedovo e con un figlio piccolo e Barbara, una ragazza sarda con un triste passato che la condannava a restare zitella, hanno deciso di sposarsi solo per reciproca convenienza. Ben presto però i sentimenti e l’attrazione fisica hanno trasformato il loro patto in una situazione molto difficile da sopportare soprattutto perché nessuno dei due vuole accettare che, malgrado tutto, l’amore sta entrando a poco a poco nelle loro esistenze.
Eccovi dunque la seconda parte di questa vicenda che si svolge nelle miniere della Sardegna sud occidentale. Spero che chi ha già seguito la prima parte avrà piacere di vedere come si conclude il romanzo ma non dispero nemmeno di trovare ancora nuovi lettori. A tutti prometto una storia vivace, intrigante, meno drammatica di quella narrata finora, ma che, mi auguro, saprà ugualmente emozionare e coinvolgere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Capitolo 31

 

Si ridestò al pianto di Maria Neve. A giudicare dal cattivo odore, doveva essersi sporcata ed ora reclamava a gran voce.  Con un sospiro Barbara si alzò ed andò in bagno a lavarla. Quando tornò in camera si avvide che era entrato Charles che se ne stava buono vicino al letto. Non gli rivolse la parola e lui, con una vocina timida, le chiese:

- Posso stare qui, mammina?

- Se vuoi – gli rispose, fredda.

Senza dir nulla, il bimbo si arrampicò sul letto e rimase a guardare la mamma che gli aveva poggiato accanto la sorellina completamente nuda.

- Ho dimenticato di prendere il talco in bagno. Sei capace di non farla cadere se mi allontano un momento? – gli chiese ad un certo punto.

Il maschietto annuì, con gli occhietti azzurri molto seri a dimostrazione che avrebbe svolto quel compito con la massima cura. Appena la mamma si fu allontanata, la piccola Neve, graziosa e grassottella, si girò verso di lui e cominciando a fargli mille versetti, lo afferrò per il vestitino tirandolo allegramente. Anche Charles rise e per scherzo si mise a farle  dei pernacchietti sul pancino morbido tanto da farla sbellicare dalle risa.

Barbara rientrò dal bagno e nel vedere i figli che giocavano e si rotolavano allegramente sul letto, si sentì invadere da una commozione infinita. Si avvicinò a loro e restò qualche minuto ad osservarli, una mano premuta sulla bocca per reprimere i singhiozzi che le salivano dal petto e gli occhi colmi di lacrime. Come aveva potuto pensare anche solo per un attimo di lasciarli?  Erano loro tutta la sua vita, la ragione per la quale la sua esistenza non era andata sprecata e se ciò era avvenuto, era stato solo grazie a Robert che glieli aveva dati, seppur in maniera differente. All’improvviso si vergognò del suo comportamento e capì di non aver avuto nessun diritto di sentirsi offesa. Da quando si erano sposati lui era stato sempre lì al suo fianco, nei momenti belli e in quelli brutti, sopportando  con pazienza anche il suo carattere odioso e dispotico. Da quell’uomo aveva sempre ricevuto solo protezione ed affetto ed era tra le sue braccia che aveva conosciuto la passione. Forse  non era stata lei la donna che aveva amato davvero, ma non doveva pretendere di più. Doveva solo abbandonarsi e godere di quanto lui sapeva darle senza domandarsi perché lo facesse, nello stesso modo in cui non chiedeva al sole perché la illuminasse e  la riscaldasse con i suoi raggi.

All’improvviso si sentì invadere di nuovo il cuore da quella felicità che solo qualche momento prima le era parsa perduta per sempre. I suoi due bambini che giocavano allegri avevano inconsapevolmente compiuto un miracolo. Le avevano ridato la fiducia e la voglia di lottare per difendere ciò che le era più caro: la sua famiglia, il suo amore per Robert.

Allora si buttò anche lei sul letto e, ridendo di gioia, abbracciò entrambi per poi riempirli di baci.

 

Poco dopo raggiunse insieme a loro la suocera in cucina, sentendosi più serena. Intanto parlava con il piccino.

- Allora hai deciso, prenderai il gattino o il cagnolino?

- Non lo so, mammina, mi piacciono tutt’e due.

- Allora facciamo così, li prendiamo entrambi, però il gatto lo teniamo in casa ed il cagnolino in giardino. Ti va?

Per tutta risposta Charles si mise a battere le mani e corse ad abbracciare la nonna per darle la bella notizia.

- Ho preparato per Neve la pastina con l’uovo, ho fatto bene? – le chiese questa quando il bambino l’ebbe lasciata andare.

- Siete perfetta, come al solito.

- Per carità, se lo fossi avrei pensato anche al pranzo ed invece non ho la più pallida idea di cosa dobbiamo cucinare oggi  ed è già tardi.

- È venuto Alfio stamani? Gli avevo ordinato un po’ di agnello la settimana scorsa. L’ha portato?

- Oh sì, l’ho messo in dispensa, al fresco.

- Bene, gli agnelli di Alfio sono tenerissimi e cuociono subito. Lo  faremo con le patate, a Robert piace moltissimo così.

- Allora mentre tu dai da mangiare alla bambina, io pelo le patate.

- Sì, grazie, e tagliatene un po’ per farle fritte: Charles ne va letteralmente pazzo.

La donna sorrise e si sedette accanto a lei con la zuppiera colma di patate in grembo cominciando a sbucciarle. Dopo un po’ le chiese, ma con molta timidezza:

- Va meglio ora?

- Sì, va meglio. Però mi sono comportata male come al solito e non so se vostro figlio mi scuserà. Questa volta ha proprio perso a pazienza, temo – le rispose Barbara sinceramente preoccupata mentre asciugava la boccuccia della bimba che stava imboccando.

- Vedrai, lo farà senz’altro – la incoraggiò l’altra.

- Il fatto è che io lo amo tanto, troppo – ammise la giovane abbassando gli occhi, un po’ vergognosa di lasciarsi andare a quelle confidenze – e ho sempre sofferto immensamente quando mi sono resa conto di venire sempre dopo Julie.

- Ma questo non è vero.

- Oh sì, lo è! Lui mi ha sposato solo…

Kate non la lasciò finire, mostrando di conoscere la loro vicenda meglio di quanto lei non supponesse.

- Non importa perché ti ha sposata. L’importante è che ora ti  ama.

- Lo credete davvero? – sussurrò, bisognosa di ottenere una conferma. Solo adesso capiva che forse il comportamento del marito riguardo alla sua infatuazione per Sean poteva non essere stato dettato dall’indifferenza ma dall’amore. Questo pensiero la faceva sentire ancora più in colpa per la reazione rabbiosa che aveva avuto nei suoi confronti per cui, senza aspettare risposta,  aggiunse con un filo di voce e scuotendo  malinconicamente la testa - Io non riesco a farlo felice come avrebbe fatto Julie. Lei era dolce, tranquilla, delicata quanto io sono orgogliosa, irruenta e bisbetica. Robert me lo ha fatto notare tante volte.

L’anziana signora si mise a ridere.

- Ti apprezza moltissimo invece. E poi perché, lui non li ha i suoi bei difettucci?

- Certo che li ha! Però forse con la prima moglie non avrebbe litigato tanto quanto ha fatto sempre con me.

- Non possiamo sapere se sarebbe stato così. Credimi, figlia mia, anche i matrimoni nati sotto i migliori auspici non sono sempre idilli che durano in eterno. E poi  è facile litigare anche tra chi si ama. Pure io ed Edward lo facevamo spesso, ma poi passava tutto. E dopo era così dolce fare la pace! Sapessi quanto mi sono mancate le nostre discussioni durante la sua malattia! L’importante è volersi bene e voi ve ne volete, non è vero?

- Sì, questo sì – ammise la giovane alquanto rincuorata – ed anche se Robert non dovesse amarmi quanto lo amo io, non m’interessa più. Abbiamo superato momenti peggiori e proprio adesso che le cose tra noi stanno andando meglio, sarei una  stupida ad abbandonare la lotta.

Aveva preso una decisione: non appena sarebbe tornato, gli si sarebbe  gettata tra le braccia per chiedergli scusa e per fargli capire quanto gli voleva bene. Era sicura che alla fine l’avrebbe perdonata, forse per bontà, forse perché gli avrebbe fatto pena o forse solo per quieto vivere, ma ciò non era importante, l’importante era che la tenesse con sé e le permettesse di continuare ad amarlo per tutta la vita.

 

Purtroppo l’uomo non tornò per il pranzo. Barbara si disse che con ogni probabilità era stato trattenuto dal lavoro, ma in cuor suo temeva che non avesse più nessuna voglia di farlo.

La sera prima non aveva cenato, ma a tavola lo stesso mangiò pochissimo perché si sentiva lo stomaco chiuso in una morsa al pensiero di poterlo perdere.        
Un po’ di conforto lo provò soltanto dopopranzo quando  Charles che aveva bisogno di un po’ di coccole dopo il loro recente litigio, volle per forza mettersi a riposare in braccio a lei.

Guardando il suo visino dolce ed i riccioletti d’oro, la donna  si ricordò della prima volta che l’aveva tenuto così, quando era solo uno scricciolo emaciato e triste. Le sembrava un secolo prima, eppure avvertiva  ancora viva la sensazione di tenerezza provata in quel momento. Allora aveva giurato a Julie di prendersi cura di lui e ci era riuscita benissimo. Lo amava proprio come se fosse stata lei stessa a partorirlo ed il bambino era cresciuto senza mai sapere cosa volesse dire essere orfano di madre. Era stato per il bene di Charles se aveva accettato quell’assurdo patto matrimoniale, illudendosi di essere capace di portarlo avanti senza  innamorarsi di  Robert. Era solo  questa la cosa che  non le era riuscita, ma adesso era tardi, ormai non poteva farci più nulla.

Si era appena decisa a mettere il bimbo a riposare nel lettino, quando sentì bussare alla porta e poi le arrivò la voce della suocera che parlava con qualcuno. Si affrettò a raggiungerla perché la poverina non conosceva la lingua ed infatti la trovò molto mortificata che provava a comunicare con Gaetano Spalice.

- Scusami tanto, ma non capisco nulla di quanto sta dicendo questo brav’uomo – si giustificò l’anziana donna.

Barbara la rassicurò con un sorriso che poi rivolse anche al caposquadra facendogli  un cenno di saluto.

- Buon pomeriggio, signora – le disse l’uomo mentre rigirava con imbarazzo il cappello tra le mani – Non vorrei disturbare, però avrei bisogno di parlare con l’ingegnere.

- L’ingegnere? Ma non c’è, è a lavoro sin da stamani.

- No, è andato via da tanto dal “Castello”. L’ho cercato anche alla miniera, ma non c’era.

- Sarà andato a fare qualche commissione allora – suggerì la donna incominciando ad essere un po’ inquieta.

- Forse – mormorò l’altro imbarazzato ed abbassando lo sguardo per non mostrare la preoccupazione.

 Barbara se n’accorse e lo incalzò, innervosita:

- Ma insomma, Gaetano, è successo qualcosa? Non tenetemi sulle spine per favore, si vede chiaramente che non siete sereno e così mi fate solo morire di paura.

- Per carità, non abbiate paura, al Direttore non è successo nulla, solo che…- esitò un poco poi decise di dirglielo, tanto l’avrebbe saputo  comunque  – sir Bradley l’ha licenziato.

- Cosa?! – urlò la donna talmente stravolta che la povera Kate sussultò dallo spavento e  si affrettò a chiederle spiegazioni.

Barbara le fece cenno con la mano di aspettare solo un momento perché voleva ancora sapere.

- Perché? Che ha fatto mio marito per meritarsi una simile carognata!

L’uomo parve rianimarsi.

- Niente, non ha fatto niente. Robert Forrest è un galantuomo ed una persona stimata ed amata da ognuno di noi - le disse con sincerità -  Ecco, io ero venuto a dirglielo e a portargli la nostra solidarietà. Per favore, signora, riferiteglielo quando torna a casa: siamo disposti tutti, dal primo all’ultimo, a scendere in sciopero per manifestargli la nostra partecipazione e convincere sir Bradley a non commettere una tale infamia!

- Grazie, glielo dirò senz’altro - gli assicurò Barbara riaccompagnandolo.

Appena Spalice fu uscito, si appoggiò alla porta e cominciò a stringere il crocifisso di corallo che portava al collo, rimanendo un attimo a riflettere. La suocera però la raggiunse e volle sapere cosa fosse successo.

- Mio Dio! – commentò quando ebbe appreso la novità – Povero figlio mio, lui è così sensibile e starà soffrendo moltissimo per questa cosa. Chissà dove sarà andato!

- Io lo so dov’è andato, Kate, e lo raggiungo subito se voi state qui con i bambini.

- Certo cara, va’ da lui ti prego, ora ha bisogno di te.

Barbara si precipitò a prendere il calesse dopodiché lanciò Stellina in un’insolita corsa perché aveva molta fretta di raggiungere la spiaggia.

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Vi ricordate che vi avevo promesso colpi di scena fino all’ultima pagina? Beh, qui non siamo proprio all’ultima ma di sicuro non vi aspettavate il licenziamento di Robert! Chissà dove  sarà andato l’ombroso ingegnere e quale sarà il suo stato d’animo dopo questa spiacevole novità. Chissà se anche lui, così come  Barbara, si è fatto un bell’esame di coscienza per fare ammenda dei propri sbagli oppure è ancora arrabbiato con lei. Che succederà adesso tra i coniugi Forrest? Che fine faranno?

 Non vi resta che aspettare il prossimo ed ultimo capitolo per vedere come andrà a finire ed a me non resta che ringraziarvi sempre per la passione con cui seguite questa storia.



   
 
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