Capitolo 31
Si ridestò al pianto di
Maria Neve. A giudicare dal
cattivo odore, doveva essersi sporcata ed ora reclamava a gran voce. Con un sospiro Barbara si
alzò ed andò in
bagno a lavarla. Quando tornò in camera si avvide che era
entrato Charles che se
ne stava buono vicino al letto. Non gli rivolse la parola e lui, con
una vocina
timida, le chiese:
- Posso stare qui, mammina?
- Se vuoi – gli rispose,
fredda.
Senza dir nulla, il bimbo si
arrampicò sul letto e
rimase a guardare la mamma che gli aveva poggiato accanto la sorellina
completamente nuda.
- Ho dimenticato di prendere il
talco in bagno. Sei
capace di non farla cadere se mi allontano un momento? – gli
chiese ad un certo
punto.
Il maschietto annuì, con
gli occhietti azzurri molto
seri a dimostrazione che avrebbe svolto quel compito con la massima
cura. Appena
la mamma si fu allontanata, la piccola Neve, graziosa e grassottella,
si girò
verso di lui e cominciando a fargli mille versetti, lo
afferrò per il vestitino
tirandolo allegramente. Anche Charles rise e per scherzo si mise a farle dei pernacchietti sul
pancino morbido tanto
da farla sbellicare dalle risa.
Barbara rientrò dal
bagno e nel vedere i figli che
giocavano e si rotolavano allegramente sul letto, si sentì
invadere da una
commozione infinita. Si avvicinò a loro e restò
qualche minuto ad osservarli,
una mano premuta sulla bocca per reprimere i singhiozzi che le salivano
dal
petto e gli occhi colmi di lacrime. Come aveva potuto pensare anche
solo per un
attimo di lasciarli? Erano
loro tutta la
sua vita, la ragione per la quale la sua esistenza non era andata
sprecata e se
ciò era avvenuto, era stato solo grazie a Robert che glieli
aveva dati, seppur
in maniera differente. All’improvviso si vergognò
del suo comportamento e capì di
non aver avuto nessun diritto di sentirsi offesa. Da quando si erano
sposati lui
era stato sempre lì al suo fianco, nei momenti belli e in
quelli brutti,
sopportando con
pazienza anche il suo
carattere odioso e dispotico. Da quell’uomo aveva sempre
ricevuto solo
protezione ed affetto ed era tra le sue braccia che aveva conosciuto la
passione. Forse non
era stata lei la
donna che aveva amato davvero, ma non doveva pretendere di
più. Doveva solo abbandonarsi
e godere di quanto lui sapeva darle senza domandarsi perché
lo facesse, nello
stesso modo in cui non chiedeva al sole perché la
illuminasse e la
riscaldasse con i suoi raggi.
All’improvviso si
sentì invadere di nuovo il cuore da quella
felicità che solo qualche momento prima le era parsa perduta
per sempre. I suoi
due bambini che giocavano allegri avevano inconsapevolmente compiuto un
miracolo. Le avevano ridato la fiducia e la voglia di lottare per
difendere ciò
che le era più caro: la sua famiglia, il suo amore per
Robert.
Allora
si buttò anche
lei sul letto e, ridendo di gioia, abbracciò entrambi per
poi riempirli di baci.
Poco
dopo raggiunse insieme a loro la suocera in cucina, sentendosi
più serena.
Intanto parlava con il piccino.
-
Allora hai deciso, prenderai il gattino o il cagnolino?
-
Non
lo so, mammina, mi piacciono tutt’e due.
-
Allora facciamo così, li prendiamo entrambi, però
il gatto lo teniamo in casa
ed il cagnolino in giardino. Ti va?
Per
tutta risposta Charles si mise a battere le mani e corse ad abbracciare
la
nonna per darle la bella notizia.
-
Ho
preparato per Neve la pastina con l’uovo, ho fatto bene?
– le chiese questa quando
il bambino l’ebbe lasciata andare.
-
Siete
perfetta, come al solito.
-
Per
carità, se lo fossi avrei pensato anche al pranzo ed invece
non ho la più pallida
idea di cosa dobbiamo cucinare oggi
ed è
già tardi.
-
È
venuto Alfio stamani? Gli avevo ordinato un po’ di agnello la
settimana scorsa.
L’ha portato?
-
Oh
sì, l’ho messo in dispensa, al fresco.
-
Bene,
gli agnelli di Alfio sono tenerissimi e cuociono subito. Lo faremo con le patate, a
Robert piace
moltissimo così.
-
Allora mentre tu dai da mangiare alla bambina, io pelo le patate.
-
Sì,
grazie, e tagliatene un po’ per farle fritte: Charles ne va
letteralmente
pazzo.
La
donna sorrise e si sedette accanto a lei con la zuppiera colma di
patate in
grembo cominciando a sbucciarle. Dopo un po’ le chiese, ma
con molta timidezza:
-
Va
meglio ora?
-
Sì,
va meglio. Però mi sono comportata male come al solito e non
so se vostro
figlio mi scuserà. Questa volta ha proprio perso a pazienza,
temo – le rispose Barbara
sinceramente preoccupata mentre asciugava la boccuccia della bimba che
stava
imboccando.
-
Vedrai,
lo farà senz’altro – la
incoraggiò l’altra.
-
Il
fatto è che io lo amo tanto, troppo – ammise la
giovane abbassando gli occhi,
un po’ vergognosa di lasciarsi andare a quelle confidenze
– e ho sempre
sofferto immensamente quando mi sono resa conto di venire sempre dopo
Julie.
-
Ma
questo non è vero.
-
Oh
sì, lo è! Lui mi ha sposato solo…
Kate
non la lasciò finire, mostrando di conoscere la loro vicenda
meglio di quanto
lei non supponesse.
-
Non
importa perché ti ha sposata. L’importante
è che ora ti ama.
-
Lo
credete davvero? – sussurrò, bisognosa di ottenere
una conferma. Solo adesso
capiva che forse il comportamento del marito riguardo alla sua
infatuazione per
Sean poteva non essere stato dettato dall’indifferenza ma
dall’amore. Questo
pensiero la faceva sentire ancora più in colpa per la
reazione rabbiosa che
aveva avuto nei suoi confronti per cui, senza aspettare risposta, aggiunse con un filo di
voce e scuotendo malinconicamente
la testa - Io non riesco a
farlo felice come avrebbe fatto Julie. Lei era dolce, tranquilla,
delicata
quanto io sono orgogliosa, irruenta e bisbetica. Robert me lo ha fatto
notare
tante volte.
L’anziana
signora si mise a ridere.
-
Ti
apprezza moltissimo invece. E poi perché, lui non li ha i
suoi bei difettucci?
-
Certo
che li ha! Però forse con la prima moglie non avrebbe
litigato tanto quanto ha
fatto sempre con me.
-
Non
possiamo sapere se sarebbe stato così. Credimi, figlia mia,
anche i matrimoni
nati sotto i migliori auspici non sono sempre idilli che durano in
eterno. E
poi è
facile litigare anche tra chi si
ama. Pure io ed Edward lo facevamo spesso, ma poi passava tutto. E dopo
era
così dolce fare la pace! Sapessi quanto mi sono mancate le
nostre discussioni
durante la sua malattia! L’importante è volersi
bene e voi ve ne volete, non è vero?
-
Sì, questo
sì – ammise la giovane alquanto rincuorata
– ed anche se Robert non dovesse
amarmi quanto lo amo io, non m’interessa più.
Abbiamo superato momenti peggiori
e proprio adesso che le cose tra noi stanno andando meglio, sarei una stupida ad abbandonare la
lotta.
Aveva
preso una decisione: non appena sarebbe tornato, gli si sarebbe gettata tra le braccia per
chiedergli scusa e
per fargli capire quanto gli voleva bene. Era sicura che alla fine
l’avrebbe
perdonata, forse per bontà, forse perché gli
avrebbe fatto pena o forse solo
per quieto vivere, ma ciò non era importante,
l’importante era che la tenesse
con sé e le permettesse di continuare ad amarlo per tutta la
vita.
Purtroppo
l’uomo non tornò per il pranzo. Barbara si disse
che con ogni probabilità era
stato trattenuto dal lavoro, ma in cuor suo temeva che non avesse
più nessuna
voglia di farlo.
La
sera
prima non aveva cenato, ma a tavola lo stesso mangiò
pochissimo perché si
sentiva lo stomaco chiuso in una morsa al pensiero di poterlo perdere.
Un po’ di conforto lo provò soltanto dopopranzo
quando Charles che
aveva bisogno di un po’ di
coccole dopo il loro recente litigio, volle per forza mettersi a
riposare in
braccio a lei.
Guardando
il suo visino dolce ed i riccioletti d’oro, la donna si ricordò
della prima volta che l’aveva
tenuto così, quando era solo uno scricciolo emaciato e
triste. Le sembrava un
secolo prima, eppure avvertiva ancora
viva la sensazione di tenerezza provata in quel momento. Allora aveva
giurato a
Julie di prendersi cura di lui e ci era riuscita benissimo. Lo amava
proprio
come se fosse stata lei stessa a partorirlo ed il bambino era cresciuto
senza
mai sapere cosa volesse dire essere orfano di madre. Era stato per il
bene di Charles
se aveva accettato quell’assurdo patto matrimoniale,
illudendosi di essere
capace di portarlo avanti senza innamorarsi
di Robert. Era solo
questa la cosa che non le era riuscita, ma
adesso era tardi,
ormai non poteva farci più nulla.
Si
era
appena decisa a mettere il bimbo a riposare nel lettino, quando
sentì bussare
alla porta e poi le arrivò la voce della suocera che parlava
con qualcuno. Si
affrettò a raggiungerla perché la poverina non
conosceva la lingua ed infatti
la trovò molto mortificata che provava a comunicare con
Gaetano Spalice.
-
Scusami tanto, ma non capisco nulla di quanto sta dicendo questo
brav’uomo – si
giustificò l’anziana donna.
Barbara
la rassicurò con un sorriso che poi rivolse anche al
caposquadra
facendogli un cenno
di saluto.
-
Buon
pomeriggio, signora – le disse l’uomo mentre
rigirava con imbarazzo il cappello
tra le mani – Non vorrei disturbare, però avrei
bisogno di parlare con
l’ingegnere.
-
L’ingegnere? Ma non c’è, è a
lavoro sin da stamani.
-
No, è
andato via da tanto dal “Castello”. L’ho
cercato anche alla miniera, ma non
c’era.
-
Sarà
andato a fare qualche commissione allora – suggerì
la donna incominciando ad
essere un po’ inquieta.
-
Forse
– mormorò l’altro imbarazzato ed
abbassando lo sguardo per non mostrare la
preoccupazione.
Barbara se
n’accorse e lo incalzò,
innervosita:
-
Ma
insomma, Gaetano, è successo qualcosa? Non tenetemi sulle
spine per favore, si
vede chiaramente che non siete sereno e così mi fate solo
morire di paura.
-
Per
carità, non abbiate paura, al Direttore non è
successo nulla, solo che…- esitò
un poco poi decise di dirglielo, tanto l’avrebbe saputo comunque
– sir Bradley l’ha licenziato.
-
Cosa?! – urlò la donna talmente stravolta che la
povera Kate sussultò dallo
spavento e si
affrettò a chiederle
spiegazioni.
Barbara
le fece cenno con la mano di aspettare solo un momento
perché voleva ancora
sapere.
-
Perché? Che ha fatto mio marito per meritarsi una simile
carognata!
L’uomo
parve rianimarsi.
-
Niente, non ha fatto niente. Robert Forrest è un galantuomo
ed una persona
stimata ed amata da ognuno di noi - le disse con sincerità -
Ecco, io ero venuto
a dirglielo e a portargli
la nostra solidarietà. Per favore, signora, riferiteglielo
quando torna a casa:
siamo disposti tutti, dal primo all’ultimo, a scendere in
sciopero per
manifestargli la nostra partecipazione e convincere sir Bradley a non
commettere una tale infamia!
-
Grazie, glielo dirò senz’altro - gli
assicurò Barbara riaccompagnandolo.
Appena
Spalice
fu uscito, si appoggiò alla porta e cominciò a
stringere il crocifisso di
corallo che portava al collo, rimanendo un attimo a riflettere. La
suocera però
la raggiunse e volle sapere cosa fosse successo.
-
Mio
Dio! – commentò quando ebbe appreso la
novità – Povero figlio mio, lui è
così
sensibile e starà soffrendo moltissimo per questa cosa.
Chissà dove sarà
andato!
-
Io lo
so dov’è andato, Kate, e lo raggiungo subito se
voi state qui con i bambini.
-
Certo
cara, va’ da lui ti prego, ora ha bisogno di te.
Barbara
si precipitò a prendere il calesse dopodiché
lanciò Stellina in un’insolita
corsa perché aveva molta fretta di raggiungere la spiaggia.
Vi ricordate
che vi avevo promesso colpi di scena fino all’ultima pagina?
Beh, qui non siamo
proprio all’ultima ma di sicuro non vi aspettavate il
licenziamento di Robert! Chissà
dove sarà
andato l’ombroso ingegnere e
quale sarà il suo stato d’animo dopo questa
spiacevole novità. Chissà se anche
lui, così come Barbara, si
è fatto
un bell’esame di coscienza per
fare ammenda dei propri sbagli oppure è ancora arrabbiato
con lei. Che
succederà adesso tra i coniugi Forrest? Che fine faranno?
Non
vi resta che aspettare il prossimo ed
ultimo capitolo per vedere come andrà a finire ed a me non
resta che
ringraziarvi sempre per la passione con cui seguite questa storia.