Fuori
uno
- LUI è qui - aveva detto. Aveva visto le facce degli altri che
passavano dalla paura al terrore. Quel poco di coraggio e il debole
filo del subconscio umano che non faceva loro accettare la morte
imminente, erano le uniche cose che impedivano al terrore di degenerare
in panico.
Neanche Harry, che tutti acclamavano come l'Eroe e a cui tutti si
aggrappavano per avere sostegno, era immune da certe emozioni, ma in
quel momento non ne era invaso come avrebbe dovuto essere. Aveva visto
con
chiarezza la mente di Voldemort, ma non ne era stato assorbito. Era
come se Ginny avesse fatto da ancora, permettendogli di restare Harry e
non diventare Voldemort come le altre volte che era accaduto.
Si era ritrovato in una grande sala in pietra, riccamente arredata,
probabilmente
il Malfoy Manor. Ancora una volta osservava con gli occhi di Voldemort
stesso e indirizzava sguardi malevoli alla folla. - E' venuto il
momento - sentì dire una voce. Ci mise un po' a capire che era quella
di Voldemort stesso. Non era realmente connesso a lui, ma sentiva
ancora in sottofondo, la voce dolce di Ginny che gli parlava e la
piccola mano che stringeva la sua.
- E' venuto il momento, amici miei - diceva - Questa sera il
Ministero finalmente cadrà e noi prenderemo il potere per compiere la
nostra nobile missione. - A quel punto Voldemort s'interruppe per
ricevere le acclamazioni della folla. Fece un cenno ed un'adorante
Bellatrix venne avanti per posizionarsi di fianco al suo Signore, pur
continuando ad osservarlo rapita. - Oggi noi prenderemo il posto che è
nostro di diritto, ma sarà solo il primo gradino. Andiamo! -
A quel punto Harry era tornato in sé, conscio che entro pochi
secondi anche Voldemort sarebbe giunto in quello stesso luogo. Guardò i
suoi amici e disse loro quello che avevano bisogno di sentirsi dire -
Diamoci una mossa -
Quasi fossero stati loro in catalessi, si risvegliarono con un
brivido e tutti e quattro si misero a correre verso gli ascensori;
avevano ormai stabilito che la spada non si trovava nell'ufficio degli
Auror, né probabilmente in quello Misteri. Ora come ora c'era una sola
persona cui chiedere e presumibilmente quella stessa persona era di
sopra a combattere contro il più potente mago oscuro di tutti i tempi.
Avevano bisogno di Scrimgeour. Aspettarono con ansia di arrivare al
piano, ma una volta giunti la scena che si presentò loro non avrebbe
potuto essere più apocalittica: la bella statua, ricostruita l'anno
prima, era stata nuovamente abbattuta e l'aria era carica dell'energia
degli incantesimi e delle maledizioni che le due parti si lanciavano.
- Presto, dobbiamo cercare Scrimgeour! - urlò Hermione sopra il
fracasso. Corsero in mezzo alla battaglia, dando una mano agli Auror
quando potevano. Videro Tonks combattere contro ben tre Mangiamorte
alti il doppio di lei e Lupin venire in suo soccorso. Era arrivato
anche l'Ordine. Nessuno ad ogni modo sembrò rendersi conto di quattro
ragazzi che si aggiravano in mezzo al campo, cercando di schivare le
magie altrui e colpendo i Mangiamorte.
Finalmente raggiunsero Scrimgeour, impegnato anche lui contro due incappucciati, subito riconoscibili come Malfoy e MacNair. Il ministro aveva già diverse ferite che gli segnavano il volto, tra le quali una che sanguinava copiosamente alla testa. - Mi spiace Ministro, che la nostra collaborazione debba finire così! - stava dicendo Malfoy senior, prima di venire atterrato da uno schiantesimo di Ron, mentre MacNair faceva la stessa fine sotto i colpi di Hermione.
- Dispiace anche a me, Lucius - rispose beffardo il vecchio Auror,
sghignazzando euforico sul corpo svenuto del nemico. Poi, come
accorgendosene solo in quell'istante, chiese. - Potter, Weasley,
Granger! Che ci fate qui? E chi è l'altra ragazzina? - Ginny stava già
per apostrofare duramente il "vecchietto rimbambito", come amava
chiamarlo, ma non era davvero il momento.
- Siamo qui per la spada di Grifondoro! - rispose Harry
trafelato - La prego, ministro, è di vitale importanza! - Scrimgeour
sembrava ancora restio. Non capiva, non capiva, non capiva. E quando
non capiva, s'incaponiva. - A che vi serve quella spada. Non ha niente
di unico a parte l'essere appartenuta a Grifondoro. -
Harry tentò di ribattere - MA ci serve! La preg... ARGH! - urlò
portandosi una mano alla tempia. Ginny fu di nuovo subito al suo
fianco, mentre Hermione continuava - Signore, non lo chiederemmo se non
fosse cruciale, ma lo è! Ci aiuti... -
Il ministro ancora era interdetto. Quella spada era un rompicapo.
Perché Silente l'aveva lasciata a Potter? Perché adesso quei quattro lo
stavano letteralmente supplicando per averla? Perché perché perché?
Proprio a quel punto Harry si riebbe dalla sua visione - Viene da
questa parte, ministro. E' il momento di scegliere. E' con noi, o
contro di noi? - Scrimgeour restò ancora in bilico per un attimo; certo
allearsi col Signore Oscuro poteva essere vantaggioso... sorrise di
questi pensieri idioti: era un Auror, dopotutto!
Fece un gesto con la bacchetta e la spada di Godric Grifondoro
apparve a mezz'aria, prontamente impugnata da Harry. - Grazie,
ministro. - disse lui, più tranquillo, mentre già si preparavano a
correre agli ascensori per la quarta volta in quell'assurda serata.
- Ma chi abbiamo qui? - chiese una voce melliflua e dolciastra. Non
ce l'avevano fatta, Voldemort era arrivato e certo non li avrebbe
lasciati andare così
facilmente. - Ministro! Che onore... per lei! - Scrimgeour ricambiò la
cortesia sputando di lato un poco del sangue che gli era colato in
bocca dalla ferita in testa.
- E Potter! Credevi di poter essere al sicuro qui? Di poterti
nascondere da me? - Ron Ginny ed Hermione si portarono subito in prima
fila, le bacchette puntate. - Oh, ma vedo che hai portato le tue
guardie, molto bene. Weasley, Granger e... - il suo sguardo si soffermò
sull'ultima ragazza - Oh sì, devi essere la cara Ginny. Mi hai parlato
tanto di te, ero quasi commosso... Vedo che alla fine ce l'hai fatta
col nostro Harry! -
Lo sguardo della rossa era glaciale - Tom... - lo salutò. Questo più
di ogni altra cosa sembrò mandarlo in bestia - NON CHIAMARMI COSI' -
urlò furiosamente - Io sono Voldemort! - disse scagliando loro una
maledizione dal colore scuro. Nonostante i loro Sortilegi Scudo,
vennero dispersi dalla forza della maledizione. Rimase in piedi solo
Scrimgeour.
-Andate, ci penso io a trattenerlo. - urlò il ministro - Silente
voleva che foste voi! Andate, ORA! - Ron ed Hermione annuirono e
cominciarono a correre verso gli ascensori. Harry, tirato da Ginny,
fece lo stesso, ma si fermò a metà - Ministro! - gli urlò dietro.
Quello si voltò in parte, per non perdere di vista il suo avversario. -
Ho lavorato con tuo padre, Potter. - gli disse - Dannatamente bravo
come Auror, ma casinista come pochi e tu gli assomigli molto. Tieniti
stretti gli amici! -
Stranamente Voldemort sembrava calmo e posato. Come se non gli
interessasse davvero inseguire il suo nemico mortale per strappargli la
vita una volta per tutte, ma piuttosto volesse solo compiere il lavoro
che si era prefisso per quella notte. - Ma che bel teatrino, ministro!
Ora possiamo aprire il nostro direi! CRUCIO! -
Scrimgeour deviò l'incantesimo con difficoltà, la vista rossa per
via del sangue sugli occhi - Non spero di vincere. Non posso sperarlo.
Ma Potter ti fermerà, ne sono sicuro. Non potrai fermarlo. -
Un lampo di luce verde illuminò tutta la scena.
Intanto, fuori dal ministero, quattro ragazzi pedalavano alla bell'è
meglio su altrettante biciclette, invisibili ad ogni creatura vivente
grazie agli incantesimi di cui erano provvisti i loro mezzi. Tornarono
in fretta e furia a Grimmauld Place e si fiondarono in casa, ancora
scossi e tremanti.
Arrivò Kreacher, preoccupato. - Padrone, è andato tutto bene,
padrone? - Harry alzò il braccio malfermo con la spada stretta in
pugno. - A-aiuta gli altri Kreacher, per favore. Portiamoli in salotto.
- disse tirando su Ginny di peso e portandola sulla poltrona. Si
sedette ai suoi piedi, appoggiandosi alle sue gambe, ancora tremante,
come se non mangiasse da giorni e giorni.
Arrivarono Ron e Kreacher che sorressero Hermione fino al divano.
Quando tutti furono accomodati Kreacher chiese - Devo portare qualcosa,
padrone? - Harry stava per fare un cenno di diniego, quando la voce di
Hermione lo interruppe, fioca. - Whisky. - Tutti la guardarono stupiti.
- La signorina vuole del Whisky Incendiario? - Hermione scosse la
testa. - Whisky babbano. Ne ho visto una bottiglia in cantina. -
bisbigliò. Mentre Kreacher si allontanava Harry emise un fischio
ammirato - Non ti facevo un ammiratrice degli alcolici normali! -
- Come sono quelli babbani? - chiese Ron interessato, mentre anche
Ginny guardava verso Harry.
Lui alzò le spalle - Mah, direi che sono buoni. Il whisky ti brucia un
po' la gola, ma se è buono e ben stagionato ha un ottimo sapore. -
Tornò Kreacher con la bottiglia di whisky e cominciò a versarla nei
bicchierini, che distribuì poi a tutti. - Argh! - fece Ginny semi
sputacchiante. - Ma è alcool puro! - Harry sorrise. - Non offendere,
amico! Questo è puro whisky scozzese delle Highlands! Me ne aveva
parlato Sirius, una volta... Kreacher, ti dispiace portare un po'
d'acqua? -
Dopo che l'elfo fu per l'ennesima volta, andato e tornato Harry lo
congedò. Poi alzò il bicchiere come avevano già fatto per Malocchio. -
Signori... al ministro della magia, Rufus Scrimgeour. - Seguì un coro
di - A Scrimgeour - poi tutti bevvero.
Vennero interrotti da un rumore sospetto, come se qualcuno fosse
inciampato nel portaombrelli. - Aspettavate qualcuno? - sussurrò Ron
afferrando la bacchetta. Ginny ed Hermione fecero lo stesso, mentre
Harry spegneva le luci con un incantesimo, prima che l'intruso, o gli
intrusi, potessero accorgersi di qualcosa.
Calò il silenzio, mentre i quattro si disponevano ai lati della
porta. Videro un cono di luce approssimarsi alla soglia e poi due
figure una di seguito all'altra. Quando ebbero oltrepassato la porta,
mentre cercavano un qualche segno di vita intorno a loro, sentirono due
bacchette puntarsi contro le loro schiene.
- Mani in alto e bacchette in vista. - ordinò Ron perentorio. I due
sconosciuti alzorono le braccia sopra la testa tenendo le bacchette
alzate. - Giratevi - I due si girarono, rivelando i volti di Lupin e
Tonks. Hermione e Ginny andarono subito a stringere l'amica, mentre Ron
stringeva al mano a Lupin. Harry era più dubbioso - Chi siete? -
- Remus "Lunastorta" James Lupin, sono stato Malandrino e professore
di Hogwarts ed io stesso ti ho insegnato come evocare un patronus,
attraverso lunghe e spossanti esercitazioni con un molliccio. - Harry
annuì, mentre l'attenzione si spostava da lui a Tonks, ancora
abbracciata a Ginny ed Hermione - Ninfadora Tonks Lupin e odio il mio
nome. Sono un metamorfomagus e ho abitato qui per gran parte dell'anno
quando questa casa era sede dell'Ordine della Fenice. -
Harry ancora non accennava ad abbassare la bacchetta. Tonks sbuffò -
Ok, ok, Ninfadora Artemisia
Tonks Lupin, ti ho fatto l'occhiolino prima della tua udienza al
ministero. - Il moro sorrise abbassando il braccio. Tonks era
lievemente irritata - Ho già detto che odio il mio nome? -
Si spostarono in soggiorno, mentre Ron ed Hermione prendevano posto
l'uno accanto all'altra sul divano e Ginny si sedeva sulle gambe di
Harry. - Allora... non per sembrare sgarbato, ma ... che ci fate qui? -
chiese il rosso con molta diplomazia.
Lupin e Tonks si guardarono tristi - Il ministero è caduto... -
Hermione annuì - Già, c'eravamo anche noi - Remus fece una faccia
stranita - Ma come... Oh, non importa. Il punto è che subito dopo la
caduta si sono voluti divertire e beh, io oltre ad essere un lupo
mannaro sono anche un membro dell'Ordine e... - La sua voce si perse in
un borbottio
Tonks gli mise un braccio attorno al collo. - In sostanza ci hanno
attaccato e ci siamo smaterializzati qua davanti - si guardarono
imbarazzati per un attimo, poi Lupin rialzò la testa - Forse ti
sembrerà un pochino sciocco detto da noi, ma... non è che potreste
farci rimanere? -
Harry sorrise- Certamente Remus, come se potessi chiudervi la porta
in faccia... Kreacher? - chiamò. L'elfo apparve davanti a loro con un
sonoro crac. - Senti so che
sei stanco e magari vuoi anche andare a dormire, ma ti dispiacerebbe
preparare un altro letto? - Kreacher s'inchinò profondamente e sparì di
nuovo.
Lupin era incantato dalla trasformazione dell'elfo, così come Tonks.
- Come... come hai fatto? -
- Bastava trattarlo bene - minimizzò Ginny - Il punto è: se vi siete
materializzati qui di fronte, com'è che non siamo ancora circondati da
Mangiamorte? -
- Penso che al ministero abbiano altro da fare piuttosto che
controllare
le materializzazioni al momento... - disse tetra Hermione. Restarono
ancora per un poco in silenzio. - Ma che c'eravate andati a fare al
ministero, stasera? - chiese Tonks, ancora stranita.
Harry scosse la testa. - Non possiamo dirvelo, mi spiace - Lupin
sorrise triste - Fa parte della missione di Silente? - Harry annuì -
Allora non vi chiederemo niente. -
Proprio in quel momento arrivò l'elfo - Kreacher ha fatto il letto.
- annunciò. - Sei stato bravissimo Kreacher, grazie - rispose Remus
entrando subito nell'ottica. - Buona notte ragazzi - - Notte -
risposero loro all'unisono.
Ci fu silenzio per qualche altro minuto, poi Ron si riscosse. -
Bene, vogliamo distruggere quel coso finalmente? - domandò indicando
con un dito l'Horcrux appeso alle sue spalle. Sembrava un innocuo
medaglione dorato, appeso su di un dozzinale soprammobile, preso in
qualche bancarella.
- Facciamolo! - disse Ginny determinata. Harry prese la spada ed
annuì, mentre Hermione recuperava il medaglione di Serpeverde. Lo mise
a terra e lo aprì, facendo scattare la piccola serratura. Subito
una figura incorporea, ma più densa di un semplice fantasma uscì dalla
piccola cornice e li squadrò uno per uno.
- Bene bene bene. - disse il "fantasma" con la voce ed i modi di Tom
Riddle. - Granger, la secchiona mezzosangue, ben due Weasley e
addirittura Harry Potter in persona, quale onore. -
- Granger, non ti vergogni? - disse rivolgendosi a lei in
particolare - Prima eri sola, vero? Per questo ti sei tuffata nei
libri. Ma anche ora che hai dei cosiddetti amici, non riesci a
staccartene...
probabilmente perché sai di non essere nulla di fronte a loro. Non sei
importante per loro, solo una miniera di informazioni, come un libro...
una mezzosangue! Puah! -
Ron strinse Hermione a sé. - Non lo ascoltare, Mione. Ci sono io con
te. Non lo ascoltare, ti vogliamo bene. Sei una sorella per Harry e
Ginny e per me molto di più lo sai. - La riccia pianse al fianco di
Ron, ma non cedette alle lusinghe di Voldemort e anzi afferrò la spada
dalle mani di Harry puntandola sul medaglione.
Riddle si girò verso Ron, tentando di minare la sua fiducia in se
stesso, già di partenza fragile. - Il piccolo Weasley. Sempre all'ombra
dei tuoi fratelli e ora spalla del grande Harry Potter. Sei sicuro che
la ragazza al tuo fianco voglia te? Magari, visto che tua sorella l'ha
battuta sul tempo, è in cerca di un rimpiazzo! Magari quando ne avrà
trovato uno migliore ci si fionderà subito, non credi? -
Hermione lo strinse a sé come prima lui aveva fatto con lei. - Io
sono qui per te. Solo per te. Ti ricordi? "Weasley è il nostro re,/
Grifondor canta con me/ perché Weasley è il nostro re!" Non voglio
nessun altro Ron, ti prego... -
Il rosso alzò la mano tremante, e per un momento rimase sospeso tra la
spada e la bacchetta. Infine aprì gli occhi e sorrise insicuro ad
Hermione, afferrando saldamente la spada poco sopra a dove la teneva la
ragazza.
Vedendo fallito anche il suo secondo tentativo, il fantasma si
rivolse a Ginny. - LA piccola Weasley. Ma che sorpresa! Non pensavo
avessi il coraggio di mollare la scuola per seguire il tuo sogno di
bambina! Dopotutto tu non fai parte del gruppo, no? Sei solo la
sorellina di Ron, magari un passatempo passeggero... ma sono loro i
veri eroi, giusto? Sono loro il "magico trio", tu non c'entri. Dimmi,
non ho forse ragione? -
A sorpresa, la rossa sorrise. Strinse la mano ad Harry per prendere
coraggio. - Non è finita bene l'ultima volta che ti ho ascoltato,
Riddle - cominciò. Il fantasma ebbe uno spasmo, come se gli avesse
rivelato qualcosa di sconvolgente. - Che io sia maledetta se lo farò
ancora.- annunciò afferrando saldamente l'elsa della spada, sopra la
mano di Ron.
Con anche il terzo tentativo andato a vuoto, il fantasma si rivolse
alla persona che aveva meno probabilità di convincere. - Harry Potter!
Ancora nessuno sa come tu sia sopravvissuto al più grande mago di tutti
i tempi... io! - disse modestamente - E' un mistero. Mi sono sempre
piaciuti molto i misteri, sai? E' per quello che ho aperto la camera
dei segreti alla fine dei miei anni ad Hogwarts. Peccato averla dovuta
chiudere, ma Silente mi era addosso. -
- Già così hai dato la colpa ad Hagrid, facendolo espellere. -
completò Harry. - Sono... colpito Potter. - ammise il fantasma - E non
mi capita spesso. Come sai tutte queste cose? - Il moro sorrise,
gelidamente - Diciamo che ho incontrato qualche altro ricordo per la
strada. Al secondo anno. Sei arrivato tardi Riddle, il basilisco è
morto, il Diario lo stesso. E tra poco anche tu. - concluse afferrando
la spada direttamente sul pomolo.
Tutti e quattro la spinsero simultaneamente verso il basso,
spaccando il medaglione. Il fantasma uscito da esso sembrò annaspare,
mentre un dolore indicibile gli bruciava il petto. Cadde e svanì in una
nube di polvere.
Infine ci fu silenzio. Hermione scoppiò in lacrime, in un pianto
liberatorio, e anche Ginny dava l'aria di non sentirsi troppo bene.
- Andiamo a dormire, ragazzi - disse Harry - Farà bene a tutti
suppongo - Prese la rossa sottobraccio e cominciarono a salire le
scale, mentre Ron li seguiva reggendo Hermione.
Harry e Ginny si misero a letto senza dire una parola. Poi,
improvvisamente, la ragazza ruppe il silenzio. - Come fai ad essere
così... normale? - gli chiese senza guardarlo negli occhi. - Come mai
sei così forte? Io sono ancora sotto shock, io... mi ha terrorizzata. -
ammise.
Il moro la osservò attentamente. - Vieni qui - le disse, facendola
distendere con la testa sul suo petto, e cominciando piano ad
accarezzarle i capelli. - Lo senti? - le domandò alludendo al suo
cuore, che al momento sembrava ballare la rumba all'interno del suo
petto.
Ginny annuì - Spero non ti offenderai, ma per una volta non batte
solo per te. L'aver distrutto l'Horcrux mi ha sconvolto... ma io
reagisco così e l'ho imparato quando è morto Sirius. Mi chiudo dentro
me stesso e ci sono solo poche persone che possono rompere il mio
isolamento. Ron ed Hermione, i miei più cari amici. E tu, Gin, tu
soltanto. -
La rossa si girò e sbatté piano gli occhi, da cui caddero due sole
lacrime che finirono sulla canottiera di Harry. - Grazie. Grazie mille.
E' stato terribile prima. Ha cercato di entrare nella mia mente, lo so.
Mi sembrava di essere tornata al mio primo anno, le rare volte che ero
in me. -
Lui la strinse dolcemente, cominciando a cantare una nenia dolce per
tranquillizzarla e per farla addormentare. Dopo neanche un minuto, lei
gli mise un dito sulla bocca. - Senti Harry, grazie per avermi
consolato, per avermi permesso di restare e per essere qui con me... ma
non cantare ti prego! -
Il moro rise - Sono davvero un cantante così meschino? - chiese.
Ginny gli fece la linguaccia - Proprio sì! - Harry fece una faccia
offesa da premio oscar. - Ah sì? Adesso ti faccio vedere io! - Cominciò
a farle il solletico, passando le dita sulla pancia e sotto le
articolazioni. La ragazza si dimenò senza controllo, cercando di farlo
smettere. - Basta, basta ti prego. Non ce la faccio più! -
- Di che sono bravo a cantare! - Ginny annuì, senza smettere di
ridere incontrollatamente - Sì, sì, sei bravissimo, dovresti fare il
cantante, ma ora basta! - Il moro si fermò, finalmente, e insieme si
rimisero sotto le coperte. Harry la abbracciò. - Buona notte Gin. E mi
raccomando, svegliami se ti senti di nuovo male. -
- Grazie Harry - rispose lei baciandolo sul naso. - Buona notte. -
Nell'altra stanza Hermione era ancora sepolta tra le braccia di Ron,
ma la crisi di pianto stava passando, ridotta più che altro a pesanti e
radi singhiozzi. Finalmente si risollevò, trovando a pochi centimetri
dal suo, il naso del rosso.
Dopo qualche istante di smarrimento, si riprese, tirando su col naso
e asciugandosi le ultime lacrime ancora appiccicate agli occhi
lievemente arrossati - Davvero non so come fate a sopportarmi. - disse
con la voce ancora stranita dal pianto
Ron sorrise senza dire niente. Hermione sembrò trarre la conclusione
peggiore dal suo silenzio - Davvero sono solo un libro per voi? - Il
rosso si mise a ridere di gusto. Di tutte le reazioni immaginabili,
questa era forse la meno probabile per la riccia. - Non c'è bisogno di
prendermi in giro. Se non vuoi vedermi vado a dormire in soggiorno -
disse mestamente avviandosi verso la soglia.
Ron la fermò per un braccio, riportandola sul letto. - Scusa, la mia
solita sensibilità da cucchiaino. - disse - E' solo che è stato
un'accusa talmente idiota che... Forse tu-sai-chi non era tanto in
forma. - Hermione era ancora scura in volto e non lo guardava,
preferendo rimanere concentrata sui suoi pugni stretti in grembo. Il
rosso le prese il mento fra le dita e la girò verso di sé.
- Tu ed Harry siete amici fin da quando ci hai aiutato mentendo alla
McGranitt per la prima volta. Ginny è la tua migliore amica da quando
sei venuta alla Tana la prima volta. Certo sei il cervello del "Magico
Trio", anche se ora mi sa che dovremmo dire "Magico Quartetto", ma solo
perché io ed Harry insieme non siamo intelligenti quanto te. -
Lei sorrise, mentre Ron arrossiva leggermente per il lungo e serioso
discorso che aveva fatto. - E tu? - gli chiese.
- Mmmh? -
Il sorriso di Hermione si allargò - Hai parlato di tutti tranne che
di te stesso. Cosa provi TU per me? -
Finalmente anche Ron rispose al sorriso - Lo sai che ti amo, Mione -
bisbigliò prima di baciarla. Fu il suo turno di mugugnare soddisfatta -
Già - rispose dopo il bacio - Ma non mi stancherò mai di sentirmelo
ripetere -
Il rosso rise di nuovo. - Meglio così, anche perché ho intenzione di
ripeterlo a lungo. Moolto a lungo. -
- Ron sei sicuro? - ribatté lei, preoccupata per le implicazioni
della frase - Insomma, prima dici di amarmi, poi ... beh ... facciamo
l'amore e ora mi chiedi quasi di sposarti? Non stai correndo un po'
troppo? -
Lui la guardò negli occhi, prendendo un profondo respiro prima di
dire, con voce chiara - No. Non sto affatto correndo. Non credo di
volere altro dalla vita -
Quella notte, tutti e sette gli abitanti della casa, andarono a
dormire soddisfatti, per quanto si potesse esserlo con una guerra in
corso, di come erano andate le cose. Dopotutto Kreacher era felice e
gentile con tutti e non veniva più punito sempre come coi Black; Lupin
e Tonks avevano trovato una casa, almeno fino alla fine della guerra;
Ron, Hermione, Harry e Ginny avevano distrutto un Horcrux e sembrava
loro che non mancasse poi molto alla fine della loro missione.
Voldemort si rigirò la bacchetta in mano, mollemente seduto sul trono
che una volta era stato la poltrona da ministro. Era andato tutto bene,
secondo i suoi piani. Avevano attaccato il ministero e sconfitto gli
Auror. La Gazzetta del Profeta era seguita subito dopo. Tutto il potere
era nelle sue mani...
Ma allora perché si sentiva così frustrato? Ultimamente era andato
tutto così magnificamente bene. Ad ogni modo che ci faceva Potter lì
con i suoi seguaci? E perché aveva in mano una spada?
Forse quella di lasciarlo andare per potersi occupare di quel buono
a nulla di Scrimgeour non era stata proprio un'idea brillante. La
spada... Certo! aveva trovato il testamento di Silente. Il vecchiaccio
gli aveva lasciato la spada! Ma perché? E perché Scrimgeour non aveva
voluto consegnarla?
- Bellatrix! Lucius! - ordinò perentorio. I due Mangiamorte
arrivarono con la velocità del lampo, subito al fianco del loro
signore. - Voglio che facciate ricerche su Silente. I suoi ultimi
spostamenti prima della sua triste dipartita... - aggiunse con un
ghigno per nulla umano.
Entrambi s'inchinarono profondamente, sparendo poi per andare ad
eseguire la loro missione. E così un problema era quasi risolto. Ora
mancava solo mettersi in cerca di quell'arma. Certo che il suo avo
Serpeverde aveva parecchi segreti.
Si diresse alle prigioni del Ministero, situate nel livello più
basso, addirittura sotto le cantine. Erano completamente vuote - di che
utilità sono i prigionieri quando sono vivi? - tranne che per una
cella. Olivander lo affascinava. Era l'unico che l'ammirasse e lo
temesse in egual modo. Persino tra i suoi Mangiamorte non aveva trovato
un così perfetto miscuglio delle due cose, tranne forse in Bellatrix;
però in quella donna era presente un terzo elemento che non riusciva ad
identificare.
- Allora, Olivander. - disse minaccioso - Ho trovato molto negli
archivi del ministero... potresti anche non servirmi più e quindi
potresti tornare al tuo lavoro, come ti avevo promesso. Lord Voldemort
mantiene le promesse. Mi manca solo un'informazione per arrivare alla
spada di Serpeverde ed ho saputo che tu puoi darmela. Non sei stato
forse il suo ultimo custode? -
Finalmente sono
riuscito a finire questo capitolo.
Mi spiace per tutti quelli che sono rimasti col fiato in gola fino ad
ora, ma si fa quel che si può....
Volevo
ringraziare ancora una volta tutti/e quelli/e che mi hanno inserito tra
le seguite o tra le storie da ricordare ed ovviamente quelli che mi
hanno inserito tra le preferite.
Senza contare i
profusi ringraziamenti che devo a Gioem106, niettolina, Haley_Gin91 e
nan96 per aver commentato.
XGioem106: Sono
d'accordo anch'io, anche se personalmente trovo che presi singolarmente
siano entrambi alquanto sciocchi ed immaturi; Ron soprattutto, ma si sa
che i maschietti sono molto duri di testa su certi argomenti. XD
XHaley_Gin91:
Già, mi vengono bene le scene mielose, non è vero?
Xnan96: Forse
Ron è un attimo più audace, ma era anche ora che si desse una mossa. Ad
ogni modo, nonostante la situazione non sia delle migliori, volevo far
vedere che ora è più sicuro di com'era all'inizio, avendo risolto i
suoi problemi personali.
Grazie di nuovo per aver avuto la pazienza di leggere e, soprattutto, di aver aspettato il nuovo capitolo! XD