Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: BlackPearl    06/04/2010    11 recensioni
Quando avevo letto il cognome del mio datore di lavoro, l'avevo scambiata per una coincidenza.
Quando avevo parlato con lui, non avevo cambiato opinione.
Poi però mi sono stabilita a casa sua, e ho dovuto accettare il fatto che Daniel è il fratello di Johnny Depp.
Ma sì, m'ero convinta che dovevo rimuovere quel microscopico particolare dalla mia testa. E ce l'avevo fatta -va bene, con grande sforzo-.
Ma che ne potevo sapere io che suo fratello avrebbe innescato una serie di sfortunati eventi che mi avrebbero portato a... sì, anche a desiderare di essere una pennetta?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fourth
Capitolo tre
One step closer;






Vianne's POV

«Vado di sopra a fare una doccia»  
«Certo.» Mormorai imbambolata. La visione di tale corpo sotto la doccia invase prepotentemente i miei pensieri e ci rimase per qualche istante.
«Ah, ho spostato gli asciugamani. Sono nel mobile a destra, stavolta.» Quando non ho niente da fare, metto sotto sopra il bagno. E' una delle mie settecento manie. L'avevo fatto il giorno prima, quando Johnny era uscito a fare la spesa.
Joh mi fece un segno di assenso con la testa e prese a salire le scale canticchiando un motivetto a bocca chiusa.
Dovetti reprimere -e con forza, direi- l'istinto di seguirlo e sbirciare dallo spioncino e mi sedetti sul divano a leggere.
Quella mattina erano arrivate tutte insieme, le mie copie di Us Weekly, Vanity Fair e People. Ero -e sono- abbonata da tempo immemore e praticamente non vivo senza.
Tolsi il cellophane e mi sistemai bene sui cuscini pronta ad assaporare una delle copie fresche di stampa.
Ma quanto è brutta Lindsay bionda. E vogliamo parlare di quella bocca? Santa me.
Ecco, un'altra cosa da fare al più presto: rapire Brad Pitt e tagliargli quella barba orrenda. Sembra Mosè! Come ha fatto a perdere tutto il suo fascino? Come?
Mah.. oh, ancora con George e quella italiana?! E basta! Non se ne può più! Era così carina quella Sarah..
#Brrrr.. brrrr#
Eh? Chi è che vibra?
#Brrrrrrrr#
Mi alzai circospetta cercando di capire da dove provenisse la vibrazione. Il mio cellulare aveva la suoneria, non poteva essere.. ah, ecco! Sul tavolino accanto all'ingresso c'era uno smartphone che si spostava lentamente vibrando come un ossesso. Doveva essere di Johnny.
«Johnny?» Mi avvicinai alle scale e lo chiamai. Eh, come no. Quello sta nel meglio della doccia.
#Brrrrr.. brrrr.. br-# Grazie al cielo, chiunque fosse aveva smesso. 
Neanche il tempo di tornare al divano che ricominciò. Sbuffai e mi sedetti lo stesso. Dopo un po' si sarebbero stancati, no?
No.
Chiunque fosse, aveva smesso e ricominciato altre sei volte. Ora, francamente, basta. Mi alzai per l'ennesima volta e al diavolo la privacy.
Presi il telefono e lessi Vanessa. Avrei voluto tanto rispondere e dirle di SMETTEREDIROMPERE! Ero leggermente isterica.
Vianne, inspira.. espira. 
Okay. Prima che la furia omicida mi trasformasse nell'incredibile Hulk, decisi di portare questo coso infernale al legittimo proprietario.
Salii le scale a due alla volta con l'eleganza di un mammut e mi fermai davanti alla porta del bagno. Sentivo il rumore dell'acqua che scorreva e la voce di Johnny che cantava quella che sembrava una canzone di Bob Dylan.
Risi da sola immaginandolo improvvisare un falsetto con il flacone di shampoo a mo' di microfono.
Bussai. Tre volte, per sicurezza. «Johnny? Joh? Il telefono!» Avevo praticamente spalmato la bocca sulla porta, come se questo servisse a farmi sentire di più. 
Provai ancora a bussare, senza ricevere risposta. Senza pensarci girai la maniglia della porta, sicura che fosse chiusa, quando questa si aprì.
Restai immobile per un po' con gli occhi leggermente sgranati. Una nube di vapore mi investì insieme al profumo del bagnoschiuma di Dior.
Ma quello è da donna, lo sa?
 Chiesi a me stessa sopprimendo un attacco isterico di risate.
«Joh-Johnny?» Sant'Iddio ma che è, sordo?
Il rubinetto si chiuse e io deglutii a vuoto. Non si era ancora accorto di me. Ora esce tutto nudo e bagnato e io muoio.
Oddio, sarebbe stato troppo imbarazzante. Feci due passi indietro e bussai di nuovo alla porta, anche se ormai ero dentro. Finalmente mi rispose.
«Aspetta un secondo, esco sub-»
«Merda» Nello stesso istante in cui aprì la tenda della doccia mi girai e mi coprii gli occhi con entrambe le mani. Intravidi comunque qualcosa, involontariamente.
Partii in quarta con le scuse, quasi balbettando tanto parlavo veloce: «Scusa, scusa, perdonami, è che ti ho chiamato dieci volte e non rispondevi, e Vanessa sta chiamando da mezz'ora, e ho pensato di portarti il telefono quì ma non mi hai sentito bussare, e visto che la porta era aperta..»
«Ehi, calma! -mi interruppe ridendo- Non è morto nessuno! Mi sono coperto, puoi anche girarti.» Ci misi un po' a capire quello che aveva detto, e anche a scollare le mani dagli occhi. 
Mi girai con un sorriso di scuse che si gelò sulle labbra. Ora svengo. Lo sguardo mi cadde subito sul Principe Albert avvolto nell'asciugamano bianco e diventai istantaneamente color porpora.
Avendo perso momentaneamente l'uso della parola, mi limitai a porgergli il telefono mentre cercavo di bearmi di tanta bellezza in un modo più.. discreto.
Non si può descrivere una cosa così. Il modo in cui le gocce percorrevano lente il suo collo e si perdevano tra gli incavi del petto, girando attorno all'ombelico e proseguendo giù, dove non mi era consentito vedere. Se poi devo parlare dei capelli bagnati e del modo in cui sembrava Roux, in quel momento.. mi servirebbero le parole adatte. Non ne hanno ancora inventate.
«Grazie. Sapresti dirmi dov'è il phon?» Annuii cadendo dalle nuvole e aprii l'anta del mobile vicino allo specchio. Cosa non darei per asciugarglieli io, i capelli! Mi morsi la lingua per non dirlo. Ci mancava solo questo.
«Mmm.. lo sai che quel bagnoschiuma è da donna?» Certo, brava, mettilo in imbarazzo. La tua intelligenza mi commuove.
«Sì! Spero non ti dispiaccia se l'ho usato.. ho aperto il flacone per sbaglio, ma non ho potuto fare a meno di metterne una goccia. Il profumo è inebriante.»
Dio, se dici di nuovo inebriante in quel modo ti salto addosso. Urlando BANZAI!. E non sarebbe stupro, ma legittima difesa. Non puoi attentare alla mia salute mentale così. Nè tantomeno ai miei ormoni.
«Tranquillo. Io uso il Lacoste, pensa un po'.» Ecco un'altra delle mie manie assurde. Uso profumi da uomo. Non sempre, però.
«Va bene, ora vado. A cucinare. Pennette al salmone, ti piacciono?»
«Non c'è niente che non mi piaccia. E tu cucini meravigliosamente.» Si, infatti. Voglio vedere se Vanessa sa accendere un fornello.
Prima di scendere a segregarmi in cucina, feci un salto nella mia stanza a controllare le email.
Niente di particolare, a parte Ryan che mi chiedeva di uscire, come al solito. Sospirai.
Non lo incontravo spesso -di solito preferivo farla io, la pizza, anche se quelle della pizzeria dove lavorava erano ottime- ma quelle poche volte che era successo era stato imbarazzante. Cioè, non imbarazzante tipo io e Johnny poco prima, ma imbarazzante tipo "mi sento un'adolescente alla prima cotta/certo che è proprio carino/ci dev'essere qualcosa che non va nell'aria perchè sembra ricambiare". Effettivamente, l'ultima volta mi chiese di uscire, ma il momento era davvero critico -una delle solite sfuriate di Danny e Nicole- e lo liquidai senza troppi complimenti.
Poi lui ebbe la geniale idea di contattarmi tramite il mio indirizzo email -che usavo per ordinare le pizze. Sì, preferisco sempre evitare di parlare al telefono. Mania numero 365.- per chiedermelo ancora, e ancora. Eravamo a quota tre.
Mi sarebbe piaciuto uscirci, sia chiaro. Ma aveva scelto il periodo decisamente sbagliato! Poi adesso che dovevo praticamente barricarmi in casa e improvvisarmi infermiera.. figuriamoci!
Cliccai su "Elimina" e chiusi la finestra del browser.
«Vanessa, non posso. No, non se ne parla!» La voce dura e a tratti arrabbiata di Johnny mi arrivò alle orecchie come se fosse stato a due centimetri da me. Mi avvicinai alla porta della mia camera e lanciai un'occhiata dallo spioncino. Johnny doveva essere ancora in bagno. E le pareti della casa non erano proprio insonorizzate. Non so cosa c'entrassero quelle pareti di cartapesta con il giardino e la piscina, ma tant'è.
Erano più sottili di un foglio di carta lucida, quindi riuscivo a sentire tutto senza nemmeno aver bisogno di prendere un bicchiere.
Non che ne avessi l'intenzione, certo.
«Daniel sta male. Non puoi portare i bambini quì e.. no, non puoi! Ma non riesci a capire? Non mi sembra COSI' DIFFICILE!» Sentii un sospiro.
«Mi dispiace io.. non volevo urlare in quel modo. Dì ai bambini che li saluto tanto. Lo so. Lo so, anch'io volevo vederti. Mi dispiace tanto.. davvero.»
Silenzio. Feci per sbirciare ancora quando sentii la porta del bagno sbattere e saltai di tre metri all'indietro dallo spavento.
Okay, magari era meglio scendere prima che si accorgesse che ero nella stanza accanto e avevo sentito tutto. Sgattaiolai di sotto velocemente, più di quanto le gambe mi consentissero e per poco non presi il volo di sola andata per il parquet.
Scongiurata la caduta e la rottura di qualche osso -cosa che mi capitava praticamente sempre. Devo avere il gene della sfiga predominante perchè rischiavo la morte ogni santo giorno, con quelle scale. E non solo- mi rifugiai in cucina e tirai fuori pentole e padelle.
Fischiettavo ignara e spensierata, mentre giravo il profumatissimo sugo al salmone, quando il proprietario di una voce da infarto sbucò dal nulla dietro di me, facendomi spaventare come se mi fosse scoppiato un fuoco d'artificio nell'orecchio.
«Che Dio ti aiuti, Johnny. Perchè non so ce la farai da solo a sopportare il peso di avermi sulla coscienza, cosa che accadrà molto presto visto che continui ad apparire dal nulla e mi fai rischiare un angina pectoris ogni santa volta.» Quella me la fai rischiare anche solo guardandomi, ma è sempre meglio stare zitti.
Lui rise deliziosamente, e ancora una volta mi sorpresi a darmi un pizzicotto sul braccio per ricordarmi che tutto quello era reale.
«Va bene, questa volta hai ragione. Ma è anche un po' colpa tua, che sei sempre tra le nuvole.. a cosa pensi tutto il giorno?»
A te e al tuo naso disegnato con la squadretta.
Feci spallucce e assaggiai la pasta, tanto per tenere impegnata la bocca impedendole di sproloquiare sulle cartilagini di Johnny. Che, tra l'altro, aveva messo su una polo a righe bianche e marroni che gli stava da Dio. Per non parlare degli occhiali che facevano venire fuori tutto il Mort Rainey che era in lui.
«Buona?» Eh? Ah, si riferiva alla pasta. Un pensiero mi balzò in mente. Avrei voluto tanto resistere alla tentazione di farlo, ma non ci riuscii.
Infilzai una pennetta con la forchetta, vi soffiai delicatamente sopra e la avvicinai alle sue labbra. Lui le schiuse appena e le richiuse sulla forchetta senza smettere di guardarmi.
Ecco, non ho mai desiderato tanto essere una pennetta in vita mia.
Il mio cuore, intanto, era salito al livello delle tonsille e stava ballando il tiburon.
«Ottima. Cotta al punto giusto.» Si complimentò con l'aria da chef navigato, e quasi quasi avrei preferito che iniziasse una conferenza sulla cottura della pasta e l'indice glicemico invece di continuare a guardarmi in quel modo.
Mi schiarii la voce che sembrava ricoperta da tonnellate di sabbia e gli chiesi gentilmente di apparecchiare la tavola.
Mentre portavo la pentola mi sentivo stranamente agitata. Certo, la conversazione che avevo ascoltato per sbaglio non aiutava. E nemmeno la vocina nella testa che diceva *ahah! sta litigando con Vanessa!*. Vocina bastarda.
Dovevo tenere la bocca occupata il più possibile, o avrei finito per mettere in mezzo l'argomento.
Fui molto più che sorpresa, perciò, quando ne parlò lui. Esordì con un sospiro scocciato.
«Non ti piace?» Gli chiesi spaventata all'idea. Eppure sembrava buono, il sugo.
«No, non è questo. E' buonissimo.» Sorrise, ma sembrava pensieroso. *E ti credo. Prima litiga con Vanessa, poi amoreggia con la tua forchetta...*
«Cos'è allora?» Discreta la ragazza. Ancora complimenti. «Ehm.. sempre se vuoi parlarne. Se non vuoi, cioè.. io sono quì, comunque.»
Dio come odiavo quando incasinavo tutte le frasi in quel modo. Sembrava avessi il quoziente intellettivo di una nocciolina. Sempre colpa di Johnny, comunque. Mi scombinava.
Lui tacque per un po', forse incerto. Parlare o non parlare? Cercai di trasmettergli col pensiero che non l'avrei detto a nessuno.
Figuriamoci se sbandieravo ai quattro venti che lui e Vanessa erano in crisi con tutte le iene assatanate in giro per il pianeta! Ma nemmeno sotto tortura! E poi, è vero che sono un'invasata totale, ma un pregio ce l'ho di sicuro, ed è proprio quello di saper mantenere i segreti.
Evidentemente lui lo intuì. I miei occhi non sanno mentire. Me lo dicono sempre.
Prese un grosso respiro come se gli costasse tanto dirmelo. «Ultimamente.. ci sono delle incomprensioni con Vanessa.»
Censurai la vocina impertinente nella mia testa per non fare pensieri malefici.
«Oh. Mi.. dispiace. Vedi che passerà. Passa tutto.» Feci un sorriso di circostanza, non volendomi impicciare oltre.
Lui storse la bocca in una smorfia. «E' sempre isterica. Se la prende con me per tutto, ultimamente.» Gli si leggeva la frustrazione negli occhi.
Sentivo la rabbia crescere dentro come il mercurio in un termometro messo al caldo.
Non sapevo cosa dire. «Menopausa?» La parola mi scivolò dalla bocca senza che potessi impedirlo, e davvero, davvero avrei voluto morire.
Va bene, chiamo il Centro Igiene Mentale. Lo chiamo.
Mi schiarii la voce e biascicai un «Scherzo, eh. Battuta infelice, sorry.» per provare a salvare il salvabile. Johnny, con mia sorpresa, rise piano addentando un altro paio di pennette.
«Gradirei ci fosse una spiegazione ormonale al suo comportamento.»
«Non provare a capirci. Noi donne siamo lunatiche e talvolta schizzate. Fuori come un citofono. Ovviamente, anche voi non siete da meno, ma noi di più. Dopotutto, soffriamo di più. Logico che dobbiamo sfogarci in qualche modo. Poi, figurati, lei soffrirà il triplo stando con un fig.. un pez.. un bell'uomo come te. Sarà gelosa, credo. Ogni tanto.»
«Gelosa? Ogni tanto?! Dire che Vanessa ogni tanto è gelosa è come dire che Obama è di colore a giorni alterni.» Risi di gusto al paragone.
«Va a dire a destra e a manca che non ha problemi, che lo sa che io sono suo.. ci credesse ogni tanto a quelle parole! Non hai idea di come si è comportata durante le riprese di Public Enemies.»
«Ho sentito qualcosa. La notizia "Vanessa è gelosa di Marion" ha riempito i siti di gossip per settimane intere.»
«Ecco, infatti. Ma.. quello che voglio farle capire.. ho avuto a che fare con attrici molto più belle di Marion. Prendi Charlize Theron, prendi la Winslet, prendi Rosamund Pike..»
«Eh. Rosamund specialmente..» Mi scappò detto e sentii il sangue affluirmi alle guance colorandole di viola. Le immagini della scena della carrozza, nel suo film "The Libertine", affollarono la mia mente per un tempo infinito. Johnny abbassò lo sguardo e parve imbarazzato anche lui. Evidentemente aveva capito a cosa stavo pensando.
«Comunque.. vero, Marion non è stata la prima bella donna con cui hai lavorato..» Cercai di riportare il discorso sul filo originale.
«Appunto. E Vanessa? Mi ha tenuto il muso come una bambina per giorni.» Scuoteva la testa, ancora incredulo al ricordo. «Certo, è vero che Marion era un po'.. come dire.. espansiva, nei suoi rapporti sul set..»
Sgranai un tanto d'occhi. «E' vero quello che dicevano i giornalisti?» Lui mi guardò eloquente.
«Ma dai! Perchè Marion può toccarti il sedere e io no?» Esclamai divertita facendolo ridere.
«Se proprio ci tieni, potrei fare un'eccezione..» Sorrise, lo sguardo fisso sul tavolo.
«Come no. Poi arriva Vanessa e mi mette sotto col suo Joe le Taxi.» Ridevamo come bambini. Ero davvero contenta che riuscissi a farlo felice. Vedere la tristezza nei suoi occhi era come ricevere una pugnalata al cuore.


Johnny's POV


Quella sera, nel letto, ripercorsi con la mente le giornate che avevamo passato insieme.
Non avevo idea che mio fratello avesse una governante così giovane. Mi aspettavo una donna sulla quarantina, un po' tozza e arrossata, e mi ero ritrovato invece una giovane ragazza bella e solare. Avrei dovuto intuirlo dalla voce al telefono, in effetti.
Vianne era stata una piacevole sorpresa. Aveva un carattere tutto da scoprire, e avevo intenzione di farlo durante la mia permanenza a Los Angeles.
Mi scoprii a pensare che amavo la sua compagnia.
Avevamo parlato di argomenti piuttosto imbarazzanti, per due sconosciuti, ma lei si comportava come se parlasse con un amico di vecchia data.
Mi metteva completamente a mio agio. Anche quando aveva scherzato sulla menopausa di Vanessa, o su Marion e i suoi incontri ravvicinati col mio sedere, non era stato sgradevole o di cattivo gusto. La trovavo davvero divertente, e sentivo che mi aveva fatto bene parlare con lei. Era così spontanea. Quando si accorgeva di aver detto qualcosa che non avrebbe voluto dire, due pomelli rossi prendevano il posto delle sue guance. Sembrava la statua del pudore.
Scossi la testa sorridendo, col suo volto delicato impresso nella mente.
«Etciù!» Sentii uno starnuto proveniente dalla camera accanto alla mia. Sorrisi. «Etciù! Merda. Etciùù! Ohhh e che caz- e-e-e-etciù!» Scoppiai a ridere sentendola imprecare contro i propri starnuti. Non riuscivo a dormire, per cui decisi di alzarmi per andare a vedere se stesse bene.
Certo che sta bene, idiota, ha solo starnutito! 
Va bene, volevo andare da lei e basta. Decisi di ignorare i sensi di colpa che questi pensieri mi suscitavano, e mi diressi in corridoio.
La porta della sua stanza era aperta. Quando mi affacciai, fui accolto da un altro starnuto.
«Salute!» Risi mentre bussavo alla porta, per essere educato e non spaventarla.
«Oddio! Mi hai fatto prendere un colpo!» Come non detto. «Ti ho svegliato? Scusa.. ho gli starnuti a raffica. E' genetico. Credo. Anche a mio padre succede.» Chiuse gli occhi e si portò una mano alla bocca, pronta all'ennesimo starnuto, che però non arrivò.
«Abortito?» Domandai, facendola ridere. «Comunque no, non mi hai svegliato. Non riesco a prendere sonno.» Aggiunsi con una smorfia.
Lei battè piano la mano sul letto, invitandomi a sedere. Era praticamente seduta, appoggiata a due cuscini. Non sapevo che fare.
Declinare l'invito mi sembrava scortese e incoerente: dopotutto, ero andato io da lei. Così, cinque passi dopo, ero seduto sul suo letto.
«Se vuoi puoi metterti sotto le coperte. Anche se magari non è il caso.» Sembrava imbarazzata, e quasi contrariata.
Annuii. «No, tra un po' me ne torno di là. Non vorrei darti troppo fastidio.» Indicai con un cenno del capo il libro che stava leggendo: Orgoglio e Pregiudizio. Un classico per le donne.
«Macchè, figurati.. perchè non leggi qualcosa anche tu? Magari prendi sonno.» Suggerì, poi parve illuminarsi d'immenso. «Ti andrebbe di leggermi qualcosa da quì?» I suoi occhi brillavano talmente all'idea che non riuscii a dirle no. La vidi sfogliare le pagine velocemente e fermarsi in un punto preciso, dove c'era già un segnalibro. Un segnalibro con la mia faccia sopra.
«Oh. Ehm..» Sorrise mettendolo via, con il viso tendente al rosso carminio. «Quì» Indicò col dito un punto sulla pagina.
Tra lo spazio tra un paragrafo e un altro, c'era una frase scritta a penna, con bella grafia. Decisi di cominciare da lì.
«Ho lottato invano. Non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.» Mi fermai, guardandola negli occhi. Sembrava pendere completamente dalle mie labbra, e a giudicare dall'espressione sorpresa, non si aspettava che leggessi anche la sua citazione. Le sorrisi e tornai a leggere i caratteri stampati.
«Se i vostri sentimenti sono ancora quelli dello scorso aprile, ditemelo subito. Il mio affetto, i miei desideri sono immutati, ma basta una vostra parola perché questo discorso sia chiuso per sempre..»
Vianne sorrideva beata, come se stesse in paradiso. Si sistemò meglio sui cuscini, girandosi su un fianco. Gli occhi fissi sulla mia bocca.
«Elizabeth, che ora sentiva qualcosa di più di una semplice pena ed imbarazzo per la situazione in cui egli si trovava, si sforzò di dire qualcosa; e subito, se pur con una certa difficoltà, gli fece capire che i suoi sentimenti avevano conosciuto un tale mutamento dopo il periodo cui egli aveva accennato, da farle accettare con gioia e gratitudine le sue dichiarazioni. La felicità prodotta da questa risposta fu tale quale egli non aveva forse mai conosciuto prima, e Darcy si espresse con tutto il sentimento ed il calore con cui può esprimersi un uomo profondamente innamorato.»
Continuavo a leggere, provai a immedesimarmi nei personaggi e mi riuscì bene, a giudicare dai sospiri estasiati di Vianne. Non smise di sorridere, nemmeno quando chiuse gli occhi. Si addormentò col sorriso sulle labbra, bella come un angelo.
«... qui, nel vestibolo, si separarono.» Chiusi il libro rimettendo il segnalibro al suo posto. Non credevo fosse una mia fan. Almeno, non lo dava a vedere molto. Mi sarebbe potuto capitare di peggio, ma anche quella volta ero stato fortunato.
Se vuoi restare a fissarla tutta la notte fai pure eh..
Scossi la testa riscuotendomi da quello stato di trance e tornai in camera mia. Il sonno cominciava a farsi sentire, proprio come aveva detto Vianne.
Mi addormentai dopo pochi istanti, pensando a lei.






Eccomiiiiiiii di nuovo tra voiH.
Finalmente abbiamo un Johnny's POV, così sapete cosa gli passa per la testa v.v
Che ne pensate?
Ah, qui sono passati tipo un paio di giorni dall'arrivo di Johnny. Sarà sempre così, più o meno. A parte il prossimo capitolo che parte dal risveglio di Vianne, proprio dopo questa notte. Vabbè, poi vi avviso xD
Questo capitolo mi piace XD *strano ma vero* Sarà la pennetta...
Anyway, le cose cominciano a smuoversi. Nessuno dei due sa bene cosa sta succedendo -o meglio, Vianne lo sa e l'ha sempre saputo ma Johnny no-.
Uhm, mi faccio pubblicità da sola. Ho scritto una shot su Johnny XD Parla di tre amiche che partono per andare a cercare un fiore che cresce dalle parti delle Bahamas e naufragano a causa di una tempesta. Indovinate su quale isola? BRAVE!
XD
Ecco il link: Survivors. Se ci fate un salto mi fa piacere *-*
Bon, finisco di sproloquiare e passo alle recensioni meravigliose che mi hanno fatto commuovere ç-ç
Grazie a:
Rak, che dice tante scemenze XD "il mondo doveva leggere queste cose meravigliose" ma che dici?? XD Scema. Anch'io ti voglio troppo troppo troppo bene e non smetterò mai di volertene <3 Grazie davvero per tutto quello che fai.
Marty314, la new entry =) Grazie davvero, sono contenta che ti piaccia! Il merito è tutto di Johnny XD Spero continuerai a seguirmi e a farmi sapere se ti piace! Un abbraccio.
FourWalls, hai ragione, ci ho messo davvero tanto tempo a pubblicare XD Chiedo venia é_è Però meglio tardi che mai, dai. Grazie anche a te, sono davvero felice che ti sia piaciuto il capitolo precedente e spero tu pensi lo stesso del nuovo *-* Un bacio!
Summerbest, ovvero Silvia, ovvero Lollynah su Twitter XD, mi hai fatto morire dal ridere con quella recensione, giuro! Sono davvero contenta che tu segua la fic e che ti piaccia, e soprattutto amo l'entusiasmo che metti nelle recensioni *-* Sei una lettrice perfetta *sospira, commossa* Che ne pensi del capitolo? Piaciuto? XD Un abbraccio forte!
Liz, la mia fedele lettrice *_* Grazie, grazie, grazie, grazie [and so on..] davvero, ricevere le tue recensioni è sempre un'onore. La complicità tra Johnny e Vianne aumenta, ma in proporzione alle grandi figure di niente di Vianne, pare XD Evvabbè, almeno lo mette a suo agio. Un abbraccio forte forte Liz!
Daiana, scricciolo mio, ma quanto ti amo? Eh? Me lo dici? Davvero, non so che dire. Ogni tua recensione è una lacrimuccia per me. Sono onorata di averti come amica, sul serio. Marò, devo stendere la lavatrice altrimenti mamma mi affetta! Vado. Spero di sentirti presto che mi manchi troppoooo! Ma sei andata a Londra?! E io non so niente?! è_é Vabbè, poi mi racconti. T'amo.
Fede, muahauahau, non ti mando tutto apposta XD Ogni tanto ci vuole un colpo di scena, no? Beata te che vai a vedere il MengMeng -carino!- salutamelo calorosamente mi raccomando. E non farti riconoscere come al solito. XD Ti adoro infinitamente!
Yunie992, ecco un'altra lettrice che adoro *-* Adoro le tue recensioniiiii, mi fai morire ogni volta *-* Grazie davvero, grazie! Mentadent dici? Nah, io pensavo Algasiv. XD Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Fammi sapere. Ti stimo, sorella XD Un bacio!
Sweetevil, che bello, una nuova lettrice *.* Se tu non trovi aggettivi adeguati per descrivere la storia, io non trovo parole per ringraziarti. Davvero. Mi fa tanto piacere leggere le vostre recensioni, e sapere che quello che scrivo in un modo o nell'altro vi rende felici. Siete la gratificazione più grande. Grazie. Un abbraccio forte, spero continuerai a seguirmi!
Leia_the_Witch, menomale! Inizialmente pensavo che il carattere di Johnny non sarebbe piaciuto. Non so, mi faccio troppi complessi XD Però è adorabile lui *-* Cerco di renderlo come me lo immagino, in base alle interviste che ho letto e ascoltato. Chissà, chissà. Vorrei tanto conoscerlo per dirvi meglio, ma tant'è.. xD La vocina parlante è una figata! E poi sono convinta che ce l'abbiamo tutti, quindi dovevo mettercela XD Grazie grazie grazie davvero, amo le tue recensioni. Un bacio!

Vi adoro oltre ogni dire, davvero.
A presto,
Sara.
   
 
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