Seduta qui.

Seduta qui, su una delle tante panchine di King’s Cross, vedo passare persone che non conosco.

Frenetiche. Irreali, quasi.

E mi chiudo nel mio mondo, fatto di incertezze e di labili confini che tu, con i tuoi gesti, riesci sempre a confondere.

Dovresti andar via, per permettermi, almeno, di vivere una vita “normale”.

Invece sei comunque qui, costantemente.

Nella mia mente.

Nel mio cuore.

Nella mia anima.

Come una spina che nessuno riesce a togliere.

Ormai sei parte di me.

Sei in me, per sempre.

Come potrei mandarti via, se non riesco a lasciarti.

Se quando cerco di allontanare i tuoi ormai febbrili ricordi un’incertezza mi assale e mi spinge.

Giù.

E continuo a guardarti, mentre mi passi accanto.

Con lei.

Chi è lei, adesso.

Ti guardo con l’illusione che un giorno tutta questa agonia passerà.

E con la consapevolezza di qualcuno che ha pagato.

Io ho pagato, per noi.

Io, reminiscenza del tuo passato.

Io, irrazionale fantasma che popolerà i tuoi sogni più cupi.

Chiarimenti, più o meno:

Flash-fic senza pretese. Ma che, non so come, mi trasmette molto.

E a voi, cosa trasmette? Fatemi sapere! :D