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Autore: Diana924    08/04/2010    0 recensioni
1764: accadono strane cose attornoa l castello Ossowiesky. La povera Bathildè sarà coinvolta, ma... 2004: Elise stava facendo una ricerca per la tesi, ma quello che scoprirà è fuori da ogni portata, cosa nasconde la lettera che ha trovato, e perchè è macchiata di sangue?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vestito bianco le donava, ma l’espressione di Bathildé Erbé non esprimeva gioia. Pensava ad Etienne, e a come suo fratello si fosse vendicato di lei, conducendolo a morte certa.

Capiva perchè voleva che lei e Criart partissero per Parigi: lei non gli avrebbe ricordato quell’orrore a cui aveva assistito e forse si sarebbe convinto di aver sognato.

Aspettava fuori dalla chiesa con Antoin al suo fianco, pronta a fare il suo ingresso.

Di certo non sarebbe stato come il matrimonio della marchesina: opulento e fastoso, con un grande banchetto, ma quello che aveva le bastava. C’era tuttavia una cosa che le mancava enormemente: Etienne.

Sentì le campane che suonavano la sesta, era ora!

Si aggrappò al braccio di Antoin, che aprì la porta, in modo che tutti potessero vederli.

Ad attenderla c’era Paul Criart, in abito nero a galloni di bronzo, che indossava una parrucca nuova.

Antoin fece dei passi e trascinò con sé Bathildé, che per farsi forza guardò verso la parte sinistra, dove in prima fila si trovava comare Erbé, vestita a festa e con nuovi gioielli, comprati per l’occasione.

Vedendo sua madre Bathildé comprese che per lei l’età spensierata della fanciullezza era terminata, che da quella sera in poi non sarebbe stata più Mlle Erbé, ma Mme Criart, cosa che l’angustiò moltissimo. Significava dire addio al suo lavoro, a coloro che aveva conosciuto in otto anni di servizio, persino ai padroni, di cui iniziava a sentire la lontananza. L’unica cosa positiva era che a Corte forse avrebbe dimenticato quello che le aveva raccontato Antoin. E che sarebbe sempre stata a servizio della famiglia Ossowiesky.

Arrivata all’altare, ascoltò il parroco, si fece il segno della croce e s’inginocchiò. Il rito poteva pure iniziare, lei non l’avrebbe interrotto. Il curato iniziò a parlare.

 

   
 
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