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Autore: SimmyLu    10/04/2010    6 recensioni
Mosca, Monastero Vorkof. Yuri Ivanov si trova costretto a richiedere l'aiuto di Kai Hiwatari, a causa di problemi economici riguardanti proprio il monastero che si è trasformato in un ricovero per gli orfani e i ragazzi senza fissa dimora della capitale russa. Ma non è solo questo problema che toglie il sonno a Yuri, il ragazzo presenta i sintomi di ferite più gravi e profonde che scavano nell'anima e nel cuore, fino a portare alla luce segreti mai rivelati. Il giovane russo è l'origine di misteriosi e inspiegabili fenomeni e l'unico che sembra poterlo capire è proprio Kai. Fra paure, incubi, ricordi del passato e un'infanzia dimenticata, cadono silenziose le piume rosse della fenice sul bianco lucente della neve moscovita.
[ Personaggi: Yuri, Kai, Boris, Sergej, Vorkof, altri ]
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’AMORE BIANCO

… di SimmyLu …


Capitolo VENTICINQUESIMO: UNA VIGLIACCA




Raggiunsero l'arena esterna.
Yuri stringeva fra le mani Wolborg.
La pioggia cadeva fine, tagliando l'aria come infiniti e sottilissimi fili di nylon che riflettevano un tenue bagliore.
Il ragazzo guardò il suo beyblade.
Era tutto irreale.
Ironico.
Disperato.


* * *

Irina fissava la pioggia che cadeva fine e sembrava tagliare l'aria dal cielo, come tanti fili di nylon.
Strinse attorno alle spalle la coperta e si sedette sul letto, fissando la finestra.
Era tornata a casa nel pomeriggio.
Le sue sorelle non facevano altro che chiederle se stava bene o se aveva bisogno di qualcosa, preoccupate per la sua salute.
Fisica e mentale.
Molte madri dopo il parto cadono in depressione.
Ma lei non era una madre, perché non aveva un figlio.
La coppia americana aveva versato sul conto il resto della cifra pattuita.
Ad Irina sembrò che il mondo si muovesse in blocchi.
Spostamenti meccanici basati sul calcolo di cause ed effetti.
Il suo corpo era cambiato.
Bambini. Figli. Blocchi in movimento.

«Io le avevo detto di non farlo! Hai visto che faccia ha?! Non ha detto una parola da quando...»
«Smettila! Dovremmo solo essere riconoscenti. Lo ha fatto per noi. Pensa a quanto deve soffrire. Dobbiamo aiutarla a superare questo momento difficile...»
«È proprio per questo che sto dicendo che non avrebbe dovuto.»
«Mi sembra un po' tardi per questi discorsi!»
«Scusa tanto se mi preoccupo per mia sorella!»
«Cosa credi, che anche io non sia in ansia?»

Le voci di Katia e Sofia arrivavano distorte e attutite attraverso la porta.
Irina non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere.
Era stata colpa di una serie di coincidenze.
Una coppia infelice.
La promessa di una somma di denaro che avrebbe permesso di risolvere molti problemi.
Una via di fuga.
Irina voleva scappare.
Isolarsi.
Rimanere sola.
Era stata scelta per i ricci capelli dorati, per gli occhi azzurri, per il viso aggraziato.
Perché era bella.
Ma la bellezza non le aveva portato altro che guai in quel mondo.
La bellezza era l'unico motivo per cui i ragazzi la avvicinavano e si interessavano a lei.
Era una sensazione gratificante, ma alla lunga aveva finito col detestarla.
Oltre il suo affascinante visino non erano capaci di vedere altro.
Si permettevano di trattarla come una bambola senz'anima, senza pensieri.
Senza sentimenti.
E così aveva fatto anche Nicolaj, l'ultimo di una lunga lista di giovani per cui aveva perso inevitabilmente la testa.
Il copione si era ripetuto, come uno spettacolo dalle repliche infinite.
Era stanca di cadere in quella trappola.
Voleva solo andarsene.
Solo essere rispettata.
Poi era arrivato Yuri.
Il modo in cui la guardava le era sembrato lo stesso con cui tutti gli altri l'avevano guardata prima.
Un modo che ormai le dava la nausea.
E Yuri era bello.
Bello e con un sacco di guai.
Come Nicolaj.
Come altri prima di lui.
Se si fosse tenuta alla larga dal pericolo non avrebbe sofferto e lo spettacolo non si sarebbe ripetuto.
La proposta della coppia americana era solo arrivata nel momento giusto.
Una scappatoia.
Un'assurdità.
Una cosa stupida.
Se fosse diventata grassa e brutta, gravida del figlio di uno sconosciuto, l'avrebbero lasciata in pace.
Avrebbe avuto il tempo di pensare.
Di crescere.
Di smettere di essere una volubile ragazzina.
Di trasformarsi in una donna.
E così fu.
Nicolaj era sparito più velocemente delle sue aspettative, portando con sé i suoi problemi.
Ma Yuri...
Yuri era rimasto.
Dimostrando quando in realtà lei si fosse sbagliata nel giudicarlo con superficialità.
Si era comportata con lui nello stesso modo in cui gli altri avevano fatto con lei.
Non era stata capace di vedere oltre.
Aveva fatto di tutto per allontanarlo, e adesso, sola e vuota, si rendeva conto di quanto avesse perso.
Quando gli aveva confessato ciò che aveva intenzione di fare, era rimasta in attesa, aspettando con un sottile piacere autolesionista di vedere sul suo volto quell'espressione di sorpresa e disgusto che era già comparsa in precedenza sulla faccia di Nicolaj.
Ma le cose non erano andate come aveva previsto.
Yuri l'aveva fissata per un tempo infinito, aveva abbassato lo sguardo e si era stretto nelle spalle, come se quella notizia non lo avesse sconvolto più di tanto.
Come se per lui potesse esistere qualcosa di molto peggiore.
«Hai paura?» le aveva chiesto.
E l'aveva stupita.
Ma lei, ancora, come una stupida, l'aveva respinto.
Commettendo l'ennesimo errore.
E adesso?
Adesso che si era resa conto di desiderare come mai gli era accaduto prima il timido, sincero amore di Yuri...
Era forse troppo tardi?
Strinse le braccia attorno a quel corpo che sentiva così diverso.
Blocchi in movimento.
Lento.
Calcolato.
Nulla era cambiato.
Irina non si era mai mossa.
Come una viaggiatrice senza meta, senza strada.
Una madre senza un figlio.
Era solo una vigliacca.





FINE VENTICINQUESIMO CAPITOLO, continua...


Beyblade © Takao Aoki
   
 
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