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Autore: maltrerio    12/04/2010    17 recensioni
Scorpius Mafoy fa una scommessa, deve conquistare Lily Potter e umiliarla davanti a tutti in sala grande. Con chi fa la scommessa? Come andrà a finire?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scommessa.

Cap. 1

Hogwarts.
Stanza delle necessità.
 Ore 20:30.
I due ragazzi stavano sdraiati in silenzio.
Il cuore di lei batteva placido.
Finalmente si era calmato. Ora batteva tranquillo.
La sua mente era in subbuglio.
 Avrebbe voluto urlare, dire qualcosa ma non lo fece.
Doveva affrontarlo ma non riusciva a farlo.
Cosa avrebbe potuto dire?
"allora hai vinto la scommessa, ora non ti rimane che umiliarmi davanti a tutti in sala grande e hai completato l'opera!"
per lei era stata la prima volta.
Era stata fantastica. Lui era stato fantastico.
Si ricordò della scommessa...


< vuoi che seduca la Potter? Non mi piace! Per me è brutta!> Scorpius lo aveva detto senza accorgersi che lei era appena dietro.
A Lily prese quasi un colpo.
Lei lo adorava.

Quando lo vedeva il cuore prendeva a battergli come uno di quegli strani strumenti che i babbani usavano per fare i buchi per le strade.
Con la stessa intensità e lo stesso rumore.
 Si imbambolava a guardarlo, lui biondo fino a risultare quasi albino.
La cosa più sexy che aveva, almeno secondo Lily, erano le ciglia, lunghe e quasi trasparenti che a volte nascondevano gli occhi grigi, metallici e freddi.
Quel naso importante, ne troppo grande e ne troppo piccolo, semplicemente adorabile.

La sua bocca dalle labbra che raramente regalavano sorrisi, ma che quando lo facevano si stiravano in una piega che formava delle piccole e deliziose fossette vicino agli angoli della stessa.
A volte pensava  a come poteva essere baciarlo,
al suo sapore e alla sua ...

"sei un'idiota!" si ripeteva sotto il mantello dell'invisibilità.
In realtà lei non lo degnava di uno sguardo, aveva troppa paura di rivelare i suoi sentimenti.
Aveva paura che qualcuno potesse accorgersi di quanto gli piacesse.
Quando lo spiava lo faceva con comodo sotto il suo mantello dell'invisibilità senza che nessuno potesse disturbarla.
Ma a lui non piaceva!
Questa era la verità e come un coltello caldo che entrava nel burro il suo cuore si spezzò in due, in quel momento cercò di rendersi più trasparente che potè e forse ci riuscì perchè nessuno si accorse di lei.
< se ti piacesse credi che farei la scommessa?> ghignò Aurelia Nott al suo fianco riportandola alla realtà.
< cosa scommetti? > rispose solleticato dall'amica.
< mmmh ... non so ... un pacco di cioccorane?> chiese tranquilla
< un pacco di cioccorane extra large!> rispose sghignazzando.
< ma te la devi portare a letto!> disse perfida.
< quanto tempo ho?> domandò lui come se dovesse finire un compito.
< diciamo ... sei settimane!> Aurelia rise.
< facciamo sette che è un numero fortunato!> aveva risposto serio, serio.
< va bene ma poi la umili davanti a tutti... in sala grande ...> saltellò divertita.

Lily non ci dormì per notti.
Una scommessa.
Non era altro che una scommessa.
Non ne parlò con nessuno.
Doveva pensare.
Va bene, perchè no?
Lo avrebbe avuto per sette settimane! Tutto suo!
Avrebbe deciso se concedersi o no e avrebbe avuto tutto il tempo di giocare in anticipo lasciandolo lei ...
Era un'opportunità.
Oppure ...
Aurelia era sempre stata una ragazza sempre nel giusto e saccente.
Cattiva al punto giusto.
Di quelle che ti guardano dall'alto in basso facendoti pesare la loro intelligenza.
Ma poi lo era veramente?

Era sensibile come un rinoceronte e altruista come un pidocchio.
Tanto viziata che solo il capello parlante aveva visto giusto smistandola in serpeverde.
Le stava servendo il ragazzo di cui era innamorata in un piatto d'argento e Lily non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire un'occasione del genere.
 Era consapevole del fatto che lui mai e poi mai si sarebbe innamorato di lei ma non era importante...
Erano appena tornate dalle vacanze di Natale e lei voleva essere pronta a dare battaglia.
Aveva bisogno di aiuto e a chi chiederlo se non ad una persona esterna?
Prese la piuma e la pergamena e scrisse:

" cara Victorie
come stai? E Ted? E i bambini? Spero che vada tutto bene.
 Non ti importunerei se non fosse importante e sinceramente non so a chi rivolgermi. La situazione è questa: ti ricordi quella chiacchierata la sera di Natale in camera mia? Del tipo che mi piace tanto?
Credo mi stia per invitare ad uscire con lui ...
ho urgente bisogno di tutto ... intendo abiti, accessori, scarpe, borse e tutto quello che ti viene in testa! Sono molto emozionata e non vorrei trovarmi a fare una brutta figura! Solo tu, che mi conosci così bene, mi puoi aiutare! Un bacio a tutti con affetto Lily."


Diede la lettera al gufo e incrociò le dita.

Stava correndo a lezione, non perchè fosse in ritardo ma perchè aveva freddo.
< Potter  .... Potter .... – si sentì chiamare. Il suo cuore perse uno forse due battiti. Rallentò ma non si girò cercando di nascondere il suo rossore – ehi Potter ... – lui la raggiunse – mi chiedevo se volessi venire con me a Hogsmeade sabato prossimo!?> disse serio con quella sua voce strascicata e annoiata.
< oh ... – rispose fermandosi di botto – mi spiace davvero tanto, ma sabato ho già un impegno ... possiamo fare domenica se per te va bene!> mentì spudoratamente.
< domenica? ... alle due fuori dalla sala grande?> chiese pensandoci su. < va bene! ... allora a domenica!> mormorò scappando via in modo da non guardarlo.
Aveva il cuore che andava a mille.
Era diventata matta o cosa? No.
Era semplice, aveva voluto saggiare fino a quanto lui tenesse a vincere la scommessa.
Era disposto ad assecondarla. Bene!
Aurelia aveva sbagliato a sottovalutarla!
Essere scambiata per un pacco di cioccorane aveva svegliato la piccola e dolce Lily, anche se era un pacco extra large!
Il sabato a Hogsmeade si incontrò con Victorie.
Fecero tanti di quegli acquisti che suo padre gli avrebbe di sicuro mandato una strilettera, ma lei non si divertiva così da quando era bambina!

Lily aveva una figura sottile e flessuosa, una seconda soda e abbondante, un bacino stretto e  delle gambe da mozzare il fiato anche agli anfitrioni!
Era alta e slanciata e stava fiorendo come un piccolo dolce giglio.
Era l'esatto contrario di Rose sua cugina,  l'amica intima di Aurelia Nott.
 La cugina aveva un seno abbondante, una quinta extra, per intenderci, e le curve che aveva ereditato da nonna Molly, quindi il bacino largo e una figura tonda e morbida.
Gli abbondanti ricci castanti incorniciavano un viso tutt'altro che magro.
Aveva gli occhi miele che ad una prima occhiata potevano sembrare quelli di un cerbiatto, ma che nascondevano progetti machiavellici.

Lily si sentiva in soggezione davanti a lei e questo la disturbava parecchio.
Era cresciuta all'ombra della cugina. Aveva ereditato i suoi vestiti smessi e le sue scarpe con orgoglio, fino a quando Aurelia non iniziò a fare commenti.
< mamma noi siamo poveri?> chiese Lily alla madre. Aveva nove anni.
< no. Non che ci sia niente di male ad essere poveri, io lo sono stata, ma ora io e tuo padre non possiamo certo lamentarci ... perchè mi fai questa domanda?> era una strana domanda.
< perchè mi devo mettere i vestiti smessi di Rose?> domandò con un candore tutto suo.
Ginny sollevò la testa e incrociò gli occhi del marito che strinse le labbra.
Lei ed Hermione erano come sorelle, ma lei aveva fatto con la figlia qualcosa che non avrebbe dovuto fare.
< si usa così fra sorelle, lo facciamo anche con James e Albus ...> rispose mordendosi un labbro
< ma Rose non è mia sorella e Hugo non usa i vestiti smessi di Al!> rispose con veemenza.
A Ginny fece impressione non tanto il discorso, quanto quel "smessi".
Da quel giorno Lily smise di indossare gli abiti della cugina.

La domenica alle due e qualche minuto si trovava fuori dalla sala grande.
Lui era in ritardo o forse non si sarebbe fatto vedere.

Lei si guardò intorno e fu subito accalappiata da Zac Zabini che stava aspettando Rose e Aurelia, le amiche del cuore.
< stai andando a Hogsmeade?> le chiese squadrandola.
Indossava una paio di jeans a tubo che mettevano in risalto le sue lunghe gambe e un semplice golfino con la scollatura quadrata di un azzurro simile ai suoi occhi.
Un piumino sportivo nero insieme ad una tracolla nera in pelle di drago e un paio di scarpe senza tacco anch'esse nere in pelle di drago completavano l'opera.
 Era un vero schianto.
< si ... forse sono leggermente in anticipo ... ho dimenticato l'orologio ...> rispose un pò in imbarazzo mentre lo sguardo indagatore del ragazzo la scrutava forse un pò troppo a fondo.
< io sono in orario ... e tua cugina è in ritardo! Come al solito! Lo sa che odio aspettare! ... chi è il fortunato?> le chiese a suo agio.
Lily si rese conto che era la prima volta che parlava con lui.
Che sapesse? Chi se ne frega!
< oh ... ecco ... io...> farfugliò diventando rossa.
< è un idiota se è in ritardo e ancora più idiota se non è in anticipo!> sorrise.
 In fondo era simpatico.
< eccomi qui! – ansimarono Aurelia e Rose passando una mano sotto il braccio di Zac e scrutando la cugina. Lily tossicchiò appena – ciao! Ah giusto sei allergica ai profumi! ... spero che Scorpius non abbia abbondato come fa di solito!> sorrise perfida.
< esci con Scorpius?> chiese allibito Zac.
Lily si guardò i piedi, era al colmo dell'imbarazzo.
< andiamo?!> Aurelia trascinò via quel povero ragazzo.
Cosa doveva fare? Stare lì fino alla cena o tornarsene in sala comune?
Lo sapeva che andava a finire così!
Stava per andare via quando uno Scorpius spettinato e ansante gli si parò davanti.

< scusa ... scusami tanto ... Rose mi ha detto che sei allergica al profumo per cui ho fatto una doccia ... avevo abbondato ... sai ...> disse affranto.
Lily decise per il beneficio del dubbio e gli sorrise.
Si incamminarono verso i cancelli.
Scorpius aveva un paio di jeans scuri e un maglione nordico con il collo alto di un colore che si avvicinava al grigio.
Stava benissimo.

Lily infilò un paio di guanti neri ma non si azzardò a mettere la ciccia, anche se Vic le aveva assicurato che era adorabile lei non si sentiva a suo agio, si sentiva ridicola.
< cosa vuoi fare?> chiese cercando di superare l'imbarazzo.
< non so ...> rispose un pò incerto.
< io vorrei passare a mielandia, ieri non ho fatto in tempo e credo che comprerò un pacco di cioccorane ... sai di quei pacchi extra large!> disse sorridendo.
"Sei una stronza!" Si disse.
< ti piacciono le cioccorane?> la guardò con la coda dell'occhio.
< molto! Ho ancora la raccolta di figurine ... quando ero più piccola ne ero molto gelosa!> continuò apparentemente tranquilla.
< davvero? Anche io! Pensa che ho ereditato quelle di mio nonno!> rispose lui subito colpito.
< e sono molto diverse da quelle di adesso?> chiese curiosa.
Il ghiaccio era stato rotto e passarono da un argomento all'altro con disinvoltura.
< come è essere la figlia di una campionessa di quidditch?> le chiese Scorpius sorseggiando una burrobirra seduti ai tre manici di scopa.
< oh ... beh con il quidditch ci cresci ... ne parli a colazione, a pranzo e a cena ... vai allo stadio tutte le domeniche e impari tutte le tecniche ... conosci tutti i giocatori e tutti quelli che ruotano intorno a questo sport: cronisti, giocatori, allenatori, guaritori ... tutti...> rispose con un'alzata di spalle.
Lui la guardò in uno strano modo ma non sorrise.
La serata fu piacevole e fin troppo corta.
Quando la riaccompagnò davanti al ritratto della signora grassa la salutò con un bacio sulla guancia.








   
 
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