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Autore: echelon1985    14/04/2010    4 recensioni
[SEGUITO DI EARTHQUAKE]
"Come si misura la distanza tra due persone?
Centimetri? Metri? O sorrisi mancati e parole non dette?"

Il tempo spesso è crudele. Scalfisce e cambia anche le cose più forti.
[Pairing:Jeph/Quinn (ovviamente) … con qualche sorpresina xD]
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bert McCracken, Dan Whitesides, Jeph Howard, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino dell’autore:
Salve girls, sono tornata xD
Questo capitolo un pò lungo mi serviva, era necessario descrivere
la quotidianità, come si stanno muovendo le cose per ognuno di loro.
Come si stanno incastrando i pezzi del puzzle, adesso che alla fine manca veramente pochissimo
Va beh basta. Ho scritto troppo xD
Hope you enjoy!





The new beginning shine while the end slip in the dark



Jeph P.O.V.


La mattina dopo mi sveglio presto, faccio una doccia e mi infilo
un jeans ed una felpa
Le tende sono ancora tirate e la casa è quasi completamente buia, evidentemente Dan dorme ancora.
Io  al contrario non ho dormito molto la notte scorsa, ho ripensato al discorso di ieri sera.
Capisco perfettamente che i miei strani sentimenti verso Bert non
hanno molto senso, credo di essere solo un pò disorientato
dalla situazione.
Prendo le chiavi della macchina e mi chiudo la porta alle spalle.
L'aria è frizzante ed il cielo è limpido.


Dieci minuti dopo giro la chiave nella toppa e cammino piano
per il salotto, fino alla camera da letto.
Quinn dorme a pancia in giù, il cuscino tra le braccia ed il capo
voltato verso la porta.
Le coperte lo avvolgono solo per metà e la t-shirt nera si è leggermente alzata durante il sonno.
Delle volte non posso credere a quanto sia bello, mentre dorme, la mattina
appena sveglio, la sera prima di dormire
In ogni singolo momento della giornata.
A volte mi chiedo come sia possibile che una sola persona possa
riempire la vita di un'altra così tanto da diventare indispensabile.
Ho sempre sentito che Quinn lo era, ma ne ho conosciuto l'esatta
portata quando mi è mancato.
Poggio le cose che ho tra le mani sul mobile scuro accanto alla finestra
e salgo sul letto mettendomi in ginocchio.
Mi chino verso di lui e lo volto delicatamente verso di me.
Ed è esattamente come lo immaginavo ieri sera al telefono
I capelli sparati in ogni direzione e la pelle calda.
Gli sorrido, prima ancora che apra gli occhi, con lo sguardo confuso
per essere appena stato svegliato


"Giorno baby"
"Hey, avevi detto che avresti chiamato"
"Da domani, stamattina non volevo che ti svegliassi senza di me"

Lo osservo sorridere e lo sollevo leggermente verso di me per poterlo
stringere.
Profuma di sonno
Non mi sentivo così al posto giusto da mesi, ma non riesco a non pensare a Bert.
Al fatto che ogni minuto che passo con Quinn
sto facendo del male ad un amico
Eppure non potrei essere in nessun altro posto al mondo.
Questo è il mio posto.
Mi stendo accanto a lui e Quinn si posiziona immediatamente tra le mie braccia, alzando leggermente il viso verso di me
Non sono mai riuscito a nascondergli qualcosa, per quanto ci abbia provato.
Ho cercato di tenerlo lontano da ogni preoccupazione, ma mi ha sempre letto tutto in faccia prima che aprissi bocca

"Jeph, va tutto bene?"
"Certo"
"Non è vero, che c'è che non va?"
"Niente piccolo, ho solo bisogno che tu faccia l'amore con me"


Mi chino su di lui e lo bacio, la sua bocca sa di menta.
Mi stendo meglio e faccio in modo che si posizioni
sopra di me.

Mi prendo tutto il tempo che mi serve per toccare quanta più pelle
possibile.
La sua carnagione chiara sembra ancora più pallida al buio
Passo le mani sulla sua schiena e lo sento sospirare contro le
mie labbra.
Sorrido e lo bacio più a fondo mentre finisco di spogliarlo.
Lascio che anche lui elimini i miei vestiti e poi inverto le posizioni
Lo preparo il più a lungo possibile perché non senta dolore, ma
percepisco comunque la sua tensione.
Il suo corpo è caldo e accogliente, mi muovo piano dentro di lui
e gli accarezzo i capelli, cercando di farlo rilassare.
E' incredibilmente bello con gli occhi chiusi e le labbra leggermente
aperte, anche se non ne esce nemmeno un suono.
Lo sento aggrapparsi alla mia schiena graffiandola leggermente quando aumento il ritmo dei miei movimenti
I suoi muscoli si tendono sempre di più quasi fino a tremare prima
di rilassarsi sotto le mie dita subito dopo essere venuto.
Lo seguo un attimo dopo ed unisco ancora una volta le nostre labbra
prima di staccarmi e riprendere fiato.
Mi sposto accanto a lui per non gravargli con tutto il peso addosso
e mi rilasso, avvicinandolo il più possibile a me.
Lo sento respirare un pò affannato contro il mio collo e posso sentire
il battito del suo cuore contro il mio fianco tranquillizzarsi piano.

Conosco perfettamente il motivo della sua tensione, ma voglio che sia lui stesso a dirmelo.
E' necessario che sia lui a parlarmi di quello che lo spaventa perché
io possa eliminare le sue paure.


"Stai bene?"
"Si"
"Ne sei sicuro? Eri nervoso"
"No, io sto bene"
"Quinn, non mentirmi, riesco a sentire quando sei
 nervoso"
"Forse è solo perché non facevamo l'amore da tanto, a parte quelle
 volte dopo che.."
"Tu lo sai che quello che è successo dopo che ci siamo lasciati
 non aveva niente a che fare con quello che è successo adesso,
 era diverso"
"Si, lo so"
"Non era questa la ragione del tuo nervosismo. Dimmi quella vera"

Abbasso il viso per guardarlo ma lui non guarda nella mia direzione.
E' sempre così quando ha qualcosa di importante da dire, lo fa
ogni volta, quindi non me ne preoccupo e giocherello distrattamente
con i suoi capelli, aspettando che si senta pronto a parlarmi


"E' solo che avevo paura che mentre noi facevamo l'amore tu avresti
 ripensato a... a quello che ho fatto"
"L'avevo immaginato"
"Ed è così? Ci hai pensato?"
"No. Avevo paura anch'io che succedesse, ma no, non ci ho pensato"
"Davvero?"
"Si, è passato piccolo, ok? Lasciamocelo alle spalle"
"Si"

Lo stringo un pò più forte e gli deposito un leggero bacio sull'orecchio, che
fa un leggero schiocco e lo fa increspare gli occhi e ridacchiare.
La sua pelle ha perso l'odore del sonno e adesso sa un pò di me.

"Ti avevo portato la colazione, ma adesso è fredda"
"Non importa, cos'era?"
"Caffè e muffins al cacao e vaniglia come piacciono a te"
"Possiamo riscaldarli nel microonde"
"No, adesso ci vestiamo ed usciamo, ti compro una nuova colazione"
"Da domani mi telefonerai la mattina?"
"Si"
"Ma puoi venire qui ogni tanto, per favore?"
"Quinn noi ci vedremo tutti i giorni"
"No intendevo la mattina, puoi svegliami come oggi qualche mattina?
 Solo qualche volta"
"Certo che si"



Lo osservo alzarsi e cercare qualcosa da mettersi senza muovermi dal letto,
godendomi lo spettacolo del mio ragazzo che gira nudo per la stanza.
Indossa un paio di boxer e si avvicina al letto

"Non ti alzi?"
"No"
"E la colazione che mi hai promesso?"

Gli sorrido e lo tiro verso di me facendolo salire in ginocchio sul
letto, e poi me lo trascino addosso, facendolo ridere

"Ordiniamola e facciamocela portare a casa"


Non sono ancora pronto a condividerlo col resto del mondo
.
Non per questa mattina.



Quinn P.O.V.


Quando chiudo la porta e sento il rumore della macchina di Jeph allontanarsi
fuori è già buio.
Vederlo andare via mi da sempre la stessa sensazione di paura.
Ogni volta che chiudo la porta mi sento come quando lasciò casa nostra, come
se non dovesse tornare mai più.
Mi ripeto ancora una volta che non è così.
Che in un modo o nell’altro sono riuscito a tornare accanto a lui, e che non
mi lascerà più.
Raggiungo la camera da letto e recupero il cellulare dal comodino.
Al cellulare di Bert ancora una volta l’unica risposta che ottengo è la voce
metallica della segreteria telefonica.
Decido di fare una passeggiata e raggiungere casa sua.
Provo a chiamarlo da due giorni ma non sono stato in grado di rintracciarlo.
E’ il mio migliore amico, vorrei sapere come sta, vorrei raccontargli di Jeph, e capire il perché di questi strani silenzi.
Quando arrivo davanti casa sua posso sentire le note del pianoforte dall’esterno.
Resto per un attimo immobile a godermi la musica e la sensazione di pace
che le dita di Bert che si muovono sui tasti riescono sempre a darmi.
Devo bussare un paio di volte prima che la musica si fermi e la porta
venga aperta.
Quello che ricevo è uno sguardo sorpreso ed un sorriso che mi pare forzato.
Bert si sposta dall'ingresso per farmi entrare.
Il silenzio che regna nella casa per un attimo mi fa rimpiangere il suono
del pianoforte.
Prendo posto sul divano mentre Bert mi raggiunge in salotto, e si siede su una poltrona, lontano, invece di sedersi accanto a me.

"Come mai sei qui?"
"Come mai? Sono giorni che il tuo telefono è staccato, ero preoccupato"
"Sto bene, non c'era bisogno di preoccuparsi"
"Non mi pare che tu stia bene, sembri molto strano"
"E' tutto ok. Tu stai bene mi sembra"

Il suo tono di voce si abbassa leggermente, mentre pronuncia l'ultima frase.
Lo osservo interrogativo e in cambio ricevo solo un altro sorriso un pò
forzato.

"Io, si io sto bene. Jeph ed io stiamo mettendo le cose apposto"
"Bene. Sono contento che tu.. sono contento per te e Jeph"


Il suo sguardo è fisso a guardare fuori dalla finestra e raramente i suoi
occhi incontrano i miei
Questo comportamento evasivo non è da Bert.

"Davvero?"
"Certo, sei il mio miglior amico, ovvio che io lo sia, no?"
"Già lo sono, e tu non mi stai dicendo la verità. Non ti fidi più di me?"
"Darei la mia vita per te"

Il tono della sua voce è qualcosa che non riesco a riconoscere.
La sua voce bassa e con un' intonazione esausta non gli appartiene.
C'è dentro qualcosa che non capisco, ma che mi fa uno strano effetto.
Una strana sensazione di tristezza

"Non è quello che ti ho chiesto. E poi che pensi? Che io non farei lo stesso
 per te?"
"Io sto bene. Dovresti tornare da Jeph"

Non posso fare altro che andarmene, perchè è chiaro che Bert non ha
nessuna intenzione di confidarsi con me

"Quand'è che le cose sono diventate così tra noi?"

Non è una vera domanda, e se lo è, non è da lui che mi aspetto una
risposta.
Forse dovrei rispondere io, forse sono stato troppo preso dai
miei casini per essere un buon amico
Mi alzo dal divano e lo guardo ancora una volta, poi mi avvio verso
la porta.
Mi volto soltanto perché sento la voce di Bert chiamarmi

"Quinn.."
"Si?"
"Io..."
"Tu cosa Bert? Dimmelo"
"Io ti... ti voglio bene"
"Ti voglio bene anch'io"






Il giorno successivo lo passo quasi completamente a letto.
Mi sveglio con la voce di Jeph che mi sussurra il buongiorno.
Ascolto il suo tono calmo e rilassato e col caldo delle coperte intorno
è come se mi cullasse con una ninnananna.
Tengo gli occhi chiusi e ascolto soltanto, mugolando solo qualcosa
ogni tanto.

"Vuoi dormire ancora un pò?"
"No, continua a parlare"
"Ok, facciamo così, parlo finchè non ti addormenti"


Quando apro ancora gli occhi il telefono è scivolato dalle mie mani
sulle lenzuola.
Mi alzo dal letto rabbrividendo per il freddo che proviene dalla finestra leggermente aperta.
La chiudo e mi sposto in bagno per una doccia calda, portando il
cellulare con me, nel caso Jeph chiamasse.
Quando il cellulare squilla sono già uscito dalla doccia, mi avvolgo
meglio l'asciugamano in vita e mi stendo sul letto.

"Hey, ben svegliato, di nuovo"
"Mi spiace di essermi addormentato"
"A me no, ho ascoltato il tuo respiro per un pò"
"Mi manchi"
"Sto per venire lì, preparati"
"Per cosa? Possiamo ordinarci qualcosa da mangiare e.."
"No, stasera usciamo. Ti porto fuori a cena"

Prima che io possa chiedere qualsiasi spiegazione Jeph ha già interrotto la telefonata.
Mi asciugo e mi infilo un jeans, poi cerco una maglietta vagamente decente da indossare.
Ne scelgo una nera, e metto una felpa dello stesso colore.
Meno di un'ora dopo il campanello suona interrompendo il
silenzio assoluto della casa.
Apro la porta e resto un attimo sorpreso nel trovarmi di fronte Jeph
Indossa un pantalone nero ed una camicia dello stesso colore.

"Perché hai suonato? Hai le chiavi"
"Perché questo è un appuntamento, ed io sono venuto a prenderti"
"Un appuntamento?"
"Si, ci riflettevo stamattina. Noi non ne abbiamo mai avuto uno vero
 e proprio"
"Jeph noi ci conosciamo da tutta la vita"
"Lo so, ma pensaci, siamo stati amici per anni, e poi siamo quasi
 subito andati a vivere insieme"
"Quindi ora siamo ad un appuntamento? Cioè sei venuto a
  prendermi, mi porti a cena e mi riaccompagni?"
"Esatto"
"Mi sento come se fossi tornato al liceo"
“Lo dici come una cosa brutta”
“No, è carina, un po’ strana, ma carina. Sei elegante. Devo cambiarmi?”
“Sei bellissimo”


Jeph P.O.V.

Impieghiamo circa venti minuti per raggiungere il ristorante nel quale ho
prenotato.
Li passiamo quasi interamente in silenzio, solo guardandoci ogni tanto.
Le macchine che ci passano accanto ogni tanto illuminano l’abitacolo della
macchina ed il viso di Quinn.
E’ più bello ogni giorno che passa
Allungo la mano destra verso di lui e intreccio le nostra dita, guadagnandomi
un sorriso da parte sua.
Lo lascio andare solo il tempo di parcheggiare, per poi riprendere la sua
mano non appena chiusa la macchina.

“Va tutto bene?”
“Si, solo...niente, è stupido”
“Cosa?”
“Credo di essere un po’ emozionato”

Ed è strano sentirglielo dire, ma mi sento allo stesso modo, quindi mi
limito a sfiorare per un attimo le nostre labbra senza dire altro.
E’ una specie di bizzarro nuovo inizio.

La serata trascorre molto tranquillamente, e come sempre non ci sono
grandi momenti di silenzio, c’è sempre qualcosa che dobbiamo dirci, anche
a distanza di tanti anni.
Come se fossimo sempre affamati dei pensieri dell’altro.
Il sapere che esiste una persona che è interessata ad ogni tuo pensiero,
qualsiasi esso sia, per quanto sia stupido o insensato, è una cosa che
mi ha sempre fatto sentire completo in qualche modo.

Il viaggio di ritorno non è molto diverso, la testa di Quinn è poggiata
contro la mia spalla e la sua mano sinistra è intrecciata alla mia sul cambio
della macchina.
Parcheggio sotto casa ed accendo le luci, per poterlo vedere meglio.
Mi serve ancora qualche minuto perché non sono ancora pronto a lasciarlo andare.

“Dimmi qualcosa che non so”
“Cioè?”
“Qualcosa di te che non mi hai mai raccontato”
“Jeph, non c’è niente che tu non sappia di me”
“Andiamo, è il nostro primo appuntamento. Si presuppone che non sappiamo
 tutto l’uno dell’altro”
“Si, ma noi ci conosciamo da sempre”
“Ci sarà qualcosa, anche un piccolo aneddoto, non lo so, qualcosa”
“Ok”

Osservo il suo viso illuminato dalla luce gialla della macchina che crea strane
ombre scontrandosi col buio di fuori, mentre aspetto che pensi a cosa raccontarmi.

“Quando ero piccolo, avrò avuto 4 o 5 anni, i miei genitori lasciarono me e i
 miei fratelli dai nonni. Era in assoluto il primo week-end che passavamo
 senza di loro. Mi ricordo di aver pianto praticamente per due giorni interi.
 Ero così triste, e per qualche strana ragione pensavo che non sarebbero
 tornati mai più.
“Davvero? Le cose da piccoli sembrano sempre troppo grandi per essere
 affrontate”
“Era una sensazione così vivida che non la dimenticherò mai.
 Non l’ho mai più provata…finchè… fino al giorno in cui te ne sei andato da
 casa nostra”

La sua voce è così bassa, e turbata.
Ed il suo sguardo è rivolto altrove, fuori dal finestrino, come se cercasse
qualcosa nel buio.
Faccio in modo che si giri verso di me per poter guardare i suoi occhi.
Ogni volta che ripenso ai mesi passati mi sembra impossibile che siamo
stati in grado di farci tutto quel male a vicenda.


“Mi dispiace”
“No, che dici.. è stata solo colpa mia”
“Mi dispiace che tu sia stato male, in ogni caso”

Circondo la sua vita con le braccia e faccio in modo che faccia lo stesso
con me.
La sua pelle è leggermente fredda
Tiro su la zip della sua felpa per coprirlo meglio nonostante il caldo
della macchina.

“Ma io adesso sono qui”
“Lo so, è solo che.. la provo ancora. Ogni volta che ti guardo andare via”
“Piccolo, ma…”
“No Jeph, lo so. Ho capito perché lo fai, e va bene così, davvero. 
 Dura solo un attimo, la sera quando chiudo la porta dopo che sei andato
 via”
“Ma adesso sai che io tornerò. Lo sai, no?”
“Si”
“Tornerò sempre da te Quinn”

Scendiamo dalla macchina e tengo la sua mano nella mia fino alla porta,
mentre con l’altra Quinn cerca le sue chiavi.
Il freddo fuori in contrasto con l’aria calda della macchina gli ha istantaneamente arrossato le guance.
E’ bello.
Talmente bello che per un lungo momento mi chiedo che cosa sto facendo.
Mi domando se quella che ho preso sia la decisione giusta.
Forse dovrei solo tornare a casa e prendermi cura di lui.
In realtà so che è la cosa giusta da fare, che è necessario perché entrambi
possiamo uscirne più forti.
Vorrei solo che lui non ne soffrisse
Mi accorgo che la porta è aperta solo perché sento gli occhi di Quinn fissarmi

“Che ne pensi se dormo da te stanotte?”
“Non devi, non è per questo che te l’ho detto Jeph. Prenditi i tuoi tempi.
 E’ giusto”
“Lo so”
“E poi è il nostro primo appuntamento, non puoi passare la notte da me al
 primo appuntamento”

La nota allegra nella sua voce mi fa capire che ha davvero capito.
E che stiamo davvero facendo la cosa giusta.
Ma non stasera.
Stanotte abbiamo entrambi bisogno l’uno dell’altro.

“Non importa, io sono uno facile”

Ascolto il suono della sua risatina mentre ci chiudiamo la porta alle spalle.
Stanotte è questa la scelta giusta.
Stanotte il mio posto è questo.




Grazie mille per le bellissime recensioni! *-*

Friem: Il capitolo scorso era un po’ di passaggio. Mi serviva descrivere
tutti i passaggi e gli stati d’animo per rendere più chiare le cose.
Cosa succedeva tra Jeph e Quinn.
E come Bert lo stava vivendo nel profondo.
E alla fine lui ha scelto di non dire nulla, nonostante il dolore.
Che mi dici del capitolo nuovo?

SweetPandemonium: Honey, la reazione di Jeph nei confronti di Bert è appena accennata
Ma non preoccuparti, ci sarà prima della fine.
Ci sarà un chiarimento tra i sue, che poi chiarirà molte cose su Bert in generale.
Dan è un mito, hai ragione, ma poverino, gli ho dato un capitolo di ferie dalla sua professione di psicologo salva amici xDD

MarsFreiheit: Grazie! *-* Sono contenta che ti siano piaciuti!
Si, Jeph e Quinn sono fantastici, e Bert in qualche modo ancora una volta se ne è fatto una ragione.
Lo fa sempre, per quanto gli faccia male
Che te ne pare?

Xx_ImJustAKid
:
awww i tuoi commenti sono l’amore! *-*
Bert non gliel’ha detto, e forse non l’avrebbe fatto comunque, sia per
paura che per lucidità, in ogni caso anche stavolta si è dimostrato
migliore di quello che tutti credono.
Jeph sta male, per ovvie ragioni, e si un po’ gli offusca la felicità, ma ci sarà
un chiarimento tra i due alla fine, di che tipo, ancora non lo so! *-*

ChemicallyUsed: Hun, grazie mille! La tua recensione mi ha commosso *-*
Quello che ti chiedi su Bert, e penso se lo chiedano tutti, verrà fuori non
preoccuparti, oramai siamo agli sgoccioli.
Mi mancherà questo Bert mi mancherà un pezzo di me T.T

Akura: Ahah e se non ci fosse Dan sarebbe stata una tragedia greca!
Mi serviva almeno una persona vagamente sana di mente xD
Il suo amore è più forte di qualunque cosa, credimi.
L’ha dimostrato ampiamente.
Che ne pensi di questo capitolo?

   
 
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