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Autore: Ryta Holmes    20/04/2010    6 recensioni
"In una sola notte il suo passato nella grande città dei Pendragon era stato cancellato. Quel passato fatto di impegno e dedizione, fatto di grandi imprese troppo spesso tenute nascoste. Un passato in cui aveva protetto l’erede al trono a rischio della propria vita.Una sola notte che aveva cambiato tutto. La sua reputazione, i suoi sentimenti e soprattutto la stima nei confronti di colui che considerava un amico, quasi un fratello nonostante il divario dato dal loro status. Una differenza  però, che il principe Artù aveva ben chiarito con ciò che aveva fatto quella notte. E che aveva costretto Merlino ad usare la magia."
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Desclaimers: personaggi, storie e luoghi non appartengono a me. Se lo fossero sarei ricca e sarei probabilmente una sceneggiatrice, ma questi sono solo vaneggiamenti! Ad ogni modo scrivo senza nessuno scopo di lucro, tranne quello di divertirmi!

Premessa: è la fine…. Una settimana e ho avuto altre due idee, ho ripreso a scrivere al ritmo di una locomotiva. Era dai tempi di Harry Potter (per me so tempi XD), che non avevo così tante idee per delle fanfiction, soprattutto considerato che il tempo per scrivere è meno di quello che avevo all’epoca, quindi adesso mi pianto al pc di notte XD o se no finisco per sognarmi le trame e non va bene!
Ad ogni modo, questa volta, sperimentiamo! Niente dame del lago, niente incantesimi d’amore lanciati da chissà chi… solo Merlino e Artù. E il loro strano e complicato rapporto. A modo mio, sperando vi piaccia.
Buona lettura!

SO COSA HAI FATTO



.1.

Rami e cespugli comparivano in successione davanti agli occhi appannati dalle lacrime. Il respiro ridotto ad ansimi sempre più accelerati, nemmeno si condensava più in nuvolette di umido davanti la bocca, segno che persino i polmoni si erano congelati. Fu costretto a fermarsi nel cuore della foresta, quando le forze gli vennero meno e la mancanza di ossigeno gli offuscò la vista oscurandola del tutto. Non che la visibilità fosse elevata, considerata l’ora notturna e l’abbondante nevicata che aveva imbiancato ogni cosa e resa irriconoscibile sotto la coltre di ghiaccio.
Si lasciò andare contro un albero, piegato in due per lo sforzo della corsa ma poi cadde in ginocchio, incurante della neve che gli bagnava i calzoni e strinse i denti cercando di deglutire.
La gola arida sembrava una contraddizione, visto che il resto del viso era completamente bagnato di lacrime.
Merlino gemette, chiudendo con forza le palpebre, non sapendo come scindere il dolore fisico che stava provando, da quello più interno, sul cuore. Si strinse una mano al petto, perché sentiva come un impedimento a che lui regolarizzasse il respiro, troppo agitato, troppo sconvolto.
Era fuggito da Camelot prima che le guardie lo prendessero e lo condannassero a morte. Aveva usato la magia per scappare ma non aveva fatto differenza, perché ormai era già stato tacciato di stregoneria. Per questo lo avevano inseguito inveendo contro di lui, cercando di ucciderlo come se fosse il più infimo degli esseri.
In una sola notte il suo passato nella grande città dei Pendragon era stato cancellato. Quel passato fatto di impegno e dedizione, fatto di grandi imprese troppo spesso tenute nascoste. Un passato in cui aveva protetto l’erede al trono a rischio della propria vita.
Una sola notte che aveva cambiato tutto. La sua reputazione, i suoi sentimenti e soprattutto la stima nei confronti di colui che considerava un amico, quasi un fratello nonostante il divario dato dal loro status. Una differenza  però, che il principe Artù aveva ben chiarito con ciò che aveva fatto quella notte. E che aveva costretto Merlino ad usare la magia.
Mentre tentava di rialzarsi e di riprendere quella fuga disperata, il giovane mago pensò che quella medaglia che avrebbero dovuto condividere assieme, era appena stata spezzata in due. E si sa, se il metallo è freddo non si può riattaccare, ci vuole calore per fonderlo. Ma Merlino vedeva solo gelo in quel futuro.

*

Un giovane cavaliere entrò svelto nelle stanze del principe ereditario, inchinandosi non appena incontrò lo sguardo furibondo di Re Uther. Gli occhi saettavano di collera e il volto contrito avrebbe spaventato chiunque si fosse trovato sotto il tiro del sovrano. Il cavaliere, pur essendosi più volte distinto per il suo valore, sudò freddo al pensiero di dover dare quella notizia al re.
“Lo avete trovato?” domandò duramente Uther, fissando il suo interlocutore con impazienza.
“No, mio signore… ha usato la magia per farsi strada tra di noi ed è riuscito a scappare da Camelot! Ma non si preoccupi una squadra è già partita per cercar-“
“Certo che mi devo preoccupare!!” gridò furioso il sovrano interrompendolo. Fece un passo in avanti e afferrò per la cotta di maglia il cavaliere, che non riuscì a celare il nervosismo nell’espressione del viso. Uther tuttavia, ignorò quello sguardo spaventato: era molto più impegnato a dare ordini.
“Non devo preoccuparmi, quando mio figlio è stato quasi ucciso dal suo servo?” una mano andò ad indicare il letto dell’erede, dove Artù giaceva apparentemente addormentato. Gaius, il medico di corte era chino su di lui e gli avvolgeva delle bende bianche sul petto e sulle mani, l’espressione sul viso indecifrabile.
Il cavaliere deglutì a vuoto ma non fece nulla per liberarsi dalla stretta del re. “N-no, mio signore… ha ragione. E’-è per questo che una squadra sta setacciando la foresta… non… non potrà resistere è solo e senza cavalcatura… lo prenderemo!”
Uther lasciò andare la presa con un gesto secco e diede le spalle al giovane per avvicinarsi al letto. “Spero per tutti che sia così!! Muovetevi e portatemelo qui quanto prima!”
Il cavaliere si inchinò frettolosamente e sparì dietro la porta con un certo sollievo. Uther invece, fissò il suo sguardo di ghiaccio su Gaius, che aveva appena controllato il respiro del principe.
“Gaius tu lo sapevi?” la domanda aleggiò ansiosamente nell’aria, mentre il medico di corte si prendeva il tempo per rispondere.
“No…” il tono di voce spettrale non avrebbe convinto nessuno, ma quando sollevò gli occhi per guardare il suo sovrano, Gaius assunse l’aria più decisa che conoscesse, sperando che il re scambiasse quel turbamento che trapelava, per ciò che aveva scoperto e non per quello che teneva nascosto. “Non riesco a credere nemmeno io, che Merlino… Non l’ho mai visto usare la magia, sire, questo è quanto. E sapere ciò che ha fatto mi addolora… sapete che lo consideravo come un figlio…” a queste parole chinò nuovamente il capo con sofferenza. Non stava fingendo adesso, l’uomo era davvero preoccupato per il ragazzo ma per un motivo che il re non avrebbe mai potuto comprendere. Non sapeva cosa fosse accaduto ma se Merlino aveva usato la magia contro Artù era stato per un motivo plausibile. Solo che così si era rovinato con le sue stesse mani.
“Siamo tutti stati traditi, allora.” Sentenziò Uther, dopo alcuni minuti in cui era calato il silenzio.
“Avevamo il marcio così vicino a noi e non ce ne siamo nemmeno accorti. E tutto per attentare alla vita di mio figlio!” il re si chinò verso Artù e lo sfiorò con una carezza paterna sulla fronte. Già una figliastra e una moglie gli erano stati portati via dalla magia… non avrebbe più permesso che cose del genere accadessero ancora. Ritirò la mano e si avviò con passo spedito verso la porta. Qui si fermò, per rivolgere un ultimo spaventoso sguardo verso il medico di corte.
“Gaius… sappi che non avrò pietà per Merlino, quando lo troveranno. E non avrò più pietà per nessuno. Credo sia il caso di dare avvio ad una nuova Purga.”
Il vecchio attese che il sovrano lasciasse la stanza, prima di sospirare e di lasciarsi andare all’angoscia. “Merlino… che cosa hai fatto…”
La disperazione della sua voce non si perse nell’aria senza che nessuno la ascoltasse. Artù aveva sentito tutto, ogni parola di quel discorso ma aveva finto di dormire preferendo non intromettersi in nulla nonostante quella brutta faccenda lo riguardasse.
Aveva delle profonde ustioni sul petto e sulle mani che dolevano oltre l’immaginabile ma quello che più bruciava, erano i ricordi di ciò che era accaduto. Rivedeva il viso sconvolto di Merlino, la paura in quegli occhi che d’un tratto si erano fatti dorati e poi tutto era cambiato.
O no… forse tutto era cambiato molto prima, quando si era lasciato prendere dalla rabbia e dalla frustrazione. In quel momento, aveva deciso il suo destino e quello del suo servo.
Non lo tormentavano le ustioni, quanto invece ripensare al disgusto in quegli occhi che lentamente tornavano azzurri e che senza bisogno di parole gli avevano mostrato fino a che punto Merlino avesse completamente perso stima di lui.
Gaius sedette al suo fianco per vegliarlo durante quella dolorosa notte. Avrebbe preferito restare da solo o avere qualcun altro accanto. Perché per ogni sospiro affranto del vecchio, il suo senso di colpa si acuiva.

Continua….

Cosa sarà successo?? Lo sapremo nella prossima puntata! XD o forse nell'altra ancora... o in quell'altra? Vabbè le spiegazioni a tempo debito, ovviamente! ;-)
Intanto vi chiedo un piccolo commento, sperando di avervi incuriosito!! (anche perchè a volte mi sembra di stare a parlare da sola e già sono abbastanza svitata....) La storia è in corso d'opera, ma gli aggiornamenti non saranno eterni, garantisco! Anche perchè di questo passo, conto di finirla presto XD
Baci a tutti!
Ry

   
 
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