Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SyamTwins    21/04/2010    1 recensioni
Dio dirige la Quattour da secoli.
Molti umani vengono protetti da giovani Angeli Custodi.
Se il Protetto s'innamora dell'Angelo è un conto. Se l'Angelo s'innamora del Protetto è tutto un'altro paio di maniche.
Limar è la protagonista di questa storia apocalittica in cui uno strano Dio dirige un'agenzia di Angeli per purificare il mondo. Ma il potere, come tutti noi sappiamo, da alla testa.
Starà a Limar decidere come modellare il suo destino: tradire la Quattour o il proprio cuore?
[FanFiction a quattro mani: in collaborazione con S a r s a.]
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.


Siete mai stati nel Bronx? Fa a dir poco schifo. La mattina alle sette ci sono già i gruppetti di drogati accalcati sui marciapiedi che ascoltano rap a tutto volume da cellulari rubati. Per terra è pieno di schegge di bottiglie di birra, lattine, siringhe, che se vai con le scarpe aperte rischi di contrarre l’AIDS.

Le ragazze sono tutte uguali, tutte delle troiette con l’alito che puzza di nicotina, sguaiate che te la darebbero per cinque dollari.


La scuola qui nel Bronx, beh, è un po’ come le strade, con l’unica differenza che non ci sono auto rubate parcheggiate in classe. I professori entrano in aula, scrivono alla lavagna cosa devi fare e poi si siedono alla cattedra e farsi gli affari loro, fregandosene altamente se combini qualcosa o no.

Nelle prime file le ragazze si passano ridacchiando pacchetti di preservativi, o di coca, e a giudicare dallo stato dei loro denti spesso mi chiedo come gli altri ragazzi trovino il coraggio di limonarci. Allo spaccio mi chiamavano Lupo Solitario per sfottermi, perché non mi ero mai filato nessuna prima d’allora. Le ragazze non mi attraevano troppo. Niente per la verità mi attraeva, tranne i soldi e la roba che mi ci potevo comprare.


Era uno di quei giorni rarissimi in cui andavo a scuola… poveri banchi, sentivano la mia mancanza, così avevo deciso di riscaldarli un po’. Per la verità erano venuti i Servizi Sociali a casa alle sei di mattina e mi avevano portato là trascinandomi per le orecchie.

Anche nell’aria pesante di gas di scarico del Bronx, delle colonnine di fumo che escono dagli spinelli, si sente se c’è un profumo nuovo. Quel giorno mi sedetti di schianto sulla sedia in aula mentre la classe iniziava a riempirsi, fuori minacciava di pioggia, i vetri sporchi erano rigati di condensa. Frugai in tasca e tirai fuori una sigaretta:<< Hey, hey,hey… hai da accendere mezza sega?>>, domandai a Viktor. Lui arricciò quel muso nero da cane e mi dette riluttante il suo accendino.

<< Bravo bambino>>, lo sfottei accendendomi la sigaretta e facendo un tiro.

<< Ma l’avete vista, che faccia da stronza?!>>, Jessica e Brittany entrarono in classe mormorando infastidite e si sedettero davanti a me. Brittany si girò con la solita aria da demente del millennio, sbattè le ciglia incollate di mascara:<< Guarda chi si vede!>>, mormorò facendomi gli occhi dolci e arricciandosi una treccina nera sul dito.

<< Non rompere i coglioni, puttana>>, la liquidai e lei si voltò un po’ delusa biascicando la sua bigbabol.

Nell’istante esatto in cui suonò la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni, dalla spessa coltre di fumo che intasava la porta scardinata emerse una figura che non avevo mai visto prima.

Non troppo alta, indossava dei jeans chiari abbinati a una maglietta bianca con le maniche di fata. I riccioli neri e selvaggi erano allo stesso tempo curati in ogni minimo particolare. Smorfiosa. Gli occhi a mandorla si posarono su di me intensamente, come se mi riconoscesse. Mi infastidì, quella non era del Bronx, era una ragazza bianca, sicuramente straricca. Che voleva? Mi ferì nell’orgoglio la sua aria trasudante di soldi, e la ignorai completamente mentre mi si sedeva accanto senza neanche chiedermi il permesso.

Il prof entrò annunciando alla classe:<< Oggi avrete una nuova compagna, Limar Nephys!>>. Fui l’unico ad ascoltarlo, dopodiché si sedette a leggere il suo giornale incurante del manicomio che c’era in classe.

<< Ciao>>, mi sussurrò la ragazza, stringendo i pugni quasi a farsi forza. Sembrava tesa, come prima di un esame.

<< Ehilà>>, risposi senza entusiasmo.

<< Come ti chiami?>>, mi domandò. Aveva un accento straniero.

<< Obama>>, la liquidai. Lei reclinò le spalle svilita.

La mia acidità scemò un po’. In fondo che mi aveva fatto per farmi girare le palle? Ma io ero un duro, trattavo tutti così. Ecco che il mio livello di scontrosità diminuiva ogni volta che tentavo di farlo aumentare, come contro la mia volontà. Mi voltai verso la ragazza che continuava a fissarmi intensamente:<< Mi chiamo Dylan>>, ammisi. Lei sorrise come se avesse conquistato la medaglia d’oro alle olimpiadi:<< Bene, d’ora in poi non mi separerò più da te!>>, esclamò entusiasta, e tutto ciò che riuscii a fare fu esibirmi in un sorrisetto incerto e poi sentire un gran disagio svuotarmi la testa.


ANGOLO SYAMTWINS
Salve salve a tutti!!! Questa è una storia scritta a quattro mani da me e Lion. Ogni volta che a narrare sarà Limar dietro che Lion, invece dietro Dylan ci sono io!
Leggete e commentate!
  
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