Cani Mordaci
Capitolo
15
Ore
piccole
Sakura sospirò per
l’ennesima volta, chiudendo con un gesto
di stizza il libro di chimica.
Dannate, dannatissime formule che non ne volevano sapere di
entrarle nel cervello.
La luce della flebile lampadina che illuminava la rozza
scrivania stava man mano andando ad affievolirsi.
Quelle stupide lampadine si fulminavano in un baleno.
La ragazza guardò l’ora. Le tre e mezza di mattina.
Si passò una mano sugli occhi pesti di sonno, sbadigliando
sonoramente.
Era tardi, e si era promessa di non fare più le ore piccole
sui libri. Beh, aveva anche promesso a Temari che non avrebbe mai
più messo
piede a Villa Uchiha, e invece…
La verità era che voleva aiutare quei poveri ragazzi, non
era possibile che fossero costretti a vivere con un padre del genere.
Scosse la chioma rosea, e sospirò nuovamente.
°°°
°°°
La campanella trillò
vivacemente, segnalando l’ora della
ricreazione.
Subito riecheggiò nei corridoi silenziosi il rumore delle
sedie che cigolavano venendo allontanate dai banchi, le risate, i
pettegolezzi.
L’aria si riempì di rumori in pochi secondi.
Neji Hyuga rimase in classe, quella mattina. Sedeva immobile
in un banco, le mani strette in grembo e i grandi occhi chiari
inchiodati in un
punto indefinito del pavimento.
- Ehy, Neji! Hai messo le radici? Andiamo, forza, abbiamo
solo dieci minuti di libertà!- Strillò Tenten,
avvicinandolo a passo di danza e
improvvisando delle ridicolo piroette sul posto.
Il ragazzo sollevò lo sguardo limpido su di lei.
- Tenten, posso chiederti una cosa?-
La fanciulla si fermò, le guance leggermente arrossate e il
fiato corto.
- Certo… dimmi.-
Neji prese un lento respiro.
- Hai paura di morire?-
Tenten si irrigidì da capo a piedi. Il suo respiro
accelerò
notevolmente, mentre si spostava una ciocca ribelle dietro
l’orecchio, confusa
e disorientata da quella strana domanda.
- Beh… Neji, che ti devo dire? Certo che ho
paura…però non
mi sembra il momento di pensarci, insomma, siamo giovani e con tutta la
vita
davanti.-
Lo Hyuga non poté fare a meno di regalarle uno dei suoi rari
sorrisi tirati.
- Già…abbiamo tutta la vita.-
Tenten rispose a quel sorriso malato con uno dei suoi,
radioso e abbagliante. Prese il volto dell’amato tra le mani
fresche,
sollevandolo finché i loro
sguardi non
cozzarono, ingoiandosi a vicenda, in un’impetuosa burrasca,
una lotta aperta
tra castano e ceruleo, tra terra e cielo.
Poi le loro labbra si sfiorarono appena, per poi incontrarsi
in una danza sfrenata, soffocando la tempesta.
Hanabi Hyuga osservava la scena da
lontano, un lecca-lecca
alla ciliegia ben stretto tra le labbra.
Stringeva i pugni convulsamente, sentendo la rabbia
invaderle lo stomaco per poi salirle il gola e soffocarla.
Neji… Neji era suo,
chi cazzo era quella maledetta puttana per arrivare e portarglielo via
così?
Dopotutto, gli Hyuga erano una famiglia dalle radici
antiche, nobile e benestante, e Hanabi non era come la sua stupida
sorella.
Lei ci teneva a mantenere pura la razza, e il sangue sporco
di quella pezzente avrebbe arrecato solo disonore alla sua stirpe.
Non avrebbe permesso a Tenten di imbrattare il buon nome
degli Hyuga, e poi… nessuno avrebbe mai potuto amare Neji
quanto lei lo amava.
Gliel’avrebbe fatta pagare, e anche molto cara.
Scivolò fuori
dall’istituito nonostante mancassero ancora
quattro ore prima della fine della scuola, ma tanto l’aveva
marinata così
spesso che era certa che i professori ormai la esentassero perfino
dall’appello.
A piccoli passi si incamminò verso il Bar Kubikiri, in
equilibrio negli scomodi stivali di pelle lucida, portati sopra u paio
di jeans
nuovi e attillati, una maglia rosa scollata che le metteva in risalto
il seno
pronunciato.
Si gettò la chioma liscia e lucente dietro le spalle,
entrando nell’ambiente caldo e confortante. Riconobbe ilo
barista dell’altro
giorno.
Stava lavano i piatti, una smorfia di concentrazione dipinta
in quel viso delicato e femmine.
- Ciao, Haku.- Lo salutò allegramente Hanabi, avvicinandosi
al piano bar con un sorriso malizioso.
Il ragazzo sollevò lo sguardo e le sorrise sinceramente. Non
pensava che sarebbe tornata… non dopo così poco
tempo.
- Ciao, Hanabi.-
Le strillò e batté le mani, eccitata.
- Non pensavo ti ricordassi addirittura il mio nome! Sei
stato proprio carino, Haku! E ho un accordo da proporti.-
Il ragazzo
inclinò
appena la testa, mentre i capelli scuri gli ricadevano eleganti in una
spalla
sottile. Quella ragazza era strana… molto. Solo il giorno
prima blaterava
riguardo all’amore impossibile ma incancellabile con suo
cugino, e adesso
eccola lì, che lo contemplava e gli sorrideva come se fosse
il suo ragazzo. Non
che la cosa gli desse fastidio, ma non era la prima volta che qualcuno
si
approfittava della sua ingenuità. Tuttavia, la
curiosità lo stava uccidendo.
- Cioè?- Chiese, leggermente preoccupato.
Hanabi ghignò.
- Beh… tanto per cominciare, potresti offrirmi una limonata,
che ne dici?- Domandò, ridacchiando.
Haku annuì in silenzio, indietreggiando per preparare la
bevanda alla ragazza. La poggiò nel ripiano in legno,
proprio davanti a lei. La
mano piccola e affusolata di Hanabi strinse il bicchiere, mentre la sua
lingua
giocherellava con la cannuccia in modo volgare.
Haku deglutì, a disagio.
La ragazza bevve qualche sorso rumorosamente, per poi
tornare a fissare il ragazzo.
- Ho bisogno di un favore, Haku… vedi, io… devo
parlare con
mio cugino. È urgente, molto. Però non posso
farlo, perché quella putt…cioè,
volevo dire, quella ragazza che
frequenta è veramente appiccicosa, non gli si scolla un
istante!-
Annuì con decisione, come per confermare ciò che
stava
dicendo con fin troppa enfasi.
- Ho bisogno che qualcuno me la distragga per qualche ora…
non fare quella faccia, mica te la devi scopare! Potresti dirle che ha
vinto un
premio, che ne so, falla venire al bar e parlaci, offrile da bere,
insomma,
tienila occupata! Ogni mattina la vedo entrare qui a fare colazione,
potresti
inventarle che è la vostra milionesima cliente o qualche
cazzata simile…-
Si sporse verso di lui, stendendo il busto nel ripiano e
inchiodandolo con i suoi grandi occhi pallidi.
- Lo farai per me, vero? Ovviamente, ti
ripagherò…-
Haku si accorse di star trattenendo il respiro da quando la
ragazza aveva iniziato a parlare. Espirò lentamente,
mordendosi piano il labbro
inferiore.
Aveva già accettato, ovviamente, ma non voleva mostrarsi
ingenuo e debole come al suo solito. Zabuza gli raccomandava di
continuo di non
farsi mettere i piedi
in testa da
nessuno, specialmente dalle femmine.
Prese un lento respiro.
- Cosa? Che ci guadagno, io…?- Chiese, e la sua voce non era
che un tremulo sussurro.
Un sorrisetto si fece spazio nel viso di Hanabi, che si
avvicinò e gli leccò sensualmente la labbra.
- Una notte. Solo tu ed io. Ci stai?-
Gli tese la mano aperta.
Haku sbatté le palpebre, confuso come non mai. Lentamente
allungò una mano e la strinse, annuendo appena.
Hanabi non poté fare a meno di ghignare di nuovo. Andava
tutto secondo i suoi piani.
°°°
°°°
Senza fretta, Temari finì
di pettinarsi i ricci capelli
biondi. Era in piedi, davanti allo specchio del bagno della scuola.
Sentì qualcuno tirare l’acqua dentro uno dei
cunicoli, da
cui uscì poco dopo Sakura.
- Ehy, Rosellina!- La salutò allegramente Temari, per poi
tapparsi la bocca, scioccata.
Sakura teneva gli occhi socchiusi, sotto i quali si
estendevano due grandi, immense occhiaie a panda.
- Ma che fai?! Pubblicizzi il WWF? Sakura, dannazione, da
quanto non dormi?-
La rosa mugugnò qualcosa non meglio definito e andando a
sciacquarsi le mani. Sbadigliò sonoramente.
- Stamani ho fatto le cinque… non ce la faccio proprio a
studiare a questi ritmi…-
Si avviò verso la classe, seguita dalla bionda.
- Ehy, Haruno! Ti ha sbaffato la matita?- Gli giunse la voce
strascicata e profonda di Sasuke. Sakura si voltò di scatto,
rabbrividendo nel
vedere il moro poggiato a un muro ingiallito dell’istituto,
una sigaretta
stretta in bocca, vestito di scuro e con le braccia incrociate davanti
al
petto.
Temari si frappose tra i due prima che Sakura potesse
rispondere.
- Perché non vai a farti fottere, Uchiha?-
Domandò,
sprezzante.
Poi fece per tirare Sakura via con sé.
- All’uscita
della scuola, davanti al parcheggio delle
biciclette - Scandì Sasuke alla rosa,
mettendosi le mani in tasca e
allontanandosi, la sigaretta che gli moriva piano tra le labbra.
Salve a tutti! Eccomi
tornata di nuovo,
dopo che la scuola mi ha lasciato un attimo di respiro!
Beh… che posso dire, il capitolo è stato
scritto velocemente, ed è stato particolarmente difficile.
Mi dispiace molto dover dipingere Hanabi
come una ragazzina maligna e approfittatrice, che trama contro Neji e
Tenten, soprattutto
perché è un personaggio che mi affascina e che ho
intenzione di sviluppare nel
corso della storia.
Sasuke torna all’attacco con Sakura, deciso
più che mai a non perdere la sfida contro il fratello. Va
beh, vado a
rispondere alle vostre magnifiche recensioni.
Princess
of Bang: Ehilà! Chi ci
recensisce mai… allora, tesoruccia mia,
tanto per cominciare, essendo (come tu sai fin troppo bene) Haku il mio
personaggio preferito, sono assolutamente sicura che non sia una donna.
Tu puoi
confermarmi lo stesso di Bill Kaulitz? XD Dai, lo sai che io scherzo!
Recensisci o venerdì ti taglio la testa! (Ti voglio tanto
bene! XD)
Kry333:
No, abbi
fiducia, prima o poi aggiorno in ogni caso! È mia abitudine
finire sempre una
cosa, una volta che l’ho iniziata. Purtroppo hai ragione,
l’ispirazione è una
brutta bestia! Grazie
per la recensione,
spero di sentirti ancora!
Kimly:
Davvero? Allora
comprendi le mie sofferenze. Beh, Haku è il mio personaggio
preferito, e sono
una sua fedele cosplayer ^^
Non potevo lasciarlo fuori! Comunque ti
ringrazio molto per la recensione, mi ha fatto molto piacere! Alla
prossima!
Tenny_93:
Sì, e anche
Hanabi è partita alla carica! Metterà in seria
difficoltà il rapporto tra Neji
e Tenten. Grazie, spero di sentirti presto!
Spero di aggiornare in
tempi più decenti. I
commenti sono sempre graditi!
Sasori