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Autore: Skadi    02/05/2010    2 recensioni
Una nuova missione per Zero, un vecchio amico che ritorna e un Kaname Kuran geloso. [dedicata alla mia musa ispiratrice e sempai Love90]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Grazie, sei stata bravissima Cla-chan!!!! xD

Buona lettura!^^

 

Dhampirs

• 9 •


 


L‘aria gelata sembrava incapace di scalfirlo; la gente intorno, immateriale, gli passava accanto come se lui non facesse più parte di quel mondo.
Si era isolato, Jean; per lui in quell’istante non esisteva che il lavoro affidatogli: nell’esatto momento in cui aveva ricevuto la proposta, non ci aveva pensato due volte ed aveva accettato il nuovo target. Andò nella stanza d’albergo che Zero aveva prenotato, e prese il necessario per uccidere il suo nuovo bersaglio: un umano di una certa rilevanza politica.

Gli occhi glaciali che lo osservavano, erano completamente privi di emozioni. Il sangue gocciolava lento dalla punta della lama, tracciando una linea che andava separando l’assassino dalla vittima. L’ennesimo colpo fu fatto calare su quel corpo, che oramai si lasciava sfuggire l’ultimo respiro di vita: tutto finì.

 

••••

 

“Il respiro affannato…l’odore pungente che lo mandava in estasi…quel sapore che lo inebriava e quel calore che lo raggiungeva sempre anche nelle profondità del suo animo…”
Le immagini così vivide che il sogno gli aveva mostrato ridestarono Kaname dal pisolino pomeridiano. Si guardò attorno, ricordandosi di aver preso una stanza in quella topaia dove alloggiava Zero, e per sua disgrazia anche quel tipo-assassino-Dhampirs-ladro-di-ragazzi-altrui-e-fumatore-accanito. Immerso nei suoi pensieri, che prevedevano tutti l’eliminazione in tronco del castano, sentì un lieve rumore nella stanza accanto quella di Jean, appunto. Sapeva che era uscito velocemente, ed aveva atteso il suo ritorno per chiarire alcuni concetti che il purosangue riteneva d’estrema importanza.
Bussò (stranamente) alla porta e quando venne aperta vide Jean di pessimo umore.
- Che vuoi? - chiese freddo il castano allontanandosi dalla porta.
- Sempre cordiale - replicò glaciale Kaname, entrando nella stanza. La prima cosa che notò era il buio all’interno di quella camera, debolmente illuminata da una lampada posta sul comodino vicino il letto.
Jean si avvicinò alla finestra e con un tono freddo chiese nuovamente cosa l’altro volesse.
- Ami Zero? - domandò diretto, oltremodo irritato, il purosangue.
- Sì - rispose l’altro senza guardare negli occhi il vampiro; stava osservando le sue lame riposte sopra un tavolino.
Kaname represse la sua gelosia e continuò il suo interrogatorio. Voleva solamente distruggerlo assaporando i suoi ultimi momenti di vita ma aveva iniziato a fare domande senza saperne il motivo e questo lo irritava ancora di più.
- E tu saresti in grado di amare? - domandò sarcasticamente il pureblood.
A quelle parole Jean si voltò verso di lui e lo fissò negli occhi. Quei occhi color cioccolato che di solito erano così dolci e gentili all’improvviso divennero di ghiaccio. Il movimento che Jean fece fu così veloce e repentino che neppure l’occhio sovrannaturale Kaname riuscì a vedere. Venne scaraventato addosso alla parete e la mano di Jean iniziò a stringere sul collo del vampiro.
- Kuran, non me ne frega un cazzo di quello che pensi, non me ne frega nemmeno se ami follemente Zero e non mi importa cosa pensi di me! Ma sappi che non sai nulla! Sei solo un bastardo presuntuoso! - sibilò infuriato Jean. Il castano aveva perso una parte del suo autocontrollo e quando si rese conto che Kaname non si stava difendendo, lasciò la presa e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Il pureblood non seppe cosa fu successo in quei pochi minuti.
Tutto aveva vacillato attorno a lui.
Lui che era uno dei più potenti purosangue ancora esistenti.
Lui che non si faceva piegare da nessuno.
Lui, Kaname Kuran.
Si alzò ancora pensieroso e uscì da quella stanza fredda.

 

••••

 

Sbatté forte la porta, facendo sobbalzare il povero preside intento a fare l’orlo ad un paio di pantaloni.
- È successo qualcosa, tesoro? - domandò ancora sorpreso Kaien: davanti a lui si stagliava in tutta la sua bellezza Tohga Yagari.
- Dove cazzo hai messo le mie cose? - tuonò infuriato l’Hunter-sensei.
- Oh - fece semplicemente Kaien, appoggiando i suoi utensili sulla scrivania. Non sembrava minimamente sorpreso della richiesta del moro, ma anzi sembrava addirittura preparato a quella scenata.
- Beh, avevi detto che non ti andava di continuare a dormire in quella topaia, così ho solo spostato le tue cose nella mia dimora. Non sei soddisfatto ora? - domandò il preside innocentemente.
- Tsk! – grugnì l’altro, e prese violentemente la camicia del preside tra le dita avvicinandosi pericolosamente al suo volto.
- La prossima volta avverti - sibilò prima di impossessarsi della bocca di Kaien, che insinuò la sua lingua nella bocca del sensei, intensificando così il loro bacio. Furono però interrotti dal bussare, leggero e determinato, alla porta.
Scocciati si staccarono, fecero finta di niente e Kaien pronunciò - Avanti -
Entrò una Yuuki tutta sorridente che non si accorse della atmosfera creatasi tra i due professori. Tohga uscì dalla stanza irritato, ma lievemente soddisfatto; Kaien, da parte sua, lo osservava uscire con l’acquolina in bocca.
- Papà - lo chiamò Yuuki ricordandosi di nominarlo in tal modo.
- Sì, mia dolce figliola - pose le sue attenzioni alla “figlia” sperando che si sbrigasse: voleva andare da una certa personcina.
- Volevo chiederti se io e gli altri vampiri possiamo avere la possibilità di rimanere alla Cross Academy -
- Ma certo che potete! Basta che seguiate le regole e che tu qualche volta vieni a trovarmi! - esclamò felice e abbracciandola.
- G…grazie - mormorò imbarazzata Yuuki, accoccolandosi però nell’abbraccio.


••••


Aidoh era seduto pigramente sul divano della sua stanza con in mano un libro, lo sguardo fisso sulla grande vetrata: ormai era da ore in quella posizione, immerso totalmente nei suoi pensieri. Scocciato si alzò, lasciando cadere il libro sul pavimento. Era stufo di pensare! Non ne veniva a capo, tanto meglio agire, no? Cosa aveva da perdere? Ah…sì! un cugino…
Andò nella stanza di Kain e aprì la porta senza bussare. Trovò il cugino sul letto a dormicchiare, si avvicinò e gli si sedette vicino. Lo osservò: aveva indosso solamente dei pantaloni bianchi, e il suo petto glabro si alzava e si abbassava a ritmo con il suo respiro; le palpebre chiuse erano rilassate, ciò significava che era tranquillo.
Si alzò, deciso a lasciarlo riposare e parlargli un’altra volta, tanto di tempo ne aveva…ma prima che potesse uscire fu fermato da Kain, che gli afferrò il polso.
- Ehi - lo chiamò il cugino facendolo cadere dalle nuvole: aveva completamente dimenticato cosa chiedergli...
- Akatsuki! Che sorpresa! - esclamò Aidoh forzando un sorriso, che da molti poteva essere interpretato come radioso, ma Kain riuscì a smascherare subito: lo conosceva fin troppo bene.
- Cosa vuoi? - chiese il cugino cercando, veramente, di essere il meno brusco possibile
- Ah! Beh…sai… - balbettò preso alla sprovvista il biondo.
- Cosa ti preoccupa? Veramente - domandò il biondo-arancio mollando la presa sul cugino.
A quella domanda Aidoh abbassò il capo. Cosa doveva dirgli? Doveva rivelargli che gli dava fastidio il suo distaccamento verso tutto e tutti, soprattutto verso di lui? Doveva domandargli perché non parlava quasi più con Ruka? Cosa doveva veramente chiedere o confessare?
Vedendo Aidoh incerto sul da farsi, Kain prese la parola.
- Ti dispiace che Kaname-sama se ne sia andato? -
- Sì! - rispose senza pensarci per poi aggiungere velocemente:
- Cioè no! -
- Sì o no? - indagò Akatsuki, il sopracciglio alzato.
Aidoh non sapeva cosa rispondere. Era felice che se era andato Kaname così da poter fare quello che desiderava? Ma cosa voleva veramente?
Ignorò la domanda del cugino e ne fece lui una:
- Perché il tuo rapporto con Ruka si è raffreddato? Non l’amavi? -
- Era questo che ti tormentava! - esclamò sorpreso Kain e sorridendogli confessò:
- No, non l’amo. Il mio cuore palpita solo per un vampiro. -
- E…chi sarebbe? - domandò Aidoh curioso ma alla stesso tempo con timore.
- Tu -
1 + 1 fa 2 questo breve ed elementare calcolo gli fece capire tutto. O almeno una parte…
Kain si avvicinò al suo viso così tanto da poter sentire il respiro caldo sulle proprie labbra. Nella testa di Aidoh c’era il vuoto assoluto; il proprio corpo, invece, sapeva assolutamente come muoversi: come una calamita fu attratto dal vampiro di fronte a sé e poggiò le sue labbra su quelle di Kain, che approfondì prontamente il bacio. Quando si decisero a separarsi, Aidoh era rosso per l’imbarazzo e mormorò un -ciao- frettoloso, mentre Kain lo guardava divertito.

 

 

••••

 


Grazie mille a tutti!

E a Avly: Mi fa moooooolto piacere sapere che questa storia ti piaccia e che il mio adorato Jean ti attira molto xD spero che ti abbia un po' accontentato questo capitolo, comunque il bello deve ancora arrivare ^^

 

i personaggi, ahimè, sono di Matsuri Hino e la storia non è scritta a scopi di lucro, è scritta solo per divertimento, voglia di imparare e far si che la mia storia entri nella vita dei miei amati lettori e che li colpisca nell'animo, tenendoli compagnia ^^

 

Bye bye

by

Skadi

 

   
 
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