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Autore: ilaslife    03/05/2010    1 recensioni
Lui guarda lei. Lei guarda lui. E quei pochi istante sembrano durare un eternità. Un eternità a cui io decisi di metter fine. Appena passarono un gruppo di persone davanti a noi mi volatilizzai. Uscì su una specie di terrazzo e mi accesi una sigaretta. La fumai con avidità e finì troppo presto. Buttai giù il restante mezzo bicchiere di vodka e fragola che mi era rimasta e ne accesi un altra. "hai d'accendere?'" ok.. non mi ero volatilizzata abbastanza bene. Ama moderatamente. L'amore che dura fa così. Oppure ama, ama follemente, e se questo ti farà soffrire, ama il tuo dolore, e sarai felice.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CIAOOOO!!! scusate il ritardo cari lettori ma per forza maggiori non ho potuto postare prima!!! SORRY SORRY!! ^^

dunque GRAZIE MILLE! Black_DownTH *___* ti chiedo scuso io ora per il ritardo XDDD spero leggerai e recensirai anche questo chap..!!!

grazie tantissimissimo.. anche a tutte le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite e tra quelle da ricordare *___*

GRAZIE

ovviamente grazie mille anche a chi legge senza commentare :) e che altro dire.. BUONA LETTURA (spero**)

 

CAP 5 - Nuvole Bianche

PARIGI

Megan rigirava il cucchiaino nella tazza di caffè ormai vuota, aveva l'aria di essere stanca,non per mancanza di sonno, ne per il weekend, sembrava staca di tutto.
Inoltre avevo la continua impressione che doveva drimi qualcosa.
Comunque sapevo che inabissarla di domande non sarebbe servito.
Se avesse deciso di aprirsi con me, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà.
In quel momento però, avrei voluto abbracciarla, tenerla fra le braccia e svelarle che sarebbe andato tutto bene.
Ma non lo avrei mai fatto, non avrei mai potuto salvarla da se stessa, perchè non sapevo come salvare me, da me stessa.
"sei agitata?"..."forse vuoi uno Xanas?" mi chiese agitando un barattolino contenente delle pillole.
"secondo te è una questione di pasticche?" le chiesi sconcertata
"è sempre una questione di pasticche, ormai il mondo vive di queste pillole colorate:
una per dormire, una per alzarsi, una per essere felice, per smettere di fumare,
 per scopare, per non rimanere incastrate,e vedrai che inventeranno anche quella per innamorarsi!"
In quel momento capì tutto. Straparlava, questo significava che aveva ricominciato a tirare coca.
Per un attimo mi venne l'impulso di tirarle uno schiaffo, mi sentivo talmente impotente.
"innamorarsi non sarà mai una questione di capsule" risposi per poi abbandonare il divano.
Dovevo trovare un modo per scoprire se i miei pensieri erano veri.
Tirai fuori le valige e comincia a riempirle dei nostri vestiti.
Cinque giorni in marocco ci avrebbero fatto bene.
Avrei potuto controllare ogni suo movimento.
Mentre sceglievo i costumi da portare, venni improvvisamente colta dalla voglia di suonare il pianoforte.
Andai nel salone e mi sedetti sullo sgabello, alzai lentamente il coperchio dei tasti,
come se avessi paura che qualche altro rumore potesse distogliermi dalla canzone che volevo suonare.
Cominciai a suonare Nuvole Bianche di Ludovico Einaudi.
Istintivamente chiusi gli occhi.
Dovetti riaprirli dopo poco per liberare le lacrime chi mi si erano formate.
E improvvisamente lui era li. Accanto a me, concentrato sulle mie mani per non perdersi nemmeno un passaggio.

*flashback*
Erano ormai 5 anni che facevo lezione di piano.
Quando tornai a casa e trovai un pianoforte tutto mio con un fiocco rosso gigante sopra non potevo crederci.
Bill strimpellava divertito una musica senza senso.
Mi sedetti accanto a lui.
Lo guardai estatsiata.
"che c è?" mi sorrise, con quello sguardo che solo lui poteva regalarmi
"Tu...io...ti amo" erano le uniche cose che avessero senso in quel momento nella mia testa.
Mi abbraccio con dolcezza, poi mi ordinò di suonargli una canzone.
 Quella che più amava. Quella che, secondo lui, ci rappresentava.
Nuvole Bianche.
*fineflashback*


La sensazione della presenza di Bill accanto a me venne concretizzata da quella di Megan.
Adorava quei rari attimi che suonavo, e non le bastava ascoltarmi da lontano,
doveva essere li, doveva guardare con occhi quella magia che si creava.
Quandò finì la canzone ci guardammò per un interminabile minuto negli occhi.
"cosa vuoi fare con tutti quei costumi? un bagno nella Senna?"
inevitabilmente risi alla sua battuta.
Lei era così, non poteva rimanere seria troppo a lungo.
"Sunshine, se lo fai per me non serve,e comunque devo andare a Milano dopo domani... se ti farà stare tranquilla puoi venire con me!"
"a fare cosa?"
"un servizio fotografico,ma restò qualche giorno in più cosi ne approfitto per salutare qualche amico. allora vieni?"
"e Milano sia!"

riposi tutti gli indumenti che avevo messo in valigia nell'armadio.
Gli inverni anche in Italia erano freddi, e dovevamo cambiare del tutto guardaroba.
Decidemmo di anticipare il volo di un giorno. Quindi il giorno dopo partimmo.
Lasciai Martini nelle mani fidate di Gerard.
Un vicino di casa con cui avevo fatto amicizia, estremamente appassionato di moda ed estremamente gay.


Il servizio fotografico di Megan durò 3 estenuanti ore, avevo conosciuto un ragazzo molto simpatico. Mirko, era italo-tedesco.
La sera ci incontrammo con altri amici e venne anche lui.
Andammo a cena,poi a ballare.
Non si staccò un attimo da vicino.
Ero infastidita. Non da lui, ma da me.
Avevo davanti ai miei piedi un ragazzo bellissimo, educato, gentile, simpatico,
che conosceva anche l'alfabeto muto tedesco.
E io non potevo fare altro che pensare a Bill.
Megan mi trascinò nel bagno e mi guardò di traverso.
"non ce la fai proprio vero?"
" a fare cosa?" gesticolai nervosa
"pensi ancora a lui !"
abbassai la testa sconfitta, come potevo dire il contrario?
Era più forte di me, smettere di pensare a lui equivaleva a smettere totalmente di pensare.

Umanamente impossibile.

disclaimers: alcune parti di questo capitolo sono citazioni tratte dal libro "Io non chiedo permesso" di Marilù S. Manzini.

  
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