Una piccola One-shot dal punto di vista di Sirius.
Quello che successe davero il 1 novembre 1981.
Impossibile.
Non avevo mai detto quella parola, ma
in quel momento era l'unica cosa che riuscivo a dire.
Era impossibile.
Non poteva essere morto, non lui.
Era
quasi mattina.
Camminavo
distratto fra le macerie di quella casa.
Quella
casa dove abitavano tre persone che avrei protetto a costo della
vita.
Quella
casa dove queste tre persone sono state uccise.
Per
colpa mia.
Perché
non ho avuto il coraggio di proteggerli fino in fondo.
Perché
ho messo le loro vite in mano a un traditore.
Silente
aveva già pensato al piccolo.
Grand'uomo
Silente.
Il
piccolo Harry, così simile a suo padre, con gli occhi di sua madre.
La
perfetta unione di James e Lily.
Il
dolce frutto della loro unione.
Il
mio figlioccio.
Chissà
se gli diranno chi sono, se mi vorrà bene, mi capirà, o forse mi
odierà, probabilmente.
Gli
occhi iniziarono a pizzicare spiacevolmente, sentivo che le lacrime
erano vicine.
Mi
allontanai in fretta dalla casa.
Pensai
a James, a come doveva sentirsi adesso.
Amava
la sua vita, amava suo figlio.
E
ha perso tutto!
Per
colpa mia!
Lanciai
un grido infastidito tirando un calcio a un masso.
Sentii
vagamente il dolore al piede, il cuore faceva più male.
Era
troppo pensare che non li avrei più visti sorridere, non avrei più
sentito le loro voci, e pensare che era colpa mia, e che quel sudicio
traditore di Codaliscia era ancora vivo.
Per
poco,
mi dissi.
L'avrei
ucciso, giurai a me stesso, sarebbe morto prima di me, nel modo
peggiore possibile.
Mi
trascinai lentamente lungo la strada.
Una
folla di maghi si stava radunando intorno alla casa.
Non
volevo parlare con nessuno, non volevo essere consolato o guardato
con pietà.
Imboccai
un altra strada sfuggendo agli sguardi dei curiosi.
Stavo
aspettando il Ministero.
Sarebbero
venuti a prendermi, avrebbero pensato che fossi io il colpevole.
E
lì lo vidi.
Mi
veniva incontro, la bacchetta sguainata, con una falsissima aria
disperata.
Si
fermarono tutti, Maghi e Babbani.
-Lì
hai traditi! È solo colpa tua!- gridò Codaliscia.
La
rabbia si impossessò della mia mente, sguainai la bacchetta e
lanciai la maledizione Cruciatus.
Lo
mancai, mi rivolse un odioso sorrisetto spavaldo.
Lo
vidi solo io.
Con
un gesto fulmineo si tagliò il mignolo della mano sinistra
lasciandolo cadere a terra.
Feci
per lanciargli un altra maledizione, ma nello stesso istante in cui
il mio incantesimo colpì l'asfalto, lui fece saltare la strada, si
trasformò e fuggì nella fogna più vicina.
Non
capii subito cosa era successo.
Vidi
corpi di Babbani immobili a terra, gente che fuggiva, un cratere al
centro della strada, e nel mezzo un mucchio di stracci insanguinati e
un dito.
Mi
resi conto di quello che aveva fatto, e risi.
Una
risata fredda, che faceva male al cuore, ma liberante.
Con
quella risata lanciai un grido disperato al cielo.
A
loro due.
Scusatemi.
Vi vendicherò, proteggerò Harry. Vi voglio bene.
Sentii
qualcuno prendermi per le spalle, legarmi con qualcosa, ma tutto
intorno a me aveva perso consistenza.
Mi
sentivo solo, nell'infinito, solo come mai ero stato.
Il
suolo non aveva più motivo di essere calpestato, se non c'erano
loro, loro due a calpestarlo.
Avevo
perso una parte di me, una enorme parte di me.
E
faceva male, enormemente male.
Uno
squarcio nel petto, una voragine sanguinolenta.
E
nella mia risata erano racchiusi tutti i ricordi.
I
ricordi della scuola, delle nostre fughe notturne, degli scherzi, dei
pomeriggi a casa mia, delle battaglie dell'Ordine, dei piani, le
riunioni, le serate passate a casa loro, e quell'anno passato con
Harry.
Chissà
se l'avrei mai rivisto.
Se
avrei mai rivisto il mio figlioccio, figlio loro, figlio suo.
Figlio
di James, del mio migliore amico, di mio fratello.
E
parte di quella risata disperata andava a lui.
Solo
a lui.
Ramoso.
Probabilmente
stava come me, rideva, nascondendo il sordo dolore che pulsava nel
petto.
Le
lacrime mi offuscarono gli occhi, non vedevo e non sentivo più
nulla.
Il
dolore, l'unica cosa che mi diceva che ero ancora vivo.
Poi
sentii dei lamenti, delle voci concitate ed arrabbiate, e il freddo.
Un
freddo terribile che offuscava i sensi più del dolore, che si
avvolgeva intorno alla carne, pungeva, come spilli, come i morsi di
una bestia crudele.
Sentii
che mi gettavano in una cella, chiudevano e se ne andavano.
Rimasi
solo, la risata smorzata in gola, le lacrime da sole a rigarmi il
volto.
Lacrime
di rabbia, più che dolore.
Rabbia
per essere lì e sapere di essere innocente, per sapere di non
riuscire a vendicarli.
Unico
sollievo: Harry era salvo e al sicuro.
Ma
fuggire da lì, ritrovarlo, vendicare James e Lily, era impossibile.
No,
ci sarei riuscito, perché la parola
Impossibile,
non è degna di attraversare la mia mente.
Sorrisi
debolmente.
Mentre
gli occhi si chiudevano e il silenzio mi avvolgeva pensai che non mi
sarei lasciato andare.
Non
potevo permettermelo, perché allora risalire sarebbe stato
impossibile.
Come sempre non è niente di che, se avete un po' di tempo e vi va di farmi sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione, anche piccina picciò. ^^
Grazie dell'attenzione.