Non ho
bisogno di
nessuno per vivere
E nessuno
voglio
accanto quando dovrò morire.
Attraversavo deserti assolati,
seppellivo pensieri come corpi malati.
Gravida di memorie in dissolute,
fragile di troppe vite vissute.
Diffidente avevo aperto il cancello,
spiando da una fessura,
[come una
vedetta,
sulla torre d’un castello].
[“Aprimi,
Aprimi!”
Sentivo urlare
“Aprimi! Non ti farò del male!”]
[Un animale di
cartone,
la menzogna sotto
maschere di finzione.]
Il tempo ci ruba l’aria inesorabile;
ed il sole ci mette cosi poco
a tramontare affabile.
[“D’accordo,
ti lascerò entrare…
…ma
solo per poche ore,
dopodiché
te ne dovrai andare.”]
Sono passate da tempo le ere in cui mi sentivo speciale
Cosi costruii in sincrono un paradiso [artificiale].
E poi il
silenzio.
…
…
…
[Veleno,
nelle mie vene m’immobilizza;
il
fuoco brucia!!!]
La mia anima
violentata da parole instabili;
tutto causa ed
effetto di desideri insaziabili!
Lo sapevo, lo sapevo.
Non ci si deve mai fidare;
la gente poi t’ illude che ti potrai rialzare.
[…è
quindi calato il sipario?]
Ma io ora
torno a volare da sola.
[Non sono debole.
Non più.]
Ed ogni volta che un
personaggio secondario se n’è andato,
la storia prosegue
ugualmente con ritmo inalterato.
E poi c’è lei, che non mi lascia cadere.
Volerò altrove;
a vicenda ci sapremo sostenere.
E c’è da dire
che questo veleno fa male.
Auguro ai miei carnefici di non doverci pensare.
Perché sempre;
è quando perdiamo la presa sul presente.
Che le cose più belle e distanti ritornano alla mente.
Perché è nell’istante,
in cui vediamo il sole tramontare;
che ricordiamo le cose che avremmo o non potuto fare.
Io sono Alice [tossica e psicopatica] senza più finzione;
lascerò metà del mio regno a lei,
la mia regina di cuori
e costruiremo assieme un luogo che ci doni eterna consolazione.