Angolino
dell’autore: So che
mi odiate dopo l’ultimo capitolo.
Vediamo che ne pensate in questo.
Non dico altro, perché nel capitolo succedono molte, troppe cose.
Lascio a voi i commenti.
Ultima cosa.
Questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo
finale T.T
Hope you enjoy!
It’s just the end of the world
Jeph P.O.V.
“Sai Quinn, non può
funzionare tra noi”
Gli occhi di Quinn si spalancano immediatamente sul suo bel viso, spaventati.
Mi fa male vederlo così, ma forse è questo quello di cui ha bisogno.
"Come? Ma... ma perchè? Stava andando tutto bene. Vuoi lasciarmi
un'altra volta?"
"No, io non voglio. Ma non mi interessa stare con te così"
"Perché? Avevi detto che dovevamo lasciarci tutto alle spalle"
"Già, l'ho detto, e l'ho fatto. Ma tu no"
"Che significa?"
"Quinn, non so se riesco a trovare le parole per spiegarti quanto
sia stato doloroso quello che è
successo"
"Lo so, ma.."
"Lasciami finire. E' stato una specie di inferno, e credimi, non sarei
mai tornato indietro se avessi pensato
che sarebbe potuto
succedere ancora"
"Ma non succede, non ho fatto niente Jeph. Te lo giuro"
"Tu non sei così. In disparte, silenzioso, scontroso. Non voglio che
tu smetta di parlare con qualsiasi
persona che non sia io”
"Io
pensavo solo che.."
"Cosa? Che andassi in paranoia solo perché parli con un altro
ragazzo?"
"Non lo so"
"Quinn, sai perché mi sono innamorato di te?"
"Perchè? No, c'è un perché?"
"Certo che c'è. Mi sono innamorato di te perché non avrei potuto
evitarlo, perché ad un certo punto mi
sono reso conto che ogni volta
che entravi in una stanza era come se
cambiasse la pressione dell'
aria, come se fisicamente fosse
impossibile non accorgersi di te.
Perchè ogni volta che entri in una
stanza è come se le cose, tutte
le cose, diventassero migliori, e ho
pensato, anzi, sapevo, che solo
nelle tue mani avrei potuto mettere la
mia vita, perché sarebbe
stata migliore"
"E non è più così?"
"Non lo so Quinn, dimmelo tu. Sei sempre la stessa persona?
Quella persona capace di farmi sorridere
ogni giorno della mia
vita?"
"Io voglio esserlo"
"Allora smettila di comportarti così, e ridammi indietro il mio
Quinn, quello di cui mi sono
innamorato"
"Ho solo paura di
perderti ancora"
"Abbiamo paura tutti e due che qualcosa vada storto. Ma sai cosa
penso? La paura non è un buon sentimento
su cui ricostruire una
relazione. Facciamo semplicemente del
nostro meglio, e andrà
bene"
Quinn mi si stringe addosso, ed il suo odore familiare sembra attaccarsi ad
ogni fibra dei miei vestiti.
Ed è chiaro che la tempesta è passata, anche questa volta.
In silenzio, con Quinn attaccato addosso che respira regolarmente
contro la mia spalla mi ritrovo a riflettere su quanto sia assurda
questa cosa.
Quello che è successo tra me e Quinn
La separazione, la sofferenza.
Tutto quello che avrebbe dovuto inevitabilmente scalfirci e renderci meno
stabili ci ha reso solo più forti.
E dentro di me si è creata la convinzione che se abbiamo separato
una cosa così grossa e devastante non c'è tempesta che possa
buttarci giù.
Ed era necessario che anche Quinn lo pensasse, lo sentisse.
Il suo respiro rilassato ed il buio e i silenzio nella stanza mi trascinano
velocemente quasi ad addormentarmi, prima che succeda
c'è qualcos'altro che devo fare.
Pronuncio piano in suo nome ed il mugolio assonnato che ricevo in
risposta mi fa capire che anche lui si sta addormentando.
Lo chiamo ancora, per essere sicuro che mi ascolti
"Quinn"
"Mmh"
"Penso che dovrei tornare a casa"
Ricevo un'altro mugolio, questa volta con una certa sfumatura di
delusione nella voce.
Lo osservo staccarsi da me e mettersi in piedi, piantandomi in
viso i suoi grandi occhi castani, un pò più lucidi per via del sonno
"Ok, mi chiami domani mattina?"
"No, Quinn.."
"No?"
"No, non hai capito. Penso che dovrei tornare a casa. A casa... qui"
Ed i suoi occhi sono leggermente più grandi e aperti ed un pò confusi adesso,
come se cercasse
di capire esattamente quello che sto dicendo
Penso che dovrei alzarmi e stringerlo, così, tanto perché si convinca che sta
succedendo davvero
Ma non ho il tempo materiale di passare dal pensiero all'atto perché Quinn mi
si getta praticamente
addosso.
Sono quasi certo che mi abbia rotto qualcosa, ma mi ritrovo a ridere
come un idiota mentre lo stringo più forte che posso
"Hey, stai cercando di uccidermi così non dovrai dirmi che non mi
rivuoi in casa?"
"Idiota, andiamo a prendere le tue cose"
"Adesso? Quinn, è piena notte"
"Non importa"
Rido ancora una volta, senza nessuna intenzione di muovermi o di
lasciarlo andare.
Ed è come se l'avessi sentito tornare in questo preciso momento, il mio Quinn.
Quello irragionevole ed impulsivo.
E bello
Tanto bello che neanche il buoi totale della stanza può nasconderlo.
La tempesta è lontana
Quinn P.O.V.
Arrivo fino alla camera da letto cercando di non inciampare in tutti
gli scatoloni disseminati per la casa, mentre con la mano destra
tengo l'asciugamano che ho legato in vita, sperando di trovare qualcosa da
mettermi in tutto questo caos.
La casa è piena di scatoloni nonostante Jeph sia tornato a casa
già da due settimane.
Ma abbiamo avuto di meglio da fare, invece di riordinare.
Il nostro periodo di grazia però termina oggi.
Dobbiamo tornare a lavoro, abbiamo un album da terminare.
Osservo Jeph guardare scettico il casino che c'è in giro, già completamente
vestito, a differenza mia.
"Com'è che le mie cose sembrano raddoppiate da quando me ne
sono andato?"
Ridacchio senza rispondere nulla mentre mi avvicino al letto.
Tolgo dalle sue mani una maglietta scura e recupero un jeans dalla
poltrona piena di vestiti, sperando che sia almeno pulito.
Cerco di allontanarmi per vestirmi ma mi sento afferrare per i polsi,
mentre gli indumenti cadono a terra ai miei piedi
"Jeph, siamo in ritardo. Non sei tu quello fissato con la
puntualità?"
"Si, ma è colpa tua che mi giri intorno mezzo nudo"
Mi lascio trascinare sul letto ed allargo le gambe perché vi si metta
in mezzo.
La frizione tra i suoi vestiti ed il mio corpo nudo mi fa salire i brividi
lungo la schiena.
Muovo le mani su di lui togliendogli i vestiti come meglio posso, data
la mia posizione
Scopro la sua pelle colorata e piena di disegni godendomi i mugolii
soddisfatti di Jeph
Penso che arriveremo leggermente in ritardo in sala registrazioni.
Jeph P.O.V.
Lo studio di registrazione è già in attività quando io e Quinn
arriviamo.
Il tecnico del suono è già alla sua postazione, dietro il vetro trasparente.
Al di là del vetro Dan sta registrando alcuni pezzi della batteria.
Do un occhiata in giro mentre Quinn tira fuori la sua chitarra e
le nuove partiture che ha scritto, entusiasta di proporle agli
altri.
Mi avvicino e gli lascio un leggero bacio sulle labbra, prima di allontanarmi
per
recuperare un the caldo per me, ed un caffè forte per lui, mentre lascio che
lui si sistemi.
Principalmente lo scopo è quello di cercare Bert, dato che nella
sala delle registrazioni non c'era traccia di lui.
Chiedo in giro se qualcuno l'ha visto, e grazie alle indicazioni lo
trovo poco dopo.
La porta scorrevole e trasparente della terrazza e solo parzialmente
socchiusa, e Bert è poggiato con le braccia alla balaustra.
Lo sguardo oltre la ringhiera ed una sigaretta appena accesa tra le
labbra.
Mi avvicino piano e mi poggio accanto a lui.
In silenzio, anche se sono
perfettamente consapevole che si è
accorto di me
Sta solo prendendo tempo, come me d'altronde.
Aspetto che prenda un altro paio di boccate dalla sua sigaretta
prima di iniziare a parlare
E non voglio esordire con i soliti discorsi sul tempo, e cose così
Non con Bert
Così vado dritto al punto
"Come stai?"
"Sto bene"
"Per favore, non mentire, ok?"
"Che vuoi che ti dica?"
"La verità"
"Non credo che tu la voglia davvero Jeph"
"Penso che oramai sia il caso di parlarne a carte scoperte"
"Non c'è nulla di cui parlare. Quinn è tuo, non è cambiato
niente"
"Bert.. ti prego"
"Ok, vuoi la verità? Fa male, fa più male della prima volta
che l'ho lasciato andare. Non riesco a
dimenticarlo e non
riesco a stare meglio. E non penso che
mi passerà mai.
Ecco la verità, non fa bene a te
sentirla nè a me spiegarti
queste cose"
"Mi dispiace"
"E' per questo che non volevo parlarne. Non ha senso che ti
dica quello che provo perché come unico
risultato ottengo
che tu ti senta il colpa, e non hai
niente per cui sentirti colpevole"
"Io mi sono preso il ragazzo che ami"
"Tu non lo sapevi"
"Adesso si, e me lo sono ripreso comunque"
"Perché era così che doveva andare. Spero solo che adesso le cose
tra di noi non cambino"
"Non cambia nulla Bert. Credo di doverti dire grazie per quello che hai
fatto”
“No, non devi”
“Lo sai, eppure non riesco a capire. Tu lo ami quanto lo amo io, così tanto che
nemmeno gli anni ed il dolore hanno
cambiato questa cosa. Come
hai potuto lasciarlo andare?Io non avrei mai potuto"
"Per questo lui è tuo"
"Sto solo cercando di capire"
"Sai qual è la prima cosa che mi viene in mente quando penso
Quinn?"
"Non lo so, so quello che viene in mente a me quando penso a lui"
"Jeph, tu non vuoi saperle queste cose"
"Devo"
"Penso al suo sorriso. Alla prima volta che l'ho visto ed al modo
in cui sorrideva"
"Che centra questo?"
"Ho fatto due calcoli, quando finalmente mi sono lasciato alle spalle
la vita del cazzo che facevo. In tutti
gli anni che ci conosciamo l'ho
spento troppe volte quel sorriso.
Perché era preoccupato, perché era spaventato
per me, perché ero
nei casini, per un milione di ragioni
diverse"
"Ma quando hai capito di essere innamorato di lui eri pulito, avevi
smesso con tutte quelle stronzate"
"Si, ma quello che ho fatto in passato non si cancella, e invece
tu.."
"Cosa?"
"Tu sei l'unico, l'unica persona per la quale quel sorriso è ancora
intatto. Vedo ancora quel sorriso solo
quando guarda te, o anche
solo quando parla di te. Per questo
doveva essere tuo"
"E così l'hai lasciato andare"
Il rumore sordo della porta scorrevole sbattuta con forza ci fa sobbalzare
entrambi, facendoci voltare verso l'ingresso del terrazzo.
Quinn è in piedi appena fuori la porta.
Gli occhi grandi, sorpresi e feriti si muovono senza sosta tra me
e Bert.
"Tu mi hai lasciato andare?"
Bert non dice una parola, così immobile che sembra quasi che non
respiri neppure.
Probabilmente l'unica cosa che teneva in
piedi la sua facciata
di normalità era che Quinn non sapesse.
Faccio qualche passo avanti verso di lui ma Quinn si ritrae, istintivamente.
"Tu lo sapevi?"
"Si, ma non..."
"E così avete deciso che io non dovessi saperlo. Avete deciso voi
al posto mio. E' così?"
"Ascolta Quinn.."
"Non voglio ascoltare nulla da te. E tu invece, Bert? Non hai niente
da dire? Hai deciso chi era il ragazzo
giusto per me, chi cazzo credi
di essere, Dio? E' questo che credi,
dato che hai deciso della mia
vita al posto mio? "
Il silenzio prolungato di Bert mette fine alla conversazione.
Quinn torna sui suoi passi e rientra dalla porta, lasciandoci nuovamente soli.
Il mio primo istinto è quello di corrergli dietro, la delusione che
ho letto nei suoi occhi quando mi ha guardato mi ha mozzato il
respiro.
Mi volto verso Bert, cercando il suo sguardo.
E' desolato e spaurito come credo di non averlo mai visto in tutta
la mia vita
"Va a cercarlo, non preoccuparti per me Jeph. Io sto bene"
"Anche tu dovresti parlargli"
"Non adesso, non posso"
"Mi dispiace Bert, per tutto"
"Anche a me"
"Riuscirai mai a dimenticarlo?"
"Tu potresti?"
Sono io questa volta a rispondere solamente
col silenzio.
Do un'ultima occhiata a Bert prima di rientrare a cercare Quinn, sperando solo
che sia ancora nel palazzo.
Devo cercare in tutto il piano prima di trovarlo.
E' seduto per terra ai piedi di un divanetto in una delle stanze
adibite agli strumenti.
Mi avvicino e mi inginocchio di fronte a lui, guadagnandomi un
altro sguardo altrettanto deluso.
"Mi dispiace piccolo"
"Non chiamarmi piccolo, tu lo sapevi. E mi hai mentito"
"Mi dispiace che tu l'abbia saputo così, ma non era compito
mio dirtelo, non spettava a me, lo
sai"
"Avrei voluto avere la possibilità di
scegliere"
"Di scegliere lui?"
Le parole escono dalla mia bocca senza che io riesca a fermale, e non
fanno altro che acuire la delusione nel suo sguardo.
Sento la gola seccarsi come impedendomi di respirare.
Non avrei dovuto dirlo, e non lo penso davvero.
E’ il panico a parlare
La paura che adesso che tutto è venuto a galla lui possa rivalutare
la nostra situazione.
Il pensiero, che ho sempre tenuto
nascosto in fondo alla mia mente,
di essere solo un ripiego per lui
“E’ questo che pensi? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme
davvero riesci a pensare che io
sceglierei lui? Così quei discorsi sulla
fiducia erano tutte stronzate?”
“No, non è così”
“Invece si, altrimenti non lo penseresti”
“Io c’ero, te lo ricordi? Ero io quello che ti consolava, so quanto era forte
quello che provavi per Bert”
“Si, era forte. Eppure niente in confronto a quello che provo per te.
Ma non è abbastanza, giusto? Per te non
lo è”
“Non dire così, per favore”
Lo osservo scostarmi ed alzarmi in piedi, mentre ancora sono ancora
inginocchiato per terra
“Sai che penso Jeph? Penso che non dovresti stare insieme ad una persona di cui
non ti fidi”
Ci metto qualche secondo ad assimilare il senso delle sue parole, troppo
scioccato all’inizio per dire qualsiasi cosa.
Sconvolto dalla piega che la situazione ha preso in solo una manciata di ore.
Mi alzo e lo raggiungo prima che possa aprire la porta.
Me lo porto vicino, così vicino che i nostri nasi si toccano e non può fare
a meno di guardarmi negli occhi.
Le mie mani sulle sue braccia ad impedirgli di muoversi.
“Hey, non dirlo. Non dire così. Io ti amo”
“Ne sei sicuro?”
“Quinn… sono io… siamo noi. Noi possiamo superarlo. Noi siamo
più forti di questa cosa”
“Lo siamo?”
“Si Quinn, si”
“Non avrei potuto scegliere nessun altro Jeph”
“Lo so, piccolo. Mi dispiace”
“Ho bisogno che ti fidi di me, ne ho davvero bisogno.”
“Mi fido, ho solo una vita e l’ho messa nelle tue mani. E’ tua.”
Circondo il suo corpo magro con le braccia e lo trascino il più vicino
possibile.
Lo sento rilassarsi contro di me e mi godo la sensazione del suo odore
tutto intorno.
Mi sembra di respirare solo per quest’odore.
So come si sente Bert, la sensazione di sapere dentro che non c’è
modo di dimenticarlo.
“Continuiamo a registrare o vuoi tornare a casa?”
“Devo parlare con Bert”
“Si, penso che sia giusto. Io torno in sala, va a cercarlo”
Usciamo dalla stanza e sfioro le sue labbra prima di guardarlo allontanarsi.
Fa soltanto qualche passo prima di voltarsi ancora
“Anche la mia vita è tua”
Bert P.O.V.
Resto immobile su questa terrazza mentre il vento si alza
Guardo nel vuoto con la solita sigaretta accesa tra le dita.
Non so nemmeno quante io ne abbia fumate in questi pochi minuti.
Sono rimasto qui perché sapevo che Quinn sarebbe venuto a cercarmi.
Ci conosciamo troppo bene, sappiamo sempre quello che pensa l’altro.
Io so sempre quello che prova.
Si posiziona di fronte a lui e aspetta che finalmente io lo guardi in faccia.
Non so bene cosa dire, così resto in silenzio, sperando che sia lui a chiedermi
quello che ha bisogno di sapere.
Pronto ancora una volta a mentire
Per lui, per il suo bene.
“Tu mi amavi”
“Già”
“Come hai potuto farlo Bert? Come hai potuto non dirmi niente?”
“Ho cercato di fare la cosa giusta”
“Non spettava a te decidere cosa fosse giusto per me”
“Forse no, ma oramai è acqua passata”
So che deve pormi la domanda che non vorrei mai sentire
Alla quale non vorrei mai rispondere.
So anche che risponderò con un’altra
bugia, solo per vedere i suoi
occhi accendersi ancora.
Mentirò di nuovo perché lui possa correre tra le braccia di Jeph e sentirsi
ancora al sicuro e protetto.
E quando succederà da solo curerò le mie
ferite
“Mi ami ancora?”
“No”
“Davvero?”
“Non potevo aspettarti per sempre”
Un’altra menzogna per ufficializzare il
mio addio.
L’ennesimo.
Non so come sono riuscito ad arrivare alla fine di questa giornata.
Non so come io sia potuto sopravvivere
con la sensazione che non
sia soltanto la fine di un giorno, ma la fine del mondo.
Del mio.
Quello che so è che quando metto piede nel parcheggio per recuperare
la macchina l’abbraccio di Dan arriva improvviso ed inaspettato, caldo
Non ricordo molto neppure del viaggio in macchina.
So solo che sono su questo divano, e che le braccia di Dan mi circondano.
“Questa è l’ultima volta che gli dico addio”
“Mi dispiace”
“Devo dimenticarmi di questa cosa prima che mi ammazzi. Per favore
Dan, aiutami”
“Certo, non so come ma lo farò”
“E solo che c’è sempre quella domanda nella mia testa, non se ne va mai”
“Quale domanda?”
“E se? E se anch’io avessi potuto renderlo felice allo stesso modo di Jeph?”
“Non puoi saperlo”
“Non lo saprò mai”
Ed a volte le cose più
semplici sembrano delle grandi, sconvolgenti scoperte.
Ed
ho solo bisogno che qualcuno mi lasci crollare
Che mi faccia cedere, e piangere ed urlare
E’ Dan quella persona.
Le sue braccia sono calde, e profuma di pulito, di salvezza, forse
E così piango, sull’ultimo addio.
Sono stata cattiva, lo so.
Ma serviva un po’ di suspance prima del finale xD
Grazie per le recensioni!! *____*
Marsfreiheit: Ahahah
la tua recensione/delirio mi ha fatto morire!
Che ki dici adesso??
Xx_ImJustAKid: Mmh ho smontato tutte
le tue ipotesi xD
Te l’avevo detto che correvate alle conclusioni troppo in fretta! xD
Friem: Ahah ma io vi adoro! Lo
sapete! Ma ci voleva un attimo di
pathos nel finale! xD Che ne dici?
SweetPandemonium: Credo che nella
sofferenza questo sia il capitolo
che celebra esattamente quanto Bert sia meraviglioso..
Ed anche Dan! Capitolo pieno, eh?
Jessromance: Passata la crisi di
panico? xD
Bello avere una nuova lettrice, sono contenta che la storia ti sia
piaciuta. Del capitolo che mi dici?
Chemical_Kira: Sono contenta che ti piaccia la
storia e che la segui, anch’io
seguo le tue! *__*
C’era una certa spiegazione al non-sense, che ne dici?
Non poteva essere tutto rose e fiori xD
Akura: Anche se non sembra tutto quello che fa Jeph ha un senso, no?
Ed in effetti non ne sono usciti tutti bene, forse nessuno.
Questo capitolo è pieno di avvenimenti, che te ne pare?