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Autore: ballerinaclassica    14/05/2010    5 recensioni
Eppure tutto questo lo fa sorridere, perché se fosse lì in quel momento America indicherebbe la superficie del lago e gli chiederebbe: “E quella che cos'è, Igghittewwa?
[ Accenni di UKUS / USUK ]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In meno di cinque metri quadrati lui vede solo erba.

Inghilterra se l'è chiesto il giorno stesso in cui è nato, com'è che facciano le fatine ad essere così belle, dopo di che non ha più smesso di farlo. Forse di domande ne sono subentrate delle altre – perché la Francia deve essere così schifosamente vicina? Perché l'America così dannatamente lontana? - però quella è rimasta lì, fissa nella sua mente, tra una strofa di “God save the Queen” e l'altra.
Inghilterra strappa un altro ciuffo verde. Non si arrabbia mai con le silfidi, però ogni volta che le vede infilarsi nel boschetto e ridacchiare di lui, un moto di rabbia gli arriva al cervello. Che hanno da ridere? Non hanno mai visto un gentleman?
Inghilterra sbuffa (in realtà è già la dodicesima volta che lo fa, ma non vorrebbe sembrare troppo scortese). Dannato lui, dannate silfidi, dannato aspetto rude che Francia gli rimprovera sempre (e a questo punto anche dannato Francia). Che ci può fare? I suoi capelli e le sue sopracciglia sono così, ricorda di averli... Sì, più o meno da quando è nato. Mica puoi cambiarli!

Inghilterra si trascina fino al laghetto, calmo, quieto, adorabilmente silenzioso. E per fortuna non c'è nemmeno una rana.
I suoi capelli sembrano ispidi e sa bene che basterà toccarli per averne la conferma. Le sue sopracciglia sono troppo folte. Lui a Francia non ci somiglia per niente, questo è un po' un male, un po' una consolazione. Non assomiglia neanche alle silfidi e questo lo potrebbe addirittura rendere triste. Brutte facce, brutte persone, brutte sopracciglia sulle facce delle persone (questa è l'opinione di Francia) a cui Inghilterra non può sottrarsi.
Lui vorrebbe essere brillante brillante, vorrebbe che le altre Nazioni pensino “oooh, è arrivato Inghilterra” e che lo guardino ammirate. Inghilterra invece non è affatto raffinato. Francia non manca mai di ricordarglielo.
Inghilterra tira un sassolino nel lago, alla sua destra le silfidi ridono ancora, probabilmente di lui. Loro gli piacciono, le silfidi sono sempre state snelle, belle ed eleganti.

Si specchia, si specchia, si specchia e si ricorda di quanto sognava di essere bello e scintillante.
Il mento vagamente appuntito, la mandibola perfettamente proporzionata, labbra morbide e rosee, espressione fiera, di freddo calcolatore, occhi capaci di spaventare, sopracciglia quantomeno presentabili e capelli brillanti brillanti. Inghilterra avrebbe proprio sognato di essere così.

Ma poi a un certo punto di rende conto che, nel mondo, in quell'ostile, ingrato ed orribile mondo, c'è qualcuno che lo apprezza così com'è. Che lo vede brillare anche se in realtà non brilla affatto, che lo vede attorniato da uno scintillio che lo fa quasi sembrare un eroe anche se quelle sono solo goccioline di pioggia che disturbano la quiete della sua Londra, che lo vede come se fosse la persona più bella, più risoluta, più determinata e forte di tutto il mondo, quando Inghilterra stesso sa benissimo che le sue buone azioni possono contarsi sulla punta delle dita, mentre le cattive, i fatti di popoli assoggettati e di altri gettati sul fondo del mare, riempiono i racconti del suo passato.
Eppure tutto questo lo fa sorridere, proprio come stanno facendo le silfidi mentre lo fissano dal loro placido boschetto, e sorride anche perché sa che America comincerebbe a tirargli la manica e a chiedergli che cosa sono quelle strane creature, che cosa vogliono, perché stanno ridendo e che lingua parlano, perché lì da lui piove sempre, perché gli piace così tanto il tea, perché la sua casa è piena zeppa di modellini di navi, di bottiglie di rhum, di impronte di zoccoli e di vecchi ricordi.
Perché probabilmente America non lo sa ancora... Perché non ha ancora capito quanto una Nazione possa diventare dipendente dal suo passato, più che dal suo presente.
Forse nemmeno Inghilterra ha ancora capito a fondo il concetto, però sa benissimo che la storia di ognuno di loro – di ognuno di quelli come loro – si basa sugli errori quanto sulle conquiste. Forse nemmeno Inghilterra ha ancora capito che arriverà ben presto il momento di impararlo.

Il riflesso di una silfide compare all'improvviso nell'acqua, accanto alla sua capigliatura folta e ispida e alla sua espressione imbronciata – e con quell'accenno di sorriso che fa prepotentemente capolino ogni qual volta nella sua testa lui ripete il nome “America” e lo accompagna a quei due, enormi e splendidi fari azzurri, che lo guardano come se le sue fossero le sopracciglia più normali del mondo.
E a quel punto Inghilterra rischia quasi di cadere nell'acqua – maledetto Francia! Alla fine è sempre colpa sua!
Eppure tutto questo lo fa sorridere, perché se fosse lì in quel momento America indicherebbe la superficie del lago e gli chiederebbe: “E quella che cos'è, Igghittewwa?




Inghilterra manda giù un altro sorso, facendo una smorfia quando si rende conto che, adesso, dopo la seconda bottiglia, non è ancora abbastanza ubriaco da sentire quel bruciore scemare.
E soprattutto perché adesso, dopo la seconda bottiglia, non è ancora abbastanza ubriaco da cancellare quella brutta faccia dalla sua testa una volta per tutte.
America è seduto qualche metro più in là, i gomiti poggiati sul bancone e l'espressione di chi vorrebbe ridere, ma è troppo disgustato per riuscire davvero a farlo. Inghilterra ne è sicuro – mentre manda giù un altro bicchiere di whisky – che America è lì soltanto per infastidirlo con la sua presenza.

Allora Inghilterra decide di bere così tanto da cancellare la sua presenza e guarda se c'è qualche fatina, lì intorno, che possa approvare la sua geniale idea.
Ma purtroppo c'è soltanto un poltergeist; e Inghilterra non è troppo sicuro che i consigli di un essere malvagio possano essere validi ed aiutarlo. E quindi preferisce starsene zitto, piuttosto che rischiare, e continuare a guardare il suo riflesso sul fondo del bicchiere.
Le sopracciglia folte ci sono ancora, i capelli arruffati Anche. Eppure, mentre continua a guardare, si accorge che non c'è più nessun lago cristallino, né un prato verde e che le nuvole sulla Cornovaglia non sono niente di meno che cappe di fumo sulla sua testa, che volteggiano da una parte all'altra e che riempiono l'intero pub. Si rende conto che America è davvero lì, ma che non ha affatto intenzione di correre verso di lui per abbracciarlo, né di urlare il suo nome, di baciarlo, di accarezzargli i capelli come se fossero la cosa più bella e più morbida del mondo. Che America non ha affatto intenzione di alzare il culo da quello stramaledettissimo sgabello e di andargli a chiedere che cosa sia quell'esserino dispettoso che volteggia nell'angolo della sala, più o meno all'altezza dell'appendiabiti.

A quel punto Inghilterra estrae una foto dalla tasca, quella foto che lo ritrae assieme a Clarice, l'unica persona – ehm, l'unico essere fatato che riesca veramente a capirlo.
E lo fissa, la criniera luccicante come i capelli dei suoi sogni e il corno luminoso in mezzo alla fronte, mentre lui stesso, stampato a colori lì sopra, sorride con uno sguardo stanco. E si arrabbia perché adesso, dopo la seconda bottiglia, non è ancora abbastanza ubriaco per sentirsi felice come in quel momento – quando la foto fu scattata o quando sognava il dito paffuto di America che indicava la silfide sull'acqua.
Perché poi sa benissimo che tutti lo prendono in giro, fingendo di vedere su quella foto soltanto lui e nessun unicorno, chiedendo “perché stai abbracciando l'aria?” e non domando invece “che cos'è quello strano cavallo?”; come se lui si comportasse come un folle. È tutta una trovata di Francia per fargli un dispetto, lui ne è sicuro, è tutta una trovata di Francia per farlo innervosire.

Quando manda giù un altro bicchiere, Inghilterra sente la testa girare. Subito dopo nelle sue orecchie altro non c'è che un tonfo sordo, e nel suo cervello altro non c'è che un dolore forte e acuto alla fronte.
Probabilmente deve essersene accorto mezzo locale (la metà meno ubriaca e solo un po' brilla) perché molte risate prima si sono spente, dopo di che si sono intensificate. Inghilterra vorrebbe saper non dare nell'occhio – maledetto Francia, anche questa è colpa sua.

Poggia la foto sul bancone, perché le mani gli servono a recuperare l'equilibrio. Eppure, quando sta per sollevarsi (o almeno a provare) sente che due mani lo afferrano per le ascelle e cercano di trascinarlo via.
America dietro di lui ha l'espressione seria e guarda tutti i presenti, come se bastassero i suoi eroici occhi a rimproverarli per aver deriso un povero (idiota) ubriaco. Inghilterra vorrebbe guardarlo, ma sa che un movimento troppo brusco disturberebbe il suo stomaco così tanto da fargli rigettare tutti i litri di alcol ingeriti direttamente sul bancone. E – diamine – soltanto il pensiero fa aumentare la sua nausea.
Le mani di America lo stringono e lo alzano dalla sedia, Inghilterra vorrebbe dirgli di stare attento al poltergeist, perché è dietro di lui e ride, perché probabilmente vuole fargli lo sgambetto o qualcosa del genere. Eppure America non cade, né inciampa, come se non ci fosse nessun poltergeist dietro di lui (infatti non si era nemmeno accorto della sua presenza) o come se lo spirito avesse desistito dal fargli un dispetto.
Ma comunque, guarda la foto per un attimo, mentre sistema la schiena di Inghilterra contro il petto e con un braccio cerca di afferrargli il dietro delle ginocchia, per alzarlo da terra. Anche l'occhio di Inghilterra – la coda dell'occhio – fissa la foto. E lui sta sorridendo e l'unicorno anche. E probabilmente America non capisce quale delle due cosa sia la più strana.

“E quello cos'è, Inghilterra?”





Mmm... La fine. Sì, la fine.
Non so se la fine si capisca molto, ma non volevo descrivere altro, altrimenti... Boh? Credo che avrei potuto rovinarla.
La domanda di America è la stessa che rivolge ad Inghilterra (o che Inghilterra immagina che gli rivolga) all'inizio, quando vede il riflesso della silfide.
E Inghilterra non capisce se adesso si riferisca al fatto che lui stia sorridendo (cosa piuttosto rara, almeno dopo la Guerra d'Indipendenza) o all'unicorno.
Beh e probabilmente non lo capite voi, nemmeno io, ma in fondo Inghilterra ubriaco e tutto nasce dal fatto che Francia è sempre lì per fargli un dispetto. :D

   
 
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