Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Dioni    15/05/2010    1 recensioni
Salve a tutti, e la mia prima fanfiction che scrivo, la storia si svolge dopo la fine del manga, in questa storia ci saranno divinità,civiltà del passato,terribili nemici,nuovi amici, un antagonista particolare e un demone di ghiaccio con un passato a dir poco spaventoso, spero di avervi incuriosito,buona lettura ^^.
P.S, per questa storia mi sono ispirato ai giochi di God of war, quindi se notate delle scene troppo violente non vi spaventate, e perfettamente normale XD.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve a tutti, vorrei ringraziare tutti coloro che commentano e leggono questa fic, in particolare vorrei ringraziare Celina,che legge, commenta e mi aiuta a migliorare la mia fic,  spero che il nuovo capitolo di questa fic vi piaccia perché d’ora in avanti le scriverò in questo modo , buona lettura a tutti coloro che seguono questa, ciao.

 

È già trascorso un altro giorno. Tutto tace sul Monte Olimpo.

Una persona era comodamente seduta sul grande trono di marmo del divino Giove, è Flavio. Dormiva  tranquillo e sognava.

Sognava un luogo avvolto dalle tenebre, ma in mezzo ad esso vi era una donna con capelli corti e lisci color del fuoco. Occhi verdi come l’erba, pelle rosea ed era vestita con del pellame.

La pelliccia di un lupo avvolgeva il suo corpo, un top e un pantalone, ai piedi indossava un paio di stivali di cuoio.

Era in piedi di fronte a Flavio e lo guardava dritto negli occhi. Uno sguardo profondo e penetrante.

 

-Flavio-.

 

Lo chiamò con voce flebile e tenera.

Sentitosi chiamare il demone si svegliò, rialzò il capo e sbatté le palpebre cercando di riprendersi il più velocemente possibile dal sonno restauratore.

Distante da lui c’era un essere che lo osservava con un sorriso beffardo dipinto sul volto. Era Naraku, che continua sorridere.

 

- Buongiorno Flavio, dormito bene oggi?-.

 

Gli domandò il mezzo demone. Flavio scosse il capo cercando di destarsi dal torpore, ma rispose alla sua domanda fattagli con un altro quesito, ma in modo ironico.

 

- Sei tu Naraku, come butta?-.

 

- Come scusa?-.

 

Rispose Naraku un po’ confuso da quella bizzarra domanda.

 

- Ti ho chiesto come va?-.

 

- Non posso lamentarmi-.

 

- Neanche io-.

 

Sogghignò il demone, ma poi continuò.

 

-Ah, quasi dimenticavo, tra quindici giorni esatti attaccheremo la città di Petra con l'aiuto dei miei gladiatori, un paio di reggimenti romani, ci saranno anche Sargon e il suo corpo di guardie personali e infine Mechamaru-

 

- Mechamaru?Chi è?-.

 

- Il nostro asso nella manica-.

 

Affermò Flavio con un sorriso ironico sul volto, mentre Naraku lo guardava perplesso.

 

- Capisco, e quel gigante non viene con noi?-.

 

- Parli di Annibale?

 

- Sì, l'ultima volta che l'ho visto sembrava che stesse abbastanza bene-.

 

- Già, sembrava… peccato che non possiamo portarcelo dietro, deve stare ancora in cura qui sull’Olimpo-.

 

- In cura? Ma quel gigante non aveva vinto contro Sesshomaru?

 

- Non ha vinto... hanno pareggiato, vedi... -.

 

Il demone scese dal trono, intanto si avvicinò a Naraku che continuava a guardarlo cercando di capire le sue parole.

 

-Quando i loro pugni si sono scontrati ne, è scaturita fuori una sorta d’implosione, in poche parole le loro ossa si sono frantumante…anche se il più distrutto è il caro Annibale. Le sue ossa sono più fratturate rispetto a quelle di Sesshomaru-.

 

- Più fratturate?-.

 

- Esatto, in parole povere se la sono vista brutta, certo Sesshomaru ha le ossa fracassate, ma Annibale si trova in condizioni penose, ma basta parlare di loro due e godiamoci un momento di pausa…parliamo di cose frivole-.

 

- Perchè?

 

- Perchè mi sono appena rotto il cazzo di discutere di queste cose che mi mettono di cattivo umore... piuttosto ti piacciono le donne?-.

 

Domandò Flavio con un sorrisetto malizioso sul volto.

 

- Una volta ho conosciuto una sacerdotessa di nome Kikyo, perché me lo chiedi?-.

 

Flavio cominciò a camminare per la sala del trono senza un motivo specifico. Camminava su e giù per la sala, mentre continuava a prendere in giro il mezzo demone che non comprendeva quest’assurdo gioco.

 

- Curiosità... è anche giacché ti considero quasi inutile, cialtrone e ignorante-.

 

- Sei un pazzo! Come osi rivolgerti a me in questo modo?-.

 

Flavio si fermò di botto, si voltò e osservò Naraku ormai furente.

 

- Non lo so, ma quando voglio dire una cosa, la dico senza neanche a stare pensare troppo alle conseguenze.  Ma porca di quella miseriaccia, cialtrone e ignorante-.

 

-Smettila di darmi dell'ignorante!-.

 

- Finché non farai qualcosa di buono, non smetterò di farlo-.

 

- D’accordo-.

 

In realtà Naraku avrebbe voluto dire ben altro che un semplice d’accordo, era furioso, ma voleva vendicarsi di Sesshomaru. Quindi desistette.

 

- Ne ho visti di demoni con la mentalità pari a quella di un filo d'erba, ma questo li supera tutti-.

 

Affermò Naraku, mentre guardava Flavio. È quasi una frase detta a se stesso, che a quel demone che si burlava di lui.

 

- Flavio, che cosa facciamo con Sesshomaru?-.

 

- Per adesso aspettiamo che si riprenda-.

 

- Aspettare? Ti rendi conto del fatto che tuo fratello è ferito, vero? Questa è l'occasione che aspettavamo per ucciderlo-.

 

Flavio riprese a camminare, ma il suo sguardo rimase fisso su quello cremisi del mezzo demone.

 

- Rilassati e divertiti, la tua è una paura  inutile, aspettiamo che si riprenda, questi sono i miei ordini-.

 

- Ma... -.

 

- Questi sono i miei ordini, ora va!-.

 

Flavio quasi urlò, non sopportava quel mezzo demone.

Naraku chinò il capo, anche se dentro la rabbia lo divora. Il miasma lo avvolse e sparì nel nulla lasciando Flavio a riflettere. A pensare se la decisione presa di attaccare Petra tra quindi giorni.

 

 

- Magari fossi ancora accanto a me Palgea, tu eri in grado di mostrarmi la via giusta-.

 

- Flavio al mondo esistono voci più sagge della mia e questo tu lo sai bene-.

 

Affermò una voce proveniente dal cielo. D’un tratto un raggio di sole colpì un punto accanto al demone, da esso ne uscì una figura che ben conosceva.

 

- Flavio, fai ancora il mio nome nonostante sia passato dalla parte di tuo fratello?

 

 

-Già, adesso ha qualcuno su cui contare, non è più solo…sai non sopporterei l’idea di lasciare da solo Sesshomaru-.

 

 

- Dimentichi gli altri-.

 

Affermò Palgea.

 

-A Petra lo attende la sua compagna Rin, il suo unico erede e futura speranza della sua casata, Ryu…fidati, il mio caro fratello ha più amici di quel che credi-.

 

Flavio si fermò, ma poi riprese.

 

- Forse hai ragione tu, ma non mi fido troppo a lasciarlo da solo-.

 

- Fidati, starà benone. Comunque c'è una cosa che non capisco, lui è il tuo acerrimo nemico, eppure ti preoccupi per lui, perché?-.

 

- Che cosa vuoi che ti dica? Sesshomaru sarà anche mio nemico, ma rimane comunque mio fratello.

 

- Anche il mezzo demone che è morto per mano di Sargon era tuo fratello-.

 

- Parli d’Inuyasha? Anche se non l’ho mai visto, però ho avuto il privilegio di vederlo dal monte Olimpo... di vedere la sua morte-.

 

- Capisco, adesso io vado, ma prima che mi congeda, vorrei farti un'altra domanda, tu sei un tipo che fa tante battute, ride per le cose più stupide e sicuramente sei più matto di un cavallo con il cervello rosicchiato dai topi-.

 

- Dove vuoi arrivare con queste insinuazioni?-.

 

Un lungo silenzio cadde tra i due, che continuavano a fissarsi, ma poi Palgea si rimise a parlare.

 

- Per quale motivo porti un’armatura nera?

 

Flavio si girò di spalle, alzò il viso e cominciò a osservare le nuvole che circondavano la sommità del monte sacro.

 

- Per romani e greci il nero rappresenta il colore del lutto, della morte, del vuoto e per di più e il colore degli inferi-.

 

Palgea chinò il capo, comprendeva le parole del demone di fronte a lui, ora voltato di spalle.

 

- Mi dispiace, non sapevo della morte di una persona a te cara-.

 

- Non sai quanto dispiaccia a me, puoi andare ora-.

 

- Come vuoi. Addio o uomo in lutto-.

 

Con queste parole  la fiamma con le sembianze di Palgea sparì lasciando il demone da solo.

 

Flavio rimase immobile a osservare le nuvole che circondavano il monte Olimpo.

 

Le fissava con uno sguardo diverso dal solito, triste e pensieroso, fermo e impassibile come Sesshomaru.

 

- Per adesso ti lascerò riposare, ma ricorda fratello....ricordati di ricordare quello che adesso non mi ricordo di dover dire-.

 

Flavio si trovò ridere di fronte a quell’idiozia, ma rimase a guardare il gioco delle nuvole.

 

-Chissà se riuscirò un giorno a dire una frase intelligente …chissà-.

 

Si disse mentalmente.

 

 

 

Intanto a Cipro, in un piccolo studio del tempio egizio, tre divinità discutevano della situazione attuale.

 

Minerva, Thot e Anubi, si fissavano tra di loro mantenendo una nube di silenzio all’interno di questo piccolo e apparentemente insulso studio medico.

 

- Minerva?-.

 

- Dimmi Thot-.

 

- La situazione è questa... dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Roma non ha più valore per il l'Impero d'Oriente. Quindi noi, divinità egizie, ci siamo riprese  ciò che c’è stato tolto…Cipro, antica colonia  egizia sul Mar Mediterraneo Orientale-.

 

- E per questo motivo che siete qui? In quest’isola dimenticata dall'Egitto? Andiamo Thot...non trattarmi come se avessi l'intelligenza di un sassolino in un sandalo, tu sai che sono la dea della saggezza, non prendere in giro la mia divina intelligenza-.

 

Thot s’ incamminò verso l'unica scrivania dello studio. Un tavolo in granito color sabbia, dietro di esso una sedia di legno di palma da dattero con lo schienale ornato di geroglifici scolpiti nel legno.

 

Il sacro Ibis si sedette dietro la scrivania con aria preoccupata, fissava la dea mentre teneva il suo lungo becco nero lievemente aperto.

 

- Se ti dichiarassi la verità, so bene che non mi crederesti-.

 

- Già, comincerei a crederti folle. Ma sono consapevole che non lo sei…so cosa v’interessa e non è Cipro…ma Sesshomaru-.

 

- E anche fosse così?! A voi Dei olimpici darebbe noia se fosse dalla nostra parte-.

 

- Non fare il finto tonto con me Thot! So bene che volete Sesshomaru solo per far realizzare un’antica leggenda-.

 

-Non mi fare la paternale, Minerva! Invece voi lo utilizzate per il vostro perverso gioco di riprendervi l’Olimpo. Siete a conoscenza che lui è il Dio della Guerra, eppure lo trattate come uno schiavo. Giocate con la sua vita…la sua famiglia…il suo destino-.

 

 

- Come osi! Gli Olimpici non si divertono con la vita di chi li difende e combatte al loro fianco-.

 

- Ben detto Nipote cara-.

 

Qualcuno s’intromise nella discussione tra i due Dei. Infatti, dalla finestra del piccolo studio che si affacciava sul mare, s’intravide uno zampillo d’acqua che entrò nella stanza. Si abbatté sul pavimento e da esso ne scaturì un essere. Era alto all’incirca un metro e novanta, aveva lunghi capelli castani e folta barba, ed era vestito con un gonnellino color blu con le immagini di delfino. Infine sul petto nudo vi era tatuato un tridente.

 

- Salve Minerva-.

 

Salutò il nuovo arrivato.

 

- Zio Nettuno, che cosa ci fate qui?-.

 

- Se gli dei egizi possono intromettersi sullo svolgimento del conflitto tra i due gemelli,possiamo farlo anche noi-.

 

Anubi che fino a quel momento non era stato in disparte, decise d’intervenire.

 

- Aspetta un momento Nettuno! Questa faccenda riguarda noi tanto quanto voi, per non parlare che l'utilizzo di Sesshomaru per scopi divini è stata ideata da noi, voi lo usate per combattere suo fratello gemello-.

 

- Stammi a sentire sciacallo, per quanto sia innegabile il fatto che voi abbiate conosciuto per prima Inutaisho non significa che dovete solo voi scegliere della vita di Sesshomaru, suo padre ha servito l'impero romano per secoli, quindi,poiché suo padre ha combattuto in nome dell'Olimpo, voi non potete avere alcuna voce in capitolo-.

 

- Sbagli a dir questo Pesciolone, noi abbiamo voce in capitolo su questa storia, anzi, si potrebbe dire che noi possiamo parlare e voi dovete stare zitti, Sesshomaru era già faccenda nostra, quando è stato messo al mondo-.

 

- Di cosa stai parlando?-.

 

- Sto parlando che Sesshomaru è una faccenda più grande di quello che credi-.

 

Intervenne Minerva che aveva osservato la discussione tra Anubi e Nettuno.

 

- Anubi, non starai parlando della profezia? Quella che Flavio cerca di far realizzare? Perché se così fosse,questo vuol dire che Sesshomaru non è il demone che pensiamo, o almeno, non è il demone che era nella sua vita precedente-.

 

Intervenne Thot.

 

- Come fai a conoscere questa storia?-.

 

- Semplice...la profezia non è una storiella che va raccontata ai bambini prima di farli addormentare,conosco bene la storia della profezia...un antico manoscritto tradotto in varie lingue, per impedire che il caos torni a prevalere sull'universo, Flavio vuole farla realizzare per dominare il mondo-.

 

- Però c'è un modo per impedire tutto questo-.

 

- Di cosa stai parlando Thot?

 

- In Egitto si narra di una leggenda di un essere così potente da poter fermare chi vuole portare il caos nel nostro mondo...il suo nome e Ramses...-.

 

- Ramses?-.

 

- Esatto, il faraone più potente d'Egitto, il più grande eroe della storia egizia, la storia lo ricorda come un essere nato da madre umana e padre divino...ma alcune di queste cose che ho detto non sono del tutto vere-.

 

- E quale sarebbe la verità?

 

- In verità è che lui fu un demone, ma sarebbe meglio dire un dio demoniaco, poiché egli era nato da madre demoniaca e padre divino...e secondo alcuni  il padre era Ra...il potente dio del sole-.

 

- Ma questa è solo una leggenda...vero?

 

Thot fissò la dea con uno sguardo autoritario,freddo e sincero.

 

- Per niente,Ramses è veramente esistito, l'aspetto fisico di Sesshomaru e le sue imprese eroiche ci fanno credere che lui sia la sua reincarnazione-.

 

Intervenne Anubi.

 

- Per sapere la verità è necessario che lui arrivi in Egitto, e sedersi sul trono di coloro che l’hanno preceduto,hai capito che cerco di dire Minerva?-.

 

- Senti sciacallo, io non so minimamente, dove volete arrivare con l'utilizzo di quel demone...almeno che....voi non vogliate fare di Sesshomaru un faraone, cosicché lui governi l'Egitto e ristabilisca il potere degli dei Egizi contro i vostri nemici...i romani-.

 

- Non esattamente. Comunque sia, ora dobbiamo scoprire il motivo dell'assedio di Petra da parte di Flavio-.

 

Riprese parola Thot, mentre osservava i presenti.

 

- Esatto! Ora ritengo giusto di rivederci a Petra tra circa quindici giorni, siete d’accordo con me?-.

 

Tutti annuirono di fronte alla proposta di Thot che, in quel frangente sembrava l’unica soluzione.

 

- Ora potete andare, la discussione termina qua. Ci rivedremo a Petra-.

 

Minerva uscì  dalla stanza passando dalla porta principale, mentre Nettuno si gettò fuori dalla finestra tornando nel suo regno, le profondità marine.

 

Anubi e Thot rimasero nella stanza color sabbia, si fissavano negli occhi  come se cercassero risposte ben precise.

 

- Credi davvero che Sesshomaru possa centrare qualcosa in tutta questa faccenda?,

 

Disse Thot incredulo. Non poteva credere che Sesshomaru fosse la reincarnazione di un antico faraone.

 

- Io credo di sì, è la nostra unica speranza di salvare l'Egitto dalla schiavitù romana-.

 

Il silenzio cadde in quella piccola stanza, mentre i due Dei si guardavano…speravano nella riuscita dell’antica profezia.

 

I quindi giorni trascorsero e le quattro divinità ora si ritrovano lì, nella città di Petra.

Petra il Regno dei Nabatei (siamo nell’odierna Giordania), una città scavata nella roccia calcarea medio orientale, dove ora le truppe di Flavio la mettevano a ferro e fuoco.

 

Le armature dei legionari romani scintillano al contatto con la luce del sole, il caldo infiacchisce i soldati fedeli a Flavio e la sete li rende deboli.

 

Legionari, arcieri e i gladiatori di Flavio fanno irruzione dentro la città nel deserto.

 Nella città di pietra, un tempo grande e potente capitale dei Nabatei, ora rischiava di soccombere per mano dei soldati del demone romano.

 

Le urla dei cittadini infestano la città come una malattia contagiosa, i soldati Nabatei insieme ai soldati persiani comandati dal mezzo demone Bagoa, cercano in tutti i modi di opporre resistenza all'attacco romano.

 

Bagoa si trovava nella piazza principale della città, lui e suoi Mitriari facevano fatica a tener salda la difesa Persiana contro l'avanzata nemica.

 

- Resistete uomini, dobbiamo tenere duro per la Persia-.

 

Urlò il mezzo demone, mentre un legionario lo stava per colpire con il suo gladio, ma d’un tratto il suo corpo fu trapassato dalla lama lucente di una spada. Una katana.

 

Il legionario cadde inerme a terra, scoprendo così chi aveva salvato  la vita al mezzo demone.

 

-Sesshomaru-.

 

Sussurrò incredulo Bagoa.

 

-Speravo ardentemente che venissi qua a Petra-.

 

- Sono stato impegnato... è la situazione?-.

 

- Flavio cerca di conquistare la città prendendo il possesso della piazza principale, che sarebbe il luogo in cui siamo adesso, ti do un consiglio, vai verso il teatro greco della città, lo troverai più avanti verso la strada che conduce a questa piazza, quando giungi lì, attraversa il sotterraneo del teatro, troverai un cancello che collega all'acquedotto della città-.

 

- Per quale motivo dovrei andare li?-.

 

- Secondo le nostre spie, Sargon sta cercando un oggetto. sappiamo cosa cerca di preciso, però so che con lui c'è Flavio e un altro essere ricoperto di metallo-.

 

- Metallo?-.

 

- Sì... o almeno credo...era coperto da alcuni stracci, non lo visto molto bene, ora vai al teatro e impossessati dell'oggetto che Sargon sta cercando, qualunque cosa sia devi perderla tu per primo-.

 

- D’accordo-.

 

Sesshomaru cominciò a correre verso la lunga strada che si trovava alle spalle del mezzo demone Persiano.

Nel suo lungo tragitto non può fare a meno di combattere.

Ogni legionario è tranciato di netto dai suoi artigli. Dalla Bakusaiga, dai flagelli.

Il sonno ristoratore di quindici giorni era giovato al suo corpo e ora era pronto alla grande lotta.

Il grande Sesshomaru, il guerriero era tornato più informa di prima.

  
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