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Autore: Ashbear    16/05/2010    1 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ III. Delusions of Reality ~

In cinque anni, il suo orrore per gli eventi formali non si era mai attenuato. Il Comandante di Balamb aveva imparato a conviverci, sia per gli amici sia per la pressione politica. Questo evento si sarebbe classificato come tollerabile, data la natura della riunione. Eppure, le occasioni in cui doveva vestirsi come un pinguino troppo cresciuto non erano mai state al primo posto nella sua lista di momenti godibili.

Fece ruotare il contenuto color rubino del suo bicchiere, desiderando che gli sposi avessero scelto un servizio bar completo. In qualche modo, il ruotare meticoloso del vino lo affascinava. Si formò un piccolo mulinello di alcol per i movimenti del calice. Sospirò di frustrazione, realizzando che se continuava a comportarsi così gli altri avrebbero notato il suo modo di fare confuso.

Valeva a dire, se la sua condotta non era già diventata l'argomento di conversazione per metà delle matricole al ricevimento di nozze. Per cinque anni, tutto quello che aveva fatto era stato posto sotto un microscopio, studiato, e poi allargato su un vetrino perché l'intera popolazione potesse esaminarlo.

C'erano stati pettegolezzi, speculazioni, e molte accuse infondate... ma nessuno di loro conosceva la verità. Gli unici che l'avrebbero mai conosciuta o non parlavano, o erano morti e sepolti metri sotto terra.

Non avrebbe mai potuto ripagare Rinoa per il suo silenzio, per il danno che avrebbe potuto causare, ma lei lo aveva lasciato con la sua reputazione e il suo rispetto intatti. Si era tutto rivolto contro di lei, la persona amareggiata che se ne era andata in un momento di rabbia. E, come atto finale di rispetto nei suoi confronti, lei aveva permesso che loro credessero che fosse lei quella cattiva.

Persino ora, era lei quella forte. Lui era andato avanti con la sua vita, aveva pianto la sua stessa ignoranza, ma aveva imparato la lezione. Era il meglio che poteva darle adesso, la consapevolezza dei suoi errori.

"Ehi amico, devi provare un po' del roastbeef. La mamma lo ha preparato apposta... ricetta segreta della famiglia Dincht. È il meglio."

"Zell, tu non mangi più carne," replicò seccamente il Comandante.

"Lo so, ma posso provarlo attraverso te, giusto?"

Scosse la testa. "Chissenefrega."

"Non è che non potrei mangiarlo se volessi... ad Alex non interesserebbe. Non è mai stata una sua idea."

"E allora perché l'hai fatto?"

"Non lo so," disse l'esperto di arti marziali scrollando le spalle. "Credo che ci fosse solo questa parte di me che voleva provare a me stesso che potevo. Forse è più per me che per lei, rinunciare a qualcosa che amavo per qualcosa... che amo di più."

Squall voleva nascondersi. Anche il ragionamento di Zell sulla carne e sull'amore sembrava trascinarlo più profondamente nel mondo da cui una volta era scappato.

"Comunque Squall, solo perché non posso mangiare carne non significa che non la voglio... o che non ci pensi tutto il tempo. È qualcosa che è stata una parte di me per molto tempo. Forse sarà una parte di me per sempre. Forse se ci avessi pensato davvero, avrei capito di non poter vivere senza... forse verrà il momento in cui l'apprezzerò ancora di più."

"Stiamo parlando di carne, vero?" Squall digrignò i denti, senza sapere dove sarebbero andati a finire, o se non fosse lui a vedere doppi sensi in qualsiasi cosa in quei giorni.

"Ehi ragazzi!" Si intromise Selphie, mettendo le braccia intorno al collo del Comandante. Lui non protestò affatto, allungandosi a restituire l'abbraccio. "Di cosa state parlando?"

"Oh, di niente... Zell stava solo dicendo che desidera passare del tempo da solo con il roastbeef... forse sistemarsi e avere una zampa di agnello o due."

"Squall, hai bevuto per caso?"

"Ovviamente non abbastanza." Irvine rise alla battuta del suo amico. "Penso che sia solo nervoso per il tradizionale discorso del testimone dello sposo."

Non ci aveva pensato per tutto il giorno, anche se ne aveva già preparato uno. In qualche modo, lui che dava lezioni sugli impegni che duravano una vita era la definizione stessa di ironia. Per un breve momento, si chiese se non avrebbe dovuto parafrasare alcuni dei commenti di Zell sull'amore, sulla vita, e sui prodotti derivati da animali.

*~*~*~*~*

Rinoa e Quistis sedevano alla destra degli sposi, mentre i testimoni dello sposo sedevano alla sinistra. La Strega si mosse sulla sedia cercando di sistemare lo chiffon che si attorcigliava intorno alla sua vita. Sgranocchiò un cracker, ma poteva a malapena ingoiare per la secchezza della sua bocca. L'ultima cosa che aveva voglia di fare in quel momento era mangiare. Almeno il cibo offriva una piccola distrazione dalle sue mani. Questo la toccava troppo da vicino, senza la distrazione della cerimonia.

Quello era un momento che avrebbe dovuto essere spensierato, per godersi l'atmosfera celebrativa del ricevimento. Divenne uno di quei momenti in cui Rinoa non voleva dare a vedere di star 'guardando' Squall. Allo stesso tempo, non voleva sembrare che non lo stesse 'guardando' di proposito.

Sorrise ad ogni momento che passava, interpretando la perfetta damigella d'onore, senza mai rompere la sua maschera di equilibrio. Bevendo dal suo calice, divenne vagamente consapevole del fatto che ne aveva quasi vuotato il contenuto - due volte.

Con la coda dell'occhio, Rinoa vide Irvine che faceva un gesto con la mano verso l'altro lato del tavolo. Squall capì l'allusione, alzandosi per prepararsi al brindisi. Anche se la spezzava in due fissarlo direttamente, si rimproverò mentalmente che era accettabile farlo date le circostanze.

I ricordi tornarono a travolgerla come un uragano tirannico. Il testimone dello sposo era in piedi a giocare con il suo bicchiere di vino per l'energia nervosa trattenuta. Non gli era mai piaciuto parlare in pubblico - alcune cose non sarebbero mai cambiate. Lei ricordò la primissima volta che era stato costretto a parlare attraverso il sistema di comunicazioni interne del Garden. Tremante e insicuro, scettico e confuso - eppure un'inspiegabile aura di sicurezza lo circondava.

Nel corso naturale del tempo, aveva iniziato a sentirsi più a suo agio quando veniva spinto in un ruolo di comando. Il Comandante aveva persino imparato a sembrare sicuro di sé e professionale - solo le persone più vicine a lui potevano ancora percepire la sua apprensione. E per anni lei aveva seduto tranquilla al suo fianco, osservando con meraviglia la trasformazione che procedeva lentamente.

Non lo aveva mai visto così, però: così sicuro, così equilibrato, e con una sensualità trattenuta che non poteva negare. Dannazione, non voleva pensare di nuovo come una ragazzina innamorata. Udì il suono penetrante delle posate contro i bicchieri, e la discordanza tra il chiacchiericcio e il silenzio venne colmata.

Tutti gli occhi erano fissi su Squall. Lui si comportava tranquillamente davanti all'avversità... o almeno era uno dei migliori attori che lei avesse mai visto. Si rimproverò per quel pensiero - quello era come minimo un eufemismo. Lui di sicuro l'aveva dannatamente ingannata. Nel profondo del cuore, lei credeva davvero che lui l'avesse amata ad un certo punto, ma semplicemente non era abbastanza. Guardò di nuovo il suo vino color rubino cercando di concentrarsi di nuovo - quell'adolescente non era più parte di lei. Lui non l'avrebbe vista a inseguire favole o ad avere bisogno di essere salvata; quella ragazza era cresciuta. Sorrise serenamente mentre la cameriera le riempiva di nuovo il calice. Dava la colpa di alcuni suoi ragionamenti agli effetti dell'alcol.

"Si direbbe che con tutti i discorsi che ho dovuto fare, mi ci sia abituato. Non diventa mai più facile," ammise il Comandante con un leggero disagio.

Fece una risata rigida prima che la sua espressione si aprisse in un sorriso. "Per lo meno, stavolta, non posso pensare di farlo per una ragione migliore."

Alzò leggermente il bicchiere, mentre la sua mano destra entrava nella tasca della giacca, tirandone fuori molti cartoncini bianchi. Scosse la testa, gettandoli sul tavolo. "Sapete, avevo tutti questi appunti che pensavo di leggere... ma solo adesso mi rendo conto che quello che queste due persone condividono non può essere scritto sulla carta."

La sua mente correva per le migliaia di cose che voleva dire. Era come se gli fosse stata data da un'ultima possibilità di discolpa. Forse Rinoa non avrebbe mai saputo quanto profondamente lei gli mancasse, o le ore innumerevoli che stava sveglio la notte. Ma forse questa era l'unica possibilità per lui di dire le parole che mancavano dalla sua mente il giorno in cui lei se ne era andata... e ogni giorno che ne era seguito.

No, questo giorno non riguardava loro, ma forse, se non fosse stato un tale codardo, avrebbero potuto sistemare le cose. Forse, se lei avesse saputo del bisogno che c'era nel suo cuore, lo avrebbe perdonato. Lui avrebbe passato la vita a pentirsi, scusandosi con lei in qualsiasi modo lei avesse potuto immaginare.

La voce cedette all'inizio. "Penso che una volta nella vita si trovi qualcosa di così speciale, di così meraviglioso, che ci si vuole aggrappare a quel sentimento per sempre. Ma la realtà è che la maggior parte di noi non può. Sogniamo tutti di trovare il modo di affrontare l'avversità e il dolore."

Squall fece una pausa, rendendosi conto che stava permettendo alle sue emozioni di avere la meglio. Guardò gli sposi. "Conosco questi due da quando eravamo bambini, e non posso pensare a nulla di più adatto della celebrazione di questa unione. Potrebbe succedere una volta sola nella vita di trovare quella persona speciale, ma succede una volta in un milione di vite di trovare quella persona e di darle sempre valore, di avere quello che voi due condividete. Irvine... Selphie, ricordate sempre ciò che è importante, e non perdete mai di vista quello che portate nel cuore. Credete e abbiate fiducia l'uno nell'altra... non trascurate mai la vostra vita insieme e non trascurate mai l'amore che condividete. A voi... oggi, domani, e per sempre."

Il Comandante alzò il bicchiere verso i novelli sposi. Tutti gli invitati lo imitarono, sussurrando le loro congratulazioni. La sposa e lo sposo sorrisero e si baciarono, applauditi dal pubblico.

Oggi, domani, e per sempre... le parole la facevano sanguinare profondamente nel cuore. La sua voce le echeggiava ancora nelle orecchie. Mentre tutti si sedevano, Rinoa non poté evitare di guardare lui. Parte di lei credeva onestamente che alcune di quelle parole fossero dirette a lei... o forse era il vino che le stava annebbiando la mente.

Questa volta non c'era modo di sbagliarsi: lui la stava guardando. In quel momento, si fissarono l'un l'altro con più che curiosità momentanea. Il suo corpo sembrò incendiarsi all'improvviso, mentre tutto quello che riusciva a fare era respirare. Anche quello era più difficile di quanto avesse previsto.

Non c'erano sorrisi, né finzioni, si guardavano semplicemente l'un l'altra attraverso il tempo e lo spazio. Pensava davvero, lui, che poche parole avrebbero risolto le cose? Se lui cercava disperatamente il suo perdono, perché aspettare di essere in una stanza piena di persone?

Era come se la sua visuale si fosse ristretta e tutto quello che poteva vedere era lui. Dio, voleva smettere, si sentiva debole un'altra volta davanti alla sua presenza. Lui si mosse leggermente nella sedia, facendo un gesto con la mano in aria. Rinoa rimase immobile, incuriosita da ciò che lui stava facendo, trovandosi a piegare appena la testa da un lato.

Fu allora che sentì una voce femminile dietro di lei, che suonava quasi come se stesse rispondendo al gesto del Comandante. Rinoa sentì un'orribile sensazione che le cadeva addosso. Beh, per essere più accurati, era come cadere da un dirupo e precipitare verso il terreno a una velocità indicibile.

Con la coda dell'occhio, Rinoa osservò una figura che si muoveva tra i tavoli. Mentre Squall sedeva immobile, lei osservò la 'macchia' muoversi verso di lui.

Due arti blu scuro gli circondarono il collo, e lei si sentì una stupida fatta e finita. A quante volte era già arrivata quel giorno? Non voleva nemmeno avventurarsi a indovinare, perché la realtà era davvero troppo dolorosa.

"Ehi tu, bel discorso."

Rinoa poteva sentire la voce della donna attraverso i tavoli. Non era stridula, non era acuta, sembrava solo tagliare più in profondità di quanto avesse potuto immaginare.

Squall sembrò distratto mentre alzava lo sguardo sulla persona in piedi dietro di lui. Rinoa non inventò altre scuse, mentre prendeva un sorso, o meglio, beveva il resto del contenuto del suo bicchiere. Sentì una mano sulla spalla e spostò gli occhi per vedere Quistis che sorrideva. L'insegnante aveva un'espressione di solidarietà, mescolata a un po' di colpa.

La Strega rise forte, alleggerendo l'intera situazione. Sorrise radiosa, comportandosi come se non importasse affatto, trovando dell'umorismo nella faccenda. "Va tutto bene, Quistis. Sono stata via per due anni... la vita continua."

La vita continua? Si morse il labbro nervosamente, rendendosi conto che si stava appoggiando a banali luoghi comuni. Sparatemi adesso... facciamola finita con questa dannata giornata. In qualche modo sapeva che Quistis riusciva a leggere attraverso la sua apparenza trasparente. Eppure la sua amica era abbastanza comprensiva da lasciar cadere velocemente il discorso, cambiando argomento.

Se c'era una cosa che si poteva dire di Squall Leonhart, era la sua prodigiosa abilità di rovinare la propria vita più di quanto ritenesse possibile. Il tempismo e la fortuna erano due cose che lo avevano evitato per tutta la sua vita, e oggi non era un'eccezione. L'unico momento in cui aveva finalmente guardato Rinoa liberamente venne sporcato dall'arrivo della sua 'amica'. Alzò una mano verso il suo collo, posandola su quelle che lo circondavano.

"Che ci fai qui?"

"Ho fatto la revisione del budget del secondo quadrimestre a tempo record, quindi ho immaginato che avresti apprezzato la compagnia. "

"Sicuro," borbottò a malapena la sua voce. Si sentiva come se l'unica apertura che avrebbe mai potuto avere fosse stata chiusa con forza brutale. Non cercava miracoli, non cercava affermazione, ma in qualche modo voleva solo una conversazione che sapeva non sarebbe mai avvenuta.

Era davvero troppo tardi. Era dolorosamente ovvio che alcune cose era meglio lasciarle al ricordo.

*~*~*~*~*

La festa stava continuando a pieno ritmo nella notte. Alcuni degli eventi tradizionali avevano già avuto luogo, culminando nel lancio della giarrettiera della sposa e del bouquet.

Rinoa aveva intenzionalmente evitato la cosa come la peste; in qualche modo afferrare il bouquet sarebbe stato un crudele schiaffo in viso. L'unico conforto che aveva era che nemmeno 'l'accompagnatrice femminile' di Squall l'aveva preso - di nuovo, non che la cosa dovesse interessarle.

Per l'ultima ora, era riuscita a stare con Quistis, cosa che aveva mantenuto al minimo la sua inquietudine. Una volta che le danze furono al culmine, l'insegnante aveva a malincuore accettato un invito, con grande dispiacere di Quistis nel lasciare sola la sua amica. Rinoa l'aveva convinta a divertirsi quella sera, sentendosi già abbastanza in colpa per avere monopolizzato così tanto il tempo della sua bionda amica.

Rinoa rimase in piedi contro un muro, osservando il mondo che sembrava passarle accanto. Nella maggior parte dei ricevimenti politici si intratteneva con gli ospiti, parlando per il bene di Timber. In quell'ambiente si sentiva a casa. Nel suo ufficio, a lavorare fino a tarda notte, si sentiva a casa. Stranamente, l'unico posto in cui una volta si sentiva a casa era ora il posto in cui si sentiva più a disagio.

Cercò di ignorare alcuni degli sguardi di alcune persone, ma erano studenti che lei non aveva mai incontrato. La conoscevano attraverso i pettegolezzi e le dicerie, e in tutta onestà, non sapevano niente. Mentalmente si rimproverò per non aver accettato l'offerta di Zone di accompagnarla. Era stato con lei per tutti quegli anni, e attraverso la bisboccia e l'avversità, era diventato il fratello che non aveva mai avuto.

Negli ultimi due anni, il rispetto che si era guadagnata l'aveva sbalzata in una carriera simile a un vortice. Era grazie alla sua influenza che Timber aveva finalmente raggiunto le ultime fasi della sua liberazione. L'effettiva occupazione galbadiana era finita molto tempo prima, ma costruire le fondamenta per un governo stabile avrebbe richiesto anni.

Rinoa aveva iniziato a lavorare come assistente, ma ben presto si era trovata insignita della posizione di ambasciatrice. Era grazie ai suoi legami, e ai legami di suo padre, che era stata in grado di avere successo.

Negli ultimi anni, si era immersa completamente nel lavoro. Per chi la conosceva prima, era una strana trasformazione, eppure era fatta per necessità - per la sua sanità mentale come minimo. Era più facile passare innumerevoli ore in ufficio che tornare a una casa vuota; Angelo stava in ufficio con lei la maggior parte del tempo.

Ma eccola lì. Da sola. In piedi contro un muro a guardare numerose coppie di SeeD che ballavano davanti a lei. Troppo presa dal suo lavoro per avere una vita sociale. Ma di nuovo, il suo lavoro era la sua vita.

Ogni tanto, vedeva Squall... che camminava e che parlava, intrattenendosi con gruppi diversi. Non era ancora salito sulla pista da ballo, e parte di lei ne era grata. Una cosa era sapere che lui era lì con qualcuno, un'altra cosa era guardarli ballare come una coppia.

Sospirò, pensando che sarebbe dovuta tornare al tavolo degli sposi. Zell e una donna castana erano seduti, e lei voleva davvero incontrare la ragazza dell'esperto di arti marziali. Il ragazzo aveva rinunciato ai panini per lei, cosa che poteva essere interpretata come un segno dell'apocalisse. Rinoa non si sarebbe aspettata di meno al suo amico; Zell era una persona meravigliosa con un cuore meraviglioso da donare.

Le mancava davvero fare parte della loro vita, ma ora non era il momento di riflettere sull'aspetto del 'cosa sarebbe potuto succedere' della serata. Rinoa fece un passo avanti, sentendo immediatamente qualcuno che si scontrava con la sua schiena. La forza dell'impatto la fece quasi cadere, ma fortunatamente riconquistò l'equilibrio... cosa che, con i tacchi alti, non era sempre la cosa più semplice da fare.

"Oh, mi dispiace tantissimo," si scusò una voce, suonando un po' imbarazzata. "Ballo così malamente. Non so nemmeno perché ci provo."

"Va tutto bene. Tutti devono imparare, prima o poi," disse Rinoa comprensiva. Ricordava quando aveva ballato con Squall quella prima sera, e di essersi scontrata con Nida e la sua ragazza. Era solo giusto che qualcuno si scontrasse con lei.

Rinoa si voltò, ridendo piano dell'ironia - anche se l'ironia della situazione era appena iniziata. Ecco, infatti, la SeeD di prima, quella che aveva abbracciato Squall. Fortunatamente stava ballando con un'altra persona, cosa che evitò un po' di imbarazzo. Forse Rinoa era saltata alle conclusioni, prima, anche se sembrava abbastanza ovvio.

Dannazione, perché mi interessa?

La giovane donna guardò il suo compagno di danza. "Vai pure avanti, ti raggiungo dopo." Si voltò verso Rinoa sorridendo. "Fratelli, cosa ci si può fare? Si passa tutta la vita a litigare con loro, e poi se ne sente dannatamente la mancanza quando non ci sono."

Rinoa si sforzò di sorridere; la sua teoria di poco prima era appena stata smentita. Cosa che la riportava a una realtà che aveva difficoltà ad accettare.

"Tu sei Rinoa, vero?"

Certo, come se tu non lo sapessi, stron- Si trattenne. Seriamente, questa ragazza non aveva fatto nulla di male, a parte scontrarsi accidentalmente con lei... e poi scusarsi sinceramente. Il fatto che stesse con Squall non avrebbe dovuto influenzarla. Rinoa era quella che, a tutti gli effetti del Garden, se ne era andata da lui; era quella che si era tuffata in una nuova vita. Desiderava solo che gli effetti dell'alcol non fossero già svaniti.

"Sì, è così."

La SeeD allungò una mano per stringere quella di Rinoa. Lei non esitò ad accettare, anche se mentalmente si chiese se poteva buttarla a terra. Era abbastanza sicura di poterla sconfiggere... e abbastanza sicura che Irvine e i suoi amici non si sarebbero affatto arrabbiati.

"Ho sentito parlare di te così tanto. Io mi chiamo Lauren Rachels, mi sono trasferita a Balamb dopo che tu te ne sei andata. Sono solo contenta di poter associare un viso al nome. Non sai quanto spesso le persone dicono che ci somigliamo."

Sì, quel pensiero era leggermente disturbante. Diavolo, quel pensiero era estremamente disturbante.

"Uhm..." riuscì finalmente a mormorare Rinoa, confusa. Anche se, a dire la verità, l'unica somiglianza che poteva trovare era il colore di capelli.

La giovane SeeD scosse la testa ridendo. "Non preoccuparti, non la vedo nemmeno io."

"Molto bene," replicò Rinoa un po' troppo velocemente. "Uhm... non che... io... pensi..." balbettò Rinoa cercando di difendere qualsiasi pensiero avesse al momento. Non era rimasta senza parole per, beh, davvero molto tempo.

Rinoa vide un piccolo gruppo di persone vicino all'entrata. Onestamente, non aveva idea di chi fossero... ma sembravano abbastanza familiari in lontananza. Sorridendo educatamente, alzò una mano per congedarsi. Se mai aveva avuto bisogno di una fuga veloce, era proprio in quel momento. "Mi dispiace, è tutta sera che cerco qualcuno."

*****
Nota della traduttrice: la scorsa volta, vi ho detto che avrei chiesto il permesso di Ashbear per inserire tra i suoi preferiti le storie che danno il titolo ad alcuni capitoli di After the Fall: ebbene, l'ho avuto, quindi date un'occhiata anche ai suoi preferiti^^
La storia che dà il titolo a questo capitolo è Delusions of Reality di Lady Raion; è stata tradotta e verrà presto pubblicata. Si tratta di un AU su FFVIII, e lo troverete come sempre nei preferiti di Ashbear su questo account.
10 marzo 2013: corretti alcuni errorini sparsi.
Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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