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Autore: ArcoeFreccia    26/05/2010    3 recensioni
Una storia scritta a quattro mani, un capitolo e un personaggio a testa, in cui si racconterà come Kanon proverà ad aiutare Milo a ritrovare la via perduta e i due dovranno vedersela con una banda di teppisti manovrati da un vecchio pretendente al titolo di sacro guerriero d'oro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO V

L'umiliazione




Questo capitolo è stato scritto da winnie343



Osservo la luna in cielo, immobile, disinteressata ai nostri patimenti quotidiani, so che Kanon è arrabbiato con me, non tanto per il fatto che non l'ho aiutato contro quei teppistelli, quanto piuttosto per la mia apatia … forse anche io lo sarei al suo posto … quello che non capisci amico mio è che sono stanco della violenza … ho voglia di condurre una vita normale e se per farlo devo accettare situazioni come quella di stasera, allora questo è il fio che pagherò alla mia voglia di normalità. Ti sento sbuffare, sarà il libro che leggi che non ti piace o la mia presenza che ti infastidisce, nel dubbio decido comunque di alzare i tacchi e sparire. Mentre mi allontano sento la tua voce che mi urla dietro “si, bravo, scappa dal tuo destino!” e sorrido amaramente pensando che per quanto possa scappare quello mi ritroverà ovunque. Decido di fare una passeggiata sulla spiaggia, ma mente costeggio il bagnasciuga vedo dei fuochi in lontananza e sento delle urla; inizialmente decido di fregarmene, ma mentre sto per tuffarmi in acqua riconosco la voce di una delle persone e, seppur controvoglia, decido di andare a controllare. Una volta giunto nel luogo di provenienza delle urla trovo Melina circondata da quattro ragazzi con delle torce in mano, tra cui riconosco uno dei tre malmenati da Kanon. Interrompo il loro sbeffeggiamento nei confronti della ragazza:

  • Vedo che la lezione che ti ha dato il mio amico non ha sortito nessun effetto!

Ottengo il risultato sperato, perchè tutti si voltano a guardarmi: sono stupiti e la più stupita di tutti è proprio Melina. Osservando meglio la scena mi rendo conto che i ragazzi le hanno tolto il cappotto che di solito indossa e la stanno minacciando con dei coltelli. Uno di loro si avvicina puntandomi il coltello in faccia, ma io, ovviamente non indietreggio.

  • Attento ragazzino, potresti farti male con quell'oggettino.

  • Tzse. Io non ho paura di te … e neanche del tuo amico

  • Beh … di me non so … ma di lui dovresti averne … fidati.

I ragazzi mi guardano intimoriti. Accenno un passo per avvicinarmi a loro che presi dalla paura e probabilmente memori di quello che è successo con Kanon a loro volta ne fanno uno indietro. La situazione rimane in stallo per un po', visto che non ho nessuna intenzione di colpirli e visto che loro sono indecisi sul da farsi. Il tutto viene sbloccato da Melina che strappando di mano una delle torce ad uno dei teppisti li intima ad allontanarsi onde evitare che decida di dar loro fuoco. I ragazzi decidono di allontanarsi e io comincio a ridere come un matto pensando a quanto siano stupidi a volte gli adolescenti, ma smetto subito quando vengo colpito alla testa dal bastone infuocato.

  • Ma sei matta? Hai intenzione di darmi fuoco?

  • Vista la tua idiozia sarei tentata

  • Guarda che se non fosse stato per me le cose si sarebbero messe davvero male per te!

  • Cosa?? Vuoi dire che se non fosse stato per me le cose si sarebbero messe male per te! Sei rimasto li fermo come un palo … che pensavi di fare .. sedurli con i tuoi occhi languidi?

  • No! Figurati … tanto c'eri tu a terrorizzarli!

  • Idiota! - Melina mi lancia addosso la torcia che io schivo senza problemi – Vattene!

  • Spiacente … ho deciso di rimanere qui. - mentre si rimette addosso il cappotto, ho il tempo di notare che il suo corpo non ha nulla da invidiare a quello di una qualsiasi altra ragazza di queste terre – Perchè lo fai?

  • Cosa?

  • Perchè nascondi il tuo corpo sotto quel pesante paltò?

  • Ho freddo! - la vedo arrossire

  • Non dire stupidaggini, ci saranno almeno 38 gradi

  • Porco! Come ti permetti di guardarmi mentre mi rivesto?

  • Guarda che non eri nuda … e non cambiare argomento! Che ti è successo?

  • Che vuoi dire? - mentre risponde alla mia domanda contro voglia, comincia ad allontanarsi da me

  • Che io mi ricordi eri una bella bambina e ora invece …

  • Sono un mostro? E' questo che vuoi dire?

  • No … voglio dire che fai di tutto per sembrarlo. E anche il tuo carattere … prima eri così dolce … e ora

  • Sono cresciuta .. tutto qui!

  • Balle .. cosa ti è successo? - come nel pomeriggio la blocco afferrandole il braccio e lei si irrigidisce, anche se questa volta la sua reazione è meno violenta.

  • Lasciami o comincio ad urlare

  • Correggimi se sbaglio, ma ho avuto la netta impressione che in questo paese la regola principale sia far finta di nulla … per cui penso che se tu urlerai nessuno accorrerà – la sento arrendersi e lasciarsi andare come un sacco di patate.

  • Già … fai quello che vuoi e vattene – rimango stupito dalla sua affermazione

  • Ma di cosa stai parlando? - Mi sembra di vedere sotto i fondi di bottiglia che porta uno sguardo carico d'odio, così decido di toglierle gli occhiali per vederla meglio negli occhi , ritrovando così lo sguardo screziato di un tempo – Che vuoi dire?

  • Lo so che il mio aspetto non vi ferma dal soddisfare i vostri bassi istinti. - Quando capisco che cosa vuole dire comincio a ridere – che c'e' da ridere?

  • Tu pensi che io? …. Ah ahahah … Hai per caso voglia di scherzare? - la mia ilarità la fa arrabbiare e riacquistando la sua vigoria mi strattona liberandosi dalla mia presa – scusami Melina, ma posso assicurarti che se ho voglia di fare sesso non ho problemi a trovarmi una ragazza più carina e più disponibile di te.

  • Idiota! - mollandomi un ceffone si allontana di corsa, ma io divertito dalla sua reazione decido di seguirla

  • Ma come ti è venuto in mente una cosa del genere? E comunque sei bravissima ad eludere le mie domande.

  • Io non sto eludendo le tue domande e posso assicurarti che voi uomini siete tutti dei maiali –

I suoi occhi carichi di rabbia e di odio mi fanno venire un dubbio. Vorrei farle una domanda, ma purtroppo non ne ho il tempo perchè la nostra conversazione viene interrotta dal sopraggiungere dei quattro teppisti che questa volta sono accompagnati da un gruppo nutrito di loro amici, tra i quali risalta la presenza di un ragazzo della mia età che sembra essere a tutti gli effetti il loro capo. Mentre sento le unghie di Melina conficcarsi sul mio braccio sorrido divertito all'idea di essere riuscito perfino a scomodare il capo della banda. E' proprio lui che una volta giunto di fronte a noi mi rivolge la parola.

  • Che cosa hai da ridere?

  • Niente … non pensavo però di essere così importante da scomodare perfino il capo di questi balordi.

  • Non tu … lei!

  • Cosa? - mi volto ad osservare Melina e il suo sguardo terrorizzato e rabbioso al tempo stesso mi sorprende – lei?

  • Si, esatto, lei. Da quando in qua Melina te la fai con i ragazzi?

  • Io non me la faccio con nessuno – la sua voce è aggressiva, ma dal modo in cui continua a stringere il mio braccio capisco che ha paura di quest'uomo che ho di fronte – e tu vedi di lasciarmi in pace

  • Senti bell'imbusto. Ti consiglio vivamente di lasciar perdere Melina – io volto il mio sguardo verso il tizio che mi sta parlando e poi verso di lei domandandomi se sono finito in una specie di candid camera – lei mi appartiene.

  • Io non ti appartengo! Io non appartengo a nessuno, hai capito?

  • No, aspettate – interrompo la loro diatriba – qui deve esserci un errore. Io non so proprio chi tu sia .. e sinceramente neanche mi interessa, ma posso assicurarti che la qui presente ragazza non è proprio il mio tipo e francamente non ho nessun interesse nei suoi confronti.

  • Ridalle gli occhiali

  • Cosa?

  • I suoi occhiali .. ridaglieli. - osservo la mia mano e mi rendo conto di avere ancora i suoi fondi di bottiglia, così con un gesto veloce glieli porgo e torno a fissare il capo della banda - bravo. E ora dimmi … tu sei l'amico di quello che ha picchiato i miei ragazzi?

  • Si

  • Bene. Vorrà dire che in sua assenza daremo una lezione a te. A meno che non voglia scusarti per lui inginocchiandoti ai miei piedi e baciando le mie scarpe.

  • Nemmeno fra un milione di anni mio caro.

  • D'accordo. Spostatela!

Due dei ragazzi allontanano Melina da me, che tenta di fare resistenza con l'unico risultato di lasciare un profondo graffio sul mio braccio. Dopo di che i teppisti e il loro capo cominciano a picchiarmi senza che io faccia nulla per difendermi. Mentre sento i loro colpi su tutto il corpo e il mio sangue che comincia a colarmi sulla pelle, accetto passivamente e serenamente il fio della mia scelta. So benissimo che se solo alzassi un dito li spazzerei via come moscerini, ma la normalità ha un prezzo e io non ho paura di pagarlo. Dopo una decina di minuti di botte continue e di urla di Melina che tenta in tutti i modi di farli smettere, cado sulla sabbia con gli occhi pesti e la bocca sanguinante. Tutti i suoni intorno a me sono ovattati, ma riesco a sentire chiaramente il capo, che mentre strattona Melina le urla

  • Sono stanco di questo gioco con te. Ora ti farò quello che devo e se poi vorrai toglierti la vita accomodati pure.

Sento le sue urla e alzandomi riesco a vedere a mala pena che mentre gli strappa il cappotto la spinge a terra bloccandola con il peso del suo corpo. A questo punto un forte senso di nausea si impadronisce di me e rialzandomi gli intimo di fermarsi. Lui stupito comincia a fissarmi e lasciando libera la ragazza si alza.

  • Incredibile. Non pensavo che dopo il trattamento subito saresti riuscito a tirarti su da solo. I miei complimenti. E ora cosa diavolo vuoi? Non ti è bastata la lezione?

Osservo Melina, si è inginocchiata e mi sta osservando, ha una parte del vestito strappato che mostra alla luce della luna una delle sue spalle. Tutto quello che riesco a pensare è che ha una pelle talmente chiara da fare invidia alla luna stessa. Il capo dei teppisti continua a guardarmi e io decido di fare quello che il cavaliere di Scorpio non avrebbe mai fatto in tutta la sua vita. Inginocchiandomi di fronte a lui e inghiottendo amaramente il mio sangue mi abbasso e gli bacio la punta delle scarpe. Se Kanon mi vedesse in questo momento mi spedirebbe in un altra dimensione, ma questo è il prezzo della normalità. Il tizio comincia a ridere come un pazzo.

  • Vedete ragazzi che con le buone maniere si ottiene sempre ciò che si desidera?

  • Hai ottenuto le mie scuse. Ora lasciala in pace

  • Cosa?

  • Lasciala in pace - lo guardo con gli occhi del cavaliere di Scorpio … è il mio sguardo a spaventarlo … ed è quello che voglio … mi hai piegato amico, ma non sarai mai in grado di abbattere la mia anima, che è andata all'inferno ed è tornata – hai capito bene.

  • D'accordo, per oggi mi ritengo soddisfatto. Ringrazia il tuo amico Melina.

Prima di andarsene però, i ragazzi decidono di darmi un'ultima lezione e continuano a colpirmi finchè non cado nuovamente a terra. Una volta che si allontanano tutti, Melina si avvicina a me ed io, rimanendo sdraiato e mettendomi con la schiena sulla sabbia comincio a guardare il cielo stellato.

  • Milo … stai bene?

  • Mai stato meglio – sorrido – e tu?

  • Perchè lo hai fatto? Perchè ti sei umiliato così?

  • Umiliato?

  • Si … io non ti riconosco più … il ragazzino che conoscevo io non avrebbe mai chinato il capo come hai fatto tu.

  • Il ragazzino che conoscevi tu è cresciuto.

  • Ma …

Non riesco ad ascoltare il resto delle sue parole perchè, preso da una stanchezza improvvisa, chiudo gli occhi e mi addormento pesantemente. Quando li riapro mi ritrovo in una stanza che sicuramente non è la mia, il letto violetto e i pizzi alle tende non sono di mio gusto. Alzandomi comincio a guardarmi intorno per capire dove mi trovo, ma vengo interrotto dall'ennesima botta in testa che mi fa realizzare che seppur non so dove mi trovo so chi è la mia ospite.

  • Melina.

  • Vedo che ti sei svegliato e cosa fai come prima cosa? Gironzoli per la mia stanza.

  • La tua stanza? Ma perchè sono qui?

  • Sei svenuto sulla spiaggia e io sono corsa a chiamare il nonno e poi ho chiamato il tuo amico, che voleva riportarti a casa tua, ma il nonno ha detto che il medico non sarebbe mai venuto fino da voi per cui alla fine hanno pensato di portarti qui.

  • Con tua grande gioia vedo! - ricevo l'ennesima botta in testa.

  • Esatto! D'accordo, mi hai aiutato, ma cederti la mia stanza non era nei miei programmi. Comunque il dottore ha detto che devi riposarti se vuoi rimetterti. - spingendomi con decisione mi costringe a rimettermi a letto – e visto che io voglio che tu ti rimetta eseguirai i suoi ordini.

  • Non vedi l'ora di liberarti di me vero?

  • Bravo! Questa è la colazione – mentre sta posando il vassoio sul letto la blocco per un polso

  • Perchè quel tizio ce l'aveva tanto con te?

  • Quello ce l'ha con tutti – tenta di liberarsi dalla mia presa ma io non mollo.

  • Con te ce l'ha di più

  • E' una tua impressione.

  • Sarà … e perchè ha detto quelle cose?

  • Cosa?

  • Sul fatto che ti saresti tolta la vita

  • E' un'idiota – alla fine con uno strattone più forte riesce a liberarsi - e tu sei più idiota di lui se credi alle sue parole … e ora scusami

Esce dalla sua camera lasciandomi da solo con i miei pensieri, sarà come dice lei, ma sono sicuro che nasconde qualcosa e che i due siano legati da un passato a me sconosciuto. Dopo poco, stanco di riposare decido di scendere nel negozietto di di fiori, dove trovo seduti uno di fronte all'altro Kanon e il vecchio, mentre Melina è intenta a preparare una composizione floreale. Quando mi vede bofonchia fra se “peggio per te … volente o nolente fra un paio di giorni ti butto fuori da qui” e io le sorrido amabilmente, per quanto possa sorridere uno con la faccia gonfia e livida. Mi siedo accanto a Kanon il quale mi dice:

  • Milo, più passano i giorni e più il tuo aspetto peggiora. Non posso lasciarti solo neanche un momento che ti fai malmenare come un bambino qualunque.

  • Eh caro Kanon non tutti possono essere supereroi come te.

  • Ma neanche senza spina dorsale come te! - Melina interviene nella nostra discussione, mentre io mantengo il mio solito sorriso – ti sei lasciato malmenare senza neanche muovere un dito

  • Vedi il fatto è che Milo ha deciso di abbracciare il movimento pacifista.

  • Cosa? - Melina mi guarda stupefatta, mentre suo nonno comincia a sorridere divertito.

  • Si … avete di fronte a voi un redivivo figlio dei fiori che ha deciso di non fare male più a nessuno.

  • Idiota! Se pensi che non facendo nulla e che con il tuo sorriso beota le cose si sistemeranno da sole sei un idiota!

  • Forse sarebbe meglio indossare un pesante paltò e dei fondi di bottiglia e girare con il perenne broncio urlando a tutti?

  • TU NON SAI NULLA DI ME! - Melina mi tira addosso i fiori che ha in mano e poi mi lancia anche tutta la composizione che ha appena realizzato e la mia pazienza va a farsi benedire

  • SE E' PER QUESTO NEANCHE TU!

  • Cretino! - lanciandomi il vaso che ha vicino si volta ed esce dal negozio lasciandomi con la voglia di prenderla a sberle

  • Incredibile – sento Kanon affianco a me ridere di gusto e mi volto rabbioso

  • Cosa è incredibile?

  • Il fatto che lei riesca a farti assumere un aria più umana, quasi quasi la ingaggio per cercare di scrollarti di dosso la tua apatia.

  • Quella farebbe perdere la pazienza perfino ad un santo … ecco … perfino a Mu!

  • Melina un tempo non era così – il vecchio ci interrompe e con sguardo malinconico comincia a fissarmi – tu lo sai Milo che non era così

  • Comincio a dubitare seriamente dei miei ricordi

  • Non farlo occhidimare

  • Che cosa le è successo vecchio? – Kanon gli fa la domanda che anche a me frulla in testa da un paio di giorni – che cosa l'ha trasformata così?

  • Io non lo so, non me ne ha mai voluto parlare … un giorno era sorridente e radiosa, come tutte le adolescenti della sua età e poi … dopo essere sparita per un mese, in cui l'ho cercata ovunque pensando che le fosse successo qualcosa di brutto, è tornata cambiata. A tutte le mie domande non ha mai risposto, continua a volermi bene e ad occuparsi di me, anche dopo la morte di suo padre, mio figlio, ma la sua vita al di fuori di questo negozio è diventata inesistente.

  • Ma qualcosa ti avrà pure detto, possibile che tu non sappia nulla? - incredulo al suo racconto intervengo

  • Mi ha detto Melina che hai conosciuto Davos

  • Chi?

  • Il capo dei teppisti che mettono a ferro e fuoco questo paese.

  • Ah si, ma questo cosa c'entra?

  • C'entra … lui c'entra nel cambiamento di Melina, ne sono sicuro. Come sono sicuro che c'entri Aristea

  • Aristea? - Kanon si fa più attento e vigile

  • Si, l'altra mia nipote, la figlia della mia bellissima figlia. Credo che voi l'abbiate conosciuta ieri.

  • Si si. Ma cosa c'entra lei nel cambiamento di Melina?

  • Ah questo non lo so, neanche lei mi vuole dire nulla. Ma da quando Melina è tornata ha cominciato a trattare male Aristea, mentre prima le due cugine si adoravano. Perciò penso che anche lei possa entrare nel cambiamento di Melina.

  • Mi sembra strano che una ragazza come Aristea possa fare del male a qualcuno – sorrido all'affermazione di Kanon pensando a come il mio amico ormai stia andando allegramente verso la strada dell'innamoramento senza ritorno.

  • Ma certo che mia nipote non può fare male a qualcuno. Lei è un angelo! Come le viene in mente una cosa del genere?

  • Ma è lei che ha detto che Aristea c'entra nel cambiamento di Melina!

  • Certo che c'entra, ma non ho mai detto che le ha fatto del male.

  • E allora in che modo c'entra?

  • E' colpa di suo padre.

  • Suo padre? - io e Kanon cominciamo a perderci in questa sorta di telenovela familiare.

  • Si, il padre di Aristea, mio genero … quell'uomo porta il male con se. Qualunque cosa tocca muore … come la mia povera figliola.

  • Il padre di Aristea ha ucciso vostra figlia?

  • Ma chi l'ha detto?

  • Voi … ora …

  • Sentite giovanotto, voi non capite nulla – sorrido sempre più divertito all'assurda conversazione che Kanon sta avendo con il vecchio – non ho mica detto che mio genero ha ucciso mia figlia .. ho semplicemente detto che rovina tutto ciò che tocca.

  • Ah

  • Vedete … il padre di Aristea ha sempre voluto primeggiare, essere il migliore. Il più forte, il più ricco, il più potente. Per questo corteggiò mia figlia … la ragazza più bella del paese. Io l'avevo avvertita, ma lei non volle sentire ragioni … si innamorò di lui e lo sposò e nacque Aristea, ma lui spinto dalla sua voglia di potere decise di partire per la Grecia, disse di aver sentito parlare di un tempio dove era possibile diventare uomini forti e potenti e disse che sarebbe tornato solo dopo aver conquistato una preziosa armatura un'armatura .. conoscete la leggenda dei cavalieri che proteggono la Dea Athena?

  • No

  • Mai sentita! - io e Kanon neghiamo spudoratamente

  • Beh è proprio una stupidaggine, ma lui ci credette e partì a detta sua alla conquista del mondo, lasciando mia figlia con una bambina piccola da accudire. Torno dopo cinque o sei anni, ma era cambiato .. non mi era mai piaciuto, ma al suo ritorno era diventato un essere cattivo, crudele e senza scrupoli. Mia figlia tornò con lui, ma morì dopo poco di una malattia incurabile, sapevo che non era felice, ma non riuscii a portarla via da lui.

  • E Aristea?

  • Aristea è rimasta con suo padre. Lei non ha mai visto il male in lui, anzi lo adora e lo venera come il migliore dei padri.

  • Si ma tutto questo cosa c'entra con il cambiamento di Melina? - intervengo nuovamente perchè ho l'impressione che il vecchio divaghi un po' troppo

  • C'entra … io sono convinto che il padre di Aristea sia a capo di un'organizzazione malavitosa che sta prendendo il sopravvento in tutto il paese, servendosi di teppistelli e mezzi bulletti per terrorizzare i paeselli come il nostro.

  • Quindi pensi che dietro a quei ragazzi in realtà ci sia lui?

  • Ne sono sicuro, ma purtroppo non ho le prove e nessuno mi crede, perchè lui si comporta come un distinto uomo d'affari; e Melina non vuole aiutarmi, ne dirmi nulla di quello che sa. Io sono ancora vivo solo in virtù dell'affetto che Aristea nutre nei miei confronti. Lei sa come la penso, ma non vuole ascoltarmi e pensa che siano solo i vaneggiamenti di un povero vecchio. Oh … ora che vi ho raccontato tutto mi sento meglio … vado a dormire.

Il vecchio si alza e sale nelle camere superiori, lasciando me e Kanon letteralmente basiti.

  • Ma tu credi a quello che ha detto? - il primo a rompere il silenzio è il mio amico

  • Ah boh … da quando lo conoscevo io mi sembra che abbia subito un tracollo pazzesco.

  • Mmmh … e la storia del tempio in Grecia?

  • Già … è tutto molto strano. - mi alzo in piedi e mi dirigo verso le scale per tornare alla camera di Melina – beh … diciamo che avrai molto da fare.

  • Che vuoi dire?

  • Per scoprire se il padre della tua bella sia veramente un malavitoso e se effettivamente sia mai stato al Santuario

  • Tu non mi aiuti?

  • Ah no … come puoi vedere io sono convalescente e il medico mi ha ordinato il riposo.

  • E non ti interessa sapere cosa è successo a Melina? - mi volto a guardarlo intensamente, poi sorridendo comincio a salire le scale

  • Non particolarmente .. quella secondo me è scivolata e ha battuto la testa e quando si è risvegliata dal coma in cui è caduta per un mese ha subito un cambio di personalità.

Senza attendere la risposta del mio amico, entro nella camera di Melina richiudendomi la porta alle spalle e comincio a cercare fra i cassetti qualche indizio su quello che ha portato la proprietaria della stanza ha subire un così drastico cambiamento.





Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo tutto o quasi dedicato a Milo. Ringraziamo tutti coloro che continuano a leggere questa storia ed in particolare a Sakura2480 che con le sue recensioni ci illumina le giornate :-)

  
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