Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Vichy90    31/05/2010    1 recensioni
Alyson Harris si è trasferita a New York per iniziare a lavorare come addetta alle fotocopie in un'importante società finanziaria. Il suo capo è Benjamni Alan Mayers. I due non hanno assolutamente nulla in comune...età diversa, cultura diversa, provenienza diversa, ceto sociale diverso... l'unica cosa che sembra legarli è l’amore per la musica. Un amore che li porterà a legare indissolubilmente le loro vite, facendoli conoscere, parlare, cambiare e infine innamorare.
<< sei pentita della sera scorsa… il tuo comportamento è un modo per farmelo capire? >>
Dio, no!! Solo perché lui invece di parlare cerca di farti capire le cose, non vuol dire che io faccia lo stesso!
Anche se forse non è stata una buona idea finire nel suo letto…
Se non fosse accaduto io ora non sarei da quindici minuti in questo ufficio, a dondolarmi sui talloni e a sudare freddo per paura di dare la risposta sbagliata alle domande che continua a farmi, e finire per essere considerata male da lui…
<< no, non sono pentita… sono solo preoccupata! >>
<< di cosa? >>
Di innamorarmi di te…Di essere lasciata da te…Di distruggere la mia carriera per la mia incapacità di dividere il sesso dai sentimenti
<< che qualcuno lo venga a sapere e mi giudichi male! >>
Bugiarda.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

************************************************************************************************************************



BLUE NOTE – LA MUSICA STONATA

1.
PROLOGO



A Clarksdale, da dove vengo io, gli edifici hanno al massimo tre piani.
Se vai in centro ne trovi uno, o forse due con quattro, ma è raro.
Gli uomini lì vestono sempre di jeans, e le donne… anche.
Da noi il capello di paglia è una costante e le bretelle sono più comuni della cintura.
Nessuno usa tacchi.
Nessuno usa gonne.
Nessuno si trucca e i capelli vengono lasciati così come sono.
A nessuno importa nulla dell’aspetto o delle condizioni della casa perché tanto a Clarksdale tutti fanno lo stesso identico lavoro: coltivare i campi, allevare le vacche e suonare…
suonare la musica Blues!
Perché è questo che pochi sanno… Clarksdale è la città natale del Blues!

Quello che mi domando io a questo punto è: se ti piaceva così tanto Clarksdale e la sua musica perché sei qui, con la testa rivolta verso l’alto, a farti venire il torcicollo solo per vedere se riesci a scovare tra le nuvole dense e scure di Manhattan, la fine di questo grattacielo?
Perché indossi un costoso, anzi “il” costoso nonché unico Taglier presente nel tuo armadio, con i capelli legati in un elegante chignon e i piedi stretti in un paio di alti e scomodi tacchi?
Perché il tuo viso è sapientemente truccato e la tua pelle profuma di fiori anziché di fieno?
Semplice… perché questo è il mio lavoro!

Io sono Alyson Harris, nata a Clarksdale, cresciuta a Clarksdale, morta… ancora non lo so ma non credo che sarà a Clarksdale!
Laureata a pieni voti in finanza aziendale alla Coahoma Community College (sede a Clarksdale ovviamente), eccomi qui a lavorare per la principale sede della MfC Corporation, una tra le più importanti società finanziarie newyorkesi della quale io spero di poterne prima o poi fare parte. Perché il sogno che mi ha portato qui a NY è quello di diventare consulente finanziario, ma ovviamente per arrivare a quel livello prima bisogna fare la cosiddetta “gavetta” ed è già un grande onore per me poterla fare in una azienda di tale importanza.
La mansione per la quale sono stata assunta è un’altra che si trova molto più in basso del posto a cui io aspiro.
Più in basso della segretaria, più in basso del “tipo che porta il caffè”.
Ebbene sì, perché io sono l’addetta alle fotocopie.
Questo è il mio lavoro; una sorta di bidella dell’azienda.
Il mio compito si basa semplicemente sul prendere i certificati, le rettifiche e le comunicazioni del Direttore e fotocopiarle per poi distribuirle ai vari settori, e se in un settore qualcuno ha bisogno dei fotocopie io sono quella che gliele fa.
Insomma il mio è un lavoro molto interessante e pieno di opportunità per far notare le mie qualità e le mie conoscenze in materia aziendale.
A parte l'ironia, purtroppo questo è quello che mi è stato offerto e nonostante tutto continuo a sperare che questa sia la via giusta per fare carriera.

Il mio capo è Benjamin Alan Mayers.
Trentotto anni, divorziato, niente figli… a capo della società solo a causa della morte prematura del padre, precedente direttore.
Io l’ho visto per la prima volta solo dopo sei mesi che lavoravo nell’azienda.
In giro si diceva fosse bello come una statua greca, alto, moro, e dagli occhi così scuri da potercisi perdere dentro, ma io ci avevo sempre creduto molto poco a queste storie.
Dentro questi uffici si tende sempre ad esagerare molto nei racconti, tanto per passare con più velocità le solite 8 ore lavorative.
Ovviamente i miei dubbi si sono totalmente dissolti nell’esatto momento in cui l'ho incontrato!
Si diceva anche fosse molto restio a farsi vedere, sempre rinchiuso nel suo ufficio all’ultimo piano che condivide solamente con la sua segretaria personale…
A questo invece avevo creduto subito, perché come ho detto in precedenza io l'ho visto per la prima volta solo dopo sei mesi dal mio arrivo alla MfC e anche quando ero stata assunta era stata Betty Northwood, quella che ora noi del dodicesimo piano chiamiamo “la cozza”, a farmi il colloquio.
Inoltre per i primi sei mesi di lavoro, nei quali quotidianamente mi presentavo all’ultimo piano per ricevere le dispense da fotocopiare e distribuire, era stata la segretaria del direttore, Margareth Dufresne, a passarmi i certificati.
Quando l’avevo vista per la prima volta ero rimasta letteralmente sconvolta dal suo aspetto!
Non perché fosse una brutta donna, ma neanche perché fosse un modello di fascino.
Avevo sempre immaginato che un direttore trentottenne, a detta delle altre anche particolarmente bello, dovesse avere quasi per regola una segretaria bionda, alta, dal seno rifatto e la minigonna troppo corta per lavorare.
Margie invece era bassa, cicciottella, e dai capelli talmente rossi da fare invidia ad un’irlandese.
Era francese ed il suo accento era marcato, ma di francese a parte il cognome e la erre moscia non aveva nient’altro. Inoltre era simpatica, sempre sorridente, e le piaceva scherzare con i doppi sensi. Non era sposata, nonostante l’età ormai avanzata e forse era questa sua libertà che la portava a comportarsi con tutti in modo così espansivo.
Era molto legata al Signor Mayers e quando andavo da lei per ritirare le rettifiche spesso si fermava per raccontarmi qualcosa di lui.
Era una persona molto buona, a detta sua.
Frank Calosha, canadese trapiantato in America ed esperto di mercati finanziari del ventitreesimo piano, era entrato in depressione già prima del mio arrivo alla MfC.
Da quel che si diceva per i corridoi, la moglie lo aveva lasciato e con il divorzio non solo si era portata via la casa e la macchina, ma anche i suoi due figli. Il poveretto era rimasto praticamente senza più niente e da lì era nata la sua depressione.
A causa di questa Frank non lavorava più!
Nel senso, lui veniva a lavorare ma passava le giornate seduto in scrivania, senza fare nulla!
Dopo quattro mesi dal mio arrivo mi ero aspettata ogni giorno di trovarmi tra le mani la lettera di licenziamento indirizzata verso il povero Frank… ma non è mai accaduto!
A Frank infatti era stato semplicemente affidato un assistente che non era un vero e proprio assistente perché guadagnava più di lui e svolgeva tutto il lavoro al posto suo, ma nonostante questo manteneva intatto il suo posto lavorativo.
Ben mi spiegò solo anni dopo il motivo che lo aveva spinto ad agire a quel modo.
Frank non aveva più niente nella vita, solo il suo lavoro. Certo, non lo svolgeva più, ma togliergli l’ultima cosa che lo faceva alzare la mattina sarebbe stato come dagli il colpo finale.
Ebbene sì… Ben era buono!
Ma è stata una qualità che ho scoperto solo con l’andare del tempo, perché io Benjamin Alan Mayers l'ho visto per la prima volta dopo sei mesi, e i nostri incontri hanno iniziato ad aumentare di frequenza solo dopo un anno dal mio arrivo alla MfC.



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Vichy90