Alla mia Aliciotta, ti voglio bene, sorella z.......!
UNO SPICCHIO DI VITA
- Capitolo 1° -
Michelle Brescia beveva a brevi sorsate la Pepsi Cola che
aveva sul banco.
Le lezioni di storia erono... interminabili.
La ragazza si rallegrava del fatto che sarebbe stato
l'ultimo anno passato in quel diavolo di istituto.
Riprese a paticciare su un foglio strappato.
Non aveva assolutamente voglia di proseguire la mattinata a
stare seduta su quel fottuto banco di 5 fila
Si stirò, inclinando la testa per vedere il suo pacciugo da
una altra visuale.
Era un bel disegno, una tigre dormiente, ma ancora non la
soddisfava.
Nulla di ciò che faceva la soddisfava pienamente.
Si guardò in torno.
Erano in 30.
E nessuno dei 30 ragazzi stava attento, c'è chi si mandava
bigliettini, chi parlava, insomma, ognuno si faceva i cazzi propri.
Michelle si scambiò uno sguardo di intesa con il suo amico,
Ludo.
Ludo era l'unico "amico", se così si poteva definire,
ed era una strana amicizia.
Parlavano, questo si, scherzavano, ma non si definivano
proprio amici.
Poi, a cosa serve un amico?
Ludo le lanciò un bigliettino.
Lei lo prese al volo.
Lo scartocciò leggendo:
"Tra un pò?"
Michelle sorrise.
Scrisse sul foglio il suo consenso e lo rilanciò.
Si stirò di nuovo.
Bene.
Adesso avrebbe reso utile il tempo passato a scuola.
Michelle raggiunse il compagno in bagno dopo pochi minuti.
"Wei Misc"
La bionda si stirò, allungando ancora di più il corpo già
slanciato.
Sorrise, come sempre faceva quando l'amico la salutava.
Diceva sempre "Wei, Weila"
"Cos'hai questa mattina che continui a stirarti?"
Chiese Ludo trando fuori il portafoglio dalla tasca delle
braghe azzurre.
"Sono stanca..ieri ho fatto le ore piccole per quel
cazzo di schizzo"
"Mh.." Ludo adesso era concentrato a cremare del
fumo.
Michelle guardò con affetto l'espressione accigliata del
compagno mentre preparava la canna.
Finito il lavoro, Ludo passò l'opera all'amica.
"Vai"
Michelle l'accese.
"Allora?" Chiese Ludo con interresse
"Allora nulla. La mia vita è uno schifo"
"Strano - disse il ragazzo - la tua vita non è mai uno
schifo.."
La ragazza sorrise. Con una scrollata di spalle si tolse i
lunghi capelli biondi dal volto.
Aveva profondi occhi nocciola con lunga ciglia scure.
Michelle era una bella ragazza, ma aveva un caratterino per
nulla facile, e la chiamavano quasi tutti l'"Artista".
Non faceva altro che disegnare e fumare.
Il resto non aveva senso, allora perchè farlo?
L'artista passò la canna al compagno.
"Fanculo! Odio sta'cazzo di scuola piena di
fichette!"
"Fighette, Misci, fighette" Disse con finto
rimprovero Ludo.
"Fanculo anche ai nobili"Aggiunse la bionda
"E ai ricchi" Decretò il ragazzo.
I ragazzi sorrisero.
"In questa è tutto così esasperatamente...ricco!"
Marie si pulì la bocca.
Quel bagno era sempre vuoto perchè le latrine erono fuori
servizio.
Sputacchiò ancora un pò nel lavandino calcareo.
Poi, si guardò allo specchio rotto.
Perchè era così grassa?
Si slegò i capelli che si era precedentemente legata.
I capelli color mogano le ricadevano ricci sulle spalle.
Si mise bene la fascia, si sistemò l'uniforme e uscì dal
bagno.
"In bagno"
Andrea lesse il bigliettino e sorrise maliziosa.
Ormai lo prendeva come un lavoro.
Alla mattina si alzava, sapendo che a scuola godeva di una
certa fama.
A scuola ci andava solo per il sesso gratuito che faceva con
tutti.
Accartocciò il bigliettino e lo lanciò.
"SIGNORINA FRASCHI!!!"
Urlò l'insegnante.
Andrea non sollevò neppure lo sguardo, si girò e raccattò la
pallina di carta.
Era già abbastanza contenta che non l'avessero chiamata per
nome:
Andrea.
"Andrea è un nome prettamente maschile, solamente
quelle scarpe dei miei genitori potevano chiamarmi così".Pensò.
L'insegnante continuò a insularla
"magistralmente".
La ragazza si mise una forcina nella suo caschetto corvino,
e si immerse nei suoi pensieri.
Guardò l'orologio.
5 minuti alla "Pausa ricreativa"
Doveva raggiungere il vecchio bagno, dove Marco lo aspetava
per quel pompino promesso.
L'artista aveva sempre suscitato l'ira e la simpatia dei
professori.
L'uniforme azzurra era sempre sporca di colore, e riservava
alla vita sempre una profonda amarezza.
"Hai una macchia gialla sul culo, oggi" Osservò
impassibile Ludo durante la ricreazione, seduto sul proprio banco.
"Mh...dovevo scegliere i gialli questa mattina"
Rispose Michelle assorta, come se avesse risposto automaticamente.
"Risposta esauriente" Disse il moro, Ludo,
alzandosi dal banco.
"Mh"
"..."
E, fino alla fine della ricreazione nessuno parlò.