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Autore: Night Sins    02/06/2010    3 recensioni
E' tutto vuoto e silenzioso, qui, quando non ci sei. Tu non ne hai idea, oh, no che non ce l'hai. Come potresti? Non immagini assolutamente quello che posso provare quando non ci sei. Guardarsi intorno e non trovarti; guardarsi intorno e, tra facce più o meno amiche, vedere lui. Puoi immaginare cosa significhi? No, non credo. Anzi, ne sono certo. Non gli avresti dato il mio posto, se no.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Un amore impossibile
Fandom: Originale - Romantico
Personaggi: lui, sorpresa, una ragazza
Pairing: sorpresa
Rating: G
Genere: malinconico, romantico
Avvertimenti: one-shot
Conteggio Parole: 620 (FDP)
Betareader: nessie_sun ♥
Dedica: Alla femili, che mi sta facendo passare serate meravigliose su MSN; in particolare per venerdì sera. Era stata una giornata terribile, e loro sono state fantastiche. ♥
Disclaimer: I personaggi non sono miei (così come la storia)! E' tutto nato dalla mia mente malata, quindi vi consiglio di non prendere nulla... per il vostro bene -sono dotati di una propria e forte personalità, potrebbero farvi diventar pazzi. ;D "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa)
Note: partecipa alla Challenge#2: Oggetti dell'Unknown Fandom.


E' tutto vuoto e silenzioso, qui, quando non ci sei. Tu non ne hai idea, oh, no che non ce l'hai. Come potresti? Non immagini assolutamente quello che posso provare quando non ci sei. Guardarsi intorno e non trovarti; guardarsi intorno e, tra facce più o meno amiche, vedere lui. Puoi immaginare cosa significhi?
No, non credo. Anzi, ne sono certo. Non gli avresti dato il mio posto, se no.
Ricordo il nostro primo incontro in quel negozio -quello nuovo, il bazar subito oltre la piazza principale-, ci siamo osservati per un istante, ci siamo studiati. Non è stato un colpo di fulmine, anzi, all'inizio non mi piacevi neanche. Ti ritenevo una ragazzina come tante altre ne avevo viste, sciocche e frivole, mentre tu spostavi lo sguardo da me per osservare gli oggetti uno ad uno, soffermandoti su quelli più 'alla moda'.
Dopo interminabili minuti, durante i quali io ero impegnato a ignorarti, torni a guardarmi, ti avvicini e, incurante di tutto, mi accarezzi. Sorridi e in quel momento ritratto buona parte di quanto avessi pensato prima. Forse non eri poi così male.
Se solo avessi saputo cosa ne sarebbe conseguito, non mi sarei comportato allo stesso modo, avrei cercato di rendermi brutto o antipatico -come non lo so, ma ci avrei provato, anche se ripeti sempre che sono molto dolce (e poi vai da lui).
Ecco, sì, sono state le tue parole a fregarmi.
I tuoi complimenti e le tue dimostrazioni di affetto che mi hanno illuso. Ed io ho finito per crederci e per innamorarmi sul serio di te, anche se sapevo che era impossibile -ma, ehi, quando me ne sono accorto ero già perso; e tu continuavi ad abbracciarmi in quel modo.
La porta si apre; sbuffo pensando a tua madre che dovrà "mettere a posto", poi la tua risata mi raggiunge ed io non penso più a nulla, rimango solo ad osservarti mentre lanci sul letto la borsa con i libri di scuola.
Ti avvicini, ma solo per accendere il computer; mi lanci appena uno sguardo e poi ti fermi su di lui. Su di lei, potresti obiettare in un momento di maniacale precisione, ma lo so che il vero problema non è l'oggetto fisico che io vedo -ossia una foto-, ma il soggetto che rappresenta, lui contro il quale non avrò mai speranza.
Sei in completa adorazione e non posso evitare che alla mente mi torni la risata divertita di tua cugina, la prima volta che lo vide, mentre ti domandava "Chi è, il tuo ragazzo?". Non avrei mai voluto sentire il tuo "Magari!", con quella voce così adorante.
Purtroppo è una scena che rivedo spesso, soprattutto quando lo fissi in quel modo.
Dalla cucina si sente tua madre chiedere qualcosa a tua sorella, probabilmente di avvertirti che è pronto in tavola dato che quest'ultima urla solamente un "A cena!" che fa innervosire la vostra genitrice.
"Sì, un attimo!" rispondi al solito modo, mentre controlli non so cosa su internet.
I minuti passano e, anche se so che tra poco mi lascerai di nuovo solo, spero sempre in un tuo sguardo, una carezza, o anche solo una parola dolce che non arriva.
"Allora, spegni quel coso e vieni a cena!" ti ordina tua madre, dalla porta.
"Sì, un attimo!" sbuffi ancora, ma sai che devi andare, quindi spengi tutto. Ti alzi, lanci un'ultima occhiata alla scrivania -ed io spero sempre in uno sguardo particolare per me- e tua madre fa altrettanto, soffermandosi poi su di me.
"Quel panda di peluche, non trovi che sia particolarmente inquietante?" domanda, scettica.
"A me piace molto." rispondi sorridendo, ed è in quel sorriso che capisco che, anche se non mi potrai mai amare come io amo te, sono fregato e resterò qui ad aspettarti, sperando solo di non finire abbandonato in soffitta o in qualche scatolone.
   
 
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