I'm with you
Isn’t
anyone tryin to find me?
Won’t someone please take me home
It’s a damn cold night
Trying to figure out this life
Wont you take me by the hand
take me somewhere new
I dont know who you are
but I’m, I’m
with you
Fa
freddo questa sera, ma il gelo che persiste nella
sala comune non è nulla in confronto a quello che avverto
avvolgermi il cuore.
Avvinghiati
su uno dei divani dinnanzi al camino Ron
e Lavanda si scambiano effusioni, e io… io non faccio
niente; li guardo, guardo
come lui la stringe a sé e sento lo stomaco contrarsi in una
morsa dolorosa.
Perché?
Perché non sei qui con me Ron? Perché guardi
lei e non me?
I
pensieri si rincorrono veloci, sofferenti, mentre
tento di concentrarmi sul libro posato sulle mie ginocchia.
Ma
è inutile… è un dolore troppo grande
quello di un
cuore spezzato; e nonostante tutta questa sofferenza non posso fare a
meno di
pensare che per lui sarei pronta a veder morire il mio cuore altre
cento, mille
volte.
Cos’ha
lei più di me Ron? Perché non è la mia
di
mano quella che stringi?
Vorrei
solo che tu ti avvicinassi a me e che la
stringessi, che la stringessi con forza, per farmi sentire che ci sei e
che ci
sarai sempre, ci sarai per me? Sarai con me quando avrò
bisogno di sentirti
vicino? Esisto ancora per te?
Una
lacrima silenziosa mi percorre il volto, subito
scacciata dalla mia mano tremante: piangere
è da stupidi, da deboli!
Con
rinnovata decisione mi alzo dalla poltrona su
cui ero seduta fino a pochi istanti prima e raggiungo le scale a
chiocciola… e
lo sento, sento il suo sguardo penetrante fisso sulla mia schiena, ma
quando mi
volto lui è di nuovo concentrato su Lavanda… e
forse è sempre stato così, forse
sto impazzendo.
Poche
ore dopo, accoccolata tra le coperte del mio
letto non riesco a smettere di pensare, di pensare a quanto fa male non
poterlo
avere, di pensare a quanto fa male vederlo tra le braccia di
un’altra… ed è il
dolore più grande che io abbia mai provato, o forse
è perché non ho molti
termini di paragone; incapace di addormentarmi mi rigiro inquieta tra
le
coperte, finchè, stremata, Morfeo non mi accoglie tra le sue
braccia.
Ma
neanche il sonno è in grado di consolarmi,
l’unico capace di farlo dorme a pochi metri da me:
così vicino eppure distante
come non lo è mai stato.
La
mattina dopo mi sveglio con un gran mal di testa,
mentre vedo riaffiorare i ricordi della sera precedente, disperata
scuoto la
testa in un inutile tentativo di allontanarli da me, perché
quelle immagini non
hanno niente a che fare con la mia vita, non più: lui non
è mio e non lo sarà
mai, per quanto sia doloroso ammetterlo questa non è altro
che la pura verità.
“Ciao
Hermione!”Quando scendo in sala comune trovo Harry
ad attendermi ai piedi delle scale, ricambio il suo saluto con un
sorriso
forzato e so di non essere riuscita ad ingannarlo, ma non dice niente.
Per
quanto possa starmi vicino e cercare di
comprendermi, è pur sempre il migliore amico di Ron!
Noto che
evita il mio sguardo, tentando in tutti i modi di mostrare
indifferenza; non
voglio che si senta a disagio per ciò che è
accaduto fra me e Ron, lui è amico
di entrambi e non lo obbligherò di certo a frequentarmi se
questo non è più ciò
che vuole.
“Harry
non voglio che tu mi stia accanto per
obbligo… se pensi che dopo il litigio fra me e Ron sia
meglio tagliare i ponti
io…”
“Hermione
ma che stai dicendo? In quello che è
successo fra te e Ron non c’entro, e sinceramente non ho
neanche intenzione di
schierarmi da una parte o dall’altra…
ok?”Annuisco debolmente, nascondendo il
mio sollievo; perdere l’amicizia di Harry sarebbe stato il
colpo di grazia.
Scendiamo
a colazione insieme, e avverto un’ondata
di nausea travolgermi quando vedo Ron sedersi davanti a me, lo sguardo
duro e i
graffi inflitti dal mio incantesimo ben visibili sul volto.
“Spiega.”La
sua voce è decisa, non ha esitazioni… ma
il suo tono strafottente mi irrita notevolmente.
“Non
ho assolutamente nulla da spiegarti!”Esclamo
irata, ignorando l’intera tavolata Grifondoro che ci osserva
incuriosita.
“Ah
no?”Indica le ferite”Credi davvero? No sai
perché per quanto mi riguarda non vedo l’ora di
sapere il motivo per cui mi hai
aggredito.”E prima che io possa cominciare ad urlargli contro
quanto sia
stupido ed odioso gli faccio cenno di seguirmi all’esterno,
poi, senza
aspettare che mi segua, esco dalla Sala Grande e lo attendo a lato del
grande
portone di quercia.
Lo
vedo alzarsi e venire nella mia direzione: le
mani in tasca e lo sguardo basso e all’improvviso mi sento
travolgere
dall’ansia: cosa devo dirgli? La verità? Ma
sei stupida! No, no e no sarebbe solo causa di ulteriore sofferenza!
“Ok,
parliamo.”Dice posizionandosi davanti a me e puntando lo
sguardo nel mio,
agitata sposto gli occhi dai suoi, incerta su dove cominciare.
“Io…
Io credevo che… che saremmo andati alla festa
insieme…”Oh perfetto
Hermione, davvero perfetto! Adesso sembri davvero una
stupida.
Sbuffo,
cercando di recuperare la mia dignità:
dov’è finito il mio orgoglio?
“Non
che mi importi granchè ovviamente, ma sai… sono
una che da grande importanza alle parole della gente, evidentemente ho
fatto
male a fidarmi delle tue!”Con ritrovato coraggio riporto i
miei occhi nei suoi.
Io
sono con te Ron, e tu?
“Era
solo un accordo provvisorio…”le sue parole
fanno male, ma non gli darò mai la soddisfazione di vedermi
soffrire per lui.
“Oh
certo! Come sempre io sono solo un rimpiazzo!
Non è così?”Ora sembra
spiazzato… i suoi occhi azzurri si riempiono di stupore.
“Io
non ho mai detto questo!”Ma è troppo tardi, io
gli ho già voltato le spalle, non voglio che veda le mie
lacrime, non voglio che comprenda quanto sia disperato il mio
bisogno di lui.
I’m
with you.