Ancora grazie infinite per le recensioni! :)
Ecco un altro piccolo lavoretto, spero possa piacervi!
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Ricordi nascosti
“Cos’è…
ti
sei messo in pensione?”
“Già.
Effettivamente mi son reso conto di zoppicare.”
Wilson ti
guarda con un’aria tra l’incerto e il curioso.
“Solitamente…
se litighi con Cuddy ne approfitti per renderle la vita un inferno.
– riflette
– Ora no. La eviti e basta. Cos’è
cambiato?”
“Nulla.”
La tua
risposta sembra non soddisfarlo.
“Sei venuto
in anticipo e ti sei intanato in ambulatorio; Hai fatto tutte le visite
e,
anche se hai fatto tardi, al posto di andare a mangiare alla
mensa… sei qui.”
Lo guardi
torvo per un istante, cercando di dare un filo logico al suo
ragionamento “Non
vado a mangiare e di conseguenza qualcosa non va con Cuddy?... mi sa
che mi son
perso qualche passaggio.”
“Sai
benissimo che in quest’istante Cuddy sta pranzando alla
mensa!” ti punta il
dito contro, lo sguardo convinto.
“Davvero?
Strano... pensavo mangiasse nello sgabuzzino.”
“House. –
questa volta il tono di Wilson è pacato, convinto
– è il suo compleanno. Per
una volta nella tua vita… comportati da persona matura e va
da lei a farle
almeno gli auguri.”
“Non è nel
mio temperamento.” bisbigli con ovvietà.
L’oncologo
ti sorride, divertito “Io glieli ho fatti questa
mattina… non mi ha preso per
un maniaco, te lo poso assicurare.”
Lo guardi
divertito “Non ci metterei la mano sul fuoco.”
“Oh,
piantala di fare l’imbecille!”
Sbuffi
seccato, alzandoti dal divanetto “Wilson, ormai quello tra me
e Cuddy è un
accordo tacito di migliaia di anni. – gli spieghi –
Non puoi arrivare e impormi
di romperlo.”
“Cos’è… le
hai per caso ucciso il cane il giorno del suo compleanno e per questo
non vi rivolgete
la parola in questo giorno dell’anno?!” ti
schernisce incuriosito.
“Hm… ammetto
che l’avrei fatto volentieri.” Vai per mettere la
mano sulla maniglia della
porta, senti il tocco freddo del metallo sotto i polpastrelli ma,
improvvisamente, senti anche il forte bisogno di dire a Wilson
ciò che quel
giorno in realtà cela.
Sospiri,
aspettando qualche secondo.
“20 anni fa,
ai tempi dell’università, la sera del compleanno
della Cuddy… - inizi
improvvisamente, rimanendo immobile con il viso rivolto verso la porta
– Siamo
andati a letto insieme.”
Wilson ti
guarda allibito, colto di sorpresa, ne sei sicuro, anche se in
quell’istante
non stai effettivamente guardando il suo volto.
Poi lo senti
esclamare:
“Cosa!? Tu e
Cuddy… wow!- si ferma un istante, giusto il tempo di mettere
insieme i pensieri
– Non pensavo amasse anche lei tracannare alcol ai tempi
dell’università.”
Apri la
porta, volgendo finalmente lo sguardo verso Wilson, mentre sul tuo
volto un
piccolo sorriso si fa spazio tra la ruvida barba.
“Non eravamo
ubriachi.” esclami, uscendo e allontanandoti da
quell’ufficio, conscio che anche
per quel giorno, come tutti gli anni precedenti, saresti stato in grado
di
evitare lo sguardo di Cuddy per molto, molto poco ancora.